sabato 30 maggio 2009

Stavolta sullo sguardo, prometto

Chi mi legge spesso, sa che ho una teoria sullo sguardo del neopadre. L' uomo che sa da poco di aver trasmesso i propri cromosomi, ha lo sguardo puntato esclusivamente sul futuro, il che gli da', a voler chiamare le cose con il proprio nome, è una faccia da rinco. Che non è un' abbreviazione di ornito-.

Ora ho scoperto un altro tipo di sguardo collettivo. L' ho visto parecchio in questo paio di giorni.

La cosa forse più dolorosa, o comunque a cui non puoi fare a meno di far caso, è quella che ci ha detto Uomotenero quando stavamo percorrendo il tratto L' Aquila Ovest-L' Aquila Est.

"Se guardi così, all' Aquila sembra che non sia successo niente".

Case, stendini sui balconi, finestre e serramenti aperti o chiusi, auto parcheggiate, i condomini inondati dall' ultimo sole del pomeriggio. Ma non è assolutamente così e te ne accorgi se cominci a guardare ai dettagli insignificanti.

Arrivati a Ofena, uguale.
"Ci è andata bene, siamo tutti vivi". ma hanno lo sguardo.

Io li conosco da una vita, e lo so che sguardo avevano prima. Non era questo.

Ieri pomeriggio, a Navelli conosco due persone che a pancia mi fanno un grande affetto. Anche loro con lo sguardo, ma il loro è accompagnato da un paio di storie anche più pesanti.

Oggi siamo andati a San Benedetto in Perillis, poi forse ho foto da farvi vedere se Occhiomagico, che dopo i ritmi di questi giorni mi si sta un pelo stranendo, mi aiuta a scaricarle.

Le mie non sono neanche lontanamente pagagonabili a quello che sta facendo lui, ma sono i miei appunti rapidi.

Insomma, lo sguardo. Sempre quello. Ce l' abbiamo proprio tutti.

Ieri dopo aver visto casa, stavo andando a riprendere la macchina per caricarmi i maschi. Perfettamente consapevole di averlo anch' io, lo sguardo.

Sono entrata in comune per andare a piangere in bagno, e poi mi sono rimessa allo sportello accanto a Francesco, che è stato una vita fa per un pò il mio padrone di casa all' Aquila l' ultimo anno che ci ho studiato e con cui non avevo più parlato. ammesso di averci mai scasmbiato più di due parole (buffo come una decina di anni di differenza siano una vita a ventanni, un dettaglio a quaranta)

"Ho saputo di tua zia".
"Scusami,è che".

Lo sa cos' è. Mi guarda. E in quel momento so di conoscerlo da sempre. Abbiamo lo stesso sguardo.

1 commento:

emily ha detto...

mannaggia barbara....mannaggia.
un abbraccio