A me piace pensare che io e mio fratello siamo nati per pagare un debito di guerra. Due vite per una, due mezzi italiani per uno.
Il mio bisnonno materno era fornaio a Cracovia. Ha ammazzato un italiano. Lui non voleva, ma non aveva scelta. Aveva 5 bambini a casa e non poteva permettersi di non tornare vivo.
Il fatto è che all'epoca Cracovia era sotto l'Impero austro-ungarico. L'Italia non ci voleva tanto stare. Quindi per il fronte italiano hanno reclutato tutti i sudditi da tutto l'impero. Anche da Cracovia, anche il mio bisnonno.
Che si è ritrovato con un'arma in mano, su un fronte di guerra tanto lontano da casa, per una guerra non sua. E poi si è ritrovato davanti questo ragazzo giovane, con gli occhi neri. L'ha raccontato per tutta la vita, perché non se lo è mai perdonato. Ha sparato lui per primo, pensando ai suoi bambini, prima che sparasse l'altro.
È tornato a casa, dai suoi bambini. Poi una delle sue bambine ha avuto una bimba. E la sua bimba ha sposato un altro italiano. E ha fatto due bambini metà italiani.
Il mio bisononna faceva il fornaio, è sempre stato un uomo buono e ha ammazzato un italiano perché qualcuno lo aveva deciso per lui.
Allora per il 25 aprile io voglio anche festeggiare il fatto che oggi una cosa del genere, in Europa, non potrebbe più succedere. Perché lo abbiamo deciso tutti insieme, che ne abbiamo abbastanza di guerre e di morti inutili. Perché fare il soldato è diventata una professione, che forse si sceglie (forse, se hai scelta) e non più un obbligo per dovere di nazionalità.
E i figli sono figli, non debiti di guerra.
(Poi, certo, se i soldi delle nostre tasse li usano per mandare le truppe in Irak, io cosa faccio, smetto di votare quelli che ce le mandano? che debiti devono pagare loro, al popolo che rappresentano?)
3 commenti:
ciao cara !
sul mio blog c'è un meme per te !
la guerra è una brutta cosa, e ti mette davanti a delle scelte che non dovrebbero esserci. ricordiamocelo, bisogna trovare altre soluzioni. a volte, è stato necessario rispondere, è terribile, io sono pacifista come formazione mentale, ma certo i nazisti non li mandavamo via con i fiori nei cannoni. anche questo è stata la resistenza.
che bell`episodio,molto toccante.
Eli da cork
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