[foto tratta da www.aub.nl]
Che il mio quartiere fighetto nei docks ha avuto tutt'altro passato ogni tanto, a guardar bene, si vede. Negli anni '80, quando il porto è stato dismesso, ci si sono accampate varie comunità di artisti, scoppiatoni e alterativi vari, che hanno occupato i pochi edifici rimasti in piedi, o barconi e tende. Questo si vede ancora, anche adesso è forse il quartiere che ospita la maggior parte di creativi di tutta la città (i giovani artisti cresciuti e forse diventati pure famosi). Post-production e media vari, pubblicitati, grafici, scrittori, giornalisti ecc., siamo pieni. Se ne è accorto il comune, che ogni volta che tenta di imporre una normativa, un senso unico, una destinazione d'uso che al buon senso sembrano le solite cazzate burocratiche, si vedono arrivare dei ricorsi e delle opposizioni scritti e documentati talmente bene che non sanno come ribattere. C'è stato un periodo che ci odiavano in blocco, quando tutti i lavori erano ancora in corso ma la gente ci abitava già.
Una delle istituzioni però di quel periodo di creatività, collettivi e autogestione che è rimasto, è la barca Einde van de wereld (la fine del mondo, che allora Amsterdam finiva ben prima di questa zona, oggi invece siamo in centro).
Questo era il nome di un ristorante autogestito, che a suo tempo stava in un edificio, che dopo essere stato buttato giù adesso ospita un nuovo ristorante da fighetti (si mangia bene ma ci mettono tanto tempo e costa un sacco) che lo hanno chiamato Voorbij het einde, ovvero al di là della fine, per ricordare il ristorante originario.
Questo però come ristorante autogestito esiste ancora ed è stato trasferito su un barcone in Javakade, (http://www.eindevandewereld.nl per ulteriori foto e info in olandese) e ogni mercoledi e venerdi, dalle 18 in poi, ci si può andare a mangiare.
Cucina e servizio vengono effettuati da volontari e si può scegliere tra un piatto del giorno con carne biologica a € 8 e la sua versione vegetariana a € 6. In genere c'è poi un dessert a circa € 2, e una carta bevande semplice. La cosa bella di un posto del genere è l'ambiente e la gente, il cibo dipende da chi è di turno ai fornelli e comunque se siete i tipi schizzinosi che hanno bisogno di scegliere, cambiare ingredienti, farsi sostituire roba, lasciate direttamente perdere. Lì hanno una cosa in due varianti e tant'è.
Ieri rientro distrutta e tardi da un pomeriggio di interpretariato in tribunale in 3 lingue, e il capo non c'era che avrebbe mangiato al lavoro con la mia pasta al tonno per i maratoneti che hanno corso la maratona di Rotterdam (è andata così, l'anno scorso si è iscritto con il gruppo alla mezza maratona per avere uno stimolo ad allenarsi, la cosa è andata in vacca come mai e per multa gli hanno fatto portare una pasta da mangiare insieme e gli è piaciuta, quindi quest'anno bis).
Allora prelevo i mostri dal doposcuola e così come stiamo, io in tailleur e loro con le cartelle e le borse da ginnastica, andiamo dritti dritti al barcone. L'anno scorso ci eravamo capitati con tutto un gruppo di amici e bambini, che questo è il posto ideale per andarci con i bambini se riesci ad impedirgli di stare sul ponte ed eventualmente buttarsi in acqua, ma se li tieni sottocoperta. La cena quella volta l'avrei defnita adatta a un orfanotrofio molto rigido e molto povero, ma l'ambiente era bello ed ho voluto riprovarci.
[foto dal sito del gestore]
Abbiamo trovato un tavolino tutto per noi sul palco e siamo andati al bancone ad ordinare. sulla lavagna il menu: moussaka con insalata e tzatziki, e crepes al gelato con fragole, pesche e panna montata. Vai. La signora si è annotata l'ordine, e il nome, mi ha segnata una moussaka da dividere in due piatti per le belve, mi ha dato due bigliettini per ritirare il dessert e passo alla cassa per ordinare da bere. Tre succhi di pera bio (hanno anche mela e arancia), un vino bianco portoghese buonino e siamo tornati ad aspettare a tavola. Sui tavoli più grandi c'erano grosse ciotole di pane arabo a pezzetti e burro alle erbette da spalmarci, ci hanno detto di prendercelo semplicemente dagli altri tavoli se non l'avevamo, che questo è pur sempre un collettivo.
Era pieno di gente: alcune famiglie ai tavoloni, un po' nelle mie condizioni, ho visto un paio di padri vestiti da ufficio con la cravatta allentata. Al tavolo accanto al nostro tre signore di mezza età carine e ben vestite. Un po' di tipi stile lupi di mare o ex-fricchettoni recuperati alla società, un bel gruppone eterogeneo e sociale.
Dopo un po' che tentavo di trattenere i bimbi a tavola, è venuto un signore con una cartelletta di disegni da colorare e una busta di confezioni di colori. I disegni potevamo riportarceli, i colori, quando finiamo, bisogna lasciarglieli per la prossima volta.
Siamo andati a farci un giretto sul ponte, nei bagni (grandi e tenuti molto bene) e poi di nuovo giù. Ho lasciato i bambini a piede libero e Ennio è andato a farsi grandi chiacchierate con la signora delle ordinazioni.
Quando i piatti sono pronti, ti chiamano il nome che hai lasciato con l'ordine e te lo portano. Era tutto un "Bep", "Ria", "Bart", eccetera. Durante uno dei giretti fuori per recuperare Orso che tentava di procurarmi un infarto uno dei volontari ha fatto una ramanzina ai mostri dicendo che dentro potevano andare in giro quanto volevano ma era proibito superare la porta rossa, poi di nascosto mi ha strizzato l'occhio e ha fatto:
"Se gli occhiacci glieli fa un estraneo chissà perché funziona meglio".
Secondo me gli sono sembrata molto impegnata a tenerli fermi, chissà perché, io la vivevo come una serata così rilassante, fino a che non è arrivato il cibo. Gli altri bambini presenti erano più grandi e stavano seduti a tavola o potevano andare da soli sul molo a giocare a pallone con un pezzo di copertone che stava in giro. Ma Orso ovviamente devo ancora tenerlo al guinzaglio.
La moussaka, come temevo, non è stata un grande successo con le belve: troppi pezzetti e pezzettini e salsine poco identificabili. Però vivisezionandola e tirandone fuori la carne macinata che è bastato spacciare come polpetta, i pezzetti di peperoni, cetrioli e pomodoro dell'insalata, previa leccata materna per togliere i condimenti strani e le foglioline, l'hanno mangiata. Un po'. Il resto l'ho mangiato io che era buonissimo.
Poi abbiamo dovuto aspettare per le crepes e lì i mostri erano già un po' cotti. Le crepes però erano buonissime e stamane Orso è venuto nel lettone per spiegare a suo padre (soprannome da giovane: Dr. Pancake) che avrebbe dovuto fargli le crepes con il gelato, la panna montata e le fragole. Il capo è rimasto impressionato dal coté gourmand di suo figlio piccolo e ha accettato.
A quel punto il volume e la temperatura nella barca si erano notevolmente alzati, tutti parlavano con tutti ed è stato un peccato portarli via. Ma devo decisamente tornarci. Specie in estate che si può stare seduti e sbevazzare sul ponte.
La citazione carina della serata: sul retro del cartellino plastificato per ritirare le crepes c'era: "Vuoi concludere la serata con un buon Irish coffee a € 3,50? Chedi al bar.
Tieni presente che siamo tutti volontari e che quindi non guadagniamo un tubo da questo lavoro".
Però secondo me si divertono tanto.
Per gli interessati: cercano cuochi per il mercoledi, in cambio tanta compagnia, si conosce gente e ci si diverte. Se siete da poco ad Amsterdam o in Olanda e cercate di conoscere e socializzare con veri autentici olandesi carini ed espansivi, che se non lo fossero, passerebbero le serate diversamente, io ve lo consiglio di cuore. Passateci un mercoledi o venerdi dalle 15 alle 21 e parlateci. O cercate sul sito il numero di telefono da contattare.
Inoltre, al di fuori di questi due giorni la barca si può prendere in affitto con cucina e bar, c'è un mixer luci e audio, un palchetto e un pianoforte tinto di bianco. Ho visto che ci fanno matrimoni, compleanni e altro. E la vista del tramonto dal ponte è bellissima.
1 commento:
che spassoso posto ciao
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