lunedì 5 dicembre 2011

Fine (prima) settimana

Si apre la porta della sala d' aspetto della guardia medica all' ospedale e dietro c' è un belloccio in giacca a quadrettini azzura.
"Tocca al bambino Diga"

"Buonasera, sono il dottor X"
"Buonasera, Summa, sono la madre. Orso?"
"Ciao Orso" e da la mano anche a lui.

Stasera abbiamo festeggiato Sinterklaas dai cuginetti piccoli fuori Amsterdam, tutta la sacra famiglia Diga con regali, ricchi premi e cotillon. La tecnica ci viene incontro con un sistema sofisticatissimo su Internet in cui basta inserire i partecipanti e le loro mail che il sistema estrae a sorte a chi bisogna fare il nostro regalo, e ce lo comunica per e-mail. Il sistema di quest' anno inseriva la possibilità di fare una lista di desiderata, mostrando anche dei suggerimenti per classe di prezzo e io ho scelto l'argilla Himalaya di Rituals, da spalmarsi addosso prima della doccia. Mi sa che l' ha presa mia suocera, mentre a me è toccato il capo e a lui mia cognata che ha chiesto dei limoni biologici e altre cose.

Come sempre, si crea un trucco per far suonare il campanello (di solito sono i vicini) e i bambini si sono precipitati a cercare chi era, dov' era, poi si sono ricordati che lo scorso anno i regali erano nella baracca dietro e infatti:
"Mamma, guarda i regali stanno in un sacco e nella nostra borsa dell' Ikea", urla Orso.

Ora, sappiamo che da un paio di settimane, grazie all' amichetto più grande (bastardo) Ennio sa che Sinterklaas non esiste. Orso tiene ancora duro, ma aveva sgamato un paio di giorni fa che i regali nelle scarpe le sere che le esponiamo ce li mettiamo noi (visto che ci aveva sgamati gliel' ho spiegato come Un Grandissimo Segreto, che siccome Sinterklaas già ha il suo daffare a consegnare il tutto la sera dei regali grandi, quelli piccoli lo aiutiamo noi genitori. Insomma, Orso ci è o ci fa? Non lo sapremo mai).

Come sempre la parte più bella, da quando sanno leggere, è che tirano loro i regali fuori dal sacco e leggono il nome del destinatario e poi cazzeggiano tra loro per chi deve consegnare il regalo successivo, mentre gli diciamo di aspettare che il donatario apra il regalo, legga la poesia (le ha scritte solo mia suocera e qualcuno a lei) prima di passare al successivo. Ovviamente aspettare è durissima, e a mia suocera era toccata una poesia lunga e complicata da leggere perchè scritta a mano, e a quel punto Ennio l' ha interrotta:
"Te la devo leggere io?" per spicciarsi e proseguire.

poi mentre loro provavano sul tavolo un nuovo gioco avuto in regalo, e io riferivo a mia cognata tutta la telenovela della scuola e dei figli, salta su Orso che si lamenta di un chicco di mais nell' orecchio (si era portato dietro i chicchi di mais da sgranocchiare ed evidentemente ha esperimentato).

Insomma, io resto sul divano con una vaga nausea, mia suocera con la lampadina da minatore che Sinterklaas ha portato a Ennio esamina l' orecchio, individua il chicco in profondità. chiede se qualcuno ha una di quelle ventosine per le lenti a contatto e rinunica a cercare di tirarglielo fuori con mezzi di fortuna per paura di far danno.

"Orso, non toccartelo più e domattina per prima cosa andate dal medico".

A quel punto mi alzo e decido io che sono la madre:
"No, lo portiamo al pronto soccorso" tanto un ospedale vicino c' è, l' ho visto mentre arrivavamo.
"Telefona prima per sentire se lo devi portare al pronto soccorso o magari direttamente in reparto dall' otorino".

Non so se sono io troppo presa dalla cosa, ma noto una calma enorme, nessuno che si agita o dice niente. Nessuno che mi dice si o no sulla decisione di portarlo subito a vedere. Mio cognato già ha trovato il numero dell' ospedale e mi chiede se ci voglio parlare io.
"No, fai tu, che sennò si ritrovano la madre straniera in preda al panico".

Parla, riattacca e fa: dai che ci aspettano alla guardia medica che sta presso l' ospedale.
Il capo manda me.

"Mamma, ma se un bambino resta in ospedale ci rimangono anche i genitori?"
"Certamente, ma secondo me non dovrai restarci".
'Se invece in ospedale ci devono andare i genitori, un bambino non ci deve stare per forza?"
"Beh, può andare a trovarli, ma siccome i bambini in ospedale possono prendere facilmente delle malatttie, preferiscono non farceli andare a meno che non stiano male loro".
"Se tu devi andare in ospedale io ti faccio un disegno tutti i giorni, uno al giorno".
"Sei molto carino, sono contenta e puoi anche scrivermi delle mail".
"Si, ma ti faccio anche il disegno".

Il medico guarda un orecchio, poi per sicurezza anche l'altro e sissignore, anche lì c' è un secondo chicco di mais e decide di andare a prendere degli strumenti.

"Mamma, ma lui allora non è un vero medico", fa Orso, molto tranquillo e controllato, ma stiamo a fare tutti i tranquilli e controllati, mi sa, da quando abbiamo sentito questa storia, che uno se lo aspetta da un bambino di tre o quattro anni, ma da questo qui? (Si, proprio lui, chi altri sennò?)
"Si è un vero medico di base, ma non di questo ospedale, lo hanno mandato da fuori ad aiutare e secondo me è perché stasera è festa e chi ha bambini ovviamente vuole stare a casa".
Il medico appena siamo entrati mi ha informato, come da protocollo, che lui è un medico di base ma non di pronto soccorso e che quindi se è il caso si consulterà con il suo supervisore, il dottor Y, che sta nell' ambulatorio accanto. Insomma, se ho capito bene sta facendo il tirocinio per la specializzazione. È giocane, vestito con cura e non porta il camice. Io invece mi sono strafocata della crema di pomodori secchi con enormi quantità di aglio di mia suocera e me la sento puzzare fin dentro le orecchie, mannaggia.

Mi piace molto come parla con Orso, gli spiega tutto quello che farà e come lo farà e con che strumento, tutto in modo molto rassicurante. Glielo insegnano apposta, per carità, ma a chi viene meglio e a chi peggio.

Con un piccolo uncino non riesce a tirarlo fuori.
"Non capisco", fa Orso, "perché io ci sento tutto bene".
"È perché il chicco fa sempre passare un pochino d' aria intorno".

Scopro che Orso sa perfettamente come funziona l' orecchio interno, sa che il tunnel diventa più piccolo e:
"mamma, in fondo c' è come un muretto su cui i suoni vibrano, non c' è un buco direttamente verso il mio cervello".
Gran cosa l' istruzione.

Il medico torna con una siringona e gli spiega che ci metterà dell' acqua tiepida e che cercheremo così di spingere in fuori il chicco e di non preoccuparsi se sente nell' orecchio il rumore dell' acqua, come sotto la doccia ma più forte ovviamente.

Io reggo la bacinella sulla sua spalla e gli spingo la mia testa contro la sua, un po' per evitare che magari faccia movimenti improvvisi, un po' per toccarlo se ha paura. E plik, il chicco salta fuori. Poi tocca all'altro orecchio ci vuole un po' di più ma è fatto.

"Promettimi che non lo farai mai più".
"Penso che ti sia servito per imparare qualcosa, vero Orso? In fondo sei un ragazzino curioso, ma bisogna stare attenti".

In macchina con lo zio.
"Sai mamma, mi è piaciuto un sacco l' acqua nell' orecchio". Per carità di dio.

A casa stavano già tutti a tavola, abbiamo riferito ma nessuno ha sprecato troppe parole al riguardo, solo che ormai sappiamo che se la porterà dietro questa storia almeno per i prossimi 60 anni a tutte le riunioni di famiglia.
"Ti ricordi quella volta che zio Orso si è messo due chicchi di mai nell' orecchio e due piselli secchi nel naso eccetera eccetera?"

Questa è la stoffa da cui nascono le leggende. Io e il capo eravamo stranamente sfiniti e dopo cena abbiamo tagliato corto per ripartire che domani c' è di nuovo scuola. I figli e le feste, come no, ti distruggono.

PS: venerdì quando l' ho ripreso da scuola la maestra mi ha detto che partecipa, fa tutto, non solo i compiti al computer ma anche gli altri, che gioca molto con gli altri bambini, che ha ispezionato tutto quello che hanno in classe e che è molto curioso, ma che lei è contenta di vederlo che si trova bene ed è felice. (Il fratello invece è stanco, isterico, non riesce ad addormentarsi per i pensieri e sono alcune sere che viene nel nostro lettone dove in 5 minuti casca come una pera. Manovre di assestamento, direi).

A casa ci ha raccontato che hanno lo stesso metodo di lettura della scuola vecchia, solo che lì stava ancora facendo il libro 1 e qui gli hanno dato direttamente il 3. Come volevasi dimostrare, ci sono scuole che fanno di tutto per tenere su il proprio sistema e scuole che guardano cosa serve al bambino singolo. Un piccolo incoraggiamento che forse andrà bene, che forse abbiamo fatto la cosa giusta.

Domani dobbiamo andare presto a scuola che arriva Sinterklaas pure lì e hanno un regalo anche per lui.

5 commenti:

Pentapata ha detto...

certo in olanda come resistere al richiamo della botanica? impossibile. dopo l'orto sul davanzale, il mais nell'orecchio, ci sta.
Sono contenta per Orso, per la nuova scuola, avere un posto dove ti capiscano - oltre a casa - deve essere stata una boccata d'aria fresca per lui. brava mamma.

barbara ha detto...

Beh, direi che il P.S. riscatta tutto :)
Visto che hai fatto bene? Goditi questa soddisfazione.

Amedeo ha detto...

Questa sì che è una grande notizia! Mando un bacio grande alle due bestiole - mando pure un abbraccio a te, oh mia Madonna!

stefafra ha detto...

Ah, un classico delle feste natalizie, i corpi estranei in luoghi estranei.
Tipo i fagioli della tombola (o i bottoni) che si infilano gioiosi in orecchie e nasini ogni Natale e Capodanno...

Io mi ritrovai al pronto soccorso da piccola con una congiuntivite orrenda e un occhio incollato chiuso (mi capitava spesso quando ero raffreddata) e ricordo ancora il bimbo prima di me, che tutto orgoglioso proclamava di avere un fagiolo incastrato in un orecchio, sua madre aveva l'aria parecchio incavolata e per niente preoccupata, pare non fosse la prima volta....

Ero piccola pure io ma non avrei mai sognato di fare un numero del genere, ognuno i suoi gusti.

Giovanni ha detto...

Dai! :-) Sinterklaas lo festeggiate la domenica più vicina, quando il 6 è un giorno lavorativo?
Noi quest'anno ci siamo incartocciati per diamo loro i regali stasera (7 dicembre, cerchiamo di distrarli dicendo che S.k. aveva molto da fare...)

Ah, l'aglio e l'Olanda. L'ho scoperto lì e ne mangiavo a quintali e ad un certo punto un tecnico di laboratorio, con la batava franchezza che sconfina nella grossolanità, mi fa:"mangiato aglio ieri sera?" :-/ Ma io micca ho smesso :-D

Forza Orso!!!
e anche Forza Ennio, che ha il contraccolpo!