domenica 7 settembre 2008

Chiacchiere in famiglia

"... che poi lo aveva detto anche Vos" .
"Vos? Ma non era morto?"
"Ma no. Almeno, non ne so niente".
"Ah. no, sai cosa? Che io quel Vos lì me lo sono sempre visualizzato come il cantante Nico Haak, e quello lì è morto , per questo mi è rimasta questa cosa, che anche Vos lo sia".


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"Perchè effettivamente da Lubbert Dijk in poi noi siamo il ramo della famiglia che discende dai figli più piccoli".

"E infatti per questo poi ci sono gli altri nomi, altrimenti sarebbe stato tutto un Lubbert-Maarten-Lubbert fino alla fine dei secoli"

"E hanno tutti fatto figli dopo i quaranta, e se vai a vedere gli altri rami, noi siamo alla quinta generazione, mentre gli altri sono già alla settima".

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"E allora mi chiese: ma tu come mi trovi, e me stava così sulle scatole quel suo modo di fare, che le ho detto in tutta sincerità; Renèe, a me tu non piaci né fisicamente né spiritualmente."
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"Ennio è proprio mancino".
"A casa nostra, che io sappia, non ce ne sono mai stati"
"Mio fratello si, era ambidestro, poi la maestra lo ha rovinato definitivamente"
"L'unica cosa che sono in grado di fare, con la sinistra, è far partorire le pecore. Questo perché la mia mano sinistra è più piccole".

Passare il pomeriggio con il capo e suo padre a scartavetrate gli assi di pavimento flottante che dobbiamo trasferire a casa nuova, in un bailamme di scatoloni chiusi a metà, roba sparsa, polvere accumulatasi sotto i tavoloni in 8 anni, passandoci la lima, il cacciavite e la cartavetrata per ripulire uno a uno gli assi vari, mi ricorda tanto, ma proprio tanto le conversazioni di mia nonna con sorelle e coetanee. E due di noi sono solo quarantenni.

Come si cresce di botto, il giorno che ti fai un mutuo.

E abbiamo anche appreso di oma, che quando si sono conosciuti aveva un cappello da alpino nero e una giacca rossa ("Però, che tipo esistenzialista, la mamma"), il cuore infranto che si era appena lasciata con un tale Hans, e che cercava un cavaliere per il gala della facoltà di medicina, aveva avuto un appuntamento il venerdi prima con un tizio che allungava le mani e perciò lo aveva piantato lì e l'amica Renèe aveva detto : Ti presento Eli, che tanto è innamorato di me, e invece lui appunto non lo era, però l'idea è che non avrebbe allungato le mani se era innamorato di quell'altra e per il gala, era pur sempre un bel ragazzo robusto che faceva canottaggio ed aveva due bicipiti così (e li ha ancora, sennó col cavolo che da noi si smontava un pavimento in un weekend).

"E le hai poi allungatele mani?"
"No. Però poi lei è rimasta a dormire".

Che bello fare i lavori insieme e sentire tutte queste belle storie di quando mio suocero era studente di veterinaria. Degli amici che come avevano soldi li spendevano, e anche generosamente, per poi presentarsi a ora di cena da tutti a turno. Di quando si è comprato una Topolino da ristrutturare, l'avevano persino messa in moto, solo il telaio con una cassetta di frutta per sedercisi sopra, e ci si sono fatti un giro. Poi la nettezza urbana gliel'ha portata via.

"Ma come ti è venuto in mente, di comprarti la Topolino? E a proposito, lo sai che Topolino in italiano è Mickey Mouse?"
"Mi ha convinto il mio coinquilino. che io era un ragazzone ingenuo di campagna, che veniva dal Nord, e mi si poteva mettere a credere qualunque cosa".

Anche il fatto che la tua futura moglie, con il cuore spezzato, non ti avesse già preso le misure dei bicipi quando facevi gli allenamenti. Beata ingenuità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tuo suocero è tenerissimo!!! Buon lavoro, non ti invidio che il trasloco è il peggior male che si possa augurare... però poi la casa nuova sarà senz'altro stupenda e ci starete benissimo (come noi, che però se penso al trasloco ancora mi sento male)
ciao! E.