Ho letto questo articolo bellissimo (clicca sul titolo) perché con due figli tra nido e scuola materna/elementare si entra nel circuito delle valutazioni, delle diagnosi, dei test.
Innanzitutto ringrazio il cielo che in Olanda esiste il consultorio da 0 a 4 anni, in cui, a richiami regolari, i bambini vengono misurati, pesati, testati, vaccinati e nel caso, i genitori ricevono consigli su come gestire inappetenza, disturbi del sonno e della crescita e in generale i tremila patemi che ci affliggono. Il tutto viene annotato in un librettino carino in modo da ricordarsene. Il libretto riporta una serie di informazioni e schemini divisi per età, in cui ci comunica cosa rientra nella "normalità" e cosa sarebbe bene invece controllare.
Che i miei figli ci vedono, ci sentono e si sviluppano bene, me lo comunica quindi il consultorio. Che a nove mesi mi ricorda che è bene sospendere ciucci e biberon e insegnare ai bambini a bere da un bicchiere, che più tardi è ora di educare i bambini al vasino e come farlo, eccetera. A 4 anni i bambini passano sotto il medico scolastico fino ai 18 anni. Per le patologie invece c'è il medico di famiglia, che volendo tiene tutti sotto controllo e magari sa già se certe cose vanno viste in una prospettiva famigliare.
Per tutte le situazioni anomale esistono specialisti di tutti i tipi, e una funzione di segnalazione alla fonte la svolgono proprio asili e scuole. E qui cominiciano i problemi. Come sono equipaggiati asili e scuole per fare fronte a tale funzione? Vall'assapé. Un corso di aggiornamento di mezza giornata? Una circolare del ministero della sanità? Una classe sovraffollata in cui ogni bambino che scoccia va isolato, diagnosticato e resettato?
A me sembra che oggigiorno tutti i bambini abbiano qualcosa da rivedere e correggere. Certo, alcune cose possono sfuggire ai genitori che in fondo hanno sott'occhio solo i propri figli, chi invece ne vede quotidianamente una 30-ina di anno in anno, ha magari di più l'occhio nel percepire le variazioni dalla norma.
Ma prima di diagnosticare, che è il primo passo verso la medicalizzazione e dio solo sa se il Ritalin di massa sia la soluzione per tutti i problemi dellla società, ricordiamoci che avere l'occhio per la variazione alla norma ancora non ci dice se un bambino specifico è felice, ha dormito bene, ha un dispiacere, ha perso una persona o giocattolo caro, ha una situazione tranquilla in famiglia.
Che a volte i genitori, nella loro ignoranza specifica sono e restano i migliori esperti dei propri figli. Che se il bambino è felice e cresce bene non gli importa se a una determinata età conosce 50 o 100 parole. Perché sanno che magari zio Ernesto anche ha iniziato a parlare solo a 4 anni e ciò non gli ha impedito di fare carriera.
Inutile dire cosa potrebbero fare meglio le scuole, e non fanno per tutti i limiti normali e accettati (ma accettabili?) che sappiamo. Mancanza di fondi, di strutture, di tempo, di energie. Lo sappiamo tutti che una classe di 10 bambini è meglio di una di 25, ma non esiste e ci teniamo quella di 25 o di 30 bambini cercando di trarne fuori il meglio. Nessuno ha mai vinto le elezioni promettendo e realizzando classi piccole in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Una visione poco lungimirante, se vogliamo, che sul lungo termine magari questa sarebbe una soluzione a tanti dei mali del paese, di qualunque paese, ma vabbé.
Quello che le scuole potrebbero fare, e non fanno abbastanza, è ascoltare e guardare seriamente i genitori. Inutile dire che il bambino si agita ed è incapace di stare seduto tranquillo, se lo stesso bambino a ricreazione beve tutti i giorni il succo di finta frutta con concentrazioni di glucosio altissime. Una circolare che proibisce di bere altro che acqua o spremute fresche di frutta, non la farà mai nessuno. A chi conviene, a parte bambini, insegnanti e genitori?
Meglio imbottire i bambini di glucosio, lattosio, e tutti i numeri E- che gli diamo da mangiare. Più facile fare diagnosi cognitivo-comportamentali, così che di tutti i bambini che conosco pare non ce ne sia più nessuno senza allergie, senza ritardi, senza stranezze, senza terapeuta. Creiamo una generazione finto-problematica, abdichiamo al nostro obbligo di osservare, informarci e decidere da noi se intervenire o far intervenire un esperto sui nostri figli.
In fondo siamo solo genitori. Vogliamo il meglio per i nostri figli. Vogliamo comprare un succo di frutta al prezzo più basso, non passare un quarto d'ora a leggerci la lista degli ingredienti on il librino alla mano. Anche perhé se il succo non passa l'esame, ciò non ci ha ancora procurato un'alternativa da dare ai nostri figli.
E se questo meglio per i nostri figli passa per una pseudo-diagnosi, anche se intimamente poco convinti della sanità e utilità della cosa, ci adattiamo. Per quieto vivere, per essere come gli altri, perché non resistiamo al ricatto di essere genitori irresponsabili che non si preoccupano per il proprio figlio. come se non facessimo altro ogni minuto della nostra vita. Ci martellano sul nostro punto debole per farci comprare, consumare, allinearci.
Mi piace la chiusa di quest'articolo: come possiamo convincere i nostri figli adolescenti a non fare cazzate semplicemente perché le fanno tutti gli altri, quando noi facciamo lo stesso? "Mi stai dicendo che salteresti dal ponte solo perché lo fanno tutti?" "Cara mamma, e TU cos'altro hai fatto?"
Perché mi è più facile ogni settimana, con la neve o con il sole, portare Ennio dalla logopedista (santa donna) e sprecare almeno un'ora e mezzo e tanta fatica, per tacer dei soldi, piuttosto che sedermi con lui 10 minuti tutti i giorni a giocare alle rime e alle parole? Mi basterebbe un buon manuale per farlo, e portarlo ogni sei mesi solo a fare il test.
Io sono sempre stata negata in matematica, ma anche la prova del nove della maternità, non so se ora come ora la passerei.
4 commenti:
.....la prova del nove della maternità? sono madre di due ragazzi ormai adulti, e quindi il danno l'ho già fatto e mi sento libera di parlare, perlomeno molto più libera di te che sei ancora in mezzo alle necessità primarie della maternità. Guardandomi indietro (e anche avanti) mi rendo conto che la cosa più difficile da fare nel vivere i nostri affetti più vicini, è sempre quello di rispettarli e di non strangolarli con le nostre aspettative e i nostri sensi di colpa. Non credo esista la prova del nove per la materità così come non credo esista per la paternità: per fortuna di tutti, dei genitori e dei figli. Tanto poi ci pensano i terapeuti a farci venire le paranoie con l'assegnazione delle colpe e delle responsabilità. La gioia estrema è quella di viverci nella libertà dell'amore cercando di mediare quello che privilegia di più noi, con quello che piacerebbe di più a loro. e non dimentichiamoci mai di insegnare loro che il rispetto verso gli altri passa anche attraverso il perdono degli errori che posso essere giustificati quando in assenza di dolo. Penso sia meraviglioso il dono della maternità,o perlomeno io lo ho sempre vissuto come un privilegio, mai come un dovere o un obbligo. Non ho seguito gli schemi prestabiliti, e per questo sono stata più e più volte giudicata e/o aggredita. Oggi siamo tre adulti che si confrontano nel rispetto delle diversità, e si amano per scelta e non per abitudine. e sono inclusi nel prezzo delle diversità anche i succhi di frutta, il lattosio, gli schiaffi volanti e gli obblighi al silenzio. Ma ci sono anche le carezze, le lacrime di gioia o di dolore, le paure reciproche, la dolce pratica all'allontanamento, difficile e dolorosa per entrambi. Oggi, amica mia, ti dico che il tuo istinto materno ti assolve dallo spendere 10 minuti con Ennio con le rime e le parole, perchè senti che sarebbero "obbligati"" e non scelti... e allora viva la logopedista!
Carissima anonima,
grazie. mi hai dato una risposta affettuosa, sincera e molto sentita che mi commuove. Fatti rivedere e risentire con un nome che mi permetta di identificarti quando seguiteremo il discorso.
Ciao,
Ba
A Flà, e adesso che lo so che eri tu, rileggo il tutto in modo uguale alla prima volta, ma diverso. Compreso tutto il tuo affetto, che era la cosa che mi ha commosso (among others).
un bacione,
Ba
Ciao! sono capitata per caso nel tuo blog. Ultimamente mi capita spesso di andare in Olanda (tramite blog intendo :-) ). Sarà un richiamo a trasferirmi li?? Penso che neanch'io passerei la prova del nove della maternità. Faccio del mio meglio, ma spesso mi sento imperfetta! no che mia figlia me ne dia ragione, anzi al contrario. E' difficile comunque essere genitori e come ho letto altrove nessuno ci insegna ad essere genitori. Penso comunque che bisogna ascoltare il nostro cuore!!!
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