venerdì 19 dicembre 2008

Icecube: telescopio a neutrini

Il titolo ovviamente è una volgarizzazione tutta mia. Avete notato che la scienza è da un sacco di tempo che non è più intuitiva? Voglio dire che il teorema di Pitagora, ovviamente non l'ha scoperto il primo arrivato, ma persino io riesco a capirlo.

La maggior parte della matematica e fisica che ho fatto allo scientifico (e ragazzi, quanto andavo male in quelle materia, sono la prova vivente che non esiste nessuno davvero negato per la matematica, solo gente che ci mette 50 volte il tempo di altri per venirne fuori, e se quel tempo non te lo prendi, non capisci of course) era anche intuitiva. Prima o poi arrivava un peresempio che ti chiariva le idee.

Ecco, la cosa che mi affascina di questo telescopio, è che per studiare fenomeni astrofisici più violenti, tipo esplosione di stelle, buchi neri, raggi gamma scopppiettanti attraverso i segnali dallo spazio, è che non lo mettono sulla montagna più alta, ma sottoterra. Anzi, sotto il ghiaccio.

In Antartide, a una profondità tra un chilometro e mezzo e due chilomerti e mezzo, c'è tutto blocco di sensori attaccati a una serie di stringhe che vanno verso il basso di sensori collegati tra loro che devono intercettare i neutrini. Ha un volume di un km3 e lo vedete nella foto. Ora, i neutrini sono le più antisociali delle particelle: non si vedono, non si sentono e passano indisturbati attraverso tutto. Anche il nostro corpo. Perché sono piccini e non hanno una carica elettrica.

Però se vanno a sbattere contro una particella di ghiaccio, producono una luce blu, che viene registrata da tutti i sensori che a intervalli regolari sono attaccati a queste stringhe immerse nel ghiaccio che compongono il telescopio. Ora, perché metterlo sottoterra? Perché i neutrini che vengono dall'altro sono innumerevoli e ci cadono addosso continuamente, ma tra queste rare esplosioni, alcune sono provocate da neutrini cosmici, che hanno una carica di energia altissima, che vengono da tanto lontano e che ci dicono cosa ha combinato l'universo in passato. In questo caso, i neutrini vengono dal basso, ovvero dal cielo sopra al polo Nord, e la terra gli fa da filtro.

Ecco, voi la considerate intuitiva una cosa del genere? Un telescopio sottoterra che ha bisogno della terra come filtro? Io no, per fortuna lo spiegano tanto bene qui.

Così ho anche imparato che il neutrino è stato battezzato da Enrico Fermi, come diminutivo di neutrone. che i fatti di linguistica invece li capisco molto meglio (anche se tutta la Government and Binding theory è peggio della fisica dei neutrini).
Comunque se vi andate a vedere il sito, c'è tutta una parte sui collaboratori che stanno cercando, anche tra studenti, laureati e dottorandi. più altra gente che sia in grado di passare un inverno in Antartide. che io non ci capirò molto, ma sono sicura che un mucchio di gente qua fuori non solo le capisce queste cose, ma si esalta all'idea di partecipare. In tal caso, non fate figli che è meglio, almeno finché passate gli inverni in Antartide.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

c'ho capito solo la storia dei neutrini come diminutivi dei neutroni, che passano indenni attraverso tutto, e allora ho capito perchè tanta gente sviluppa neurini al posto dei neuroni.

Anonimo ha detto...

misericordiadivina x fortuna nn ci capivi niente.....io mi sono persa al secondo neutrino o neurino...ecco nn mi ricordo nemmeno come si chiamano!!!
eh si vede che sono un umanista io!!!(ottima giustificazione x i miei pessimi voti in chimica matematica e fisica e x nn saper fare le espressioni del figlio!)

Byte64 ha detto...

beh, mi sembra ovvio...
:-)

Voglio dire, man mano che si progredisce con la conoscenza, diventa sempre più difficile sapere le cose nel dettaglio perché aumenta geometricamente il grado di specializzazione richiesta.

Una volta c'era il barbiere e faceva di tutto dal dentista al chirurgo.
Oggi c'è l'ortopedico specializzato nella chirurgia della mano o il neurologo specializzato nelle operazioni alla colonna vertebrale.
Oppure c'è il fisico della nanotecnologie piuttosto che il geofisico o l'astrofisico.

Ultimamente mi son letto per ben 2 volte un libro divulgativo sull'origine della vita e devo dire che pur comprendendo molto degli esempi, ce ne sono alcuni dove se non sei biochimico difficilmente li riesci a capire perché comportano conoscenze almeno a livello universitario di chimica, leggi ossido-riduzioni e altri concetti come i diversi legami chimici, ecc...

Insomma, l'universo non è così semplice come sembra. :-)

Mammamsterdam ha detto...

Eh, ma io prima ho letto l'articolo e non ci hio capito tanto, poi sono andata sul sito, che è fatto benissimo e ci ho preso gusto e mi sa che ho persino capito un paio di cose. È ben per questo che lo raccomando.

Poi senti, le ossido-riduzioni le ho fatte allo scientifico e al corso di sommelier (anche se non devi chiedermi chimicamente cme funzionano, cioè con le formule), quindi tanto male non devono essere.

LGO ha detto...

Ecco. Una delle poche cose per cui rimpiango di aver fatto i figli :)