domenica 6 giugno 2010

Passeggiando in bicicletta (e ricetta sciroppo ai fiori di sambuco di Ineke)


Prima di partire con il capo abbiamo messo sottosopra la bici di Orso e ne ho oliato la catena arrugginita. Quattro svolte, un paio di dossi per rallentare il traffico e
"Wuaaaah, sto morendo, ho il sangueeeeee".

A Orso fa un'impressione terribile vedersi uscire del sangue, anche un graffietto. Stavolta ho spedito Ennio al parco che avevamo appena superato:
"Vai dalla signora che guarda i bambini, dì che tuo fratello è caduto dalla bici e chiedigli un cerotto. E prendi anche un fazzolettino o un pezzetto di carta".

Noi ci sediamo dietro la chiesa proprio nella strettoia creata da un furgone di traslocatori. Ma ormai siamo lì e queste sono stradine pressoché deserte. anche se da qualche finestra c'e chi si affaccia per vedere il morto che le urla farebbero supporre.

"Se perdo tutto il sangue muoio, vero?"
"Si, ma questo non è tanto, quindi adesso non muori. Guarda anzi che bella riga rossa - effettivamente questo sangue che luccica al sole è di un rosso bellissimo, e fa una riga lunga che sembra il corso del Nilo Bianco prima delle dighe-, quando andiamo a casa la vogliamo disegnare uguale sul tavolo?"

Che sabato mattina ho deciso che invece di ricomprare la vernice specialissima ecologica che hanno solo dei megabarattoli, e a me ne serve un pochino per correggere dei tentativi sbagliati di decorazione sul tavolo del giardino, che si è anche un pochino curvato, avrei sguinzagliato i bambini a decorarlo. E pensando che se ne poteva fare un gioco dell'Oca, l'ho diviso in 50 riquadri, dicendo di farne ognuno con un altro disegno o colore.

"Che ne so, un fiore, le api, Orso, fammi anche un elicottero di quelli tuoi belli".

Il primo riguadro l'hanno fatto insieme, uno col blu, uno col bianc. Tinta unita, è venuto. Hanno spremuto metà dei colori su una tavolozza nerastra. che io mi devo sempre ricordare di togliergli il nero quando, mannaggiammè, li lancio sull'artistico. Insomma, invece di stirare ho passato la mattinata a sistemare riquadri, diciamo che da lontano è bello. Ma tocca finirlo. Poi siamo andati in bici.

Nel frattempo da un branco di gitanti in bici di mezza età ottengo un fazzolettino per cancellare le tracce del danno dalla gamba di Orso, Ennio torna affannato dicendo che c'erano tante sgnore al parco e non sapeva a chi chiedere, i traslocatori accanto a cui ci siamo arenati vengono ad offrirci un goccio d'acqua, Orso si rincuora, gli diamo la spinta d'addio e riparte. Ma prima arriviamo alla pista ciclabile spingendo a mano
"perché io le curve non le so fare".

Alla fine del pomeriggio e della mega passeggiatona ha imparato a partire da solo, a fare le curve, a guardare avanti, ha fatto un altro volo clamoroso, hanno fatto il bagnetto alla vasca del Noorderpark, hanno giocato un sacco al nostro giardinetto con casette e pompa preferito coprendosi di uno strato di sabbia. Abbiamo raccolto i primi fiori di sambuco (ma quanto in ritardo è la bella stagione quest'anno?) che a casa ho messo a fare secondo la ricetta di Ineke.

Solo sul Wingerdweg, mentre arrivavamo al parco, stava pedalando davanti a me, la bici si è impuntata, lui ha fatto stavolta davvero un volo per aria prima di atterrare con il classico tonfo.

"Whuaaaaahhhh"(giuro, ha fatto proprio così).

Di nuovo cinque minuti in braccio con le carezzine sulla schiena, che piangere è un ottimo antidolorifico. Stesso punto, alla verruca sul ginocchio.

"La mia verruchinaaaaaah! si è quasi staccata, si tiene solo con un pezzettinoooooh" che nel frattempo si è capito che Orso alla sua integrità fisica ci tiene da matti e si impressiona quando si perde dei pezzi per strada, tipo i denti che cominciano a dondolare.

"Però te lo devo dire, ma lo sai che hai fatto un volo davvero bellissimo? Era proprio come un vero tuffo".

Ci pensa.
"A me però non è sembrato bellooooooohhh, mi fa maleeeee".
E hai ragione anche tu.

Poi se dio vuole siamo arrivati al nostro giardinetto preferito nel parco, io mi sono sdraiata con L'uccello che girava le viti del mondo di Murakami Haruki, che erano due giorni che me lo stavo godendo e il bello di questo libro è che non solo è bellissimo, ti prende immediatamente, ma in un modo che ogni tanto si riesce anche a metterlo giù per fare altro (salvo svegliarsi poi all'alba per leggerne un pezzo sul divano e riappisolarcisi sopra) ma anche che è lungo 740 pagine, il che è rassicurante, sai che il godimento dura un po' di più, e infatti mantiene pure questa promessa qui, non cala di bellezza neanche per un rigo.

Poi siamo persino tornati a casa, Ennio davanti da solo che ci ha chiesto di farlo andare, così sperimenta la porprio autonomia, io e Orso belli tranquilli, lemmi lemmi, con un paio di deviazioni, se senza più cadute né sbavature.

"Però la prossima volta mi porto il casco".

Ricetta di sciroppo di sambuco secondo Ineke
20 fiori aperti ma non sfioriti
3 litri di acqua, se si vuole bollente o bollita o direttamente di rubinetto
2 limoni
2 kg. di zucchero (io ho fatto la prova con un barattolo di miele, magari ne aggiungo un altro)
1 cucchiaino da caffé scarso e raso di cremor tartaro
1 grosso vaso di vetro, possibilmente con coperchio e guarnizione, altrimenti ve lo coprite voi. Se non ci entra tutto, dividete in due o più vasi.

Lavare i fiori di sambuco sotto un getto d'acqua, immergerli nei tre litri d'acqua con zucchero e cremor tartaro, coprirli, in modo che restino sotto, con i limoni tagliati in pezzi grossi.

Tenere il vaso al sole, se ce n'è molto bastano due giorni, altrimenti tre. Filtrare e conservare in bottiglie o vasi di vetro ben puliti, magari con il bicarbonato, io li lavo sepre con acqua bollente e li faccio asciugare sottosopra su uno strofinaccio finché non si asciugano con il calore. si conserva per dei mesi, ad essere ascetici, noi lo facciamo fuori in un amen. Infatti intendo farne il solito bidone da campeggio con il rubinetto per il mio pic-nic di compleanno al parco.

Il bonus è stato che per tener separati i fiori raccolti dal megatelo, libro, bottiglie d'acqua ecc. li ho avvolti nella maglietta verde a righe di Enio, che adesso profuma di sambuco anche lei. se non fossero più buoni da mangiare toccherebbe farci dei sacchettini per l'armadio.

3 commenti:

mamikazen ha detto...

Ecco, appunto.
Oggi il cinquenne aveva un graffio che neanche si vedeva, in spiaggia ha attaccato a urlare come se lo stessero sgozzando. Per me, che ho (e ho sempre avuto, testimoni i miei genitori) una soglia del dolore piuttosto alta, è incomprensibile. Ma il cinquenne è così. Il treenne, invece, è come me, gli trovo delle botte terrificanti e lui niente, se poi provi a indagare ti dice solo, tutto soddisfatto, che è stato suo fratello (e nel 90% dei casi non è affatto vero). Per la serie i misteri del corpo umano...

Panzallaria ha detto...

si, anche la frollina ha questa fissa. addirittura le zecche, che c'aveva alcune zecche dall'ultimo albero a cui si era arrampicata, quando gliele togli poi c'ha la nostalgia...

l'uccello che girava le viti del mondo è un libro che mi è piaciuto molto assai e anche io, con tutto quel tomone, mi sentivo bella che rassicurata...
un bacio grandissimo
panz

VeraMatta ha detto...

Me, quel libro mi ha deluso, nel senso che ho trovato il finale un poco affrettato... voglio dire, dopo quella bellezza di tomo avrebbe anche potuto dilungarsi un altre venti pagine. Ma riconosco che probabilmente è colpa mia, che cerco sempre le risoluzioni anche dove non le posso trovare (in Murakami).