martedì 22 luglio 2008

CD, non opere di bene

Bello il parlamentare che decide di far distribuire 50.000 CD con l’inno di Mameli agli studenti. Tre domande da ignorante mi sorgono spontanee:

1) quanto costa produrre 50.000 CD? E i soldi da dove saltano fuori?
2) Bastano per tutti gli studenti interessati? In caso contrario, come avverrà la scelta dei destinatari?
3) La distribuzione, viene calcolata nel budget? O si spediranno scatoloni di CD a casaccio, che rimarranno a marcire nei depositi?

Poi, se non voglio trattarmi da ignorante, ci aggiungerei anche questa: ma i nostri esimii parlamentari, capisco che a loro un CD sembri il massimo della modernità dopo i grammofoni della loro infanzia, ma gli i-pod glieli ha mai spiegati nessuno?

Allora proporrei, con gli stessi soldi dei CD, di fornire alle scuole non ancora dotatene un computer con collegamento internet, da cui gli studenti possono scaricarsi un mp3 con l’inno, magari farne una versione dance-techno-trance, per rimetterlo al passo con i tempi e farlo suonare ai rave party, legali o illegali che siano. Che mi sembra l’unico modo di interessare la gioventù. Poi con il computer ci possono anche fare un mucchio di altre cose carine e istruttive.

Il giorno comunque che il rave-party lo organizzeranno nel Transatlantico, non verrà mai troppo presto. Che certe volte i nostri politici temo che gli mettano l’ecstasy nel caffè senza che se ne accorgano, e poi gli vengono i cali di pressione inspiegabili. Quindi su quell’aspetto lì siamo a posto.

Poi che ci restino secche solo le ragazzine ingenue, con l’ecstasy, è uno di quei drammi inspiegabili della vita.

PS: questo il compendio del primo quotidiano che mi compro da quando sto in Italia, e francamente, ci sono letture più appassionanti.

1 commento:

Byte64 ha detto...

hahaha, grande mammamsterdam!

l'italia ti manca, si capisce, quel che non ti manca sono gli italioti, evidentemente...