Avere l'occasione di sentir parlare persone che hanno rappresentato qualcosa per la storia di un paese, fa un gran bell'effetto. Non tanto perché magari dicano sempre ed ogni volta qualcosa di nuovo, incredibile, a cui non saresti mai arrivata da sola.
Ma perché quando parlano delle cose che per loro sono importanti in qualche modo ti aiutano a rimettere insieme i tasselli delle tue opinioni. e poi che bello sentir parlre una persona entusiasta e coinvolta.
Così la chiacchierata con Hedy d'Ancona, senatrice, produttrice TV, femminista, europarlamentare e ministro olandese, e in più una signora che ha l'età di mio padre, un paio di settimane più grande, e una visione del mondo anni luce lontana dalla sua, ma un pelo più vicina alla mia, che dire, sono dei bei momenti di confronto.
Lo spunto era la presentazione di una selezione di cortometraggi di registe tratti dal festival A corto di donne, che si tiene in genere a fine giugno a Pozzuoli. Così si è finito di fare il punto dell'emancipazione femminile in Olanda e Italia, del ruolo delle donne nei media, su cosa ci aspettiamo in fondo dalla vita, sui diritti umani, la prostituzione e il traffico in esseri umani.
La d'Ancona è stata europarlamentare nel periodo in cui c'era anche la Bonino, e infatti raccontava che l'Italia aveva il minor numero di donne di tutto il club al parlamento europeo, ma che quelle che c'erano, dio le benedica, erano tanto in gamba, forti personalità.
Si è parlato di quote rosa (indispensabili, trova lei, che preferisce chiamarla discriminazione positiva, fino a che servono. Nel momento in cui le donne ci sono, non serve più, ma se stiamo ad aspettare che le cose cambino da sé, campa cavallo).
Si è parlato della divisione dei ruoli in famiglia, una cosa su cui la signora d'Ancona si è molto battuta, nell'ambito più ampio della parità di diritti e doveri per uomini e donne isnieme. L'organizzazione da lei fondata si chiamava infatti Man-Vrouw-Maatschappij, ovvero Società- uomo-donna e più che sul vittimismo si basava propio sullo sforzo di permettere a uomini e donne insieme di seguire al meglio le proprie aspirazioni insieme per una società equa.
Si è parlato della rivoluzione sessuale e di ciò che la pillola abbia rapppresentato per l'autodeterminazione femminile: ha ricordato che all'università quasi tutte le sue amiche hanno rinunciato agli studi a causa di una gravidanza indesiderata. Perché non potevi proprio decidere un bel niente.
Insomma, una bella differenza dall'immagine della femminista arrabbiata e che esclude il maschio sciovinista per definizione dalla sua vita. La d'Ancona (che mi sono chiesta per anni da dove le venisse il cognome, ovviamente ebraico, e infatti è una famiglia veneziana che nell'800 si è trasferita qui) ha due figli, ha avuto un 3 o 4 relazioni importanti nella propria vita ed è quindi una che sa stare al mondo. per dire, un mese fa ha preso il mio stesso tram per tornare a casa. Un ex-ministro in Italia, ma quando mai.
Che dire, una gran bella persona ed è stato appassionante sentirla parlare. Per cui alla fine, ringraziandola con un mazzo di fiori mi è sembrato appropriato dirle che le toccavano i fiori perché è donna, che se fosse stata un uomo ci stava invece bene la bottiglia di vino. al che lei con un candore incredibile ha detto di amare un sacco i fiori e poco il vino e che solo per questo le dispiace per i poveri uomini. Ecco, per dire, il tipo di persona.
4 commenti:
Meno male che il fioraio era ancora aperto, perché altrimenti ci avremmo fatto una figuraccia con la bottiglia di prosecco che avevo in borsa!
Comunque: gran donna! Tra parentesi, la d'Ancona è stata la fondatrice della rivista Opzij, insieme a Cisca Dresselhuys, che ora è andata in pensione.
che donna strepitosa. nn la conoscevo, grazie!
Lo so di Opzij, infatti adesso sono convinta che se ci fosse ancora lei io col cavolo che disdivo l'abbonamento. Ma la Dresselhuys mi era davvero troppo acida, mi dispiace. Però forse è il caso di vedere cosa fa la prossima.
Guarda che "la prossima" ha iniziato il marzo passato...
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