venerdì 3 settembre 2010

Signore, dammi la fede

"Non credo per fede" è la citazione della mia ineffabile prof di storia e filosofia al liceo. Vorrei poterla far mia, ma mi sa che sono un caso più disperato.

Io verso gli otto anni ho perso la fede.

Ogni tanto incrocio gente che ispiratissimi e con il solito tono di compatimento di quelli che fanno prima ad abdicare a dio le decisioni che prendono nella vita (essere liberi in dio, dicono loro, abbandonarsi al suo volere), mi raccontano quante e quali sfighe riescono a superare abbandonandosi alla fede.

Io non ce la farei mai, ma mi sa che non è una questione di fede,è proprio il carattere. Noi control freak non ci abbandoniamo nelle mani di nessuno, c'è poco da fare, non è cattiveria, è dio che ci ha fatti così.

Poi questi fedosi spesso, poveretti, quando dio proprio ce la mette tutta per dimostrargli che fanno male ad affidarsi a lui senza darsi una smossa in proprio, perche dio sara padre, ma proprio per questo mica è scemo e conosce i suoi polli, ecco, questi poveretti mi sclerano. Perché pur di non dirsi che la natura è matrigna e il fato imperscutabile, pur di non ammettere che forse dio non è che sta lì 24/7 a seguirli e proteggerli in cambio di fede cieca, preferiscono crollare.

A me la fede stile botte piena e moglie ubriaca mi lascia tante perplessità. Mentre quella convinta con virate nel coté mistico e ascetico mi fa paura.

Io invece, nulla.

Dopo essere cresciuta con messe quotidiane (a Ofena la messa del pomeriggio era una forma di socializzazione, mia nonna mi si portava e quando rischiavo di distrarmi mi ammansiva con una carota tirata fuori dalla borsa. Io seduta sull'inginocchiatoio a sgranocchiare la carota e non davo fastidio, mi ascoltavo una serie di voci sguaiate che intonavano "Puriiiiii-ficami miiiiiiiii-o signoooooore").

La messa veniva suonata tre volte, si iniziava con il rosario, vorrei poter avere l'audio per rifarvi l'ultrasuono acuto di
"L'angelodelsiggnoreportòammarialannuncio" (i-i-i-i-i-i-iiiih)
e la risposta baritonale del coro
"Edellaconcepìperoperadellospiritosanto" (uom-uom-uom-uom)che se ce ne fossero stati di baritoni, ma ci riuscivano tutte da sole vecchiette e suore, che da noi si chiamano monache.

Ecco, se dovessi dire cosa vorrei passare ai miei figli della religione, forse è proprio questa dimensione prosodica della preghiera. Perché? boh, ma ha un bel suono.

A casa invece il rosario quotidiano con zia Filomena (monaca di casa e che di messe se ne faceva due, pure quella delle 7 del mattino) era rigorosamente in latino.

Dirò di più, con questo catechismo preconciliare con cui sono stata allevata, è stato un trauma scoprire con quale disinvoltura i miei coetanei davano del tu a dio nei vari atti di fede, atto di dolore, ecc. che la comunione tocca a tutti e non mi ha risparmiata e lì scopri appunto quante frivolezze si sono intersecate nella vita di preghiera moderna. E ancora non andavo al liceo e scoprivo CL.

Per fortuna a otto anni ho perso la fede. Cioè, proprio non riuscivo a capacitarmi che a dio ci si crede per fede. Ma dammi un'opera, una prova, un ragionamento logico. Niente. Mistero. Dio è un mistero e il resto sono fatti tuoi.

Andai a parlarne con il nuovo prete che sembrava un tipo giovane e dinamico (nel frattempo non vivevo più a Ofena, dove era rimasto il nostro caro, unico, don Gaetano, che mi ha battezzata, comunionata, benedetto le fedi - un'idea di mia nonna che non si rassegnava al fatto che mi sposassi con un ateo in comune - e venuto a farmi gli auguri di nascosto la mattina del matrimonio prima delle sette, che non lo vedessero le anime pie del paese in comune ad approvare un matrimonio non consacrato, perché quelle anime pie scrivevano regolarmente al vescovo per lamentarsi di don Gaetano. Che non sarà stato un grande oratore o un capo carismatico o una luminosa vocazione, era un ragazzo buono, un prete coscienzioso e non faceva male a una mosca né sparlava di nessuno, diventato prete per amor di dio e della sua mamma che ci teneva tanto. Ce ne sono di molto peggio).

Pure io, però, andare a confidare i miei dubbi di coscienza a un prete politico e carrierista come don A. Quello precedente era passato invisibilmente e io ci vivevo da troppo poco, poi pare, poveretto, che fosse omosessuale e si facesse ricattare da tutti i pescatorelli del paese, che figurati se si facevano impressionare da così poco, era lo zimbello di tutti, povero cristo, ma io lo so solo per sentito dire, perché non è che all'epoca mi preoccupassi dei singoli preti, era la fede quella che contava.

E quella me l'ero persa per strada.

La farò breve, il peggior peccato di don A. nei miei confronti è stato quello di non prendermi sul serio, e perdere così una pecorella dell'infinito gregge del signore che non chiedeva altro che una rassicurazione. Del tipo: come faccio a credere?

"Eeeh, faceva lui, pensa al cielo, al sole, i fiori, chi altro potrebbe averli creati se non dio?"

Si, ciao. Finì li, ma toccò abbozzare per anni per amore della mia nonna. Poi uno dice che proprio di un ateo mi dovevo innamorare.

Insomma, se credessi e le mie preghiere potessero pertanto essere minimamente credibili, io direi: signore, dammi la fede.

Ma non avendocela e non avedo risposta alle mie preghere, mi è toccato cercarmi degli hobby.

(Domani sono alla libreria Bonardi in Entrepotdok ad Amsterdam dalle 11 alle 17 per la Giornata a Porte Aperte della Scuola d'Italia. Se passate vi spalmo una tartina, perché l'unica cosa che ha attecchito dalle mie parti è che sono le opere quelle per cui alla fine si ottiene qualcosa nella vita.)

5 commenti:

Pythya ha detto...

Io credo di averla persa per merito di don A. e per Cl al Liceo. E dire che lo sai, non rifiuto niente a priori, c'avevo provato pure con l'Azione Cattolica perché ci andava Alessandra R. Ma niente da fare, proprio niente. Non sono passata sulla via per Damasco. E poi ho iniziato a studiare seriamente filosofia. E lì non ho avuto più certezze. Figuriamoci la fede.

Rabb-it ha detto...

L'altra settimana ho accompagnato mia nonna a Lourdes, le promesse si mantengono, e mentre tiravo la sua carrozzina in fila con gli altri... e si evitava per un pelo di investire uno dei tanti che fanno che attraversarti davanti mi son fatta scappare un:

"Ma come fanno a dire che non avvengono miracoli? Guardà un po' quanta gente ha ancora tutte le dita dei piedi nonostante non guardi quello che fa!"



E mia nonna non è stata da meno, quando il parroco spiegava la cosa della confessione, e io poi le ho chiesto se voleva andare a confessarsi... risposta:
Ma se non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta.
Tanto Lui sa.

In effetti, se lui tutto vede e sa, a che serve confessarsi ogni tre per due, per poi proseguire a rifare le stesse cose per cui magari ci si era confessati?

Non è una presa per i fondelli, se ci credi?
Mi dicevo.

E mi dico tutt'ora.

Mammamsterdam ha detto...

I danni che fanno alla fede certi preti, il signore gliene renda merito.

Rabb-it, me lo dico anch'io. Però un giretto a Lourdes non fa mai male, vedi quanti esempi edificanti uno trova su cui riflettere?

emily ha detto...

letta su facebook: non ho nulla contro dio è il suo fans club che mi spaventa

Byte64 ha detto...

"If God exists, I hope he has a good excuse"
Woody Allen