martedì 4 marzo 2008

Tentata commozione

"E poi il parrucchiere mi ha messo una luce negli occhi, e poi con un martello mi ha colpito il ginocchio..."
"E ti ha fatto male?" chiede Ennio tutto partecipe e un po' spaventato.
"No, trilla tutto felice Orso, non mi ha fatto male, e poi con il martello il parrucchiere mi ha anche colpito il gomito, e poi mi ha fatto solletico sotto al piede".

"Perché chiama il medico parrucchiere?" chiede il capo, che ha bisogno di ordine nella vita.

Non lo so, perché, ma la botta sul naso di certo gli ha sciolto la parlantina a Orso, questo pomeriggio, e non accenna a passargli. Io invece avrei bisogno di un buon cardiotonico. Non so se attaccarmi al resto di wodka del Bisonte che Almina gli altri sono riusciti a non scolarsi, poi mi ricordo che sono quasi astemia.

I figli per fortuna ogni tanto riescono a mandare a pezzi la mia facciata controllata, logica e cerebrale. Nel senso che io sono la specialista dei disastri improvvisi, risolvo tutte le situazioni inaspettate con molto aplomb, chiamatemi se vi brucia la casa, se vi scazzate con la band che avevate assoldato per il matrimonio la mattina del gran giorno, e la sera ve ne ho piazzata una pure meglio, se finite con l'auto nel canale, la vedete affondare lentamente e non vi ricordate quand'è il momento di aprire i finestrini. Vengo lì con il martello e vi tiro fuori io. Insomma, una via di mezzo tra la protezione civile e il telefono amico (eeeh, sono nevrosi anche quelle, con la mia ci combatto da un po' di anni a botte di respirazione e va sempre meglio devo dire), purché appunto, non ci vada di mezzo la salute dei cuccioli. Allora affondo nelle rezioni emotive, e pur vedendomi dal di fuori con la parte razionale che mi resta (o si tratta di esperienze extra-corporee? Non ho mai capito la differenza) non riesco a riportarmi sopra la linea di galleggiamento.

Questo è cominciato al secondo mese di gravidanza di Ennio: un macchiettina di sangue. Mi sono attaccata al telefono del medico dove erano tutti in pausa pranzo, mi collegano al numero generale di emergenza e mentre tentavo di spiegare cosa mi fosse successo mi sono ritrovata a singhiozzare con questi singulti animali con una perfetta sconosciuta, pensando dentro di me lucidissimamente che dovevo smetterla, che dovevo fare dei bei respiri e non tirarla lì tanto per le lunghe se volevo farmi aiutare altrimenti la povera non ci capiva niente, che è una cosa perfettamente normale avere una perditina al secondo mese e che sicuramente non significa niente ecc. ecc. Ma non riuscivo proprio a smettere, dietro quella linea di pensieri ordinati e allineati ce n'era una seconda dotata di vita propria, anche quello un pensiero limpido, ordinato e allineato ma che diceva soltanto una cosa: non voglio perdere il mio bambino.

Poi Ennio è nato, io avevo gli incubi la notte che mi cadeva nel canale con tutto il passeggino, cose così, mi sono messa a fare respirazione consapevole con Betta e ne abbiamo tirato fuori di cose, e adesso vivo molto meglio e gli incubi sono rientrati nella norma.

Così l'altro giorno mi stavo leggendo distrattamente e senza intenzione la check -list in caso di incidenti appesa sulla porta della classe di Orso all'asilo. Una bella cosa organizzata e rassicurante, io sarò caotica e anarchica che non sparecchio mai per esempio, ma le procedure di emergenza sono l'ideale quando devi agire di corsa senza pensare.

Succede che alle 15:53 di quello stesso pomeriggio, mentre pago il cornetto e il the che ci siamo presi alla panetteria Mediterranée di Harlemmerstraat prima di andare alla 16 dalla logopedista, mi chiama l'asilo.

"Orso è andato a sbattere contro il muro mentre correva, ha beccato uno spigolo e gli è uscito un po' di sangue dal naso "fa Anouk con la sua voce dolce e imperturbabile solita (ah, vero, devono avvertire subito i genitori).

"Però siccome ho notato che dopo gli giravano gli occhi, ho parlato con il vostro medico" (in caso di dubbio chiamate sempre il medico di famiglia di cui avete il numero nel registro e consultatevi).

"Ha deciso che è meglio farglielo vedere, tanto per stare tranquilli" (se il medico decide in questo senso affidate la classe alla collega e portate subito il bambino dal medico).

"Quindi adesso stiamo solo aspettando il taxi, però appunto volevo avvertirti" (chiamate un taxi della centrale convenzionata e accompagnate il bambino dal medico, restando con lui per tutto il tempo necessario e comunque fino all'arrivo dei genitori o chi ne fa le veci).

A me in quel momento un corto circuito tra planning del pomeriggio fino a un secondo prima, TomTom metafisico che mi dice qual è la via più veloce per tornare sull'isola, un nuovo planning che si srotola da sé (cosa faccio con la logopedista, non può perdere la sessione, poi ci sono le vacanze e tre settimane senza è troppo, vabbé, se chiamo il mio taxista solito e gli chiedo di riportarmi lui fra mezz'ora Ennio a casa, ma dove sarò poi io tra mezz'ora metti che ci manda all'ospedale, chi devo chiamare per primo, esisterà la teoria della relatività che se pedalo abbastanza velocemente il tempo torna indietro di quei 20 minuti che mi permettono di essere sul posto adesso, in questo preciso momento, no, con Ennio sul sellino non ce la faccio a pedalare a QUELLA velocità, cosa faccio, da dove comincio, cosa dovrei dire in questo momento?) e adesso respira e ricomincia.

"Va bene, io prima di un'ora, un'ora e mezzo non ce la faccio, sono dall'altra parte della città, ma arrivo appena possibile, poi mi dite se siete dal medico o all'asilo, ti richiamo."

Pensa.
Chiamo mia suocere, il capo ancora no, sta troppo lontano e magari non è niente. Inutile preoccuparlo proprio stasera che andava a cena dalla nonna nella nuova casa di riposo. Mia suocera non c'è.

Pensa.
Karolina, il mio baluardo contro il caos di casa, è ancora da noi, per fortuna. Le chiedo di andare all'asilo, andare con loro dal medico e restare lì così almeno posso chiamarla per aggiornarmi. Avverto l'asilo che sta arrivando, intanto stavo pagando la nostra merenda, vesto Ennio e lo ricarico in bici, sto pensando se chiamare il tassista o cosa, ma andiamo prima dalla logopedista, intanto richiamo mia suocera, il mio helpdesk medico personale ma non c'è, è la quarta volta che chiamo in pochi secondi.

Pensa.
Intanto andiamo dalla logopedista e sentiamo che dice lei, devo comunque avvertirla.

Pensa.
Va bene, adesso chiamo il capo. Lo aggiorno al volo mentre pedalo.

La logopedista, anche se ha lo studio a casa del diavolo abita nella strada accanto alla nostra e ha due gemelli nello stesso asilo. Da madre capisce al volo quello che sto pensando.

"Senti, tanto dopo di lui ho solo un'altro bambino, se Ennio mi aspetta in anticamera con un gioco che ne dici se lo lasci qui e scappi subito, te lo riporto io, tanto ho la biciclettona per riprendere i miei e te lo consegno a casa." La bacerei.

In 15 minuti (e no, non sono riuscita manco stavolta a riportare indietro il tempo, ma a dilatarlo un po' si) atterro dal medico per beccare Orso con un bel cerotto giallo sul naso, Anouk e Karolina in anticamera. E dal quel momento lui parla a macchinetta, il mio figlio laconico, e io so che sta benissimo a parte la botta e ricomincio a respirare normalmente.

Aggiorno il capo, che sta già per strada.

Torniamo a casa e tre secondi dopo arriva Claudia con la bici carica dei gemelli e di Ennio, che chiede subito se la prossima volta può tornare in bici con lei.

Avvio un tentativo di cena. A cena Orso, che non ha smesso di chiacchierare un secondo, aggiorna fratello e padre appena rientrato sulle avventure del pomeriggio.

Ecco, a questo punto ho tanta voglia di svenire, come una damigella anemica. Posso?

3 commenti:

graz ha detto...

OK, autorizzata. Svieni pure ... (un bel cagotto, neh???) Ciao, graz

sara ha detto...

cara, hai tutta la mia solidarieta'.
io credevo in cuor mio che i figli mi avrebbero aiutato con l'ansia, e invece no . beata ingenuita', ma con il primo avevo solo 22anni.
svieni madamigella, ti sotengo!

pero' dai, nel caos piu'totale...che logopedista figa avete, lassu' :D
grazie dell'aggiunta nel blogroll, ricambio!
sara

Mik ha detto...

Non so se eviti di usare i nomi dei figli sul blog per privacy, ma qui compare quello che potrebbe essere il vero nome di orso, giusto per fartelo notare.

(eh si, mi sto rileggendo tutto il blog, che fa bene ogni tanto :) )