domenica 11 dicembre 2011

#commuoviamocicorreggiamoci: Quanto sono emancipate le donne emancipate?

Faccio coming out: la mia educazione sentimental-sessuale è avvenuta su Cosmopolitan, che mia madre si comprava regolarmente perché, come diceva lei, faceva una vita infame, sempre a correre dietro al lavoro, la casa, i figli, la suocera convivente che le ispezionava le mutande e sfrucugliava nei cassetti, e quando mamma era in casa non aveva neanche la sensazione di essere nella sua tana dove non la scocciava nessuno, e allora comprarsi quella bella rivista patinata, con tante cose carucce, che dire, le dava l' idea che ci fossero dei mondi possibili.

La ragazza Cosmo in quegli anni aveva un lavoro figo e interessante che le permetteva di vivere in una grande città figa, fingiamo fosse Milano perché era in quegli anni che ancora c' era il mito della Milano da Bere, mentre dopo abbiamo capito che era soltanto un magnamagna. Era sessualmente liberata (la ragazza Cosmo, non Milano perché su quello più conosco dei milanesi più ho dei dubbi, ma spero qualcuno mi contraddica), aveva amici, aveva morosi, aveva amanti, andava a sciare, in crociera e a Marbella, e se decideva di mangiar panini per un mese perché lo stipendio se n' era andato in quell' irresistibile tailleur di Armani, era una decisione tutta sua.

Bone, libere, autonome e si facevano i capelli da Jean Louis David. Sembravano persino intelligenti. Lo capite, vero, che effetto potevano fare a una povera adolescente che si sarebbe tanto voluta emancipare, ma era minorenne, viveva in Abruzzo e aveva un padre, porello, con tante buone qualità ma sessista nel profondo, e il sogno di questa ragazzina, fin da quando era piccola, era di poter essere mandata in collegio. E avere vicino una biblioteca. In mancanza di meglio si leggeva Cosmopolitan, che ve lo dico subito a 13 anni può dare molto, ma non è tutto nella vita.

Non so chi nel frattempo si è vista Sex and the city ("Mamma, faceva un qualche figlio ultimamente, che non so dove lo avesse sentito ma se c' è sex di mezzo resta impresso a prescindere, Ma a te piace guardare Sex and the City?" "Sinceramente no, figlio mio, non me ne potrebbe fregare di meno". "Perché?" "Non so, non riesco a immedesimarmi, non me ne frega niente, io ho una vita un sacco più interessante") ma secondo me, il Cosmo dei bei tempi era un precursore non da poco. E a Milano, non a New York.

Comunque. Per fortuna a un certo punto della mia carriera universitaria all' Aquila (un po', socialmente, agli antipodi del mito Cosmo, lo posso dire sinceramente) sono saltate fuori le borse Erasmus che erano il biglietto di quanto più vicino al mito della giovane emancipata padrona del mondo. E sono partita per l' Olanda. Non Amsterdam, peccaritàdiddio, che non so come sarei sopravvissuta, ma Groningen, una cittadina sonnacchiosa sperso in mezzo alle campagne che se gli togli l' università gli hai tolto tutto, fondamentalmente una L' Aquila del Nord. E io, che forse se non venivo a Groningen ma restavo all' Aquila rischiavo di morire vergine e martire, mi sembrava un minimo di starci arrivando. Guardavo certe olandesi che incrociavo molto ellitticamente e mi sembrava che forse in questo paese c' era speranza, fossero meno bacchettoni, più aperti di testa.

E mi confermavo il fatto che si, c' è gente che è convinta di essere emancipata. Però anche lì, era l' ambiente che aiutava, non la testa della gente. Per dire la mia amica Yvonne, che mi spiegava che dal secondo anno di università era andata a convivere con il ragazzo, studente anche lui, in quanto se proprio devi dividere casa, fallo con uno di cui sei innamorato. All' inizio magari ci avevano anche provato a nasconderlo ai suoi di lei, ma anche se al padre forse non faceva piacerissimo, si era dovuto adeguare, diceva lei, perché da noi si usa così.

(Certo, mi mettevo io il sottotitolo, ma a voi il governo passa la borsa di studio, esistono migliaia di possibilità di lavoretti, non devi chiedere una lira ai tuoi, si fa presto ad emanciparsi e mettere a tacere un padre se non è lui che ti mantiene e non sei tu che gli devi chiedere i soldi. Comunque era un bell' inizio, nulla da dire).

Poi Yvonne e il suo moroso si sono laureati velocemente, lui ha fatto subito domanda e trovato un lavoro all' ufficio imposte perché anche se avrebbe potuto entrare in azienda, vuoi mettere il lavoro statale che ti permette di conciliare lavoro e famiglia? Quando mi sono sposata con il capo loro avevano già una casa loro, due bambini, stavano per fare il terzo e lui lavorava 4 giorni nove ore al giorno, praticamente uno stipendio pieno con in più il giorno libero per godersi i figli, lei un parti time da tre giorni, poi si è rimessa a studiare, sono stati i primi tra quelli che studiavano con noi e una pensa che l' emancipazione è una gran cosa e non necessariamente passa per la vita da single che ogni notte nei bar recupera un one night stand diverso. Passa per lo studio, il lavoro e la progettualità, tutte cose che a me in Italia sembrano mancare assai.

Comunque all' epoca loro ancora non figliavamo e a me si ripresentò, su suggerimento di mia madre, di farmi un controllino e vedere se prendere la pillola mi poteva far bene, perché avevo un' acne mostruosa da anni, che sicuramente mi ha tolto tanta sicurezza nella crescita, e sintometti strani in area ormoni che hai visto mai. Manco a farlo apposta un mio coinquilino di Arezzo che a differenza mia la vita sociale con gli italiani in città se la coltivava mi fece conoscere a una pizzata una signora deliziosa, ginecologa, che magari non lo sa ma ha avuto un importante ruolo materno nei miei confronti proprio quando ero triste, sola e autonoma nelle lande del nord.

Grazie a lei sono andata in ospedale, mi ha visitata, mi ha diagnosticato una candida che ce l' aveva mezza casa dello studente e non si capiva, mi ha risanata e già che c' eravamo mi ha messo in mano, previo ampio interrogatorio in materia di anamnesi, una scorta di Diane (ve le ricordate, vero, la Diane, la pillola con un quantitativo di ormoni sufficiente per tramortire una balenottera?) dicendomi di iniziare a prenderle e tenermi d' occhio e se si presentavano i sintomi tali o talaltri interrompere e precipitarmi da lei.

(Cioè, io in Italia a parte che scoprire che si poteva anche prendere la pillola contro l' acne all' epoca era più difficile da scoprire dell' indirizzo di un medico abortista quando l' aborto era proibito, io una volta c' ero pure andata all' AIED all' Aquila, per scoraggiarmi e rinunciare immediatamente alla lista di esami che ti facevano fare, manco fosse cicuta.

Katia invece me la spiegò così: che era come prescrivere l' antibiotico, a meno che non ci siano intolleranze note per uno dei componenti, si prendeva, si vedeva se ti faceva qualcosa, e in caso contrario continuavi a prendertela. (Insomma, il contrario esatto, qui in Olanda prima di prescriverti un antibiotico meglio che sei moribonda perché è un farmaco da usare con cautela, in Italia invece era la pillola).

La pillola, signore iddio, ma delle vostre amiche sessualmente attive quante prendevano la pillola? All' Aquila ogni tanto ne trascinavo una incosciente e in paranoia all' AIED per prescriverne una del giorno dopo di urgenza, mi mettevo le mani nei capelli quando sentivo le loro storie, ogni tanto se ne sposava qualcuna incinta (fateci caso erano sempre quelli che studiavano medicina o biologia che si inguaiavano perchè erano convinti che i loro metodi empirici funzionavano meglio di Ogino-Knauss), un mio caro amico del sud, profpndo sud, mi spiegava non solo che per loro la fidanzata andava messa sul piedistallo, che se la spupazzi troppo di sembra quasi di sporcarla, ma aggiungeva che lei prendeva la pillola quando glielo diceva lui, perché non tutti i mesi aveva voglia di farci l' amore (ma tu, stella mia innamorata, che l' ho bello che capito che non sei una ragazza Cosmo anche se la pillola la prendi, tu cocca mia non hai proprio niente da dire in questa coppia su quando farebbe piacere a te di fare l' amopre, con lui o chicchessia).

Insomma, uscire di casa e fare dell' antropologia comparata, veramente ti si apre uno sguardo sulla vita e sul mondo.

Che poi appena prescrittemi le famose pillole e ancora in attesa della congiunzione astrale giusta per iniziare a usarle, non mi capita un colpo di fulmine spaventoso con uno che mi faceva tanto sangue, solo che io all' epoca avevo iniziato ad uscire con un ragazzo tanto caruccio e anche se non ci facevo niente, non so, mi sembrava brutto zompare addosso all' altro senza prima almeno chiudere i conti con il primo, che io così Sex and the city decisamente non ci ero né Groningen era poi sta gran City, e la sera che comunque avevo deciso di uscirci, lasciando l' indirizzo alla mia compagna di stanza con l' avvertenza di avvertire la polizia se la mattina dopo alle 10 non avevo dato cenni di vita, e lei mi insegue per il corridoio sussurrandomi che se proprio si creava qualcosa di non preoccuparmi, che la Diane nel dosaggio giusto si poteva usare anche come pillola del giorno dopo e di non farmi paranoie se finalmente fosse la volta buona, la Madonna mi ha fatto la grazia di farmi spulzellare.

Che poi, visto che non ero sto tipo da one night stand perché ero troppo timida e imbranata, insomma, manco la soddisfazione di accendere questo cero alla madonna (perché volendo fare un ex-voto per una grazia del genere, qualcuno mi spiega di che forma avrei dovuto farlo fare? Il filone classico, come il braccio per quello che gli fu fatta la grazia di sfuggire alla cancrena no, pare brutto).

Ma insomma, come si fa a diventare una ragazza Cosmo emancipata? Per i soldi, tocca prima laurearsi, sul sesso, tocca prima innamorarsi, il tailleur di Armani, sinceramente mi mancavano le occasioni.

In compenso una volta ci incazzammo, gli italiani della casa dello studente, con delle olandesi che finalmente, nel momento in cui arrivò una mandria di vitelloni italiani, tutti studenti di legge o economia, che si lumavano e fraternizzavano con le bionde locali, le bionde ci capitarono in casa a ora di pranzo, che per un periodo facevamo i turni da vivandieri, un gruppo faceva la spesa, un gruppo cucinava e un gruppo riordinava, e subito si misero a pontificare su come noi italiane eravamo schiave del maschio visto che stavamo lì a cucinargli. I maschi si offesero (noi pure, ma almeno non avevamo mire su di loro), noi a spiegargli il sistema dei turni, i maschi a dire che l' unica era di invitarle a pranzo il giorno che il turno l' avevano loro e loro, no, no, così non vale perché avrebbero cucinato solo per dimostrare che non avevano ragione loro bionde.

Fatto salvo il piccolo particolare che quando alcune delle bionde si misero davvero con alcuni di questi milanesi e aretini, e per quagliare in un ambiente più intimo della casa Internazionale dello studente con la sua cucina enorme a 4 postazioni per 55 persone, se li portavano a casa, con che scusa lo facevano? Li invitavano a cena. Emancipate e ipocrite, evidentemente.

Insomma, in quegli anni e frequentando l' Olanda mi venne il dubbio atroce che ci fosse un equivoco di fondo sul concetto di donna emancipata. Perché a me sfuggiva il senso di tale emancipazione se la si riduceva solo a una questione di libertà sessuale. Non mi sento emancipata se vado in birreria a sbronzarmi come un portuale in franchigia per poi farmi scopare -male - da uno altrettanto sbronzo, se poi anche in questo paese le donne a parità di mansioni hanno stipendi più bassi, se le famiglie quando nascono i figli decidono che il part time lo prende chi ha lo stipendio più basso e gli orari scolastici, fino a pochi anni fa quando hanno imposto alle scuole di provvedere alla sorveglianza durante la pausa pranzo e al doposcuola, gli orari scolastici sono tutti basati sulla presupposizione che la madre sta a casa. O ditemi voi come si fa se alle 8.30 li porti a scuola, alle 12 te li riprendi, alle 13 li riporti e alle 15 te li riprendi.

E gli asili nido sono privati, cari e nelle grandi città sempre troppo pochi (idem il doposcuola perché è tutto privatizzato, al massimo se ti tocca ti scaricano dalle tasse alcune spese per i figli).

Insomma, potrai scopare quello che vuoi ma il padre ufficiale dei tuoi figli è sempre l' uomo con cui sei sposata al momento del concepimento. Non esiste la possibilità di fare un figlio naturale e riconoscerlo anche se si è sposati altrove.

Le maestre fino a metà degli anni ' 70 se si sposavano dovevano licenziarsi per contratto. Perché se ti sposi e fai figli, come fai a guardarteli, o madre degenere?

I grandi cambiamenti in proposito li ho visti tutti negli ultimi 10-15 anni e sono tutti venuti da fuori della coppia. Sono venuti per esempio dal grosso boom dell' economia negli anni prima dell' 11 settembre. Lì si sono cominciati a fare ponti d' oro a tutte le laureate che stavano a casa con i figli perché tornassero al lavoro e alle non laureate perché fornissero i servizi necessari per mandare avanti la crescita del paese. Sono venuti fuori da misure per incoraggiare anche i padri a prendersi un part time o dei congedi per dividere meglio le cure. Ripeto, certi cambiamenti li vedi soprattutto nella classe medio-alta urbana, ma ci sono e si tirano dietro il resto del paese.

Per questo ritengo che i pilastri dell' emancipazione femminile siano un po' diversi da quelli propagati all' epoca delle ragazze Cosmo.

Si basano su autonomia economica, autonomia finanziaria (non dipendi dalla pensione di reversibilità di tuo marito, per esempio), servizi, stimoli a cambiare la mentalità. Il sesso è una cosa bellissima, chi dice di no, ma non ci si costruiscono sopra delle politiche, anche se hanno cercato di convincerci del contrario ultimamente.

E visto che molti dei post che hanno partecipato a questa giornata di blogging promossa dal gruppo #Donnexdonne, per parlare di buone prassi nei confronti delle donne e di una pluralità di diritti e politiche, hanno voluto ricordarci alcune prassi private per dividersi nella coppia e nella famiglia la cura e il relax, il mio modesto parere è che si potrebbe raggiungere tanto già solo istituendo un congedo parentale obbligatorio per i padri.

Pensateci: un uomo che è 'costretto' a stare a casa a curarsi figlio e puerpera, che fin da subito ha un ruolo riconosciuto per legge sul proprio ruolo di genitore partecipe, intanto ha la scusa per farlo. Un congedo parentale infatti non è che sia impossibile, è che per molti uomini in molti ambienti di lavoro è un tabù. Invece così, che fare, è la legge, mica mi posso sottrarre? La legge fa tanto per cambiare la mentalità, guardate soltanto cosa è successo da quando i caschi e le cinture di sicurezza sono diventati obbligatori e il fumo nei locali pubblici è vietato. Sembravano cose impossibili per noi italiani tanto anarchici, nevvero?

E per concludere un aneddoto che mi hanno raccontato e non ho mai avuto modo di verificare, ma che se non è vero è talmente ben trovato che sembra inventato apposta. Avete presente lo stereotipo dei mariti corporate-man giapponesi, quelli che hanno la moglie a casa che gestisce vita, figli e stipendio, lasciandogli la mancia per le piccole spese, ma che in fondo dal giorno del matrimonio alla morte sta unicamente al servizio della carriera del marito? Quelli che dopo il lavoro per dovere vanno a cena e a ubriacarsi con i colleghi e i clienti e anche se nella sbronza fanno cose invereconde nessuno gli può dire niente perché lo fanno per rendere grande il paese. Improvvisamente nel tempo libero cominicano a seguire corsi su come sedurre la moglie, farle carinerie eccetera. E cominiocano pure ad applicarlo a casa.

Come mai? Era uscita una legge in cui, in caso di divorzio, alla moglie veniva riconosciuta la metà di stipendio e pensione del marito. Quindi non erano più le mogli a dover sperare che il marito non le mollasse per un' altra o si ritrovavano in mezzo a una strada.

Gente, cercate i soldi, come nei reportage e nelle inchieste sulla criminalità organizzata. Quando sei autonomo/a finanziariamente sei più libero/a di testa, sei più padrone della tua vita, delle tue decisioni e delle tue idee. Sarà per questo che in Italia non conviene a chi vuole comandare sul popolo bue. E non so tutto questo come ci rientra nel discorso buone prassi,

So solo che visto che ho parlato di sesso, magari i click sul mio blog adesso aumentano.

7 commenti:

Flavia ha detto...

ci sono ci sono, e sono d'accordo con una cosa che dici, ovvero certe cose si cambiano per legge. Per cui mi preoccupa il fatto che le nostre riflessioni provate non riescano a farsi pubbliche.... http://www.veremamme.it/2011/12/se-non-le-donne-chi-tutti/

Mariantonietta ha detto...

no, 'spetta che mi ci vuole un po' per leggerlo e devo pure lavorare....

desian ha detto...

sono al lavoro, appena lo leggo ti so dire... ma in linea di massima queste cose mi interessano. Ti so dire al più presto!

Amedeo ha detto...

Giustissima la previsione sui click al blog tuo: al mio c'arrivano - non mi chiedere perchè - con cose tipo "zia che si scopa il nipote" -.-"

Donne e uomini che leggete, quanto vi state spaccando dalle risate? Ecco, immaginate me, che 'ste cose le ho sentite dal vivo, dritte dritte dalla sua voce! :)

Anonimo ha detto...

Leggerti é sempre uno spasso per cui scrivi scrivi scrivi con o senza intenti pedagogici per l'umanitá intera. Io, come avrai intuito, passo che queste maratone digitali mi hanno proprio stufato. Sorry per l'elusivitá del commento. Ho voglia di cose concrete, da piantar patate in poi, tutto sto elucubrare dietro le digitali stanze mi sembra privo di sostanza. Un gran bel parlarsi addosso. E lasciamo anche perdere i 25keuro per una pagina di giornale, pls. Che io sicuramente non ho capito un tubo ma francamente ho un elenco di cose in mente piú meritorie per cotanta cifra.

Elegante ed ellittica come al solito ;-)
graz

Mammamsterdam ha detto...

Ame, certo che tu sei una risorsa per le zie e per i nipoti, e se ti adottassi come zia?

Desian, ti aspetto con calma, Flavia ti ho aggiunta alla lista nell' altro post.

Graz, ti capisco e concordo, la mancanza di concretezza ammazza anche me, ma nel frattempo mi sono fatta l' idea che anche il parlarsi addosso sia importante come presa di coscienza e sicuramente per darci uno sguardo ai famosi altri mondi possibili.

E sull' idea #2euro per 10 leggi, non mi ci sono scatenata con tutte le mie forze e tutti i miei mezzi visto che ci sono altri che lo fanno meglio di me, ma le mie quote le ho sottoscritte, perchè sono persuasa fortemente che in questo paese abbiamo proprio un problema di legislazione per le piccole cose. Un paio di leggine ad personam anche per noialtri no?

Amedeo ha detto...

Ci sto.
Voglio essere zia Ghirlandina.