mercoledì 13 febbraio 2008

The doctor is out

Io attiro i pazzi. Ho quel talento da confessore empatico di mio padre e l'orecchio/occhio di mia madre nel leggere il fanciullino che soffre dentro le persone. Ho imparato a prenderne atto e non farmene distrarre più di tanto nei rapporti, che le persone sono molto più della loro pena segreta. Da 10 anni e specialmente da quando ho figli rifiuto di farmi coinvolgere più di tanto. Se volessi perderci tempo, di tante persone che conosco intuisco la piccola pena che hanno, a molte a cui voglio bene forse leggo di più dentro, anche se io non chiedo e loro non dicono. Se dicono qualcosa, io la dimentico e non ci torno più sopra, grata della fiducia. Con gente che conosco meno ma magari ci piacciamo reciprocamente, accade che si confidino e poi in genere, anche se continuiamo a piacerci, si crea una distanza. So troppo di loro ed è una situazione impari, che capisco benissimo.

Ho passato notti a cercare gente in preda a psicosi che poi ho consegnato alla neuro e poi sono dovuta ad andare ad avvertire i genitori. Vado a trovare la mia amica di infanzia il giorno dopo che è scappata di casa e trovo la madre distrutta. Ho un'altra amica, che mi ha chiesto di assisterla nel parto, di cui sospetto con quasi certezza che a 16 anni ha subito un aborto da cui ha fatto una gran fatica a staccarsi, anche se lei non me l'ha mai detto, ne potrà mai dirmelo che conosco troppo bene suo marito, che è stato per un pezzo, finché non si sono messi insieme, il mio amico-figlio. Stupri ed aborti, va da sé, prima o poi qualcuno me li racconta. Ho lavato e imboccato vecchie, ho vestito e composto morti.

Da giovane ti gratifica pure perché nella tua ingenuità ti senti utile al mondo, ma nel frattempo ho imparato a fare qualcosa per proteggermi. Con alcune persone è difficile, sono talmente invasive che possono trascinarmi in un attimo nel loro pozzo nero. Ma mi rifiuto di scontare le colpe che certa gente attribuisce a sua madre e non sono disposta a colmare il buco di attenzioni di cui sono in credito con lei. Ho già i miei figli per questo e non posso salvare il mondo. Preferisco stargli sul cazzo, a conti fatti.

Quindi, quando mi scazzo di brutto con certa gente, così, out of the blue, prima di chiedervi se sono uscita di testa (no worries, non è successo finora che magari un minimo di appiglio c'era, ormai per adesso non succede), o se è una sindrome premestruale gestita male, guardateli bene. Un po'meglio. Si, cominciamo ad esserci.

Ragazzi miei, vuol dire che ho appena evitato un pozzo nero, ne sto soffrendo e statemi quindi alla larga.

Tutto questo non mi succede mai con i pazzi tranquilli. Solo con gli attaccabottoni.

Per tutto il resto, non nego di essere una grande rompicoglioni, un po' come tutto il resto del mondo. Ma lasciatemi perdere sul coté pazzia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come ti capisco, Barbara cara, è successo tante volte anche a me e fortunatamente anch'io, col tempo, ho imparato a difendermi. L'estat scorsa ho descritto lo stesso processo sul mio vecchio blog e l'ho chiamato necrocladotomia, cioè taglio dein rami secchi. E' un'operazione dolorosissima, soprattutto perché implica un forte lavoro su se stessi, però fa davvero tanto bene. E passata la tempesta ci si sente nuovi, forti e bellissimi (quello a prescindere).

Un abbraccio e continua così