giovedì 17 giugno 2010

Esercizi di autonomia


Manco a farlo apposta, Piattinicinesi lancia il tema di ansie materne VS autonomia dei figli proprio in questi giorni in cui qui si fanno prove tecniche di andare a scuola in bicicletta.

La premessa è che da qualche giorno c'è il sole, fa freddo ma c'è sole ed io esco sempre con quel golfino in meno che poi mi servirebbe tutto, ma vabbé. E mi sono pure rimessa a fare sorverglianza a scuola che ce n'è un gran bisogno. Il che mi complica la logistica e spezzetta le giornate.

Risultato, ieri siamo andati a scuola in bicicletta. Già uscendo di partenza quei 5-8 minuti di ritardo per perdere il traghetto, e con Orso che avrà anche tanta buonba volontà ma ha fatto troppa poca pratica senza rotelle. Nel senso che come ha imparato ad andarcio senza la bici si è rotta, è arrivato l'inverno ecc. ecc. e sulla bici non ci è salito più.

Come è andata ieri, per i masochisti, lo spiego dopo, dico solo che stamattina avevo rinunciato a rifarlo, ma Ennio ha insistito per andare da solo, e io l'ho accompagnato al traghetto, l'ho portato di là, gli ho raccomandato di salire in bici solo dopo aver superato il semaforo per i pedoni che vanno in stazione e che di mattina sono particolarmente furastici con i ciclisti che gli bloccano il passaggio, e vai. Dietro seguiva la madre diSterre con i suoi di figli e le ho chiesto di controllare per me a scuola che fosse arrivato. Mi è appena arrivato un sms di conferma e sto respirando. Orso invece è andato in macchina con la vicina.

Il capo è tutto contento, perché allora dal prossimo anno possiamo mandarli a scuola in bici anche da soli, che con orso non so, ma di Ennio mi fido.

Orso, ah, Orso, invece, che giornata campale ieri per la povera mamma (ma anche per lui, che però a mia differenza ne è uscito trionfante e rassicurato, io rassicurata e distrutta).

Intanto Orso ha imparato a partire senza spinta sulla schiena, ma continua ad impuntarsi come un mulo nei momenti più imprevisti, una sta lì bella pedalante ringraziando il signore che finalmente si è preso un po' d'avvio almeno fino al prossimo semaforo e trac, nel bel mezzo del nulla, lui inchioda. che sarebbe una cosa da niente se non ti trovassi sul tratto di pista ciclabile dietro la stazione alla discesa del traghetto, praticamente la tangenziale all'ora di punta e un'infinità di gente in ritardo per il lavoro e incazzata di suo che ti pedala alle spalle.

Spiegagli l'utilità di mettersi di lato prima di frenare e se non c'è spazio aspettare per farlo che ce ne sia. Capisce e onestamente ci prova pure.

Poi c'è il fatto che i ponti gli fanno paura. Gli fanno paura in discesa, che lo capisco benissimo, anche se ogni volta gli ripeto che andare in discesa è più facile che andare in piano (e poi, discese, discese, ma che scendere da un ponta di Amsterdam è una discesa?)

Gli spiego che quando la discesa comincia a diventare veloce, deve frenare un pochino. La prima volta inchioda e praticamente si ribalta oltre la bici. Poi capice e comincia a dosare. Se non si distraesse troppo, come alla discesa dopo la scuola che è finito addosso alla bici di una signora perché guardava altrove, potrei dire che ci siamo.

Ma per motivi che non ho ancora capito bene i ponti gli fanno paura anche in salita. Insomma, a 50 metri dalla stazione tutta un sali, spingi, riparti, incoraggia, scendi, risali, Ennio si è stufato, ha chiesto se poteva andare avanti da solo, gli ho detto si, ma aspettaci al semaforo e via, ho rivisto la sua bici parcheggiata a scuola molto tempo dopo e ho capito che era arrivato pure lui. Con Orso siamo arrivati con 25 minuti di ritardo, ma la maestra gli ha fatto i complimenti per aver pedalato tutto da solo.

"Ennio è entrato ma stava incazzato nero perché era in ritardo", mi avverte l'amica Monique che mi vede arrancare alla fine. Due minuti, che sarà mai.

Poi di corsa in ufficio per una traduzione urgente che avevo appena finito ma non mandato, perché il mio computer è morto in quel momento. Ma proprio morto. Il caricabatteria pare non carichi.

Era un lavoro da 10 minuti, per cui ho chiamato l'agenzia, ho spiegato la situazione, mi sono scusata e le ho proposto o di chiedere a qualcun altro o di farmi sapere che tentavo di correggere e rispedire su I-phone. Non c'è stato problema, il che mi fa chiedere: ma io tutti quegli anni in cui mi rovinavo fegato,nervi e salute e correvo come una pazza di qua e di là per risolvere questo tipo di cose a costo di rimanerci dallo stress, io questi anni qui, quando mai li recupererò?

E meno male che sto imparando a fare diversamente e non credere che siccome sono Wonderwoman A ME LE CAUSE DI FORZA MAGGIORE NON DEVONO CAPITARE e se mi capitano meglio morire nel tentativo di risolverle che ammettere che tutto non posso fare.

Poi recupero i figli, li rimetto in bici, andiamo allo zoo, altra via crucis perché Orso di certi tratti di strada aveva paura. Il punto è che lui anche in bici vorrebbe andar piano per godersi la strada e guardarsi attorno, ma non sa andare piano e restare in equilibrio, sbanda da morire e si impressiona e mi tocca dirgli tutto il tempo di pedalare forte così sta su.

Ci siamo accordati che in certi punti gli sarei andata di fianco per spingerlo e sostenerlo nel fare le curve, in altri io andavo avanti, lui mi seguiva e Ennio chiudeva la coda per avvertirmi se c'erano intoppi (e ce ne sono stati, e quanti, oh yeah!)

Siamo andati allo zoo, ci siamo divertiti, ho preso il sole, ogni tanto incrociavamo mezza scuola in festa di compleanno lì e non ho invidiato per niente quei genitori.

Poi siamo andati in centro al giardinetto giochi segreto dietro al Crea che gli avevo promesso (strada deviata, vai per i canali, per i ponti in salita e quelli in discesa e i turisti quali pecore al pascolo), poi siamo sopravvissuti pure a quello, ho recuperato il computer cadavere dall'ufficio, siamo arrivati attraversando la bolgia dantesca che è la stazione davanti, in pieno giorno, siamo arrivati al traghetto per NDSM, quello lungo che non prendiamo mai, da lì ho fatto mente locale su come arrivare in piscina senza navigatore, abbiamo fatto nuoto (la prof, santa donna, ha invitato Ennio a partecipare gratis alle lezioni fino alla fine dell'anno scolastico, ancora 2 o 3, per vedere se dopo vuole continuare lì, geniale, dico io, geniale).

Poi si è posto il problema, alla fine della giornata, di tornare a casa e io a quel punto ero morta, perché dalla mattina mi trascinavo sulla schiena computer, roba da nuoto, libro, provviste, spingevo la bici di Orso, morivo di patemi vari a ogni incrocio e ogni semaforo.

Invece, sarà il sole, sarà che dopo le 18.30 le infinite zone industriale e darsene che abbiamo attraversato sono deserte, siamo arrivati tranquilllamente a casa con pochissimi intoppi, abbiamo mangiato pasta col pesto, che io lo dico sempre che quando non hai voglia di cucinare l'importante è aver fatto la spesa e io ho un mazzo di basilico bellissimo avanzato dai festeggiamenti compleannizi, ci siamo schiantati tutti a letto dopo aver raccontato la storia della settima principessa (e per fortuna nessuno in queste due settimane abbiamo saltato la quinta) e avendo finito anche gli oggetti d'oro da riportare in questa queste su cui si basava la storia ho deciso che dopo la coppa d'oro, la spada d'oro, lo scudo d'oro ecc. questa qui doveva trovare e riportare dei denti d'oro (e poi ha sposato il dentista e non il principe a cui aveva fatto un tatuaggio, 'ste principesse moderne).

Adesso mi chiedno l'equivalente con 7 principi maschi e almeno uno deve riportare un anans d'oro. Si prevedono serate narrativamente interessanti, spero mi resti la forza di continuare ad andare in bici.

4 commenti:

supermambanana ha detto...

sai cosa mi fa morire a me di 'sti racconti. Che io potrei applicare cio' che dici di Orso a figlio due adesso. E cio' che dici di Ennio a figlio-uno. Con l'unico inghippo che figlio-uno ha l'eta' di Orso. Proprio 5 minuti fa daddy diceva che figlio-uno potrebbe andare a scuola da solo tranquillamente, che senza rotelle ci va da un anno buono e oggi ha anche attraversato la main road per benino, con daddy che lo guardava da lontano.

Allora il mio cruccio e': e' una questione di eta' o una questione di primo/secondo figlio? Il mio numero-due sara' sempre condannato ad essere quello piccolo, quello che sclera, quello che si-deve-stare-attenti? Come si esce da sto impasse?

Mammamsterdam ha detto...

Ennio ha iniziato ad andare a scuola da solo in bici a 5 anni, ma abitavamo a 500 metri dalla scuola senza grandi attraversamenti. La distanza di cui stiamo parlando adesso è di quasi 4 km. tutti di pista ciclabile, per carità, ma sempre 4 km. con un traghetto e due grossi ponti da attraversare, tutto qui.

Quindi fatte le debite distanze, si, direi che figlio uno tuo forse sta messo bene.

I figli due non ci scordiamo che sono anche oggettivamente piccoli e nel mio caso a 500-800 metri da casa orso lo lascerei pure a piede libero, ma so che può impressionarsi o impuntarsi o mettersi paura, e mi sembra un fardello troppo grosso da appioppare al fratello. Lì aspetterei.

Poi la seconda figlia dei vicni è bravissima a farsi seguire da lui senza discutere, quindi se andassero in 4 già sarebbe tutta un'altra cosa.

I piccoli a un certo punto se la cavano benissimo, basta dargli l'occasione e spingerli a calci se si sono abituati troppo comodi almeno da noi funziona così.

TopGun ha detto...

I piccoli a un certo punto se la cavano benissimo, basta dargli l'occasione e spingerli a calci se si sono abituati troppo comodi almeno da noi funziona così.

può essere.
secondo me, gli esperimenti fatti con i "primi venuti" terrorizzano un pò le madri.

io modestamente, sono stato uno dei primi bambini in Italia ad avere il caschetto causa mamma moooolto apprensiva coadiuvata dalla nonna.
ma ero spericolato, quando sono stato capace di intendere e di volere ho preteso il mio letto e la mia stanza.

invece mia sorella, imbranata con la bici, sempre infiltrata nel letto dei nostri...

lascialo un pò libero e lasciagli l'illusione di essere solo.
da lì in poi, quando si vede "solo" e se la deve cavare da solo, forse riesce a tirare fuori il meglio di se.

che poi mica deve per forza essere bravo in bici come il fratello.
siamo tutti diversi. (e quando non hai la fortuna di essere il primo genito puoi solo fare una cosa, attaccarti! :D primo geniti rulez) :P


buona pedalata

graz ha detto...

Meglio delle comiche, molto, molto meglio!!!

(scusa sai, so che bisognerebbe esserci, ma ti ho vista come in un film ...)

/graz