lunedì 28 giugno 2010

Le cose che si muovono troppo in fretta


Tempo fa ero andata ad informarmi alla Montessori di quartiere, che è un po' lontanina, ma aprirà a fine agosto una succursale dietro casa nostra. Con vista sul nostro parco preferito.

Cambiare scuola ai bambini senza una vera necessità è un passo lungo. Loro sono felici, hanno tutti i loro amichetti lì e il nostro schema di prenderli e riportarli funziona in fondo abbastanza bene.

Però pensando al lungo termine io credo che una scuola vicino casa abbia dei grandi vantaggi in termini di coesione con altri bambini nel quartiere in cui vivi e conseguente vita sociale. Che abbia un grande ruolo di responsabilizzazione e non devono essere accompagnati e ripresi in macchina fino ai 12 anni per poi essere buttati nel mondo.

"Fondamentalmente è più facile per te" ha detto il capo a suo tempo.

Si anche. E anche questa può essere una priorità importante nella vita di famiglia, visto che i figli me li spupazzo io. Ma io penso soprattutto a loro e penso a cose che loro in questo momento non possono vedere. Penso che un pomeriggio di pioggia in cui ti annoi può essere molto bello dirmi: mamma, vado da tizio, prendere la bicicletta ed andarci da solo, perché tanto abita nella strada accanto. Cose così.

Ennio all'inizio si è rifiutato in toto di parlarne, ma so che sta elaborando la cosa. Sabato siamo andati in bici al centro commerciale e gli dicevo di guardar bene la via per ricordarsela, visto che Lorenzo abita lì vicino e volendo potrebbe andare a trovarlo.

"Questa è anche la strada che va all'altra scuola, vero?"

Ha accettato di andare una volta a vedere.

E csì abbiamo mandato un modulo di iscrizione alla lista d'attesa della Montessori specificando che comunque li volevamo entrambi nella stessa sede in Azaleastraat e che in generale eravamo interessati all'anno scolastico 2011-2012. Il che ci dà un anno per pensarci bene, e decidere anche in base allo sviluppo che faranno i bambini.

Ennio infatti è già andato una volta a scuola da solo in bici, ci vuole riprovare, noi siamo disposti e stavamo persino valutando di comprare un cellulare prepagato da mettergli in mano quando va a fare queste cose per eventuali emergenze. ltre a tatuargli sul polpaccio tutti i numeri di emergenza miei, del padre e dei vicini, amici e parenti fino al terzo grado.

Poi nel frattempo abbiamo avuto il colloquio di fine anno a scuola. E alla maestra di Orso ho raccontato che stavamo pensando a questa cosa e che io avevo anche la deriva di far cominciare Orso subito nella nuova scuola senza perdere il posto nella vecchia, tanto per provare ed essere sicuri, ma che so che non è possibile.

"E Ennio invece?" fa lei. "Se quest'anno va in quinta e comunque volete fargli cambiare scuola forse è meglio farlo iniziare subito nella classe in cui farà il test di uscita in ottava. Mentre Orso, così come risulta in questo momento, gli farebbe meglio farsi la terza in un gruppo che fa solo la terza, invece che di cominicare in un gruppo misto terza e quarta come fanno alla Montessori".

Ussignur, pure questa ci mancava per aumentarmi i dubbi e i patemi.

Alla festa della scuola mi sono attaccata a Laura, che ha avuto Ennio in classe due anni fa e quest'anno avrebbe Orso. Perché risulta che dividendoli tra le due terze, Orso sta si con laura, come segretamente desideravo, ma anche tutti i suoi amichetti sono finiti nell'altro gruppo.

E allora se cambia classe, tanto vale cambiar scuola adesso no? Tranne che Orso ha già fatto una serie di lezioni di orientamento nel gruppo di scambio e la nuova classe li conosce tutti.

Di Laura ho un'opinione non ottima, di più, ed è una gran fortuna che dal prossimo anno diventi anche vice-preside, perché la preside è un gran manager, ma non viene dall'insegnamento e si vede. Ci vuole un pedagogo per dare una direzione alla scuola e Laura lo è.

"Perché hai scelto specificamente per la Montessori?"
"Non ho scelto la Montessori, ma è l'unica scuola vicino casa che mi piace come funzioni e che mi dà l'idea di essere un indirizzo adatto a Orso, che sappiamo il tipo che è. E poi credevo che il passaggio da Dalton a Montessori sia più semplice per loro come metodo".

Mi guarda scettica.
"Oh, non lo è? In fondo che ne so".
"Tuo marito che ne pensa, è d'accordo? O lascia la decisione a te".
"Più o meno è d'accordo sul fatto che io raccolga tutte le informazioni possibili e poi andremo insieme a vedere. Capisci che con questa novità che forse è Ennio quello che farebbe meglio a cominciare quest'anno, e che in qualsiasi momento una famiglia lì può traslocare e si libera forse un posto per lui, se ci si arriva io devo poter essere in grado di prendere una decisione in fretta".

(Sempre con il problema di fondo che la succursale dietro casa cominica quest'anno con le classi da prima a quarta e che solo l'anno prossimo avrebbero la classe di Ennio. Ma se per lui è meglio allora preferisco rendermi la vita difficile e portarlo alla sede principale, tanto punto a farcelo andare da solo in bici).

E per me prendere una decisione informata significa sfrantecare i maroni a più gente possibile nel tempo più breve del mondo. Per cui d'accordo con il capo ho pensato di chiamare la Montessori e chiedere anche lì un appuntamento con chi si occupa dei programmi e delle valutazioni generali, portargli le pagelle dei bambini e guardarle insieme per capire se anche dal loro punt di vista Orso sarebbe meglio tenerlo un altro anno nel gruppo unico.

Chiamo oggi, non la trovo, devo richiamare.

Mi richiama la direttrice dicendomi che hanno altri bambini dell'età di Ennio e che se si aggiunge lui fanno partire da quest'anno anche la quinta nella succursale.

"Lo so che è difficile decidere così all'ultimo minuto, ma domani alle 11 li mettiamo tutti insieme. Se vuoi e se possono, magari potrebbero venire a fare un giorno di scuola qui e annusare l'ambiente".

Basta, domani ce li porto. E vediamo. E annusiamo. E io che speravo di aver rimandato la decisione di un anno. E com'è la storia che i bambini della Montessori non sanno l'ortografia?

Certe volte le cose vanno terribilmente in fretta, più in fretta di quello che vorrei. Ma decisamente con la fretta delle volte si semplificano pure.

E adesso vado a dirlo a Laura.

10 commenti:

mamikazen ha detto...

Quella dell'ortografia è una balla (orgoglio montessoriano-marchigiano...).
Quella della scuola di quartiere è una scelta di vita. I miei vanno alla materna a cinquanta metri da casa, ci vanno con la loro bici da quando hanno messo i piedi sui pedali. Si è formato un gruppo di delinquenti in erba che organizza feste tutte le settimane... giovedì scorso aperitivo in spiaggia con le maestre e tutto... domani l'altro ho la festa di compleanno del grande, adesione in massa. Si creano anche delle situazioni un po' "strette" (tizio che vuole giocare solo con caio e proibisce a caio di giocare con sempronio, o mamme che cercano di strizzare i loro figli tutti in un'unica classe di prima elementare... ma perché, se finscono con bambini nuovi prendono delle malattie??????), ma in generale è una bella cosa, crescono assieme, litigano, fanno pace, si rendono autonomi, imparano l'abbiccì dei sentimenti... e poi magari lo insegnano ai genitori...

Mammamsterdam ha detto...

Infatti io sono sempre stata per la scuola di quartiere, poi sono finita nel quartiere sfigato. E dò la risposta politicamente corretta: ho scelto la Montessori perché è la sola scuola decente nei paraggi, soprattutto adesso che mi aprono la succursale.

Cioè, ci sarebbe anche la scuola tutta bianca e strafiga a fianco della Montessori, anch'essa con enormi liste di attesa, ma visto che viviamo ad Amsterdam, città multiculturale, internazionale ecc. mica posso mettere i miei figli in una scuola tutta ariana o tutta non-ariana? A me piace il mix.

Poi dovendo essere stronza, prevenuta e manipolatrice, come tutti i genitori, per quanto mi riguarda preferisco non una scuola di figli di ricchi, non una scuola di figli del sussidio, ma una scuola con genitori di istruzione superiore e/o professioni libere e/o creative. Quello che avevo nella scuola vecchia e quello che forse avremo in quella nuova, che non so da voi, ma qui le scuole Dalton, Steiner e in una certa misura (perché sono talmente state assimilate che sono quasi scuole normali) Montessori a quel tipo di genitori lì piacciono.

I genitori che figli li hanno iscritti a hockey prima ancora di camminare, che ce li scorrazzano in SUV altro che bicicletta e che gli stanno costruendo un futuro da amministratore delegato gli importa una sega della scuola di quartiere. Piuttosto si comprano la villona in campagna in mezzo a quelli come loro.

mammaemigrata ha detto...

a Cristian la scuola sotto casa gli ha cambiato la vita, e devo dire, anche a me! vuoi mettere quant'è bello avere gli amici che ti aspettano al mattino per andare via a piedi? e giocare a calcio nel campetto della scuola al sabato? e conoscere tutti quanti nel quartiere? e avere la maestra che ti dice "sai che noi abbiamo visto la tua casa mentre veniva montata in quattro e quattr'otto?"
D'accordissimo anche con la responsabilizzazione, e non dimentichiamo anche che per i bambini sbadati è pratico poter rientrare un attimo durante la ricreazione se si sono dimenticati qualcosa in casa....

LGO ha detto...

La scuola di quartiere è una scelta di vita. Io come fanno i bambini dopo otto ore di scuola ad avere ancora voglia di giocare coi compagni non lo so, comunque abitare vicini lo rende possibile :-)
Però come mi piacerebbe lasciarli andare in bicicletta! E' che qui avrei la certezza matematica che non arriverebbero vivi alla fine della prima settimana.

supermambanana ha detto...

lascia stare che dover prendere decisioni di fretta e' un gran colpo di culo, vedi io come mi ritrovo dopo aver dovuto decidere di fretta in 10 giorni di un'estate di 15 anni fa :-) diobenedica quella fretta

graz ha detto...

O guarda, pure secondo me dover prendere decisioni di fretta alla fine è una roba che funziona. Decidi ad istinto, non ti sfrantechi a cercare millanta info che ti confondono solo di più la capoccia e che poi scopri, alla fine, che quel che avevi messo insieme all'inizio era già più che sufficiente. E poi la scuola di vicinanza uber alles, che la paranoia di abitare da una parte ed avere gli amici da un'altra è davvero troppa. Poi per carità ci può pure essere la situaziona da amici di scuola e amici di quartiere ma questi come te li fai se non hai punti di aggregazione? (poi magari ad AMS è diverso, nun'zò)

Anonimo ha detto...

Vai tranquilla, i bambini sono "elastici" e si adattano ai cambiamenti moto più di quanto noi possiamo pensare :)
Ho avuto un egual dilemma io, nel dovermi trasferire a Milano con la ranocchietta che doveva fare la terza media... cambiare scuola, compagni, insegnanti, per lei poi pensavo fosse impossibile e invece!!! la sua terza media è stato un anno per lei felicissimo, ha legato con tutta la classe, dalla quale è sempre stata trattata con enorme rispetto anche nei momenti difficili (che rari, ma ci son stati).
Adesso dovrà fare il quarto anno di liceo, ed in classe ha anche alcuni compagni della terza media che sono diventati i suoi amici di sempre.
Con internet tiene i contatti con i compagni di Roma, addirittura anche con quelli delle elementari!
E se può raggiungere questi risultati lei... ;)
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Vai tranquilla, i bambini sono "elastici" e si adattano ai cambiamenti moto più di quanto noi possiamo pensare :)
Ho avuto un egual dilemma io, nel dovermi trasferire a Milano con la ranocchietta che doveva fare la terza media... cambiare scuola, compagni, insegnanti, per lei poi pensavo fosse impossibile e invece!!! la sua terza media è stato un anno per lei felicissimo, ha legato con tutta la classe, dalla quale è sempre stata trattata con enorme rispetto anche nei momenti difficili (che rari, ma ci son stati).
Adesso dovrà fare il quarto anno di liceo, ed in classe ha anche alcuni compagni della terza media che sono diventati i suoi amici di sempre.
Con internet tiene i contatti con i compagni di Roma, addirittura anche con quelli delle elementari!
E se può raggiungere questi risultati lei... ;)
Un abbraccio

Mammamsterdam ha detto...

Io della flessibilità dei figli non mi preoccupo. Ieri ho parlato con Ennio che come al solito, da bravo figlio maggiore che vuol fare felice la mamma si adatta a tutto e dice che gli piace. Dice che lui vuole farci la quinta e sesta, e la settima e ottava torna a farle nella scuola vecchia. Orso dice che gli mancherebbero moltissimo i suoi amici ed è vero, già da mesi soffre per gli amichetti che si sono trasferiti e per la bisnonna morta, per non parlare della casa vecchia.

Il capo si chiede se gli metto io in bocca le cose. In realtà abbiamo entrambi paura di fare la cosa sbagliata, che poi te ne penti eccetera. E il tutto senza una ragione precisa, a parte il mio mito per la scuola sottocasa, che sarà poi questa panacea a tutti i mali?

Adesso comunque ci penso e riposto.

where the wild things are ha detto...

lettrice usualmente silente solidarizza al massimo grado, essendo alle prese con un dilemma proporzionale, che anzichè i quartieri, riguarda le città. scadenza:2 luglio. gh.