mercoledì 7 ottobre 2009

Rituali funebri nei Paesi Bassi

Bello, confortante e commovente ieri il funerale della nonna del capo. Diciamo che io mi ero fatta l'idea che tutti in un modo o nell'altro ci fossimo messi l'anima in pace: a 91 anni, con una vita che negli ultimi 2 anni le pesava, un passato di depressione, la malattia ecc. ma quanto tempo bisogna pur stare al mondo prima di adempiere ai propri doveri nei confronti della vita?

Alcune cose belle e che mi hanno colpito: la zia ha portato dei pennarelli colorti in modo che potessimo scrivere tutti un messaggio o un saluto sulla bara, semplice, di legno chiaro, coperta con cuscini di rose rosa.

Ennio ha firmato con tre cuoricini digradanti e Orso ha disegnato una macchina, il ponte e il suo nome con solo un'inversione di lettere.

I 4 nipoti, capo e fratelli, hanno portato la bara in chiesa e acceso i ceri intorno. Proprio in quel momento pronipotino unenne è caduto di brutto tra i banchi (anche Orso ha rischiato di cadere, perché eravamo tutti distratti dall'ingresso della bara) e con sua madre è scomparso per il rest del pomeriggio, ha fatto proprio un brutto boink, quello lo abbiamo sentito tutti, prima di mettersi a piangere.

Tutti con molto aplomb, ma vedevo la mascella di cognato 1 contrarsi regolarmente.

Poi il sacerdote ha letto dei brani sulla vita di Oma-mà, scritti da mia suocera e ad ogni momento saliente uno dei parenti saliva sull'altare ad accendere uno dei sette ceri nel candelabro. Orso lo ha fatto per primo con la nonna, Ennio ha acceso il suo e poi una seconda volta al posto di tante Trudi, la miglior amica e cugina di secondo o terzo grado di Oma, che non era in grado di farsi quei sette scalini ripidi senza corrimano.

Belli, compresi, sicuri, questi miei figli. Specie Ennio. Ma tutti i maschi Diga giovani erano elegantissimi e bellissimi in giacca e cravatta, che di solito sono così abituata a vederli circolare con le pezze al culo, che fa davvero impressione. ho persino detto a cognato 1 che deve assolutamente trovarsi un lavoro che preveda il doppiopetto, gli sta troppo bene (e fosse la volta che rimedia una fidanzata).

Poi siamo andati al crematorium, che lo so che è un nome che fa impressione, infatti sta un pochino ai bordi della città, tra un parco e gli alberi.

Abbiamo prima bevuto u caffé nella sala per la famiglia, arredata con due divani, un tavolone, con sedie, un frigo pieno di bevande.

Poi siamo entrati nell'Aula dove già si trovavano gli ospiti, la bara su un podietto circondata dai fiori, compresi quelli portati dagli ospiti, con una bella foto di Oma messa sopra.

Un minimo di direzione la vori lo faceva la signora delle pompe funebri, una trentenne bionda in gwssato pantalone, che ha dato il benvenuto a tutti anunciando che le figlie e i generi avrebbero letto qualcosa. Ha cominciato Genero 1, ringraziando e incartandosi in una cosa che non si è capita, e di fianco a me ho visto cognato 1 fare una smorfia, che non si capiva se quella che stava trattenendo fosse una risata o la botta di commozione.

Mia suocera ha raccontato un po' la vita di Oma, sua sorella delle vacanze che da bambine trascorrevano a Rockanje con due amici che loro chiamavano zia e zio in una fattoria.

Il capo e i suoi fratelli, cui la bionda aveva messo in mano una rosa a stelo lungo che poi hanno deposto sulla bara, hanno detto in breve cose loro, su quando erano bambini e andavano a trovarla. Tra un discoro e l'altro ci sono stati dei brani musicali scelti tra i CD di Oma, tra cui anche Con te partirò, che pare sia nella top 10 dei brani da funerale in Olanda.

(Il capo a suo tempo ne ha fatto la canzone della nascita di Ennio, cantandomela come Con te partorirò). ecco, l'i ho cominciato a piangere pure io, ma nelle pause altre persone si alzavano e andavano a scrivere un messaggio sulla bara, o lasciare dei fiori.

Poi, proprio mentre eravamo lì lì per metterci a piangere in coro, la bionda ha invitato tutti ad uscire lasciando per ultima la famiglia, o proponendo a tutti di cogliere l'occasione per un ultimo saluto. Così siamo passati tutti davanti alla bara, chi l'ha toccata, chi si è fermato, chi le ha mandato un saluto ad alta voce, e siamo passati nella saletta rinfreschi, con tavolini e seggioline in legno chiaro rivestite di stoffa lilla penitenzial-allegra.

Sono stati serviti caffé, rinfreschi, vino, bocconcini da aperitivo salato, che ormai con la logistica il pranzo era bello che saltato. Con mia suocera vlevamo andare noi per i vari tavoli a salutare, sua sorella invecew è rimasta lì quindi alla fine si è formata la fila di condolenti, abbiamo chiacchierato con qualcuno.

Io mi sono fatta presentare la suora che l'ha vegliata una notte la settimana scorsa, suor Teodolpha, che insieme alla signora van Damme che era lì con lei hanno conosciuto oma quando, dai 56 ai 65 anni ha lavorato come receptionista in una casa di riposo. Questo lo sapevo, e sapevo anche che l'avevano presa nonostante l'età (in Olanda gli stipendi salgono con l'età, quindi conviene sempre assumere persone giovani) proprio perché sapeva parlare molto bene con gli ospiti, che si andavano tutti a confidare con lei.

abbiamo incrociato dei parenti alla lontana che non conosco, tre sorelle più o meno mie coetanee che hanno vissuto da bambine nella strada e adesso ci vive ancora la madre.

Oma prima di andare a lavorare alla casa di riposo ha gestito per anni un negozio di giocattoli sopra al quale abitava, le bambine le ha tirate su lei da sola, e quindi era conosciuta in tutto il quartiere. Persino una volta che era andata in Romagna con tante Trudy negli anni '60 credo, la prima persona che ha beccato in spiaggiaera un suo ex cliente. E lei che sperava di farsi una vacanza staccando dal quotidiano.

Insomma, quello che è emerso da tutti i ricordi è che Oma era una donna con tanti racconti e anche se a volte si ripeteva ("Questa però te l'avevo già raccontata, vero?"), come ha detto il capo nella sua orazione funebre, anche ripetuta rimaneva una bella storia.

Prima o poi racconteremo anche queste storie qui.

Poi dopo il rinfresco, siamo tornati nella casa di riposo, non siamo neanche saliti nell'appartamento, ma ci siamo arenati al ristorante a prezzi popolari del pianoterra, abbiamo fatto un brindisi, cenato e chiacchierato. Come in tutti i bei funerali di famiglia che si rispettino.

5 commenti:

monica - pontitibetani ha detto...

continua a piacermi un sacco tutto questo, sarà come lo vivi e poi lo racconti tu.
fa sentire meno soli e un pò vicini a questa famiglia di sconosciuti che però sembrano tutti un pò più vicini...
un abbraccio monica

thecatisonthetable ha detto...

Dolcissimo rituale.

mammaemigrata ha detto...

bello, semplice e ribadisco, così si dovrebbe fare sempre.
p.s.
mi sono resa conto che sul commento dell'altro post ero talmente trasportata che non ti ho nemmeno fatto le condoglianze. Te le faccio in ritardo. Scusa.

ziacris ha detto...

Sono i funerali migliori...noi l'abbiamo fatto quasi 2 anni fa per un'amica

lerinni ha detto...

triste di sicuro, ma un bel momento...