sabato 17 ottobre 2009
Siamo tutti comunisti
Ultimamente, all'ennesimo conoscente dichiaratamente di destra che mi dice (A ME): voi di sinistra, voi comunisti, mi si erano scatenate una serie di considerazioni.
Perché non so voi, ma a me ha sempre dato un fastidio sentirmi definire di sinistra, poi chissà come mai, sono decenni che ogni tanto salta qualcuno che me lo deve ricordare. E la mia prima rezione è sempre quel moto intimo di ribellione. Io preferivo definirmi trasversale, che ve ne sembra? E il turchese è da sempre il mio colore preferito e calzini turchesi ne indosso sempre.
No, io non sono comunista. Bisognerebbe ricordarsi che branco di bacchettoni, retrogradi, misogini e tristi che erano i comunisti in Italia al tempo del glorioso PCI. Bisogna ricordarsi il dogmatismo, l'incapacità di ascoltare le critiche, peggio ancora se ben intenzionate e che venivano dall'interno, da gente che l'ideale ce l'aveva forte come tutti ma che rifiutava di mettersi i paraocchi.
I comunisti migliori che ho conosciuto, ai tempi, era gente che era stata espulsa dal partito. E ho detto tutto.
Bisogna aver avuto famiglia ed amici dietro la cortina di ferro, come li avevo io, per distinguere tra la linea del partito in Italia e quello che avveniva davvero nei paesi del comunismo reale.
Ecco, per dire, per reazione mio fratello si è sempre definito fascista, a sedici anni perché fa figo e bischero fare il saluto romano e mettere in crisi la tua famiglia, che ti vuole bene ma tanto lo sa che sei un coglione esibizionista. Con l'età definirsi finiano e questo già diventa una cosa socialmente più presentabile, tant'evvero che la battuta sull'inutilità delle primarie, tanto c'è già Fini come candidato ideale per il PD è bella come tutte le cose che sembrano plausibili. Ci si sorride sopra e poi si torna alle cose serie.
A mio fratello un paio d'anni fa glielo chiesi: ma quale tipo di ideali, quali aspirazioni nella vita ti soddisfa il poter votare a destra? Lui me ne elencò alcuni che erano precisi i miei, per cui sono rimasta ancora più perplessa. Ma ho lasciato perdere, tanto a discutere con uno di destra, a chi serve?
Tutto questo, e soprattutto il fastidio e il rifiuto, è evidente, dimostrano che davvero sono una figlia della sinistra. Perché è caratteristico della sinistra italiana darsi le martellate nei coglioni, più forti quanto maggiore è il senso di appartenenza. È caratteristico della sinistra fare i distinguo, misurare le sfumature, cercare di non fare troppo di ogni erba un fascio, semmai infiniti sacchettini da the, tutti provvisti della loro bella etichettina. ci si mette del tempo, ma la sostanza è salva. Nel frattempo la destra con i fasci, più o meno erbacei, ci vince le elezioni e irregimenta i sacchetti da the, però vuoi mettere il piacere per un lavoro ben fatto?
Invece queli di destra, fateci caso, mica si fanno problemi a denunciare la propria appartenenza. No, loro ne sono fieri, te lo dicono che sono di destra (semmai si vergognano talvolta un pochino di specificare quale destra, esattamente). Il ricino? E fa tanto bene alla salute. Mussolini? Mal consigliato ma ha bonificato la Maremma. La soluzione finale? E che sarà poi mai, confrontato con tutto quello che di brutto c'è al mondo.
Noi di sinistra siamo i campioni dell'automartellata, loro del relativismo prodomosua. Poi le donne, i froci e le minoranze gli fanno schifo a entrambi, non ci facciamo illusioni su questo.
E allora, facciamolo per il principio, per il grande ideale socialista di uguaglianza e felicità sociale e internazionalismo, facciamolo per ergere una diga alle caterve di merda che l'anticomunista per eccellenza ci sta tirando addosso a vagonate, facciamolo per Dino Boffo e i calzini turchesi del giudice Mesiano, per una volta abbiamo il coraggio di quello che siamo: diciamolo, siamo tutti comunisti.
Anche voi finiani a cui fa schifo allo stesso modo la guerra agli avversari in corso da alcuni mesi. Compreso il vostro Gianfranco, che lo tengo nel cuore perché se e quando toccherà a lui non ci andranno giù leggeri. Come minimo diranno che ha fatto sesso in Thailandia con bambini di 18 mesi, poi non dite che ho lo sguardo preveggente, perché il livello è questo, lo stiamo vedendo tutti.
Perché se a suo tempo la stella di davide se la fossero messi addosso tutti, ma proprio tutti, qualcosa si capiva. No, perché chi è fortemente convinto di essere nel giusto e lo dice, come lo dice il nostro sfidando tutte le leggi della credulità, le sfumature le capisce solo se inculcate a martellate. Ditevelo davanti allo specchio ad alta voce, non dovete crederci fino in fondo, ma è un gesto potente di autodifesa: IO SO-NO CO-MU-NI-STA.
Soprattutto se lo dica la sinistra italiana, per favore, o vengo giù a prenderli a calci. 'Sti fighetti reazionari del cazzo.
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17 commenti:
Fighetti reazionari sì...io la chiamo "sinistra in cachemire". Guarda caso tutti quelli che conosco e che si definiscono di sinistra sono figli di papà, con la macchinona: fa tanto "intellettuale". E' tanto facile schierarsi quando si è comodi comodi nella propria bambagia. Anche se ora il discorso s'è ristretto a "con Silvio" e "contro Silvio". La cosa più rivoltante rimane comunque l'essersi venduti a quest'uomo così meschino che alle volte rasenta la follia ("io sono buono perché voglio farmi amare, perché non mi amano?"). Non so che dire.
mi piace quello che dici. se poi mi dai l'ok lo mailo ad un paio amici (ovviamnete linkando al blog ... e lo posto da me, sempre linkato e a nome tuo....
mi sembra importante, come non mai, capire cosa si è.... e dichiararlo...
Politicamente sono una senza casa e la cosa mi dispiace. Forse questo già agli occhi di alcuni mi etichetta come di sinistra. Quello che veramente non sopporto è questa logica del "voi" e "noi". Come le squadre di calcio, come gli ultras. E' solo intolleranaza.
soprattutto per i calzini turchesi di mesiano, che mi sono sentita in causa perche' a parte la sigaretta quella sono io, cosi' presa dai pensieri alle volte che cammino e ricammino e torno indietro. Avanti e indietro. Che poi li capisco pure, non sono abituati a vedere uno che pensa, ci credo che gli deve esser parso stravagante.
Ah, vedo il tuo stupendo link, e rilancio con questo:
http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ&feature=related
M di MS, questo è proprio il mio punto sono sempre stata senza casa, i miei genitori anche, quindi faccio sempre molta fatica a capire le passioni politiche di chi ne fa un chi non è con noi è contro di noi.
Però tra le due (e mi danno un gran fastidio tutte e due) se proprio mi devono dire "voi di destra" o "voi di sinistra" preferisco la seconda. Anche se è troppo riduttiva perché io mi ci possa sentir bene dentro.
E anche se, come dice Gaber nel bel video che hai segnalato, Supermambanana, il pungo non l'ho mai fatto. Né altro.
Sarà che mio nonno (il nonno di cui mio fratello porta il nome, dio lo perdoni) 3 campi di concentramento se li è fatti ed è sopravvissuto, alla faccia di quello che ha bonificato la Maremma e tutti i suoi amichetti dell'epoca.
Che gira e rigira, siamo tanto, tutti, geneticamente determinati e di lì non si esce.
Partiamo dalla storia di famiglia, che è quella che ci influenza, volenti o nolenti. Vengo da una tradizione antifascista, questo si. Parecchi anarchici in famiglia; e mia nonna, credente fino al midollo, per rispetto di mio nonno, morto giovanissimo in seguito a silicosi, votava PCI. L'altro nonno, manicheo fino all'estremo, mi ripeteva sempre: la sinistra esprime valori e la destra interessi, questa è la differenza (manco avesse conosciuto Mister B, ma in effetti è morto nel 97, mio nonno). Ma poi vedo affossare leggi civilissime come i PACS (in Italia DICO), leggi anti omofobia, non fare nulla per il conflitto di interessi, per una legge elettorale seria eccetera. E mi chiedo? MA CHI CAZZO HO VOTATO???????
Ma non posso fare altrimenti, questo è il problema.
L'altare di tua nonna me lo ricordo bene. E il discorso valori VS interessi anche, senonché al seguace medio si fa fatica a spiegare i due. Se tu prendi uno di Casa (aggiungi tu il nome dello scrittore Ezra perché le fanno le ricerche su Internet per beccarti e darti addosso a prescindere), loro hano come valore che i loro figli crescano nello stesso quartiere dove sono nati e cresciuti e vivono loro, con la sicurezza del gruppo che ti conosce a farti da bozzolo protettivo e dioneliberi uno vuole uscire, vedee cos'altro offre il mondo, abbandonare quelle scurezze limitate, è un nemico, sempre, comunque perché non ti conoscono e manco ti vogliono conoscere.
Per loro il gruppo e l'immobilismo sono uno di quei valori che ti permettono di andare avanti nella vita come persona etica, e come gli fai a spiegare che votano però un'ideologia che è nata per difendere gli interessi dei padroni, di fatto all'epoca i latifondisti, quelli che facevano il culo a spicchi ai loro nonni? Non ci arrivano perché non ci vogliono arrivare.
E lo stesso discorso lo fai ribaltando gli interlocutori.
Poi tanto i fessi e i disonesti e quelli in malafede stanno a destra come a sinistra. Quelli di destra però ne vanno fieri, o sto generalizzando di nuovo?
La cosa degradante è che il dibattito politico in questo paese (minuscolo) si sia ridotto a questioni di calzini colorati, di donnine discinte, di barzellette che non fanno ridere nessuno. In questo momento, da noi, il dibattito politico "mainstream", per così dire, è questo. E la cosa potrebbe fare pena, infatti fa talmente pena che i non-italiani ridono. Noi non riusciamo a ridere perché sappiano che nel nostro paese (sempre minuscolo) questi fattarelli di calzini, di donnine mercenarie e non, di barzellette e battutine triviali, SONO un fatto politico al pari di altri. Al pari della finanziaria, al pari di lodi e lodini, al pari di decreti affossati col silenzio collaborativo dei figgetti del cazzo cui ti riferisci tu.
Questo è degradante.
E poi sì: "le donne, i froci e le minoranze gli fanno schifo a entrambi". Sottoscrivo.
E forse cominciamo a delineare qualche differenza, alquanto sostanziale a mio avviso (e questa è la prima, di differenza). Per me e per molti (e per te e per altri) NON E' un valore crescere e vedere SOLO il proprio orticello, senza ampliare i propri orizzonti, NON E' un valore la cultura vista come un monolite. Personalmente, la parola RAZZA la applico soltanto al pesce magnifico che vive nei mari tropicali, la parola PATRIA mi fa venire in mente Durremmat (non credo di averlo scritto bene, ma comunque il grande drammaturgo scriveva negli anni 30 del 900,"quando lo stato si prepara ad uccidere si fa chiamare patria), ma anche la parola DIO sbandierata come qualcosa di univoco e monolitico mi sa di fondamentalismo (non dovrebbe essere un fatto personale, la fede?), la parola RADICI mi evoca in serie: 1. il romanzo sulla schiavitù dei neri, 2. la storiella ne Il piccolo principe, dove le radici delle piante distruggono il pianetino. Insomma, io sono un'anima viandante, lo so, ma lo stare ferma, metaforicamente e fisicamente, no, non è nel mio DNA. Direbbe il mio amato Fritz (Nietzsche) -alla faccia degli amichetti della Casa che tu citi, che spesso si appropriano del pensiero di autori senza conoscerli a fondo, come Juenger e Tolkien, oltreché Fritz- "Ich bin ein Wanderer und ein Bergsteiger. Ich kann nicht lange still sitzen" (con l'olandese ce la dovresti fare a tradurlo) ;-) Ci sentiamo per la prossima settimana. Ce la dovremmo fare per sabato sera.
A me piacciono i lavori fatti bene.
Sono geneticamente di sinistra, e francamente non vedo alternative. Vorrei una sinistra che si (pre)occupasse delle donne, dei bambini, degli/le omosessuali, dei/lle vecchietti/e, della raccolta della monnezza sulle strade, della difesa dei diritti dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici, degli aiuti alle mamme (non i cento euri unatantum, intendo gli asili nido e gli orari flessibili e i congedi fatti bene), dell'educazione della società in fieri bombardata dai messaggi chiappomammellari, dell'esercizio delle menti non solo tramite settimana enigmistica, della filosofia, dell'etica e della morale, del diritto di vivere e di quello di morire laddove possibile con dignità, del rispetto reciproco e persino, domineiddio mi perdoni (dimenticavo, in effetti sono cattocomunista) di quella che una volta si chiamava buona educazione e cortesia.
Vorrei una sinistra così.
Per ora, mi accontento di Zoro:
www.youtube.com/watch?v=YC2ZTjaXVBk
Bello Mami e Pythya, praticamente avete scritto il programma politico che vorrei votare. È tanto semplice, in fondo, quello che vuole il paese che vive lavora e produce. Può essere che debba essere tanto in contrasto con gli interessi forti che dominano veramente il nostro paese?
Poi ci pesavo ieri: marò, mi sto politicizzando. Chi l'avrebbe mai detto?
Bene, perché appena ho cinque minuti vi racconto della Sargentini e dei due dibattiti cultural-politici a cui ho assistito e partecipato gli ultimi due gionri.
Sottoscrivo parola per parola, soprattutto la mancanza di una casa intesa come luogo soffocante, di un'ideologia che spiega (e/o giustifica tutto)il mondo, la vita e la nostra presenza in essi, il disagio nel definirmi "di sinistra" tout court (e hai ragionissima sulla storia delle bustine di thé e dei fasci tutti interi), salvo poi dover ammettere di esserlo molto più di tanti, guarda caso spesso e volentieri proprio quei fighetti lì.
Eeeeeehhhhh, questi segni d'Aria che anche al pensiero di avere un nome solo da dire in giro si sentono un po' soffocare...:-)
A mercoledì
Giuliana
En passant, per citare il commento di MJC, e' verissimo che le donne, i froci e le minoranze fanno schifo ad entrambi (Pasolini ce lo vogliamo ricordare????), ma anche il tacere di fornte al maschilismo becero anni 40 del nostro premier (mi fa accapponare la pelle), il fregarsene della convenzione di Ginevra calpestata e buttata nel cesso quasi ogni giorno, sulla pelle di povera gente. MA NOI, per chi dobbiamo votare???????
Bella la cosa dei segni d'aria, mi ricorda tanta gente.
Lo so ;-)
Giuliana
Scusa Barbara, ma credo questo video ci stia bene visto l'argomento del post :-)a quei tempi era davvero così.
http://www.youtube.com/watch?v=KPOEIbkqyIA
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