Questa favola di Natale, scritta bene e con molto umorismo, la ricevo tramite una collega traduttrice su LangIt. Io che sono contraria alle catene di santantonio e alle bufale ho deciso invece di pubblicarla. Non ne trovo traccia nei vari siti di Hoax e bufale su cui controllo, e la collega mi assicura che purtroppo no, questa davvero non è una bufala. Se qualcuno pensa di poter aiutare, dico solo: ognuno prega dio come può. E siamo quasi a natale.
Purtroppo nel frattempo la situazione è precipitata, l'ospedale cerca di dimettere Nikolaj e chiunque non sia in pericolo di vita perché non hanno più neanche i soldi per il cibo dei pazienti. Nikolaj nelle condizioni igieniche di un orfanotrofio, con tutti i tubi e le ferite aperte alla pancia, non regge 2-3 giorni. Stiamo parlando di un bambino di neanche un anno che non esiste perché non ha documenti e nessun familiare, che avrebbe fra due settimane un posto in clinica in Germania, ma chissà se ci arriva. Il contatto per chi vuole aiutare sta in fondo alla storia.
C’era una volta (e c’è ancora, anzi, visto che ci siete, perché non andate a trovarlo?) un bimbo chiamato Nikolaj, nato col pancino di fuori invece che di dentro e senza il pisello – cioè qualcosina c’era pure ma, diciamo la verità, non era una cosa seria… Nikolaj era nato lontano lontano, in una città chiamata Kiev e la sua mamma, anche lei poco più di una bambina, quando vide quel pancino di fuori e poi che gli mancava il pisello si spaventò tanto, poveretta, che lasciò cadere Nikolaj dal lettino e mi raccontano che sta ancora scappando.
Nikolaj passava le giornate da solo, nel suo lettino d’ospedale, ma non era triste: altri bimbi si alternavano nella stanza e così si scherzava o almeno si facevano due chiacchiere. Una volta sola, dopo che gli ebbero ricucito il pancino alla meglio, arrivò il gran capo, arrabbiatissimo, e si mise a urlare che era una vergogna, che nessun orfanotrofio lo voleva: che gliene fregava a quelli, accidenti, se i letti a lui non bastavano mai? Nikolaj però non se la prendeva, sorrideva a tutti ed era contento quando i compagni di stanza ricevevano le visite: se c’era una mamma, che pacchia ragazzi, si poteva rimediare un sorriso – o perfino una carezza!
Un giorno d’estate – oramai aveva già sei mesi, era grandetto e capiva bene tutta l’importanza del pisello – insieme con la mamma di Valentin, il suo vicino di letto, arrivò Berto, un tipo strano, che si mise a fare un gran casino dopo aver osservato ben bene il suo pancino tutto di fuori.
«E tu chi sei? Sei forse uno straniero?» - gli chiese subito Nikolaj che era curioso di natura «Vieni per Valentin o per me? » Berto, che pure aveva a casa una figlia, Cathlyn, nata il suo stesso giorno, non conosceva però la lingua dei bimbi e se ne andò dopo aver bombardato di domande medici e infermieri: perché stava lì e che cosa aveva e percome e perquando.
La vita di Nikolaj cambiò da un momento all’altro: arrivarono prima le tutine, poi le leccornie, i giocattoli e persino un orsacchiotto più grande di lui che si teneva stretto stretto soprattutto di notte. Insieme con Berto era entrato il colore! E Nikolaj si mise a pensare a come sarebbe stata bella la vita con un pancino e un pisello fatti proprio come Dio comanda. E se la tirava con gli altri che adesso pure lui riceveva le visite! E un giorno mise insieme tutto il suo coraggio e gli disse: «Ah Berto, che mi porteresti a casa tua? Senti un po’, ma che ti frega se non m’hanno registrato all’anagrafe e ufficialmente non esisto? State sempre a fare tante storie voi grandi con ‘sti documenti, uffa’».
Ma Berto niente, ve l’ho detto che non capiva un’acca dei discorsi di Nikolaj…. Non faceva che scrivere telefonare col suo Paese, che era l’Italia, e chiedere ad altre mamme che conosceva «Sabina, Wilma, datevi da fare, trovatemi un bravo medico che se no senza pancino e senza pisello questo qua non mi campa molto ». E cerca di qua cerca di là le due mamme vennero a sapere che Gesù Bambino, dopo essere nato a Betlemme, nella mangiatoia, aveva fatto di nascosto una puntatina a Roma per mettere su un posto per curare i bambini che chiamò, pensate, proprio come lui: l’«Ospedale del Bambino Gesù».
«Eh va’ be’, Berto, se proprio insisti, vado fino a Roma a farmi operare! Ma chi mi accompagna?» E là casca l’asino: senza famiglia niente documenti e senza documenti niente operazione!!! Berto gli diceva di stare tranquillo che Sabine e Wilma ora gli avrebbero trovato pure dei genitori (come dicono i grandi? ah, sì, adottivi) da qualche parte, in Europa e così un giorno pure lui avrebbe ricevuto i documenti per andarsi a operare. Berto gli raccontava che le sue foto circolavano già alla grande per tutto il web: Isa, Maja, Irina, Outi, Valja, tutto il Nikolaj’s support team’ andava in cerca di una mamma e un papà per lui, ciascuno nel proprio Paese, dalla Spagna alla Danimarca, alla Finlandia alla Svizzera.
Nikolaj però non se la tirava, anzi scuoteva la testa perché gli sembrava tutta un’esagerazione «che me ne faccio di tanti genitori? Scrivono, telefonano, tutti dicono che mi vogliono ma poi quando si arriva ai documenti, là casca l’asino!!! Io che sono piccolo non ce li ho ‘sti documenti, eh vva be’, ma i grandi non ce li hanno neanche loro!!! E poi io mi sono scocciato di stare senza pisello, lo capite o no?! La verità è che voi grandi non sapete fare un bel niente!».
Ma Berto continuava a non capire i discorsi di Nikolaj («questo perché quelli del team sono tutti traduttori e parlano tante lingue!» rifletteva intanto il bimbo-senza-il- pisello «ma se non capiscono neanche la lingua dei bambini!!!puah!») anzi un bel giorno se ne venne fuori con un’idea pazza:
«Beh, non ti danno il passaporto per Roma? E io ti porto lo stesso di nascosto, magari ti ficco nel motore di un’auto – così stai pure al calduccio – o nel bagagliao».
«Ah bravo scemo, così ti acchiappano, ti schiaffano in galera e poi a me chi ci pensa?» replicò Nikolaj che stava proprio per perdere la pazienza «e poi scrivono nei documenti che sono pure picchiatello!!!! Io, ve lo dico papale papale, non mi fido più dei grandi…coi grandi è tutto fumo e niente arrosto, anzi per me i picchiatelli siete proprio voi grandi! Questa è la verità!!!»
Berto non sapeva a che santo votarsi, ma com’è e come non è, un bel giorno arrivò a Kiev una mamma speciale, chiamata Pascale che non contenta di aver adottato tre bambini ucraini, s’era messa in testa di aiutare pure i bimbi che nessuno vuole, i ‘piccoli cuori’ (http://www.kleineherzen.com/). Invece di andare a trovare Nikolaj, Pascale mise sottosopra la città: uffici, ministeri, ambasciate, dappertutto fece un casino che non vi dico strillando che «è una vergogna scordarsi di un bimbo solo perché non ha eh va be’ già lo sapete cos’è che non ha, e che si sbrigassero a dargli i documenti se no faccio fare a tutti una figura di…».
Pascale di solito girava da un orfanotrofio all’altro per vedere come stavano i bambini che nessuno voleva e se li trattavano bene… Nikolaj non s’era offeso della mancata visita, tutt’altro! Siccome sapeva che s’avvicinava il Natale e voleva far bella figura, decise di dare una mano a Pascale a trovare dei padrini perché, pensava «se non si trovano genitori per me che ho 8 mesi, figuriamoci per i bimbi più grandi! I padrini, invece, ci aiutano a starcene nel nostro Paese mandando soldini e ogni tanto pure una bella lettera o un dono; e poi non possono manco dire che noi bambini rompiamo perché mica stiamo a casa loro…» Sì, Nikolaj sapeva che stava per nascere un bambino ancora più speciale, il Bambino Gesù e siccome il regalo che voleva lui era di quelli da un milione di dollari, voleva meritarselo un pochino.
Ora anche Berto era sempre allegro; un giorno, lo strinse tanto da fargli male annunciandogli a gran voce «Ah Niki, lo sai che ti danno i documenti per il viaggio? Tra Pascale e Sabine ce l’abbiamo fatta: c’è un grande professore, no, non quello del Bambino Gesù, un altro che lavora a Ratisbona, in Germania, uno con un nome difficile, Rösch, che ha sentito parlare di te e vuole rimetterti a posto il pancino bucato e pure il famoso pisello. E siccome con lui lavora una mamma che ama i bambini, Carolina, mi sa proprio che questa è la volta buona..! magari non ce la facciamo per il nostro Natale, per il 25 dicembre, ma per il Natale ortodosso, il 6 gennaio, scommetto che ce la facciamo ad arrivare a Ratisbona, tu che dici?».
Nikolaj gli voleva spiegare che, a 11 mesi, non poteva né comprarsi il biglietto per l’aereo né prendere da solo il tassì, però vide che Berto era così contento e per una volta non rispose niente…«E poi, Niki, sai che il 22 gennaio è il tuo 1° compleanno? Che regalo vuoi?» «E me lo chiedi pure? che Carolina e il professore mi mettano a posto il pancino e comincino subito col pisello!!! Ah Berto, Berto, che altro dovrei chiedere per il mio 1° compleanno?». Nikolaj e Berto sognavano ora come poteva essere questa Ratisbona – e che bello sarebbe stato il pancino senza tubi e senza niente, tutto rimesso dentro a posto alla grande, un lavoro proprio di fino.
E siccome voglio farvi sapere come andrà a finire la mia storia (che è proprio vera, ma certo, che credevate?) vi invito a scrivermi per farmi gli auguri – fino al 22 gennaio 2009, giorno del mio 1° compleanno c’è ancora tempo – e poi ad adottare a distanza uno dei bambini di Pascale, diventando padrini: il regalo di compleanno lo farò io a voi, raccontandovi com’è andata a Ratisbona - chissà che non vengano fuori anche dei genitori per me, con tutti ma proprio tutti, tutti i documenti a posto e pure con un piccolo cuore, NO, scusate, volevo dire con un grande cuore! Siamo o non siamo a Natale?
nikolaj@voxhumanitatis.org, potete scrivere nella lingua che volete se potete aiutare o collaborare in qualche modo.
Invito chi può e vuole dare una mano a far girare la storia e contattare o fare una donazione a Kleine Herzen:
LändernTulbingerkogel 67,
3001 MauerbachÖsterreich (Austria)
Tel: +43 664 501 38 90 Fax: +43 2273 29357
E-Mail: office[at]kleineherzen.org
conto corrente di Kleine Herzen:
8.700.361 Raiffeisen Landesbank NÖ-Wien
(BLZ 32000)Swift (BIC): RLNWATWW IBAN: AT133200000008700361
8 commenti:
Grazie per la pubblicazione :-) sto raccogliendo un po' alla volta le notizie su e attorno a Nikolay da noi sul portale internazionale: http://eng.i-iter.org/content/nikolay-or-true-christmas-carol
Ora vado ad aggiungere una pagina per i luoghi dov'è stato pubblicato la storia e ci metto il tuo blog per primo.
Ciao, Sabine
E' arrivata anche a me la notizia da una traduttrice, Paola, ho fatto un post e ho linkato il tuo, e diffuso il più possibile speriamo...
Barbara/Sabine, ho letto un pò in giro ma non sono riusita a capire bene: eventuali donazioni a Kleine Herzen andranno a sostenere i loro progetti e/o verranno destinati direttamente alla causa di Nikolay? E, in ogni caso, mi chiedo se la situazione del bambino sia tale da rendere possibile un ulteriore intervento o forse si è già fatto tutto il possibile e non resta che aspettare incrociando le dita e sperando che il tempo passi senza danni irreparabili? L'invito a mandare una mail a questo e/o l'altro indirizzo citato sul puntatore di Sabine serve a ricevere notizie su come evolverà la sua storia? Barbara capisco che tu non ne sai più di tanto, spero che Sabine legga o che tu riesca a fare da tramite. La ragione delle domande è che tutti gli anni noi dirottiamo l'equivalente danaro della maggior parte dei regali natalizi a qualche causa e questa potrebbe essere una buona idea /graz
Hai ragione che ne so poco, la mia impressione è che si tratti in questo momento di un'informazione basata sul panico e nessuno pensa a semplificare la vita agli eventuali donatori, tutti cercano soprattutto di dare risonanza alla storia sperando la adottino i media e qualcuno intervenga politicamente.
Da come ho capito io il problema è plurimo: il bambino ha bisogno di cure specialistiche, per questo si è trovato lo specialista gratis in Germania e la raccolta di fondi è per tutte le altre spese.
Intanto l'ospedale in Ukraina dove ha sempre vissuto non lo può più tenere, inoltre è da un po' che cercano di dimetterlo perché gli mancano i letti. A botte di regalie Berto e gli altri volontari sono riusciti a tenerlo dentro più a lungo, ma si è alla fine. La Germania non ha posto per lui fino a giorno dell'operazione e metterlo in clinica privata si fa, solo se ci sono già i soldi per coprire le spese, altrimenti non lo prendono. se va in orfanotrofio, unica possibilità, si ritrova in condizioni igieniche tali da rimanerci in un paio di giorni.
Kleine Herzen e i suoi volontari visitano regolarmente orfanotrofi in questi paesi e sanno benissimo come sono teuti, per questo sono così pessimisti e preoccupati. Anche per quello volendo uno può decidere di sostenere loro, che hanno adottato Nikolaj anche come il volto che dimostra l'urgenza del loro lavoro per tutti i bambini che seguono.
Tutta la questione è immensamente aggravata dal fatto che questo bambino non esiste. Non è mai stato registrato alla nascita, non ha documenti e non ha famiglia, figurati uanto gliene frega alle autorità darsi da fare per lui.
Quindi, quando c'era posto a Roma per curarlo, non si è riusciti a fargli lasciare il paese per via dei documenti, poi Pascale ed altri hanno fatto un gran casino e qualcosa hanno mosso, ma non so bene cosa.
Tutto qui ed è già così grossa. Quindi per le donazioni suppongo che Kleine Herzen sia comunque il destinatario giusto, ma secondo me appunto raccolgono fondi per tutti i bambini e in particolare adesso si danno da fare per mettere Nikolaj in tempo in ospedale.
che quando leggi queste storie di ignavia politica, ti dici che l'eugenetica se non altro ha gli stessi effetti ma non è ipocrita (e la si può attaccare). Questa eugenetica strisciante, abbandonare così i bambini orfani in quei lager che sono gli orfanotrofi in certi paesi, capisci perché nessuno ha il coraggio di adottare i bambini più grandi, è una battaglia sconfortante il cercare di recuperargli e dargli fiducia alla vita. dopo quello che passano lì dentro.
Grazie mammaamsterdam!
Che bello conoscere altri italiani all'estero; io, dopo un quarto di secolo tra BRD, Russia e Polonia, (ho tre bimbi adottivi russi e conosco bene l'est) sono rientrata in Italia; Berto, anche nella lontana Kiev, anche in condizioni difficili, continua ad aiutare il prossimo: dopo Ilja (2 mesi) morto poco prima di partire per l'Occidente), e Valentin (2 anni) operato da noi di tumore al cervello, cerca ora di dare una mano a Nikolaj abbandonato dalla madre alla nascita e dimenticato dal suo Paese. Che dirvi? Io gli ho dato una mano come ho potuto, cercando prima medici poi genitori adottivi in giro per l'Europa, anche in Olanda (Stichting adoptievoorzieningen mi ha detto di aver sospeso le adozioni con l'Ucraina, dicono che è paese corrotto - bella scoperta, tutti i Paesi poveri lo sono...) ma proprio ora che un medico ucraino ha avuto il permesso di accompagnarlo a Ratisbona figurando come tutore, vogliono spedirlo a morire all'orfanotrofio (già in ospedale le condizioni igieniche non sono ottimali...).
Diamo una mano a Nikolaj, facendo girare la notizia su tutti i canali a vostra disposizione, la fiaba è disponibile in ted.,fr,sp, speriamo tra poco pure in NL perché il web, se usata bene s'intende, è anch'essa un'arma potente. Cosa chiede Nikolaj: solo uno dei diritti fondamentali dell'uomo: DI VIVERE
Cavolo, che male che fa questa storia. Lui ha un viso dolcissimo, mi si stringe il cuore. Guardo la mia bimba e penso quanto sono fortunata...
Domani la posto anche sul mio blog... pero'... io spero davvero che i soldi inviati non servano genericamente alla causa dell'associazione ma concretamente aiutino questo bimbo...
Grazie.
Domani farò la mia solita donazione natalizia all'ABIO, cui quest'anno abbiamo dedicato il concerto di Natale dell'Orchestra Junior,e penserò a Nikolaj, tesoro.
Allora per donazioni: mettete per piacere la causale "Nikolay - Ucraina" o anche Nikolaj - cioè si capisce - in quel modo verrà destinato direttamente a lui - le donazioni vengono raccolte come sopra indicate da Kleine Herzen. Nel frattempo hanno anche creato una pagina per Nikolay da loro sul sito: http://www.kleineherzen.org/home/news/news0/nikolaj.html
Grazie!!!!!
Posta un commento