Io ricordo di aver scritto un post una volta sui bambini che non ti nascono e Serena di Genitori crescono a suo tempo l'ha letto. Io non sono più riuscita a trovarlo, anche se un po' l'ho cercato e ricordo che in quel periodo e in quell'occasione qualcuno mi scrisse: "se perdi i genitori sei orfano, se perdi un compagno sei vedova e se perdi un figlio? Non sei niente". E l'ho trovata un'osservazione molto saggia, da cui il titolo di questo post.
Poi un pochino di tempo fa Serena mi ha chiesto di scrivere un brano sull'argomento del lutto dei genitori, l'ho fatto di getto altrimenti sapevo che non ce l'avrei fatta, ed eccolo qui, me l'hanno pubblicato da loro.
Io queste donne le devo ringraziare, Serena e Silvia, perché affrontano sempre tanti argomenti che a me come genitore sono utilissimi, perché delle volte mica possiamo tutto stare il santo giorno appresso a Google in cerca di soluzioni per l'acqua calda?
E proponendo per questo mese un argomento per molti doloroso, forse per molte più donne di quanto pensiamo o di quanto lo ammettano loro, hanno fatto una cosa utilissima.
Non dobbiamo aver paura del nostro dolore. È vero che per andare avanti certe volte lo nascondiamo in un armadio profondo, ma a me ha fatto molto bene scrivere e poi rileggere questo post per loro. Mi ha fatto piangere, una cosa che amo e trovo tanto liberatoria, ma che per tanti motivi mi impedisco sempre di fare.
E quindi, carissime, vi ringrazio per il favore che mi avete fatto a farmi cacciare per un attimo dall'armadio il mio fagotto, perché farlo ogni tanto fa bene e mi costringe a guardare con altri occhi alle cose belle che la vita mi ha regalato, ovvero i miei maschi.
4 commenti:
bello, Bà. Non sarà mai catartico, né a scriverlo né a leggerlo, ma bello.
ho letto il tuo intervento su genitori crescono anche se avevo già letto il tuo post a suo tempo... è toccante, e poi hai sempre questo modo di scrivere, che senza frizzi e lazzi, sa farti arrivare subito al punto, senza girarci intorno, e questa è una grande capacità.
Sono un genitore orfano anch'io... Del mio maschietto primogenito... Un bel buco nero che sento sempre nel fondo dell'anima...grazie di esserci Ba... Condivisione;-)
Io trovo che quello che scrivi e come lo scrivi ha il potere di tirare via chi ti legge da un angoletto.
Riflettevo su questo anche leggendo Statale 17 (perdono, neanche il tempo per una recensione su Anobii ho trovato).
Se hai trovato un rifugio personale in cui situare certi fatti e certe situazioni, il tuo modo di scriverne, ti stana e ti costringe a ritirarle fuori.
E con quel post hai tirato tutti fuori dai loro angoli, per dire: care ragazze, cari ragazzi (che soffrono anche gli uomini, valà), il dolore è uno e fa male a tutti.
E allora, all'improvviso, tutte le discussioni si sono placate: perchè ci siamo tutti trovati cacciati fuori dall'angolino, tutti in mezzo alla stanza, a renderci conto che puoi essere anti abortista, puoi essere sostenitore dell'aborto, della fecondazione, puoi esserci passato, puoi aver pianto al fianco di chi ci è passato, puoi avere mille storie alle spalle, ma un non-figlio è un dolore solo.
E per un attimo, dopo aver letto, siamo stati tutti uguali, pacificati dal contrasto delle idee. Farci i conti, col dolore, faccia a faccia, senza censure, alla pari, avvicina gli esseri umani.
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