Ieri abbiamo fatto la prima e unica prova in teatro prima della generale di venerdi prossimo.
In genere queste prove servono a farsi un'idea d'insieme: il tenico delle luci (ovvero il capo) anche senza luci e attrezzini vari, che la prova si fa con le luci di sala, dei neon tristissimi, si fa un'idea di chi si muove dove e prende appunti.
Noi in genere cominicamo a mettere insieme gli arredi o qualcosa che li sostituisca, per prendere anche noi confidenza con gli spazi, abituarci a tutti quei metri quadri di spazio scenico, capire le entrate e le uscite.
Gli ammennicoli si mettono insieme, si fa il punto del trovarobato, si valutano i costumi ed accessori, anche se provvisori, per capire come ci stanno, cosa manca, cosa aggiustare.
Si fa l'inventario della memoria, ovvero: riusciranno i nostri eroi a sapere tutta la parte fra una settimana? Qui di solito è suspence.
Serve anche a rodare lo spirito di gruppo, a mangiarci una cosa insieme, ma soprattutto ad annusare l'aria, riprendere possesso del camerino, metter giù le nostre cose per capire fra una settimana come ci sistemiamo.
Ieri siamo usciti di casa prestissimo: bisognava farsi prestare il furgone di Martina e Stelvio, che insieme ad Alice, di due anni e mezzo, il 29 ci caricano armi e bagagli (quelli sopravvissuti alla cernita), salutano Amsterdam dove hanno vissuto un tot di anni e vanno a farsi un'altra vita al caldo a Granada (e quanto li invidio non si sa, ma avrei dovuto sposare un altro tipo).
Il furgone serviva per caricare i tre pezzi del catafalco, il nostro megaoggetto di scenza trasformista ed eclettico: può essere una scrivania, un letto, un auto, un'astronave, un frigorifro, una casa e forse anche no.
Ce n' è stato un pezzo solo. Il resto esce facilmente dalla porticina minuscola della sede, ma sul furgone per 2 cm. di larghezza, non ci entrava. Con ancora aperta la questione di come porteremo tutto la settimana prossima a teatro (che ieri poi bisognava sgombrare) abbiamo provato con il pezzo macchina con cui abbiamo fatto di tutto.
Uno di noi è sotto antibiotici, sudava, tremava, si è inventato il testo improvvisandolo dall'inizio alla fine e noi per empatia ci scordavamo le nostre battute.
Abbiamo provato le musiche con un registratorino ttacato a una cassa, le videoscnografie in diretta con tutta una serie di fili volanti, proiettandole su un muro nero, con il contrasto al massimo, che appendere un telone ovviamente non c'era tempo.
Siamo però riusciti a fare una prova dall'inizio alla fine. abbiamo inserito la signora Gianna e la segretaria (che noi se non inseriamo dei personaggi lastminute non siamo contenti). La signora Gianna ci ha poure fatto uno splendido catering, che bello, per una volta almeno a quello non ci dobbiamo pensare.
Abbiamo una truccatrice che metteremo dietro alla telecamera dell'archivio (se qualcuno si ricorda di dirglielo per tempo, non guasterebbe). Abbiamo un cattivo che a forza di feedback non si ricorda più se è il cattivo o il buono, se è uno stronzo dall'animo sensibile, o ancora più stronzo di quello che lui riesca ad immaginare. La pazza, fa bene la pazza, il che è incoraggiante. Io mi sono scordata a casa le mutande di latex che abbiamo comprato due gg. fa (a breve un aggiornamento sui negozi kinky, che ad ogni produzione ho la scusa per farmici un giro e scoprire come gira il mondo).
Ho riportato i pezzi in sede con un frgone i cui specchietti laterali erano completamente ripiegati su sé stessi. Sono riuscita ad entrarci a marcia indietro in un vicolo 40 cm. più largo del furgnone, con la gente che mi passava da tutti i lati, davanti, dietro, sopra e sotto, inconsapevole che io in quel momento lì stavo dando un significato del tutto nuovo ed ampio al concetto angolo cieco dello specchietto retrovisore.
Poi, sconsolati, abbiamo deciso di raggiungere i giovani geni a casa del fotografo, dove stavano girando uno degli spot (abbiamo ancora spot, da girare, montare ed inserire nei tempi tecnici), dirgli che si fa una prova extra con chi c'è c'è martedi sera, gli abbiamo spiegato di non scoraggiarsi, che tutti gli anni a una settimana dalla prima stiamo messi pure peggio di così e che il bello della vita è che c'è sempre spazio per migliorarsi.
Alla fine della serata, dopo una jam session con Albert (che ho definitivamente constatato come sia il juke-box umano, qualsiaso strumento tu gli metta in mano e qualunque titolo tu proponga, lui parte, e bene), sono persino riuscita a fare delle considerazioni filosofiche sul fatto che lavorare così in fondo a noi piace, perché siamo totalmente assuefatti alle botte di adrenalina che ciò ci produce.
Abbiamo girato lo spot. Ho constatato come nessun cane ormai riesce ad impietosirmi quando mendica un boccone della mia cena. Che il taxi arriva tre minuti dopo la telefonata. che Ruvy per quanto scoraggiato un ballettino me l'ha concesso, prima di andare a dormire.
E che il feedback è una cosa ottima e santa, ma da qui a venerdì basta, si va avanti di adrenalina.
6 commenti:
io vorrei vedere il "coso" magico, però!!
ma io sono allibita da quello che riesci a fare...hai energia da vendere...e che invidia x il palcoscenico, mi manca proprio....
Dillo a mia madre, che oggi ha predicato in modo incredibile. Non so se siano le prime avvisaglie della vecchiaia, o se qulcuno cerca di convincermi che il troppo divertimento si paga (cosa che ci ho messo anni a smettere di credere, quindi, posso divertirmi un po' pure io pliiis?)
Ma vogliamo paragonare il feedback all'adrenalina (con un pizzico di cortisolo)?
Naaaaaaaa!
Va bene così...almeno fino a venerdì!
e qualche foto, no?
Bhe, Leopardi sull'attesa ha sempre avuto ragione
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