Giovedi sera è arrivato ad Amsterdam Vittorio Ferro, per tenerci il corso di psicomotricità di oggi. Io ero sfatta e strapazzata, ma l'ho attribuito a un pomeriggio in giro (cornetti, parchi giochi e logopedia) con i cuccioli sulla mega-biciclettona pesantissima.
Per cui quando Vittorio propone una birretta di dopocena al volo, per dovere di ospitalità non mi sono sentita di rifiutare. E poi perché sono bischera siamo tornati a casa controvento facendo il giro lungo, per fargli fare un minimo di giro turistico del mio quartiere. Sono rientrata morta.
Insomma, quello che fingevo di ignorare, era che mi era saltata addosso la peggiore influenza degli ultimi anni. Quelle con il torcicollo, i dolori ai muscoli, ai denti, a tutto, con le ondate di freddo che ti sembra di avere la malaria nonostante due piumini addosso e un orsopadre accanto. E poi le ondate di caldo che ti toglieresti tutto di dosso ma sai che poi la cosa ti frega. Mi sono sfanculata da sola per essere uscita.
Venerdi, nel bene e nel male, ho tentato la cura del sonno (non potevo altro) e in parte ci sono riuscita. Mi sono subito rovesciata un bicchierone d'acqua sul letto, cosa che mi ha temporaneamente abbattuto la febbre, ho buttato tutte le lenzuola fuori sfanculando, e mi sono trasferita con un piumino extra a letto di Ennio, sperando che i miei materassi si asciugassero per tempo (quanto può un singolo bicchiere d'acqua).
Venerdi sera ho dovuto cucinare ai cuccioli e non ho avuto cuore di rimandare la cena di feedback de La signorina Papillon da lungo pianificata (più che altro, mi costava meno fatica cucinare che mettermi a telefonare a tutti). Causa bici rubata alla bruttodio i tre ospiti non autocancellatisi sono arrivati alle 21:15dalle 20:00 che li aspettavo.
Orsopadre era intanto andato a letto dopo aver cenato a pane e formaggino. Vittorio si è fatto fuori un altro mezzo kg del pane buonissimo di farro e semini vari di Bread & Bagel. Io tremavo sul divano avvolta nei due piumini e per sicuramente 3/4 d'ora li ho sfanculati con passione. Però mi hanno portato il video provvisorio della Papillon e lo abbiamo visto parzialmente. E mi hanno finito il risotto per 12 che avevo fatto, che a una cuoca fa sempre piacere. E mi hanno portato gli ingredienti per la fonduta al cioccolato bianco. E ci abbiamo bevuto una wodka sopra. Insomma, sono andata a letto meglio della sera prima, tutto fa, ma tutto quello che avrei desiderato quella sera era andare a dormire alle 20.
Sabato mi sveglio a pezzi ma abbiamo la riunione fiume della fondazione, anche lí, la seconda metà dal divano e sotto i piumini. L'Orso padre, che aveva un pomeriggio di giochi al computer con il cugino, e si sarebbero tenuti i figli, tra cui la nuoca cucciola di 8 mesi, allunga la testa in sala riunione e mi comunica che va lui dal cugino lasciandomi i figli. Falli almeno mangiare, dico io. (Mentalmente lo sfanculo, lui e il cugino, che dopo la riunione volevo dormire e invece mi mollano i figli).
A sera con Vittorio e i bambini a mangiare una pizza ottima dal nostro solito Pizza Taxi da Paolo e Seba, in Ceintuurbaan quasi di fronte al cinema Rialto (ma solo perché avevo la macchina e punta energia di cucinare). Paolo mi ha sfottuto i pantaloni viola e rossi, Seba da in fondo alla cucina mi ha vista sbattutissima e mi ha consigliato di andarmene a dormire, i bambini sono stati angelici per una volta e Orso ha tentato di fregarsi il veliero bomboniera del nipote di Seba, ma lo abbiamo costretto a restituirlo.
In entrambi i giorni Vittorio tentava di convincermi che il corso mi avrebbe fatto benissimo e di pensare in positivo, io lo odiavo, odiavo gli impegni di cui non mi ero sbarazzata e volevo morire così non mi rompeva più le scatole nessuno.
Se dio vuole, stamattina siamo partiti per il corso, io con la biciclona stracarica di stereo, zaino e ammennicoli vari, lui che continuava ad ammorbarmi con il positive thinking (e io continuavo a sfancularlo, che gli amici servono pure a questo, farti sfanculare quando stai male).
Al corso eravamo in 6, poche ma bone, è andato benissimo, ho sudato, pianto scaracchiato, buttato fuori di tutto, come le altre, ne siamo uscite felici e trionfanti, il sole splendeva, abbiamo mangiato una zuppina buonissima mentre ci facevamo il feedback e poi mi sono caricata Vittorio e figli in macchina e siamo andati alla riserva naturale delle dune di Vogelezang, dove nei corsi d'acqua purificano l'acqua potabile di Amsterdam.
I bambini hanno collaborato, lasciato senza troppe storie il parco giochi subito all'ingresso, accettato con filosofia che le crepes erano finite e non le avremmo mangiate, camminato nel parco senza far storie, rincorrendosi, raccogliendo rami, giocando con i dinosauri e i ragni assassini con P38 (una teoria d Orso, i ragni cattivi che sparano). E poi un grido:
"Guarda, mamma, Bambi".
Mica uno. Cinque. A manco 30 metri da noi.
"Silenzio bambini, non spaventiamoli".
Ci hanno guardati. Li abbiamo guardati. Poi uno a uno ci hanno trotterellato di fianco, dietro gli alberi, sono andati via e scomparsi dietro al crinale di una duna. Li abbiamo seguiti. Ci siamo guardati di nuovo. Poi se ne sono andati definitivamente.
Ecco, a me, dopo una giornata così l'influenza mi fa un baffo. Però gli sfanculamenti aiutano a far passare più in fretta l'influenza, di questo sono convinta.
4 commenti:
interessante l'uso del termine "sfanculare" che in Italia direi è piuttosto desueto...si vede che all'estero va diversamente!
e la wodka con il cioccolato bianco come stava? era un abbinamento armonico???
e poi tu scrivi wodka quindi era polacca?
Andre, ma nessuno vuole rendersi conto di quanto stessi male e volessi essere lasciata in pace nel mio buco? Questo produce eccessi linguistici anche in me (pensa cosa non dirò quando mi viene l'Alzheimer, aiuto, ho paura già adesso).
La fonduta di cioccolato bianco ce la siamo mangiati con fragole, banane e piccoli savoiardi, la wodka l'abbiamo bevuta molto dopo, quindi non mi sono posta il problema dell'abbinamento.
Si, era wyborowa polacca. La zubrowka me l'ha scolata l'Almina in altre occasioni e mezza polacca sono anch'io e la mia bisnonna con la wodka curava tutto, peccato abbia il marito astemio.
Una volta durante una passeggiata tra i monti marchigiani m'ha attraversato la strada mamma cinghiale con quattro-cinque cinghialetti dietro. Lo so che avrei dovuto darmela a gambe (le mamme cinghiale non amano i bipedi col pollice opponibile, pensano subito ai grilletti), ma mi sono bloccata per guardarli in silenzio mentre scendevano al fiume. Non c'è niente di più magico della visione delle bestiole selvatiche nel loro habitat, è un regalo agratis dagli dèi, come quando da sola nella notte d'agosto ti becchi un'enorme, lentissima stella cadente.
Ma lo sai che anche mio marito è astemio? Devo sempre scolarmi il gewurztraminer tutto da sola... ^^
Mami, giuro, la prossima volta che vengo giù, facciamo conoscere i mariti e li spediamo con i figli a guardar cinghiali e io e te ci scoliamo il gewurztraminer.
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