Un giorno una mia amica e compagna di studi di russo all'Aquila salto su che avrebbe fatto una tesi congiunta tra Etnologia e Russo sullo sciamanesimo siberiano. così, quelle cose che mi schiantano, perché io lo sciamanesimo manco sapevo cosa fosse. E l'ha pure fatta, pensa te, adesso mi dispiace non aver più avuto l'occasione di leggerla.
No, perché per me all'epoca, come per tutti gli ignoranti, sciamanesimo al massimo aveva associazioni con cose di questo tipo.
Ed è in fondo una cosa buffa, perché da brava abruzzese, scettica e materialista e ignorante quanto ti pare, però tutto il mio bagaglio di piccola magia spicciola quotidiana e domestica ce l'ho sempre avuto. Lo posso mettere in discussione, posso dire non ci credo (ma sarà pur vero), posso sentirmi saggia e illuminata perché io a quelle superstizioni lì, no guarda, lasciamo perdere. Però ce l'ho.
So togliere il malocchio, per dire, anche se non l'ho mai fatto. Ma mia nonna, quando erano questi periodi particolarmente sfigati come adesso da noi, arrivava sempre il momento che prendeva un piatto d'acqua, la lampada ad olio e via. So di famiglie in cui lo facevano anche per scacciare il mal di testa.
No, ve lo dico perché il giorno stesso che ho consegnato il libro mi sono resa conto che con tante cosette che raccontavo che presuppongono in fondo tutto questo background, io non ho mai pensato di metterci un capitolo su magia e superstizione. Ma proprio neanche l'ho vista come una cosa da raccontare, degna di essere annotata: il destino delle cose talmente scontate che non le vedi più.
Quello che avevo scritto, anni fa e per una serata ad hoc, era il Manuale della fattucchiera, un altro dei miei libelli a metà tra parodia e manuale. Che l'ho scritto in un pomeriggio e poi è rimasto lì. Fino alla settimana scorsa che Silvia mi ha chiesto di riprenderlo in mano e farne un pezzo teatrale, cosa che farò prima di novembre ma non ora.
Il punto è che ci hanno rovinato gli anni 60. A me con tutti i fricchettoni, i fattoni, quelli che vanno in India e cercare sé stessi e o ne ritornano tutti loveandpeace e con un nome indiano, che mi verrebbe da dire, ma parla come mangi (e infatti mi diventano pure vegetariani) o completamente sfatti, che mò Goa ciavrà pure delle gran belle spiagge, ma sappiamo tutti come finisce quando decidi di andare a farti una nuotata di là.
Insomma, io ho sviluppato una certa allergia per tutti quelli che si mettono in bocca parole come Spiritualità, l'espansione degli stati di coscienza, per non dire di tutti quelli che mi spiegano e gli ufo, e il riallenamento dell'asse terrestre che sta per arrivare e ci fa fuori tutti, e Atlantide e Thule e tutte queste robine qui. Da questo punto di vista il mio manuale vaderetro è Il pendolo di Foucault, perché nulla come il termine Rosacroce per farmi venire l'orticaria.
Per non parlare dello yoga, io è vero che adesso faccio di tutta l'erba un fascio, ma tutti questi amici yogi vegetariani che ho, bravissime persone per altro, membri utili della società che hanno un lavoro, pagano le tasse, tirano su i figli, si ficcano la caviglia dietro alla nuca come se niente fosse, li invidio un po' per questo e per quell'aria buddica, serena e distaccata dalle passioni, che vorrei vederli davvero se gli scippano il portafoglio se gli resta, o se grazie allo yoga fanno un attimo a scatenare i riflessi di inseguimento e farsi restituire il maltolto. No, perché io resterei lì piantata come un palo traumatizzato e più di un urlo non credo che i miei riflessi mi farebbero reagire più di tanto.
Insomma, sono una schifezza di materialista, davvero non mi venite a parlare di erbe, funghi, cactus, meditazione bendati per 7 giorni di seguito. Al massimo capisco il concetto di ritiro spirituale, che però a me basterebbero alcuni giorni per conto mio da qualche parte con una pila di libri, una passeggitina nella natura ogni tanto e vedi mò, come mi fa bene.
Questo detto da una che si è fatta il suo bravo coaching di respirazione che in fondo mi ha fatto tanto bene a rilassarmi e chiarirmi le idee, che con la sua coach dell'epoca si è pure fatta portare a fare quel paio di camminate sul fuoco. ecco, lì ci sono veramente andata con l'idea: vediamo cos' è, tanto so benissimo quali meccanismi te lo fanno funzionare, e sissignore, una cosa bellissima per passare un sabato sera. No, dico, invece di partecipare a una cena noiosa e ubriacarsi, molto ma molto meglio una camminata sul fuoco o una seduta di meditazione di gruppo.
Però proprio mi manca il fisico e la disciplina per farlo a casa, in proprio, o andarmi a fare di funghi allucinogeni, che ne parlavamo tempo fa, una vive ad Amsterdam e uno smart-shop o coffee shop manco lo ha mai visto da vicino. È che non ne sento la necessità, ma soprattutto mi dissocio da certe persone e da certe subculture. Ma insomma, dico io, se riesci ad arrivare alla settimana dopo solo perché ogni weekend ti disfi di alcool, cannoni o altro, fatti una bella cura, vai da uno psicologo o un cnfessore, sai come si risolve.
Però un po' questo, un po' l'amica sciamana che ultimamente ci ritelefoniamo e mailiamo spesso, e ci siamo persino accoppiate su facebook, che lei su Facebook ha tutti i contatti con questi sciamani indiani, sudamericani, che hai voglia lo sciamano e le vecchiette delle erbe, di questi tempi stanno su Facebook pure loro. Mica solo i fattoni con la scusa della spiritualità.
E finalmente mi sono decisa a chiederle di mandarmi un po' di informazioni, e me le cerco su google alla voce sciamanesimo sardo, che ho capito i siberiani e i Navajo, ma ce li abbiamo anche noi i nostri e le nostre brave e belle sciamane. Ecco, questa settimana mi sto informando su queste cose. Non so cosa ne verrà, ma qualcosa verrà.
Intanto mi è venuto in mente di chiedere all'amica in questione di venire a farci una bella conferenza sulle tradizioni sciamaniche, lei sa un mucchio di cose e mi raccontava che ci sono tradizioni tipo quella del Suriname, o altro, che proprio guarda, uguali alle nostre, che tutto il mondo è paese e tutte le società povere, con un'alta mortalità infantile e vita dura, qualcosa per consolarsi e motivarsi tutte le sfighe del mondo se lo sono dovute inventare, no?
E una bella conferenza a me piace, che vuoi che gli interessati non si trovino? Ma ne troviamo a chili, che i tempi sono duri e la gente ha bisogno di conforto anche adesso.
Comunque mi piacerebbe sentire se anche voi, da varie regioni italiane, mi sapete dare qualche dritta o link sui vostri riti magici tradizionali, medicina naturale, racconti di streghe, che sono sicura che uno scongiuro, o un decotto, o una tradizioncina per la luna piena o la luna nuova, vuoi che le vostre nonne non ve ne abbiamo mai parlato?
E magari come con me, fa talmente parte di un retaggio quotidiano, tipo io che se si rovescia il vino a tavola non posso farne a meno, devo intingerci la mano e strofinarmi la nuca (no, ve lo dico se mi doveste invitare a pranzo), che non ci avete mai fatto caso o non vi è mai venuto in mente che potesse essere una cosa vostra e che noialtri qui fuori non ne sappiamo niente. Però adesso sapete che mi interessa.
13 commenti:
ma tu mi fai morire, scrivi libri in un pomeriggio e ci fai lo spettacolo a novembre, vuoi farmi da sciamana personale? ne avrei bisogno.
a parte tutto studiare antropologia )tra le altre cose) all'università mi è servito proprio a capire che tutto il mondo è paese e che la magia è una forma di sopravvvenza degli uomini. libri come il ramo d'oro di Frazer sono fondamentali.
da parte mia preferisco un concetto come la psicomagia di Jodorowski, che io applico come ricostruzione creativa della realtà, senza i suoi eccessi e purtroppo senza i suoi soldi.
ps ma ci vieni al festival della letteratura di viaggio?
In Lombardia non credo che troverai grandissime tradizioni di questo genere. Nonostante la mia città, Pavia, sia vicina ai monti della Liguria (terra di streghe dai tempi dei Romani), le sole superstizioni che mi sono state nominate sono del tipo "evitare di": di regalare perle (portano lacrime), di regalare oggetti appuntiti, di cambiare le lenzuola di venerdì.
E poi mi ricordo di una credenza di mia nonna: i bambini non devono farsi baciare dalle persone vecchie.
Gli unici riti propiziatori o apotropaici a cui ho assistito sono di religione cattolica, ovvero le benedizioni e la conservazione di acqua e ceri benedetti.
Non era un libro ma un libello, quelli si fanno subito. comunque si, quando vuoi, anche perché la mia sciamana fra un paio di mesi passa dalle tue parti per un gruppo di donne, ti dovesse interessare.
I lombardi, dio li benedica, almeno c'è gente un po' solida da quelle parti. E apotropaico, da quando l'ho imparata, è uno dei miei lemmi preferiti per il Ricettario delle parole difficili che non vado scrivendo (raccolgo solo le idee e i lemmi, poi quando ho un pomeriggio libero butto giù).
Infatti stamattina sto finendo di tirare fuori un po'di libri dagli scatoloni e mi è ricapitato in mano Frazer, che ho in inglese e per questo leggo zoppicando, mi sa che è ora di riprenderlo in mano.
mamam mia adesso ho capito xkè siamo amiche...siamo identiche!
due sporche materialiste che la parola spiritualità fa venire l'orticaria!!!
bellissima questa, la faccio diventare mia.
e quanto a quell'oasi dove si può leggere in pace?????vengo anche io!!!! sei troppo forte, ti abbraccio sorella materialista!
Ma tu sei un vulcano di energia!!! Positiva per lo più!!!
Io mi sono interessata parecchio ai riti dei morti e relativa convivialità (offerte di cibo e company). Ti consiglio la lettura di: Halloween. Nei giorni che i morti ritornano, di Baldini-Bellosi (Einaudi). Nan sarà De Martino, ma è godibile.
Chiara, grazie, Baldini l'ho conosciuto e quel libro lì lo sto cercando da un po'. Però adesso che mi dici cosi cerco di darmi un po' più da fare.
Bello! Oggi è l'equinozio autunno, come consigli di festeggiarlo? Rito casalingo, eh!
Mannaggia Igra, sai che manco me n'ero accorta? comunque ho festeggiato facendo le pulizie d'autunno tra i libri e il pane con la macchina, che sono ancora senza forno, ma il profumo di pane fa allegria.
Concretissimo pragmatismo pure qua, in una famiglia con nonno barricadiero e padre razionale oltre misura, vuoi mica che si creda alle masche?? Tzè
Però mentre leggevo pensavo al pane ed ecco che tu lo nomini.
Nella nostra famiglia il pane era sacro. Non si poteva spezzare se ce n'era di già spezzato in tavola e non si poteva assolutamente mettere a faccia in giù. (il risultato è che ho passato anni alle cene ufficiali a fregare il pane al vicino, rendendomene conto sempre troppo tardi)
Niente di magico nè di religioso però. Piuttosto rispetto del pane come simbolo dell'elemento minimo per sopravvivere.
/graz
Le masche, vedi? che lo so che voialtri in Piemonte avete tutti i riti druidici celti e chissà cos'altro cosa credevi? Mi mancava però un termine di ricerca.
Tanto so che la ravanatura in rete scopo ricerca informazioni ti vede campionessa eccellente .. ergo non sto nemmeno a metterci del mio.
Di riti celtici qua ... 0! Al di là del razionalismo familiare se proprio proprio di riti dovessimo parlare sarebbero quelli del sud che appunto mamma era un filino meno tecnica di papà. Ma lei di suo aveva il desiderio di allontanarsi dalla campagna, dall'essere contadini e dalla conseguente povertà. Quindi zero riti, zero dialetto e tutto il resto.
Che una in queste condizioni qua come fa a tendere alla trascendenza. N'ja fà.
/graz
Posta un commento