lunedì 19 ottobre 2009

Il corpo della donne e la libertà di stampa in Italia, com'è andata?

Ieri a Cinemissimo il pomeriggio dedicato alle donne: prima Colpi di testa, il documentario dedicato alla prima squadra femminile di calcio in Italia. Molto, molto carino, senti parlare queste donne di mezza età, molte corpulente come accade a volte a chi smette di praticare attività agonistica, come per esempio Erika Terpsrta, ministro dello sport olandese, in gioventù campionessa olimpica, e che nomino solo perché è molto presente e visibile in qualsiasi manifestazione.

Ecco, molte di queste ex-calciatrici mi ricordavano una Erika Terpstra che parlava romananesco. Veramente un gran bel documentario.

Quella che però aspettavo era la discussione condotta da Silvia Terribili che ha intervistato Judith Sargentini, europarlamentare olandese per i verdi. Su donne, potere, ma alla fine vuoi o non vuoi, sulla libertà di stampa in Italia.

La Sargentini è una biondina riccia con il capello a carciofino, una bella faccia larga, e insomma, una ragazza, forse un pochino più giovane di me. Fa effetto sentirla parlare di come funziona il suo lavoro di parlamentare. Fa effetto la serietà e la leggerezza di modi con cui ti dice: ne abbiamo discusso (in parlamento, nei corridoi) però il contenuto di queste discussioni non posso dirlo qui. Neanche a me farebbe piacere se gli altri parlamentari raccontassero cosa ho detto io in situazioni informali. Insomma, sa dire di no con delicatezza.

La questione della libertà di parola in Italia per lei è fondamentale: come facciamo a tenere la Turchia fuori dall'Europa, o bacchettare Romania e Bulgaria su tutte le questioni che non ci stano bene in quei paesi, se poi uno dei paesi fondatori dela Ue fa uguale e nessuno dice niente?

Perché il punto è questo nessuno dice niente, soprattutto i partiti della coalizione di centrodestra. I parlamentari cristiani olandesi fanno sicuramente fatica ad accettare tutti gli aspetti del Silvio uomo che sono emersi negli ultimi mesi. Ma poi fanno assenze strategiche quando vanno votate determinate mozioni.

"E che moralmente facciano fatica a sentirsi in coscienza con tutto questo", sottolinea la Sargentini, "non è che a me cambi la vita dal punto di vista del voto e delle procedure".

Perché partire proprio dalla libertà di parola?
"Perché è la cosa più semplice ed inequivocabile. Tutti i paesi della Eu si sono impegnati solennemente a garantire la libertà di parola, è semlicissimo dimostrare che in Italia questo non è il caso e che i cittadini sono impediti nell'esercizio di scelte informate, perché vengono informati male, quindi facile".

Però manca la volontà politica di avviare queste procedure?
"Certo, perché il centrodestra non lo considera un problema urgente, anzi, gli italiani riescono a fare di tutto per farla sembrare una questione interna. Mentre non lo è, anche per la questione che si diceva nei confronti di altri paesi".

Diversi tra il pubblico si sono chiesti se non fosse una questione per Neelie Kroes, l'eurocommissario addetta all'antitrust. Lo sarebbe senz'altro, ma la Kroes è a fine termine e quindi dimissionaria, il prossimo candidato per una questione di alternanze dovrà essere di centrodestra anche luiii o lei, possibilmente un francese, che così funzionano le nomine, e quini la Kroes non può avviare nulla di serio e la questione è se un successore abbia la volontà per fare qualcosa contro lo strapotere mediatico di Silvio.

La cosa interessante e sconfortante è quindi non che ci siano dei dubbi sulla legittimità della situazione in Italia, quelli ci sono tutti e fondati. È il capire che tutto è una questione di volontà politica, e che questa volontà manca per motivi di parrocchia. O di convinzione. E comunque dettati tutti dal pensiero di sfondo: questi italiani pazzi, che se la vedano loro con le loro questioni interne.

Cioè, io la interpreto così: ci stanno buttando a mare. Perché anche sui respingimenti dei barconi consegnati alla Libia c'è tanto di sbagliato e in contrasto con la Convenzione di Ginevra, che l'Italia ha firmato e calpesta con i piedi, rimandando la gente proprio in Libia che è uno dei pochissimi paesi che non l'hanno mai firmata invece. Ma nessuno in questo momento ci prende sul serio quel tanto che basta da ricordarci i nostri impegni.

Ed è una constatazione molto triste. Contiamo come il due di coppe a briscola e non ce ne frega niente.

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