venerdì 17 settembre 2010

"Lei scrive cose su di me, mi piace", 'Il nostro è un rapporto di tipo intellettuale"

Ecco, se qualcuno capitasse qui oggi per la prima volta, questo mi sembra un ottimo riassunto delle puntate precedenti. È l'intervista che il quotidiano Het Parool di ieri ci ha fatto per la rubrica settimanale: Genitore e figlio.

(Onestamente, da quando ci hanno intervistati mi sono chiesta se Ennio avrebbe detto cose che ci avrebbero mandato per direttissima le assistenti sociali a casa. Interessante quello che tuo figlio racconta di te a un`estranea.

(la foto in versione veri duri è di Harmen de Jong: http://www.harmendejong.nl)
(Ennio, 8 anni)Mia madre è italiana e mio padre olandese. Con mia madre parlo soprattutto italiano, ma l'olandese lo so meglio. Prima mio padre non parlava italiano tanto bene, ma poi gli ho insegnato un paio di parole e improvvisamente è migliorato molto.

Ogni estate andiamo in vacanza in Italia, in macchina ascoltiamo gli audiolibri di Harry Potter. Quest'anno abbiamo ascoltato Crociata in jeans. A me e a mio fratello piccolo piace ascoltare gli stessi libri, ma io leggo libri molto più difficili. Mi piace un sacco Topolino ma lui non può ancora leggerlo.

In Italia abbiamo dormito da mia nonna, che ci aveva preso in affitto un appartamento. Una volta avevamo una casa, ma adesso si è tutta rotta per via del terremoto dello scorso anno. Non possiamo più dormirci, ma ci siamo entrati. Durante il terremoto io ero in Olanda e per fortuna anche nonna era appena arrivata in Olanda, altrimenti finiva sotto le pietre.

Durante le vacanze a volte sono stato a scuola in Italia, è stato bello. Non potevo capire tutto, ma è anche vero che non dovevo fare quasi niente. E siccome ero in vacanza non dovevo fare i compiti. Le scuole lì sono molto diverse, i bambini o pranzano a scuola, o vanno a casa prima di pranzo, ma poi devono anche fare i compiti a casa. E tornarci anche il sabato.

A scuola vado alla De Kleine Kapitein in Java Eiland, ma abito a Noord. Prima sono andato in un'altra scuola ma non mi sono trovato bene e poi sono venuto in questa scuola. Quando ero nel gruppo 3 abbiamo traslocato a Noord. I miei genitori vogliono che l'anno prossimo vado a una scuola a Noord, ma non sono molto contento. Lì non ho nessun amico.

A mia madre piace il teatro. Poi non ho molte cose da dire su di lei. Dà lezioni di cucina. Ed è molto allegra, ma a volte a teatro magari deve far finta di essere triste.

Ogni giorno a cena ci diciamo qual'era la cosa più bella e quella più brutta della giornata. Qualche volta ce lo dimentichiamo, ma poi qualcuno se lo ricorda e dobbiamo farlo. Io lo trovo noioso, perché allora non possiamo giocare con i lego. Oppure non so cosa raccontare. Mia madre invece si, ha anche un blog. Ci scrive cose, anche su di me. E questo mi piace.

Che voglio fare da grande? Io penso che farò il senzatetto. Non so perché lo penso. Mi sono anche immaginato che quando i miei genitori muoiono, io vengo ad abitare qui.

(Barbara, 43 anni) Cerco di rendere i miei figli indipendenti, lo considero il mio dovere di madre fare in modo che i tuoi figli possano cavarsela nella vita anche senza di te.

L'anno scorso ho detto a Ennio: fra undici anni vai a vivere da solo ed avrai una casetta tua. Mi ha risposto che sarebbe rimasto a vivere qui e che voleva fare il casalingo. A partire dal suo ottavo compleanno cerco di insegnargli a cucinare una volta alla settimana. In realtà finora è stato un fallimento, ci rifaremo in futuro. A scuola ha imparato a fare qualche cosetta per l'aperitivo, tipo le uova sode con la maionese, questo tipo di cose sa farle. In questo momento Ennio è in una fase di crescita, vuole tutto e niente, e io lo lascio libero di decidere cosa vuole dalla vita.

Nella nostra casa in Italia davo lezioni di cucina, ma adesso con il terremoto si è danneggiata. La casa l'abbiamo ricomprata quando sono nati i bambini, improvvisamente volevo che avessero un posto in Italia in cui stare insieme. A causa delle lesioni non possiamo entrarci e le riparazioni andranno per le lunghe.

Berend e io siamo linguisti di formazione e facciamo del nostro meglio per trasmettere l'italiano ai bambini. Un paio di volte li ho mandati a scuola in Italia e i progressi sono veramente enormi.

Io stessa sono figlia di una madre polacca e di un padre italiano. Non ho mai voluto diventare la madre italiana protettiva e superpreoccupata che sta sempre a strillare "non correre che cadi, non giocare, che sudi". Ma quello che sicuramente non voglio trasmettere ai bambini è questo culto della medietà tipicamente olandese, "fai normale che è fin troppo eccentrico quello". In quanto famiglia mista non
saremo mai la famiglia media.

In Ennio riconosco delle cose di me. Lui è sensibile e fragile, ma contemporaneamente ha questo forte senso di appartenenza al gruppo. Per me questo culto del gruppo così tipicamente italiano l'ho sempre trovato troppo pesante, ma dopo il terremoto mi sono anche resa conto che il posto da cui vengo può determinare moltissimo chi sono.

Lui è un bambino che può esprimere tutto a parole e io cerco di incoraggiarlo in questo. In questo periodo pensa molto alla morte. È un bambino felice, ma riflette molto sulle cose. Mentre con Orso è una cosa di sentimenti, con Ennio ho più un rapporto di tipo intellettuale.

Ormai sono due anni che abitiamo a Noord, ma ancora non ci siamo ambientati. Ci sono parecchi bambini qui a Noord che vanno a scuola a Java Eiland perché è la scuola a indirizzo Dalton più vicina. Se ci sarà posto dall'anno prossimo andrà probabilmente alla Montessori qui a Noord e penso che i nuovi amici verranno da sé.

11 commenti:

TopGun ha detto...

a 8 anni è davvero spigliato.
Inoltre ha una mamma veramente cool!!!

bell'articolo, dai che da come ti ha descritta non arrivano gli assistenti sociali :D

Mammamsterdam ha detto...

Infatti, per fortuna. Però è buffo vedere nella sua interpretazione del momento (non ci ho messo apposta il commento tra parentesi) alcune cose che noi diamo per scontate.

La parte migliore è quella in cui dice che fondamentalmente l'italiano al padre gliel'ha insegnato lui. E magari è anche giusto che la veda così, perché prima eravamo veramente molto rigidi nella divisione delle lingue, ognuno la sua, mentre adesso che si è capito che l'italiano, anche se più debole, ce l'hanno ben impostato, ognuno di noi a casa parla la lingua che gli pare quando gli capita e quindi il capo parla spesso italiano.

TopGun ha detto...

Bhe lasciategli l'illusione povero ciccio :D

barbara ha detto...

Wow, che look street style!
E gli altri membri della famiglia niente intervista? E non sono gelosi?

Giorgia ha detto...

Che bello sentire quello che dice Ennio (ma si chiama Elianto?) di voi in un'intervista! E che bello che sia così sveglio e contento di farsi intervistare :-)

supermambanana ha detto...

ecco, e come tutti i director sanno bene, la colonna sonora puo' tutto e il contrario di tutto. Non so bene il tono che volevi dare a questo post ma lo leggevo mentre iTunes mi proponeva High Flying Seagull di Dougie MacLean (che sono in deep nostalgia di Edinburgo, e vabbe') che quindi mi ha contagiato lo stato umorale :-P non riesco a trovarlo su youtube, mo vedo se ti passo il file per email, se il tuo mailbox lo mantiene. A kiss to the boys.

SimoSerpe ha detto...

Ho adorato questa sua frase:
"Io penso che farò il senzatetto" .

E' già cittadino del mondo! :)

Ps: la foto è veramente troppo cool.

emily ha detto...

dai tranquilla nn mi sembra che ci siano gli estremi x un intervento....insomma a parte quello di costringerlo a racocntare alla sera invece di giocare ai lego!!!
questo è veramente crudele!!! fatti un mazzetto di azzi tuoi e lascialo giocare!!!

silvia ha detto...

barbara è tanto lucido ennio! me lo immagino in un corto esistenziale in cui i lego sono la città ideale, monto e smonto, lui che vive sdraiato sui mattoncini perchè senzatetto la libertà è assicurata! senzatetto, senza obblighi, senza zavorre. quarantanni di meno e mi innamorerei di lui. adesso me lo rileggo con la colonna sonora...

mamikazen ha detto...

Il senzatettooooooo!!!!
Fantastico.

Mammamsterdam ha detto...

Si, non so se è una metafora, quella del senzatetto.