Questo weekend c'è stato il weeekend anuale per dipendenti e partners organizzato dalla ditta del capo. siamo stati ospitati e intrattenuti a Texel, ridente isola a nord dell'Olanda. Reportage e dettagli seguiranno, che ho raccolto intercoolturalità a bizzeffe.
Qui, prima del meritato riposo che domani ricomincia il corso da sommelier, livello 3, e sono già stanca, solo un appunto dedicato a coloro che mi amano e prevedevano il weekend in questione come la tanto attesa occasione per mettere in cantiere Gnorpo tre. posso aggiornarvi con un'unica parola.
Nisba.
innanzitutto la logistica, che ci ha fregati. Alloggiavamo in uno chalet da due camere con una coppia di collega/moglie che ci stanno un sacco simpatici. Noi, che siamo arrivati la sera dopo, ci è toccata la camera dei bimbi. Due lettini-mini separati da un comodino comunque ancorati al suolo. Pareti di cartoncino. C'è un limite a quello che si può infliggere ai vicini simpatici (i quali, si è scoperto alla partenza, avranno avuto un letto non separato, ma erano in realtà lettini e materassi che alla deriva dei continenti gli facevano un baffo).
Noi invece eravamo proprio divisi. Questa la camera.
"Se avessi avuto il Makita in macchina, smontavo tutto" fa il capo in uno dei suoi rari momenti da gallo nel pollaio. Che metti a un uomo in mano un trapano a percussione o un giravite elettrico, e loro sublimano subito la cosa. Ci siamo rassegnati all'ennesima separazione notturna della settimana. Ottima cosa, che io ero distrutta. Persino gli abbracci a cucchiaino tentati nel sonno dal capo, nonostante il lettino, mi svegliavano e reagivo grugnendo.
Eppure tutto il resto era dalla nostra parte. Abbiamo lasciato in anticipo la cena in stile esotico (tutti vestiti da hawaiani, tranne noi per mancanza di tempo, io con un pareo in testa per non rovinarmi nel percorso in bici con i capelli umidi di doccia, che una tipa mi ha pure chiesto se ero una cantante lirica, vall'assapè) dopo il sestetto femminile latino-americano e prima del DJ trash, ci siamo fatti la strada di ritorno al buio pesto in bici, senza ricordarci bene come fossimo arrivati e all' inizio aspettando il giro del faro per capire dove iniziasse il viottolo in discesa dalle dune. La passeggiata in bici al buio pesto, con un cielo stellato come in Olanda non l'ho mai visto, dopo aver passato la serata a ballare, che al capo il cha-cha-cha fa schifo ma per amor mio si è sottoposto per una volta pure a questo, ecco, di un romantico che levati. Lo amo quest'uomo e ci siamo fatti un mezzo weekend bellissimo. Ma per come sto messa e per il letto che avevamo, mi doveva solo far dormire.
Domani è un altro giorno, sarò più risposata e vi racconto pure tutte le cose carine che abbiamo fatto, che questi weekend aziendali sono sempre dei tour de force mostruosi, anche se ti fanno bere aggratis a fine giornata.
Però certe notti, e certi letti, semplicemente non sono fatti per la riproduzione. Adesso sappiamo pure questa, non pensiamoci più.
4 commenti:
Ah vedi, però sei di buon carattere:) Cazzarola la camicia hawaiana il ciacciaccià e i letti gemelli in cemento armato a me m'avrebbero distrutta:)
ahahahah ... cantante lirica... che forza!
e il giro del faro per vedere la strada...!
sei un mito!
Verranno tempi migliori vedrai...abbi fede!!!
Anche io pero' voglio i week end aziendali...eccheccavolo -__-
Perché voi non avete idea di quanto poco illuminino i fanali della bici, quando intorno è notte fonda e non ci sono case in giro.
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