venerdì 15 febbraio 2008

Lei deve parlare olandese al bambino

Credevo non mi sarebbe capitato più, quelle cose che tutti raccontano, e che credi sempre, si, ma ormai quei tempi sono passati. Invece, mai dire mai. Ieri in sala d'aspetto dal medico, mentre stavamo rivestendoci per andare via, una signora anziana attacca discorso con Orso e di conseguenza con me. Caruccia.

Poi però mi sente dire ad Orso, in italiano, di mettersi la giacca che dobbiamo andare (lui era impegnato con il triciclo della sala d'aspetto, ci è addirittura entrato dal medico).

E mi dice, gentilmente, la frase del titolo.

"Invece no, le rispondo con calma ma con quell'intonazione inequivocabile che gli olandesi native e noi stanziali da anni ormai capiamo al volo, ci hanno proprio consigliato il contrario, altrimenti lui da me imparerebbe un olandese da straniero. Invece lo deve proprio parlare con il padre e fuori casa, per impararlo bene".

Non lo sapeva.

Ecco, questa è una cosa che già solo dirmela un paio di anni fa, mi sarei incazzata dentro di me e ci avrei rimuginato per dei giorni.

Adesso invece mi dispiace soltanto per quelle persone, che tanto in buona fede, elargiscono consigli inutili, e anzi a volte controproducenti.

Ma ci vogliamo convincere che nel bene e nel male, la maggior parte dei genitori sono i genitori perfetti per il bambino specifico che hanno?

E che se con la storia delle lingue e del bilinguismo sono riusciti a rendere insicura me, che il bilinguismo l'ho vissuto e per questo studiato, cosa non riusciranno mai a fare - e sono riusciti a fare - con la mamma analfabeta del Rif? Gli australiani hanno appena chiesto scusa per la generazione perduta.

L'amica Marianna, cresciuta a Torino con nonno siciliano aveva imparato a dire scecco invece di asino.

"Signoooraa, così rovinate la bambinaaa" tuonava la maestra. La bambina è riuscita benissimo, sta facendo una carriera internazionale prima in Olanda e adesso in Austria. Ma il povero nonno, a ottant'anni, dovette imparare l'italiano o non poteva parlare con la nipote.

Il che dimostra che si può sempre imparare a qualsiasi età. Se non per forza, per amore.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

tutto il mondo è paese, a me è successo a Cervia quest'estate, che cercavo in spiaggia di far addormentare il Mostro che era stanca e nervosa, e l'ho dovuta legare nel passeggino perchè non si rassegnava, che una vecchietta mi ha rimproverato dicedomi "la lasci correre che i bambini devono correre" come se fossi stata una tiranna che legava la figlia al passeggino e ci godeva. Certo la vecchietta non lo sapeva che a quell'ora dormiva sempre, che se non dormiva poi piangeva e restava nervosa e incavolosa, ma tant'è, certe si sentono in dovere di dare consigli non richiesti solo perchè hanno una certa età. Conforta sapere che capita dappertutto

Anonimo ha detto...

E' stupendo questo post.
Sono tanto felice di averti incontrata sul blog di Panza... grazie!

graz ha detto...

Mi hai fatto venire in mente una scenetta gustosa di qualche anno fa ...

Arriviamo, Peter, i ragazzi (al tempo 10 e 8 anni) ed io ad un party olandese a casa di sua zia. Non conoscevamo che pochissime persone. Peter al tempo viveva in Francia, io in Italia con i miei figli italiani e di padre italiano. Entriamo nella stanza salutando a destra e manca, appare immediatamente evidente a tutti che di noi tre nessuno parla l'olandese.

Tempo 0 ed un emerito sconosciuto si rivolge a Peter e sentenzia "se fossero miei figli parlerebbero olandese"

Peter non fa un plisse' ed immediatamente risponde "se fossero miei figli anche".

Al signore in questione è andata un pò di traverso la birra. Tiè!!!

Graz