Alzatici io e il capo alle 5 del mattino per prendere l'aereo (io, il capo ritornava a dormire), non solo partiamo in ritardo, ma non atterreremo a Verona, causa nebbia. Ci dirottano a Bergamo. Saliamo su un pullman che ci riporta a Verona. Lì il paziente don Stali, alias Little V, è ancora paziente ad aspettarmi, nonostante l'alzataccia a cui l'ho costretto nell'unico giorno in cui poteva dormire di mattina. Proprio lui che nel lettuccio caldo ci vivrebbe.
"Deve volerti molto bene il tuo amico" ha commentato la Bionda che mi ha chiamato a sera, per sapere quando passerò da lei.
Si, è evidente. Posso contare le mie benedizioni.
E poi a sera ho visitato Treviso nella nebbia, ieri mattina Padova nella nebbia e poi a sera Mestre nella nebbia. Sono rientrata da Mestre, dopo non aver più trovato il bus che doveva riportarmi, scendendo a una fermata del treno, senza stazione, ricca di un parcheggio e splendidi muri colorati nel sottopassaggio. Lì, appollaiata su un muretto, sotto un paio di lampioni, nel buio avvolto dalla nebbia, mi sono letta "L'eleganza del riccio" con tutta l'urgenza che ti suscita un bel libro quando ne trovi uno. Fino a che Little V, al termine di una dura giornata di lavoro, non è venuto a prelevrmi dal muretto per portarmi a casa.
E posso solo raccomandarvi il libro, di cui sto leggendo le ultime due pagine. Prima di precipitarmi a Montebelluna a vedere se c'è nebbia anche lì.
1 commento:
Ah sì, sì, l'ho appena finito anch'io e m'è piaciuto 'n zacco, anche se purtroppo mi son trovata a riconoscermi nelle borghesone puzzonasiste del palazzone, più che nella poeticissima portiera o nell'intransigente farfalla adolescente aspirante suicida.
Dev'essere l'età, o il cervello bollito, o la nebbia che copre tutta Italia...
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