lunedì 30 giugno 2008

Gestione delle acque

Oggi, dopo essere stati in comune a fare i passaporti degli Gnorpoli, siamo partiti con opa, che ha deciso di fare la via della grande diga. Prima però abbiamo dovuto aspettare alle chiuse che un ponte si chiudesse, che ci sono un sacco di barche a vela che vanno e vengono. Abbiamo spiergato la funzione delle chiuse ai mostri, peccato che io e opa partissimo da due presupposti diversi. Io che dicevo che servivano a proteggere Amsterdam e le acque interne da maree eccessive, opa che servivano a imettere acqua nei canali che altrimenti si sarebbero asciugati. Avevamo ragione tutti e due, mi sa.

Prendiamo la a7 e subito prima della diga abbiamo aspettato una ventina di minuti in fila sull'autostrada che si richiudesse un ponte. Poi ci abbiamo messo un sacco di tempo. Sulla grande diga ho dormito, ma ai bambini è piaciuta molto.

Arrivati, siamo andati in piscina. Ennio ha fatto la sua prima lezione di gruppo, ma c'è solo il lunedi. Il resto del tempo far``a di nuovo quelle private, che va benissimo. adesso fa parte dei calamari. Prima era un cavalluccio marino, poi un delfino, poi un calamaro. Alla fine prenderà il diploma A di nuoto, che qui si prende fino al C.

La cosa notevole di questa poiscina è che ha un fondo che si alza e abbassa a seconda degli utenti. Alla lezione di oggi era di 83 cm.

Certo che gli olandesi, l'acqua la conoscono proprio bene.

domenica 29 giugno 2008

Amore di mamma

Oggi pomeriggio, mentre facevo la spesa e aspettavo il rientro di Orso dalla festa di matrimonio, mi sono detta che sono felicissima all'idea che fra un paio di settimane io e lui ce ne andiamo in Italia insieme e stiamo un paio di giorni da soli con Flavia al mare.

Che solo all'idea di questa luna di miele con il mio cucciolo, in cui ci faremo le coccole, ci sbaciuccheremo, andremo a fare i bagni al mare e, spero, ci strafocheremo di pesce, mi sono sentita tutta innamorata del mio Orso cucciolo.

Ma così felice e innamorata che mi si sono acccaldate le guance.

Che lo so che io e il capo siamo così stanchi e stressati da non essere gentili, disponibili e presenti tutto il tempo, e che tutte le marachelle e lagne insopportabili di Orso derivano solo da quello. E che come il piccolo e silenzioso di casa spesso le sue pretese non le prendiamo seriamente.

Ma ho tutta l'intenzione di rifarmi.

Mi sento come se stessi per partire con l'amante. Che bello, siamo proprio una famiglia autarchica, tutte le emozioni del mondo ce le risolviamo internamente.

Olio, compleanno, matrimonio e grassello di calce

Silente da due giorni.
"Ma non le leggi le mail?"
"No, sono in giro da due giorni".

Venerdi siamo andate come sorelle bandiera, io, Martina e Silviotta a fare una dimostrazione di oli d'oliva in Brabante, nei giardini-galleria d'arte di Bert Huls a Tessloo, in Brabante. Splendidi paesini in mezzo ai boschi.

Al Bert, con uno spostamento di tavoli dell'ultimo minuto abbiamo rovinato tutta la poesia minimalista del giardino di pietra con le statue, dove ci siamo piazzate con tavoloni e ammennicoli. Presto le foto. Comunuqe ci siamo divertite un sacco noi tre e ci siamo almeno riaggiornate, che i viaggi in macchina a questo servono. Poi uno dice la letteratura on the road.

Per fare la dimostrazione a queste ereditiere, come le chiamo io, mi sono persa la festa dei 90 anni della nonna. Che per la nonna mi dispiace, ma per la festa no. Sono arrivata alle 20 passate, che erano giusto al caffé, mi sono presa un te, ho riciclato per la nonna lo splendido bouquet che mi hanno regalato, non ho pranzato né ho cenato ma non ho osato dir nulla che la tensione si tagliava con il coltello. Cioè, da parte della zia maniaca, che rompe su tutto e tutti.

I Dijk al completo, invece, si sono divertiti, hanno spupazzato Bruno, l'ultimo nato, che quando sono arrivata mia suocera ci stava facendo conversazione e Ennio e Orso sono stati esemplari: hanno giocato con il computer, ammirato i pesci nell'accquario, Orso delusissmo ha cercato di mangiare due grappoli dell'uva decorativa del ristorante ed è rimasto delusissimo quando ha scoperto che erano di plastica. Mi è sembrato che la zia rompi sia stata sistematicamente ignorata.

Stamattina, spedizione a Heemstede per informarci sulle pitture a base di calce, e poi un ulteriore giro mattonelle per il bagno. Alle 13:30 abbiamo cercato di far indossare a Orso la camicia di lino bianco per la festa di matrimonio della maestra. Una lotta, due contro uno.

Alla fine ha preteso di mettersi un giubbotto blu per non far vedere a nessuno la camicia bianca. Siamo arrivati ultimi ma in tempo all'appuntamento, dove sarebbe arrivato a prelevarli il pullman. Il corrimano esterno del comune è stato una bellissima palestra per le belve, che il pulllman era in ritardo.

Ma quando è arrivato! Un double decker rosso inglese, Orso era sopra per primo davanti a tutti, Matej isterico si aggrappava alla madre e hanno dovuto caricarlo a forza. Il pullman è partito con tutti i bambini che salutavano dai finestrini e Matej aggrappato all'orlo, tutto lacrimante, sembrava implorasse di essere liberato di prigione. Ma è rientrato sereno e contento come tutti.

Hanno saltato sui gonfiabili, ballato, cantato la canzoncina che avevano preparato per la maestra, mangiato la torta e sono tornati carichi di palloncini sagomati (Orso con un casgnolino blu) e un sacchettino con fuori la foto degli sposi che ringraziavano, e dentro una bottiglina di bolle di sapone bianca a forma di torta nuziale (l'anello è flessibile), un pupazzetto di legno e una molletta.

Orso già tratta questa bomboniera cocme una reliquia. Abbiamo messo tutto sulla mensola sopra la lavagna della cucine e il biglietto attaccato alla lavagna con un magnete.

"Abbiamo messo la foto di Juf Lizet e Jasper molto in alto, così gli altri bambini non la portano via".

Poi li ho mollati tutti e tre con un sugo scongelato e gli spaghetti, e me ne sono andata a cena con gli Astarotti alla House of Balti, all'angolo tra Frans Halsstraat e Ferdinand Bolsstraat, unn ristorante indiano buonissimo. abbiamo definito le date e il programma del prossimo anno e adesso ci tocca metterci al lavoro di brutto.

Ma siamo felici. E ho pensato (e gli ho anche detto) che sono così felice di avberli come amici: ci divertiamo tanto anche quando parliamo di stupoidaggini, ma soprattutto costruiamo tante cose belle insieme. E ho pensato alle cocnversazioni di circostanza delle ereditirere di ieri durante l'aperitivo. C'è gente la cui vita sociale è tutta così. Povere stelle.

giovedì 26 giugno 2008

Ultimo giorno di scuola

Oggi era l'ultimo giorno di scuola e stamattina i bambini potevano portare il proprio giocattolo preferito. con Enio abbiamo discusso due giorni per convincerlo a non portarsi dietro tutta la cassettona cdel Lego con il treno. All'ultimo momento gli ho ficcato un aereo e due ometti nello zaino e via. Grande delusione quando in classe abbiamo visto che 'erano almeno altre due cassette di lego. Porc, questi genitori che non si sanno imporre ai figli e gli fanno portare di tutto a scuola.

Orso invece si era alzato con il piede sbagliato e per distrarlo gli ho proposto di andare a scuola con il suo casco da pompiere. Lo ritrovo in lacrime in cucina:
"questi non sono vestiti da pompiere"
e mi tocca scappare sopra pregando che ia pulita una maglietta rossa di uno dei due, no importa quale. Si, c'è la maglietta con l'orso, che lui si gira sulla schiena e va scuola così, con la maglietta avantindietro, tutto rosso.

La bici di Ennio è proprio scomparsa, ce l'hanno rubata due giorni fa dal recinto della scuola. Nella cucina c'era in visione il librone con il servizio fotografico a tema sposi e i disegni dei bambini che è venuto benissimo, i genitori che ci si sono messi hano fatto un superlavorone.

Dopo le vacanze avremo il CD e le foto, non tutti i genitori vogliono foto dei propri figli su un CD in mano altrui (e con l'occhio a una delle considerazioni del post precedente li capisco, dall'altro mi dico: esagerati. Ma avranno le loro ragioni, solo io ho poca fantasia e non riesco ad immaginarmele.

All'uscita ci siamo tutti attardati in cortile, tra saluti, appuntamenti, regali. Ad agosto Ennio andrà in visita da Yael al campeggio a Bakkum. Yael cambia scuola, perché alla sua sorellona, che sta nella classe mista dei grandi, farebbe meglio stare un paio di anni in una classe con solo bambini della sua età per prepararsi meglio agli esami finali.

Julian e i suoi vanno in campeggio in Veneto, al mare, e al ritorno anche Julian vuole che Ennio vada a dormire da lui. Julian resta nella classe attuale ancora per un annetto, insieme agli altri piccoli. Con Ennio vanno in terza solo Marilou e Mika. Isadora, che comincerà dopo le vacanze, non andrà in classe con Orso, come speravamo.

Orso si è riportato a casa un regalo di Selene, che trasloca fuori Amsterdam ed ha portato a tutti un vasettino di quadrifogli. Abbiamo appena messo la pastiglia di terriccio secca a sciogliersi in acqua e poi pianteremo 3 bulbetti. Con la mamma di Sacha, suo grande amore, siamo d'accordo che se non ci incontriamo per caso alla sabbiera, li faremo giocare insieme quando ricominia la scuola. Nel frattempo Orso ha persino imparato il nome del gemello di Sacha, e non lo chiama più "il bambino con Sacha".

Le maestre hanno regalato a Orso una foto della sua classe l'anno prossimo, senza quindi i bambini che passeranno in terza. Così si abitua.

Poi siamo andati a giocre al parchetto insieme a Giulia, e com'è, come non è, Orso l'ha spinta nel laghetto sporco schifoso. E l'ha pure fatto apposta.
"Non voglio giocare con lei" ha spiegato.

"Ma glielo hai detto?" chiede la mamma di Giulia?

Per fortuna lei non se l'è presa, anzi, dopo lo spaventone iniziale le è pure piaciuto fare uno splash grande. Ma l'abbiamo dovuta riportare di corsa a casa, avvolta nel mio sciallone di lino, che per fortuna mi ero messa in borsa per ogni evenienza.

In realtà la scena era buffissima e a cose fatte io e la mamma di Giulia ci siamo confessate che ci veniva proprio da ridere, ma a Oso ho fatto omunuqe una partaccia e l'ho riportato a casa per punizione. E mentre rientravamo ho visto un gran fumo nero arrivare da Amsterdam Noord, non sembrava vicino a casa nostra, ma al rientro mi sono attaccate al computer e ho capito che tutte le sirene che si sentivano da stamane in distanza venivano da lì, un mercatone di mobili che poi ha appicato fuoco anche a altri due magazzinoni a fianco. Che comunuqe è lontano da noi.

Per dire, un pompiere sottomano fa sempre comodo. Forse Orso stamattina ha avuto un presentimento.

Il privato è pubblico?


Colgo l'occasione di pubblicare uno stralcio di e-mail a firma Anna Ciriani (sto cercando di controllare l'autenticità della mail arrivatami, ma siccome sottoscrivo in toto alcune delle cose che leggerete, non mi interessa più di tanto conoscere il contesto di questa mail), e mi piacerebbe fare un paio di commenti, come al solito interculturali con quello che so io della vita in Olanda e quello che sento arrivare dall'Italia. Anche qui, conto sulle reazioni di chi legge.

Anna Ciriani è purtroppo nota (e dico purtroppo, perché mi sembra che abbia pagato molto caro con un esagerato sputtanamento pubblico) perché nell'ottobre 2007 ha visitato la fiera di Berlino e alcune sue immagini in tale occasione sono state messe in rete. A seguito di ciò è passata alla storia del giornalismo nazionale come la Sexyprof (o peggio) ed è stata sospesa per 7 mesi dal suo incarico di insegnante. Ora è stata reintegrata.

Questo lo stralcio che mi interessa riportare (grassetto mio):

"Ritengo ingiusto che io abbia pagato così a lungo, per un fatto avvenuto nella mia vita privata e al di fuori del mio lavoro. Io, a scuola, sono sempre stata professionale e morigerata nel comportarmi e nel vestire.Agli studenti ho sempre trasmesso tutta la mia preparazione e la mia educazione. Ritengo che sia più nociva l’azione di un docente poco preparato o che toglie autostima e sicurezza ai ragazzi con il sarcasmo, la mancanza di sensibilità o di obiettività di giudizio.Ai miei alunni non è mai interessato ciò che faccio al di fuori delle mie ore di lavoro.Tuttora, quando mi incontrano, mi salutano con grande rispetto e gratitudine. Ho sempre cercato di insegnare la necessità di un profondo rispetto per la libertà altrui e la tolleranza nei confronti di tutti. Quanto accaduto a Berlino esula da tutto questo, perché riguarda esclusivamente la mia vita privata. Gli orientamenti e le scelte sessuali sono una questione che riguarda la vita privata dell'individuo.Ricordo gli articoli di legge 675 del 1996 e soprattutto il D.L. 196 del 2003 art. 22 comma 1che sancisce che un dipendente pubblico non può essere sospeso per gli atteggiamenti che riguardano la sua sfera sessuale. Ribadisco che non sono una pornostar, come riportato erroneamente da molti giornali che non conoscevano nulla della vicenda, e non sono stata io a immettere nel circuito internet i filmati o le foto che mi ritraevano.Penso di essere io l'unica vittima di tutta questa vicenda, che ha leso la mia dignità di donna, di libera cittadina e la mia immagine professionale, in quanto i miei comportamenti privati non possono essere messi in discussione da nessuno, dal momento che non ho mai commesso alcun reato né a scuola né fuori, e dal momento che non sono stata io a rendere pubblici e a divulgare tali comportamenti".

Ecco, io trovo che tutto questo si commenti da sé. E basterebbe per aprire molte linee di discussione: dalla proprietà delle proprie immagini, che purtroppo negli ultimi anni, con la diffusione di massa di sistemi di riproduzione è scomparsa, ma è giusto rivendicarla quando questa viene esposta senza il proprio consenso sui media, all'ipocrisia di chi giudica i comportamenti privati degli altri o di chi pretende di imporre la propria morale sessuale al resto del mondo, ai danni che gli insegnanti sbagliati possono infliggere ai propri alunni creandogli paure e insicurezze che poi si portano dietro per tutta la vita, al ruolo dell'educatore e come la scuola (tutte le scuole, non solo quella italiana) cerchi sempre la via ideale tra istruire ed educare. Ma potrei andare avanti all'infinito.

Mi limito, sul tema specifico dell'ingerenza della scuola nella vita privata dei suoi insegnanti, a segnalare il bellissimo libro di Lalla Romano, Un caso di coscienza (ed. Bollati Boringhieri). Allora il motivo della sospensione di un'insegnante era stato il suo rifiuto, da Testimone di Geova, di far praticare una trasfusione a un suo figlio (me lo ricordo bene? Devo controllare, l'ho letto tanti anni fa) ma il punto non era neanche nel libro quello, era proprio il dubbio di coscienza della collega chiamata a portare avanti l'azione disciplinare.

Cosa sarebbe successo in Olanda in una situazione del genere? È vero che abbiamo un governo tanto protestante (e tenete presente che in questo paese qualche apertura domenicale di negozi, enormemente irregimentata per di più, è cosa recentissima, a causa dell'opposizione di chi insiste ad imporre agli altri il suo giorno del Signore) ma è vero anche che proprio sulle questioni di orientamento sessuale non è bon ton impicciarsi dei fatti degli altri.

Le saune sono miste e non vi si indossa costume da bagno, il topless è accettato ovunque, anche nelle piscine all'aperto e nelle spiagge, insomma, non è un ciuffo di pelo pubblico a smuovere gli animi, almeno non ad Amsterdam e nelle città grandi in genere.

Insomma, dal mio modesto osservtorio direi che magari un pochino di scalpore mediatico il fatto lo avrebbe anche suscitato, ma secondo me si risolveva con una discussione interna alla scuola, magari insieme ai genitori. O forse neanche quello. Certo non con una sospensione dal lavoro. Parlo però esclusivamente delle scuole pubbliche.

Quelle confessionali è un altro discorso, fanno quello che gli pare, accettano e rifiutano gli alunni che vogliono loro e vengoo pure finanziate con soldi pubblici. I paradossi di questo paese così emancipato e così baciapile.

Berend ti amo



anche se questa impresa della casa ci distrugge, anche se il lavoro è tanto, anche se i bambini percepiscono il nostro spallamento generale e ci stressano ancora di più.

Passerà anche questa, ne sono passate tante. Approfittiamone però per imparare a vivere ancora meglio insieme.

Una volta, tanti anni fa, ricordo che ti dissi una cosa che ancora penso: c'è la cosa che non possiamo cambiare, ed è la più importante, ed è quello che io e te abbiamo insieme. E poi ci sono le circostanze esterne. Quelle possono stressarci, farci incazzare, allontanarci. Ma restano esterne e non ce ne deve fregare più di tanto.

Buona giornata.

mercoledì 25 giugno 2008

Inviti orseschi


"Perché quando Charlotte fa il compleanno le facciamo una grande festa qui da noi, a casa nostra, e tu papà devi fare i pannenkoek"

"Ma davvero Charlotte viene a festeggiare il suo compleanno qui?" stranisce il capo, che questi annunci di prima mattina bisognerebbe darglieli con calma.
"Ma no, è un'idea che gli sarà venuta adesso".

Meglio che non gl dica che proprio ieri ho proposto a Marta di fare la sua cena di compleanno qui. Che diceva che con il neonato da allattare doveva stare nei paraggi.

E noi siamo abbastanza nei paraggi da farsi portare l'idrovora al momento del bisogno, ma sempre fuori casa, che mi sembra una cosa non trascurabile. Non devi pulire il bagno. Non devi mettere in ordine. Non devi lavare i piatti. Decisamente, amo i compleanni fuori casa.

Orso deve aver rirpeso da me.

N.d.R.: i "pannenkoeken" sono una delle specialità olandesi. Ve li spacciano anche sotto il nome inglese di pancakes (ma non sono i pancakes americani), potremmo fare i fighi e chiamarli crepes, ma sono più spessi di una crepes, dalle mie parti si chiamerebbero scrippelle rustiche dolci. La ricetta alla prossima.

N.d.R. 2: il capo da giovane, nel suo studentato era anche noto com Dr. Pancake. Così un paio di mesi fa gli ho proposto, la domenica, di farceli a colazione. Ma ieri ne ho comprato un pacco già pronti alla HEMA, solo da scaldare 30 seconi nel microonde.

martedì 24 giugno 2008

Indipendenza orsesca


"si, ma adesso ho capito"
Pausa.
"Io sono un bambino grande"
Il capo sospira paternamente affranto:
"Tu sei un bambino, questo è certo, Orso. Ed è proprio questo il problema".

Il problema è che non ti rendi conto dei pericoli. Che hai questa anarchia, bastiancontrarite, necessità di affermarti nei modi che tuo fratello ti lascia, ovvero il silenzioso, il ribelle, il furbastro, il mi-faccio-i-fatti-miei-e-guai-a-chi-mi-contraddice. Peccato, perché sei un bambino molto dolce, premuroso, intelligente, generoso e dovresti smetterla con l'autolesionismo da: sono arrabbiato adesso mi mordo il braccio. Mi dicono che è pericoloso, ma io la penso diversamente. Io posso tutto. Un tipo così, il mio secondo figlio.

Insomma, domenica Orso ha fatto un passo nella direzione che popola tutti gli incubi dei genitori e delle nonne da quando abitiamo qui: che con il canale davanti casa, la darsena da un lato e la grande via fluviale dall'altro dietro l'angolo, appena ha potuto mia suocera si è sobbarcata le lezioni di nuoto, pur di sventare il pericolo che uno dei bambini affoghi prima della maggiore età.

E siccome è bel tempo, siccome Ennio può uscire da solo a giocare nel giardino pubblico dietro casa, dove tutti i bambini si radunano intorno alle fontane o persi in 1000 avventure, tanto è chiuso al traffico e un saco di case ci si affacciano, con genitori che dalla cucina o dal balcone li tengono più o meno d'occhio, anche Orso, un po' più tardi del fratello, ha cominicato ad essere lasciato a piede libero.

Gli metto un banchetto sotto il campanello che ci arrivino e quando vuole rientrare suona. Il controllo sociale funziona anche molto bene, di fianco c'è una pista ciclabile, e proprio domenica mattina una ragazza, un po' spaventata, mi ha suonato per riconsegnarmi Orso che si era fatto pungere da un'ape o simile sul dito e piangeva.

Domenica ha anche sconfinato nell'altro giardinone grande, quello per cui bisogna attraversare il canale sul ponticello ciclabile. Senza dirmelo, ovviamente, ma lo avevo visto cincischiare in quella direzione, quindi non trovandolo al solito posto mi è bastato voltarmi ed era lì, in linea d'aria, a parlare con gli insetti nel cespuglio.
"Ho giocato con Marit, ma Marit adesso è da sua mamma a casa", che Marit è una compagna d'asilo che abita dal capo opposto. Va bene, finché espande i suoi confini all'altro giardino mi va bene (Ennio non l'ha mai fatto, ma Orso è Orso).

Il pomeriggio anche. È stato fuori 10 minuti 10 con la bici, prima di cena. La bici, abbandonata dietro casa. Cammino dall'altra parte e puramente a mò di saluto, incontrando i vicini simpatici che ho conosciuto il giorno prima alla festa della strada, chiedo:

"Sto cercando Orso, l'avete visto?" che mi arrivano dalla direzione giusta.
"Si, sta giocando in una delle barche".

Corro al canale e passando davanti la nostra porta aperta dico a Ennio di far subito uscire il capo. Il capo è uno di quegli uomini che non bisogna fargli fretta, ma quel paio di volte che c'è stato bisogno in millisecondi era sul luogo del delitto.

Nel frattempo io lo chiamo come una disperata:
"Orso, rispondimi"
"Sono qui".

Ecco, se non loavessi saputo, col cavolo che guardavo nelle barche. Corro in direzione della voce, ma mi ritrovo dal lato sbagliato del canale. Faccio cenno al capo di reggiungerlo e resto nei paraggi. Che se si muove e la barca ondeggia mi tuffo e con mezza bracciata ci sono.

Non so come, non so quando ci è arrivato, improvvisamente il capo è nella barca con Orso e gli parla pacatamente.

"Orso, sai che non dovevi venirci, come ci sei entrato qui?"

Orso ignora la domanda e si dedica al suo bastoncino. Che non vuole mollare e strillla come un'aquila, mentre il capo, nell'equilibrio instabile della barca, lo convince a poggiarlo sulla banchina, che non te lo porta via nessuno, e mi passa il reprobo. Che mi stringo sfinita.
"Orso, ma lo capisci che se vai sulle barche poi fai pluf, finisci in acqua e io non ti trovo più? e tu muori e noi piangiamo?"

Il mio ritornello ogni volta che passiamo sul canale per rientrare e loro camminano sull'orlo, guardando le barche, le papere e tutte le cose interessanti intorno l'acqua.

Abbiamo capito che non ci arrabbiamo. Siamo d'accordo nello spiegargli che abbiamo preso una gran paura. Le emozioni le capisce bene, questo mio Orso anarchico, le strillate no, si chiude a riccio. Non ci siamo neanche veramente messi paura, è stato tutto così rapido e l'abbiamo sempre visto sano e salvo in quella barchetta. È l'idea di quello che sarebbe potuto succedere, la coscienza che di un bambino non puoi MAI fidarti (risultari conseguiti in passato non offrono nessuna garanzia per il futuro, come dicono i prospetti sui titoli azionari).

Io lo so perché ci è andato proprio oggi e proprio su quella barchetta: quando siamo usciti dal garage, rientrando nel pomeriggio, c'erano due signori a trafficarci e lui si è fermato tutto interessato.

Ma: se non mi avessero detto che era lì, non l'avrei chiamato e cercato subito lì. Se avesse cercato di uscire da solo, a un buon mezzo metro tra orlo della barca e banchina, non solo non ce l'avrebbe fatta, ma la barca si sarebbe rovesciata. Se non avessimo comprato casa davanti a una strada di gran traffico, per cui fra pochi mesi non potrò più farli uscire da soli come qui e non cercassi di compensare lasciandoli approfittare adesso della libertà che i bambini hanno in questo nostro quartiere fortunato.

Ma: Ennio non ci ha mai dato problemi, tutti i bambini anche della sua età vengono moderatamente lasciati a piede libero nei giardini e io sono convinta che ai figli fa solo bene crescere sapendo quali sono le cose pericolose e non. Un fiorellino di serra portato per mano fino a 16 anni, come hanno tentato di fare con me, neanche mi sembra il modo migliore di prapararli alla vita e al mondo. Cioè, tutto questo vale se sopravvivono, fino ai 16 anni.

"Io voglio tenere il bastone in mano e girare la barca".
Il timone, ti pareva. Inutile, lui ha questo carattere qui, che la direzione alla sua vita la dà lui e solo lui.

Orso, su quello siamo d'accordo, adesso però mi dai retta sulle cose pericolose? Che lo so che c'è un angelo dei bambini incosciento (quello che ha fatto uscire il casellante due secondi prima che io decidessi di attraversare la ferrovia con il mio fratellino per mano mezzo minuto prima che passasse il rapido delle 12:23, che quel giorno mi scocciava fare il giro fino al sottopassaggio e ho tagliato per i campi) ma non ci posso contare per organizzarmi la vita.

Credits foto: www.amsterdamimage.com

domenica 22 giugno 2008

Pubblicità

La maggior parte delle pubblicità in Olanda ha questo sottotono ironico, sarcastico, che gioca con la doppiezza delle situazioni. Non hanno rispetto e paura di niente, in particolare dei temi politically correct.

E in un paese che si regge su birra, banche ed assicurazioni, chi avrebbe mai potuto pagarsi i migliori spot, se non le società di assicurazioni?

Anni fa ci fu tutta una serie di pubblicità della birra Bavaria: persone impegnate in qualche impresa impossibile, che all'inizio le vedi far qualcosa che sembra normalissimo, poi il campo si allarga e ti rendi conto della titanicità della cosa, e forse a quel punto se ne rendono conto anche loro, che decidono di prendersi una pausa ed ecco che spunta il pay-off: Ecco fatto, e adesso una bella Bavaria.

Questo format venne rilanciato al pubblico con un concorso a cui spedire fotografie che stessero bene con questo motto e con tutta l'idea dell'impresa titanica da risolvere, e ne vennero fuori cose belline, che poi hanno trovato la strada sui media. Sparagn' e cumbarisc', si dice dalle mie parti, fai bella figura e risparmi pure.


Un altro campione è Centraal Beheer, una grossa assicuratrice che ha la sede in the middle of nowhere tra i boschi di Apeldoorn. Da ventitré anni il loro pay-off è: Chiamiamo un attimo Apeldoorn, che è diventato uno di quei posto che nessuno sa di preciso dov'è, tipo Voghera o Domodossola, ma che è sulla bocca di tutti.

E vai allora con film che mostrano o suggeriscono catastrofi epocali, in cui, al momento della realizzazione del dramma in tutte le sue proporzioni, appare il pay-off: Chiamiamo un attimo Apeldoorn e tutti si rilassano, che se ci mette mano Apeldoorn vedrai che finisce bene (questo, ricordiamocelo, è il paese dove le assicurazioni hanno persino le assistenti sociali che vanno a prelevare in paesi lontani quei turisti stressati che lontano da casa danno di testa per le grandi differenze cultural-climatiche, per dire che vanno a Napoli e si seccano perché nessuno fa la fila alla posta, e vanno presi per mano e riportati al sicuro. Più regolare i treni dei gessi, i treni in cui tutti gli sciatori infortunati e ingessati vengono comodamente riportati a casa).

Ultimamente però Apeldoorn ha fatto una cosa meno furba: ha censurato un filmino che nel frattempo su youtube sta facendo furore (e finché non capisco come appiccicarcelo direttamente vi tocca cliccare).

http://nl.youtube.com/watch?v=_phH_-e1jTM

Eva è nell'Eden, si guarda intorno, vede i passerotti che amoreggiano e pensa "anch'io". E a quel punto le arriva Adamo in costume adamitico, lei gli ispeziona il pacco sotto la foglia di fico... e poi, delusione e la povera riesce solo a dirsi che deve assolutamente chiamare l'assicurazione, che così non va proprio. Guardatevelo, tanto non è parlato.

Perché ha fatto scandalo? Non per i contenuti, che ci vuole altro. All'ultimo momento, infatti, un membro della direzione centrale ha frenato dicendo che un film del genere poteva disturbare un paio di categorie, prima fra tutte i protestanti (e che vi credete, perché sta in un paesetto di provincia la sede centrale? Ma Max Weber, L'etica protestante e lo spirito del capitalismo ve lo siete mai letti? Ecco, stanno tutti lì in provincia a farsi i soldi e a scandalizzarsi del malcostume imperante).

Adesso il gran casino. Il film l'hanno visto tutti comunque, l'agenzia pubblicitaria sta facendo un'inchiesta interna per trovare la talpa, il tema del film, si è scoperto che l'aveva inviato un paio di anni fa un informatico di Rotterdam per una gara indetta dalla compagnia e che l'agenzia se l'è riciclata anni dopo paro paro, i consumatori parlano di censura e questa in Olanda è una parola proibita che sta danneggiando l'immagine dell'azienda.

Fossi in loro, quasi quasi, chiamerei l'assicuratore.

PS altri filmini carini su youtube li trovate digitando il nome dell'assicuratore +:
Wesp: la sfortuna della vespa
Skieen: gli sciatori fighi che bevono campari

e comunque sceglietene un po'a caso che sono bellini tutti.

sabato 21 giugno 2008

Gli esami non finiscono mai

Leggevo un saggio commento sugli esami della Pythya, che da brava insegnante adesso c'è dentro fino al collo. Guardatevelo, se volete, su:

http://angolodellapythya.blogspot.com/2008/06/gli-esami-non-finiscono-mai.html

Penso alla mia nipotina Paula alle prese con quelli di terza media, che mesi fa mia madre me l'ha passata al telefono, che doveva riempire moduli per scegliere la scuola superiore. Così presto, e già queste scelte impegnative.

Ma anche gli studenti delle superiori di Pythya sono forse troppo impreparati alle scelte, anch'io, appena laureata, mi sono ritrovata nel vacuum.

Il brutto degli esami non sono gli esami in sé. È il fatto che superarli significa entrare nel limbo: non sei più quello che eri, non sei ancora quello che sarai, ed è uno stato che ci portiamo dietro per tutta la vita. Di solito non pesa, solo nei momenti da spartiacque.

Festa della scuola (e ricetta harira)



Ieri c'è poi stata la festa della scuola, tema: MAROCCO, per la quale mi avevano messo di corvee per una zuppa da 200 persone (e ho maledetto il capo, che per una volta potevano fare senza di me). poi non mi davano la ricetta in tempo, che avevo solo mercoledi pomeriggio per fare la spesa.

Alora ho digitato su google Moroccan soup e la prima è venuta fuori questa zuppa di lenticchie, semplicissima, che ha la base di una qualsiasi delle mie zuppe (trito di cipolla, carota e sedano (+ più aglio, che con la cipolla sono separatista o l'uno o l'altro), lenticchie rosse sbucciate e a metà, che stanno in tutti i supermercati allo scaffale etnico. quello che ha davvero fatto una differenza enorme sono state le spezie,: cardamono, semi di cumino e paprika rossa in polvere, poi la ricetta (che ha anche il convertitore in misure metriche incorporato) diceva Garam Masala che è un mix di spezie indiano, secondo me ci voleva la harissa, ma l'uno l'avevo in casa, l'altra no, quindi una ricetta filologicamente poco corretta).

E poi lo zenzero grattuggiato.

Soffriggi odori e spezie in olio di oliva, aggiungoi lenticchie, sale e acqua e fai bollire fino a disfacimento delle lenticchie.

Il comitato genitori, tra cui il capo aveva lavorato dal mattino per preparare tutto. Nel cortile c'erano:

il buffet lunghissimo, con vari tipi di cous cous, ma quello di Omar, con i pezzoni dentro e i mazzetti di menta interi, li batteva tutti. Dolci di ogni tipo, datteri, una insalata di carote lesse a pezzettini, secondo me condite con il coriandolo in polvere, pane arabo, puré vari di ceci e altro, la mia zuppa e un'altra uguale ma con gli sfilacci di pollo dentro, buonissimi tutti.

Il cortile era stato addobbato in stile arabo: una decina almeno di tappeti (forniti da Manja di Dood Paard, l'altra madre attrice professionista della scuola, che li aveva da una produzione vecchia). Che tra parentesi Dood Paard fa cose interessantissime, quest'inverno hanno avuto una tournee negli USA e adesso stanno un mese con una co-produzione al festiva Oerol, un mega festival teatrale che tutte le estati si tiene sull'isoletta di Terschelling, che in due giorni da 200 è passata a 20.000 abitanti. In pratica tutta l'isola fa da decoro teatrale, le varie compagnie si sceglono i posti, si installano e il resto delle spazio diventa un campeggio (che un'altra madre dell'asilo, regista, ci sta anche lei quasi tutti gli anni, per dire, questo è il mio quartiere, ci sono un paio di impiegati di banche e assicurazioni, ma rispetto ai cuochi, fotografi e creativi vari sono in minoranza).

I bambini o qualche genitore, non so bene, avevano fatto 4 tavolini bassi quadrati in multiplex, decorati con i mosaici di vetro bianchi e turchese e avevano creato così quattro angoli in cui sedersi su cuscinoni enormi bianchi e verdi. Uno, nascosto dietro al container dei giochi, era diventato l'angolo dei padri. Nell'altro, ci si poteva fare la propria cornice: che ogni bambino aveva ricevuto un quadretto con dentro una scritta in arabo in oro su nero che poi mi devono spiegare (avevo visto Meriam scrivere in cucina su dei foglietti, ieri, ma non sapevo cosa, glielo chiederò) e poteva, con la colla da piastrelle poresente in loco e le tessere del mosaico, farcisi una conricetta a piacere. Quella di Ennio l'abbiamo fatta noi, che facciamo pratica per le piastrelle che ci attendono.

Nell'altro tavolino, sempre Meriam e qualche altra madre facevano i tatuaggi all'henné. Anche Orso ne ha voluto uno da me, un uccelloragno, mitico animale del bestiario Orsesco, insieme al pulcellino. ma pare poi sia andato a protestare dal padre, rivoleva i soldi.

Non solo i bambini erano tutti vestiti a festa: la maggior parte più o meno in tema 1000 e una notte (Wida e Pamir con dei costumi afgani meravigliosi, che abbiamo fatto un pezzo di strada insieme e un paio di madri ci hanno fermati per guardarglielo bene e farle i complimenti).

Ma Omar e Annemiek avevano portato bustoni pieni di djellaba per grandi e piccoli, quelli da donna meravigliosi, e ci siamo tutti travestiti. Maestre in testa. la coppoletta del capo era troppo piccola e l'ho mollata al papà francese. Ennio aveva passato il pomeriggio da Yael e sono arrivati vestiti lui da indiano rosso e Yael da Uomoragno con tutti le imbottiture dei muscoli.

Orso invece era bellissimo: l'ho ritirato dal doposcuola con un paio di pantaloni di riserva enormi, causa incidente e l'ho infilato nella camicia da notte bianca presa un poaio di natali fa, gli ho messo la coppoletta bianca in testa ed è stato bellissimo e buono per tutta la sera.

Poi è venuta la danzatrice del ventre, ha fatto un piccolo show buffo (è venuta vestita da pagliaccio, ma lo faceva male, e poi ha confessato di essere davvero la danzatrice del ventre ma che nella vita aveva sempre desiderato fare il clown, ma non le viene bene e allora tanto vale tirar fuori i veli. era bassetta, con la panzottina (Monique mi ha dato di gomito dicendo che se volevamo reinventarci una carriera, la panza ce l'avevamo già, di pensarci bene) e simpatica, ha raccontato anche cosine interessanti sulla danza del ventre, ha fatto una lezione a un grosso gruppo di bambini interessati che hanno tutti ricevuto da lei uno scialle con monetine da lanciare in altro e poi aveva anche due serpenti.

ha ballato con un serpentone avvolto in vita e poi chi voleva poteva farsi la foto:

"Vieni a vedere, Ennio ha il serpente sul collo".

Orgogliosissimo con questo bestione in collo, aaagggh! Io che ho la fobia dei serpenti, tu quoque fili mi. Orso era interessato a guardare in prima fila, ma al momento di indossarlo si è prudentemente eclissato.

insomma, una fedstona bellissima, rilassata, a parte un momento di panico che la piccola di G. era scomparsa, in realtà si era persa nella folla, ma ho visto sua madre orribilmente in panico controllato, che quella donna controlla tutto (e poi ha detto che è stato il momento peggiore della sua vita) ma con una scuola così circondata dalle acque e dalla strada, e una bimba anarchica come lei, pensi ovviamente al peggio. Poi abbiamo chiuso il cancello a chiave, mentreio andavo ad avvertire il padre che si era incamminato verso la punta deserta dell'isola, dopo il parcheggio.

poi è scomparso anche Orso, ma in genere non si allontana e sono andata a cercarlo di sopra. lo trovo sulle scale:

"Ho fatto la cacca"
"Devo pulirti bene?"
"No, mi ha aiutato la maestra"

che con il sottanone in effetti si fa fatica. La maestra si era un pelo stranita che era senza mutande, ma le ho spiegato dell'incidente e del fatto che avendo la djellaba, non ho perso tempo ad andare a riprendergliele a casa.
"Anche gli scozzesi vanno nudi sotto gonnellino" (mi dicono, che io a uno scozzese le mani sotto la gonna non le ho mai messe).

Alla fine eravamo tutti ultracotti, con il capo ci siamo fatti avanti e indietro un paio di volte per riportrci a casa i tavoli e ammennicoli che avevamo prestato, solo che al mattino c'era il pulmino di un teatro (altro padre che ci lavora, non so a che titolo).

Però, quando finisce la parte ufficiale, quando i bambini hanno trovato modo di intrattenersi per conto loro, quando il buffet ormai è a metà, è sempre bello rilassarsi e chiacchierare con gli altri genitori, stavolta sdraiati sui tappeti e i cuscini, sotto il sole calante. Con i passanti alla fermata dell'autobus (e abbiamo requisito subito un paio di maestre dell'asilo che si sono unite e altre a cui abbiamo dato le scorte di cous-cous per casa) che ci guardano e io ogni volta che dico: una miglior pubblicità di questa per la nostra scuola non è pensabile.

"In estate dovremmo farne almeno ogni due settimane, di feste così".

Scarpe

Ieri a conclusione di tutto, mi sono comprata un apio di scarpe, che avevo ancora i soldi del regalo di compleanno dei suoceri. Il CAE per cui ho lavorato questi ultimi due giorni è stato efficientissimo e ha concluso in anticipo, così sono andata a consegnre gli esami dal corso da sommelier che avevo in casa (con il patema che si perdessero nel caos generale) a chi di dovere e finalmente sono andata a dare un'occhiata da vicino a un negozio di scarpe che i figli una volta mi hanno solo fatto annusare da vicino.

Il negozio si chiama Op de dijk e sta sulla Harlemmerrdijk al 104-106. Ha marche tipo Prophecy, Loins, Think, El Naturalista. Insomma, tutte scarpe, strane, colorate, delavé, decorate, con dettagli buffi e soprattutto: a forma di piede. Quindi comodissime e che non passano inosservate. (Il contrario delle scarpe da sciura).

Ora, io devo aver detto in precedenzache le scarpe Camper mi hanno cambiato la vita. Che ieri mi hanno fatto tutti i complimenti per quelle rosse con i ballerini di flamenco (la femmina a sinistra il maschio a destra). che oltre a essere pantofole sono buffe e hanno la linea asimmetrica, quindi la destra è decorata diversamente dalla sinistre (p.e. ho quelle con le scimmiette-distrutte- due scimmiette a dx. e tre a sx., quelle con la scritta LOVE, LO a dx. e VE a sx., ecc.). E i miei sandali verde acqua preferiti, simmetrici ma defunti anch'essi.

Insomma, la cosa migliore del viaggio in Italia è che me ne vado all'outlet, dove quel paio di 42 le hanno sempre, a fare scorte. che il mio problema con le scarpe cominica dalla misura finisce con l'estetica.

nonostante ciò, ieri me ne sono andata al negozio in questione, che aveva dei saldi ma mi sono innamorata dell'unica cosa non in saldo: un paio di stivaletti alla caviglia verde mela, con un taccone tondo e graffiato in modo regolare, e due lacci di canapa grossa da avvolgere intorno alla caviglia, non so se a scopo meramente decorativo o per tenere insieme l'universo.

Sull'estetica bnon ho avuto dempo di decidere, ma il colore è il mio preferito ed erano comodissime ed erano de quelle scarpe che anche in pigiama fatto tutto loro, insomma, il mio coté diva ne è uscito bene.

Il capo era perplesso ma gli sono piaciute, l'unica cosa che in prima battuta lo ha terrorizzato, è stata la menzione al regalo dei suoi: per un attimo ha pensato che costassero quanto la somma regalataci peri 12 anni e 1/2 di matrimonio e si è paralizzato. Ma no, che ci devo prendere la lampada arco di achille castiglione con quel regalo lì.

giovedì 19 giugno 2008

Gli angeli esistono

e un paio di loro sono slovacchi. andiamo per ordine.

Già ieri sera Orso non scottava più, stamattina era quasi ipotermico (35,6), ergo è andato a scuola senza patemi. si è fatto l'angelo di sé stesso (e dei poveri genitori affaccendati).

Flavia che per telefono mi ha detto che leggendo sul blog come sto messa, ha quasi avuto la tentazione di prendere un volo e venire. Siccome so che in emergenze vere lo farebbe, conta come angelo numero due della giornata.

Il Martin slovacco non solo ci ha mandato il preventivo promesso (che possiamo permetterci) aggiunge che potrebbero iniziare fra due settimane, invece che a settembre come ci aveva detto. Nient niente che a settembre trasloco?

Il capo non sarebbe il capo se non avesse detto: lo sapevo che come prenotavamo il biglietto per l'Italia succedeva qualcosa che mi dovrò sciroppare da solo in tua assenza. gli ho dimostrato che non è così. E anzi, l'Italia adesso urge ancor più, che devo procurarmi le piastrelle in cotto-non cotto (resistente ai sospiri, come il cotto cotto non è, purtroppo) rosa. Se qualcuno le ha in casa e davvero basta passarci uno nstraccio ogni tanto, mi dite marca e rivenditore pliiis? (Se vi pure ricordate il prezzo). E tutto il resto.

E a questo punto mi vado ad ordinare definitivamente la mia bellissima cucina Bontempi (chissà perché mi viene da dire Bompiani?) con il piano attrezzato in acciaio Foster, la lavastoviglie smeg da 90 cm. e un paio di altre cosine, che non ho tempo di aspettare le bellissime idee realizzabili da altri.

Che quando gli angeli ci si mettono di brutto, le cose cominciano a funzionare.

Dai, che magari il servizio fotografico sulla mia cucina nuova esce con il numero di dicembre. Non è lacosa più importante, ma hyo deciso di buttrla sul pensiero positivo finché ce n'è, fosse la volta che al capo passa la botta di depressione da stress, che come l'ho visto semolinoso ieri (che era un po' che sapevo che stava arrivando, il momentaccio, che quell'uomo è una roccia e le rocce poi crollano con gran polveroni) stavolta ci voleva la cannuccia, manco il cucchiaino per rimetterlo su.

Però, sarà che gli ho detto che uno dei sintomi che mi preoccupavano è che lo vedevo procrastinatore come mai (parlo di uno che ci ha messo quasi due anni a decidere esattamente quale lavatrice e asciugatrice Miele comprare, perchè che dovesse essere Miele lo aveva deciso in due giorni, due anni in cui sporcavamo al secondo e quinto piano, lavavamo a pianoterra e stendevamo al terzo, io ero pure incinta, e questa cosa della lavatrice è rimasto il simbolo di tutto quello per cui io divorzierò, se divorzierò, un giorno, ma ne abbiamo parlato e si sta migliorando), dicevo, la sessione di manutenzione che gli ho fatto ieri deve avergli fatto bene. Stasera alle 17:30 era a casa e mi ha pure comprato il laptop nuovo. voglio dire, gente, quello vecchio è morto da due giorni, ho già il nuovo in casa.

I miracoli esistono, decisamente.

mercoledì 18 giugno 2008

Fèveer (in the morning, fever all through the night)

Quando mi sono precipitata al doposcuola, mi sono ritrovata Orso in assetto da grande invalido di guerra.

Sdraiato sul divano, avvolto in una copertina, con sulla fronte una manopola di spugna imbevuta di acqua fredda e la maestra Sabrina accanto che gliela teneva. Più un pubblico variamente interessato alla scena.

"Ho freddo", dice lui.
"È stato benissimo tutto il giorno, ha mangiato tre panini a merenda (ovvio, non ha mangiato nulla del pranzo, scopro a casa), eravamo a giocare fuori e d'improvviso 10 minuti fa ha detto che aveva tanto freddo e voleva rientrare".

"Voglio venire nel letto di tu".
"Nel TUO letto, tu vuoi venire nel lettone di mamma?"
"Si, nel tuo letto".

Siamo andati a casa, gli ho preparato il bagno, quando si è stufato è sceso da solo, si è messo il pigiama, si è infilato nel lettone sotto i due piumini, l'ho abbracciato per scaldarlo e in 5 minuti ronfava.

Ogni tanto si sveglia, quando gli misuriamo la febbre, che scende, quando gli abbiamo messo la supposta
"Au."silenzio.
"Auauu, mi fa male il sedere"
Ronf.

Secondo me per domani gli è passata e fra due giorni sarà due cm. più alto. Meglio che gli passi, anche se non diventa più alto. Che domani io e il padre siamo imbullonati.

Ho mandato un messaggino di emergenza in giro, ma niente risultati. Mi rassegno, domani si vedrà.

(Angioletto che aiuta le mamme?) Sarà in vacanza anche lui.

Fatevi sentire (che la sfiga ci vede)

Il mio computer è quasi imprvvisamente morto 9stava poco bene). Ho perso tutto. Mi rimandate i vostri dati sull'account gmail, pliiiiiz?

E adesso scappo al doposcuola, Orso ha oltre 39 di febbre.

Giustamente, proprio questa settimana che domani ho altri due giorni in cabina. l'angioletto delle mamme farebbe bene a materializzarsi, e inf retta.

Quest'estate vado a casa

Con la scusa di riprendermi Ennio (sempre gli incubi da combattere. Da quando ho capito che questa separazione mi turba, ho smesso di averne) anche quest'estate torno due settimane a casa.

In questa foto di Antonio di Maggio, che ho ripreso in mano per cominciare a farne qualcosa, di quel dischetto di foto bellissime scattate in un maggio 2007 di tempo infame, il mio Campo imperatore.



che a me questi cieli che minacciano un'apocalisse incombente coil raggetto di sole a sdrammatizzare, mamma quanto mi piacciono (e non si può dire che vivendo qui me li faccia mancare).
Dal 16 al 29 luglio sarò da quelle parti.

Matrimoni 2.0

Mio padre me lo diceva sempre, che la cosa più importante in un matrimonio sono gli stessi ritmi di sonno. che una persona, quando te la sposi, o te la vuoi sposare te la devi guardare bene e chiederti:

"Ma io ho voglia, per i prossimi 30 o più anni, di svegliarmi tutte le mattine con questo qui accanto nel letto?"

e se la risposta è si, allora è una buona base per un matrimonio. poi se te lo vuoi rovinare in altri modi, le vie del signore sono infinite.

Che un pericolo sono anche le differenze a letto: chi dorme l buio, chi in piena luce, chi al caldo e chi al freddo, chi si sveglia presto e chi va a letto tardi. Un casino, se in quel letto ci si vuole incontrare.

Io sono una che sente freddo, e che il meglio di sé lo dà di notte, quando nessuno mi scoccia: scrivo, traduco, una meraviglia.

Il capo è uno che sente sempre caldo, anzi da giovane era tremendo: sudava come una fontana. adesso, sarà l'età, il bioritmo, gli ormoni, non suda più così tanto.

Così, 10 anni fa, io arrivavo a letto a notte fonda, tutta congelata che a stare lì a tradurre quando il termostato ha detto stop dopo mezzanotte si prende un gran freddo, ma in genere me ne accorgo solo quando mi alzo. e lo trovavo con la luyce accesa, appoggiato al libro.

E il mio ultimo gesto d'amore della giornata per lui, era togliergli delicatamente il libro, spegnergli la luce e rannicchiarmigli accanto per scaldarmi.

Finivo con il lato sinistro bagnato e il destro congelato. Non fa un bel dormire, ve lo dico io. Ma per amore, questo e altro (da giovani).

Adesso che abbiamo superato i 5 anni di insonnia mia da figli piccoli, che non ho più le paturnie della luce, del caldo, del freddo, dei rumori, della porta chiusa, ma dovunque trovo un cuscino mi addormento.

L'altra aggiubnta all'arredo sono i due laptop con wifi il suo, il mio lo ha rifiutato subito, quindi lo collego all'unico cavo funzionante, dietro al letto. lui fa i giochini intanto che si guarda qualche serie televiosiva americana, io accanto a lui bloggo o ascolto la Littizzetto. Ogni tanto ci scambiamo un parere o una coccola.

Poi, come ultimo gesto d'amore della giornata, sia che io stia già accanto a lui o rientri dopo la radio, il teatro, un lavoro o altro, gli stacco gli auricolari, gli spengo il computer e mi rannicchio accanto a lui. Fino a che non si sveglia alle cinque, questo mio maschio mattiniero, e via, verso una nuova giornata.

Abbiamo inventato il matrimonio 2.0.

A volte mi chiedo se non ci conveniva tenerci la TV in casa.

martedì 17 giugno 2008

Economia domestica

Oggi quando sono andata a prendere Orso a casa di Wida, che sua mamma me lo ha tenuto mentre interpretavo, lui si è nascosto e ha chiesto di dire che non c'era.

Per essere stato proiettato all'improvviso in una casa che non conosce, con bambini che conosce appena, è andata bene.

"Cosa vuoi mangiare, Orso", gli ha chiesto Meriam.
"Pasta" ha detto lui.

Lei glie l'ha fatta, ma lui non l'ha mangiata. Poi quando sono arrivata voleva prendersi l'uva dal frigo e con Wida se la sono mangiata tutta.

È un appartamento bellissimo, all'ottavo e ultimo piano e con i soffitti extra alti, luminosissimo, una vista meravigliosa. E un acquario, che per Orso fa tanto. Meriam non ha voluto che la pagassi.

"Anche a Wida fa piacere che Orso venga a giocare, lei è troppo timida e si abitua".
"Si, ma a me mi hanno pagata, facciamo così, quando te lo chiedo per lavoro facciamo che lavori anche tu, quando ce le facciamo in amicizia e per piacere le visite dei bambini no". È d'accordo.

Poi siamo scesi per andare a aggiustare il manubrio della bici, fare la spesa e riprenderci Ennio al doposcuola. Mentre lo mettevo sul sellino Orso guardava in alto e chiamava:
"Widaa, Widaa". Pensava che si sarebbe affacciata, ma era troppo lontano.

Poi il ciclista mi ha riavvitato il manubrio ballerino e non ha voluto soldi.

Poi siamo andati a far la spesa dall'Albertino, il supermercato caro e supponente dove non vado mai, e lì invece i soldi li hanno voluti. Ma hanno regalato ad Orso i leoncini della raccolta del calcio, dei mostriciattoli dalla chioma lunga plasticosa che lui voleva tanto, li hanno appiccicati a scuola sul campo di calcio.

Che il tema attuale a scuola è lo sport. Chissà perché.

Riprendiamo Ennio che e' convinto che stasera ci sia una festa a scuola. Incontriamo una sua amichetta con la mamma che gli confermano che la festa c'è, ma venerdi. Tema: Marocco. Hanno fatto dei tavolini con i mosaici turchesi e bianchi, stanno imparando una canzoncina in arabo. Omar farà qualche kg. di couscous, che no solo è l'unico padre marocchino, ma è pure cuoco, me il capo mi ha incastrata a fare una minestra, volevano facessi le 60 uova di tortilla dello scorso anno che è piaciuta tanto, mi sono rifiutata, che ho una settimana aaaaarrrrggghhh! YUna settimana un po' così.

Rientriamo a casa, il capo è in ritardo, la trasmissione radio comincia senza di me, arrivo alle 20:40 dopo aver lasciato i mostri da soli a casa (la radio è oltre il ponte, di fronte praticamente, e il capo sta per arrivare).

Arrivo scapicollata e invece di farmi partire subito con Paolo Nori, che era tutto per quello il patema, continuano con l'archeologo e il notiziario.

"'Cazzo avete fatto per oltre mezza trasmissione, tutto ora dovete dire? Che io sono arrivata per parlare di Nori?"

Chiamo il capo, è arrivato un minuto dopo che sono uscita. Poi posso parlare della serata con Nori, far sentire un pezzettino di intervista in cui gli chiedo di raccontarci come si conoscono Learco Ferrari e Paolo Nori, poi ascoltiamo un brano da lui letto da Bassotuba non c'è ((quello delle voci che gli danno della merda) e poi mi rassegno e prometto che fra poco con Silvia faremo tutta una trasmissione dedicata a Nori. che Silvia, che non c'era, mi ha fatto il montaggio dell'intervista, le è piaciuta da matti e cara grazia che non l'ha sequestrata d'ufficio.

Rientro, la connessione Internet continua a non funzionare. Sto usando il computer del capo prima che si spegne che poi ci vuole la password. Il capo dormiva con il computer acceso sul cuscino, si stava guardando qualche serie televisiva che si scarica da Internet.

Il capo si sveglia e mi ingiunge di andare a lavorare altrove. Si stressa quando gli dico che la mia mail è morta.

Ci penseremo la settimana prossima.

che la settimana della festa della scuola stiamo sempre tutti un po'così.

Però poi passa anche quella.

lunedì 16 giugno 2008

Ennio è bello



Nei commenti al post precedente mi dicono che Orso è simpatico.

"E io?" fa Ennio.

Anche tu sei simpatico. Però in effetti forse scrivo più di Orso. Poi abbiamo guardato le foto dei cuccioli di Mamikazen, che ho questi 30 secondi per vedermi un po' di blog, ma due impigiamati qui reclamano i filmetti su youtube.

"Questo è Guanciabella", faccio io "abita vicino a zio Italo".

"E io sono Enniobello".

Il mio primo post su commissione. Cosa non si farebbe per i figli.

domenica 15 giugno 2008

Considerazioni orsesche

"Perché se mi mettete sotto..."
"Amore, nessuno di noi ti mette sotto, ma stiamo scherzando?"
"Perché se mi mettete sotto... con la macchina... e io divento tutto schiacciato, poi vado all'ospedale, e il parrucchiere... e il medico... e poi sto di nuovo bene".

A me qualcuno deve ancora spiegarmelo perché Orso si confonde il parrucchiere con il medico.

Paolo Nori ad Amsterdam

Ieri sera, alla Libreria Bonardi di Amsterdam (e se non ci siete consiglio di scrivergli e farvi mettere sulla mailing list: lb@bonardi.nl) c'è stata una lettura di/con Paolo Nori.

Marina Warner, la proprietaria della libreria ha invitato Nori come regalo per sé stessa, dice, che ha voluto condividere con noi, del che la ringraziamo ancora. Che è stata una gran bella serata e il vino e il salame erano buoni.

Ora, chi non la conosca, c'è da dire che Marina è la persona più pudica, introversa e meno protagonista che io conosca. Lasciatela in pace con i suoi libri, che lei è felice. È anche una enorme conoscitrice di letteratura italiana e sua diffusione nei Paesi Bassi, e tira e vai, quest'anno la Repubblica Italiana l'ha nominata cavaliere per i suoi meriti culturali.

Per dire, il cavalierato come istituto, se uno pensa chi è il decorato medio, che gli amici fanno lobby e allora gli danno un cavalierato per levarselo di torno, poi invece se lo ritrovano più intorno che mai, il cavalierato è stato riabilitato in un colpo solo. Ma lei, Marina, la tiene nascosta, quella pecetta lì. È una che preferisce star zitta.

Ieri invece era loquace. Ha fatto una bella introduzione, tanto prolissa, per lei, che dico è lei. Ha riunito in libreria i noriani che si è allevata nel tempo, e anche quelli che lo sono diventati per conto loro. Comunuqe noi siamo andati in massa che ci aveva promesso il salame, poi c'erano anche il parmigiano, in quanto Nori dice sempre che è di Parma, e la frittata di Pinuccia, lei invece è di Canelli, ma non c'entra adesso.

Prima tra tutti io, ero lì che la libreria era ancora chiusa, per una volta sono arrivata per prima, e son soddisfazioni anche queste. E sono riuscita a intervistare Nori, intervista che andrà in onda martedi prossimo su Radio Onda Italiana, ma su questo vi aggiorno martedi.

Nori, cosa dire di Nori. A me Nori l'ha fatto conoscere proprio Marina, come scrittore. Ha adottato la tecnica dello spacciatore. Prima mi ha prestato un paio di libri (Bassotuba non c'è, Spinoza, Grandi ustionati). Poi ha chiuso i rifornimenti e i libri, se volevo sapere cosa ne era di Learco Ferrari, me li sono dovuta comprare. Storia della Russia e dell'Italia l'avrò regalato a un mucchio di gente, che questi sono i pericoli quando una da giovane studia russo. Poi le piace Nori che ha studiato russo anche lui.

Allora, chi ha letto i suoi libri, magari ne ha ascoltato la voce sui CD, quello di Learco, tutto Learco in un'ora, e quello in cui legge dei racconti di Aldo Gianolio accompagnato dal jazz, si fa un'idea di Nori, come scrittore e performer. E tranquilli, corrisponde. You see what you get.

Poi c'è il Nori che si conosce di persona, una personcina deliziosa, un pelo taciturna, divagante. Fosse un bambino, direi: un bambino sognatore. Che ci sono i bambini pensatori, quelli attivi, quelli vivaci, quelli leader. Però ci sono anche i bambini sognatori, quelli che in genere ti rispondono ad hoc, ma un secondo dopo ci ripensano: dov'eravamo rimasti?

Che tu sei lì a parlare con uno di questi bambini sognatori e gli dici, per esempio, ma che bel treno hai costruito, e lui guarda il treno: ah, il treno, vero, l'ho costruito io. E capisci che nella sua testa stava risolvendosi un problema di aggancio dell'ala dell'aereo lego, dico il bambino sognatore, non Nori che magari con i lego non ci gioca al momento, il bambino sognatore nella sua testa stava già pensando all'aereo che avrebbe costruito dopo il treno. O forse insieme al treno, ai bambini sognatori queto discorso della consequenzialità delle cose, non è che li prenda tanto. Non è molto rilevante.

E se io leggo Nori, non so, mi viene il dubbio che anche per lui il discorso della consequenzialità delle cose non importi molto. Allora io trovo che Paolo Nori sia un grande scrittore, una persona deliziosa e anche molto sensibile (in caso fosse sfuggito a chi ha letto i suoi libri, poi se non li avete mai letti peggio per voi, ma rimediare, si fa presto), e se qualcuno pensa ancora che leggendosi Nori scrittore e personaggio poi in realtà si stia leggendo anche i fatti di Paolo Nori in carne ed ossa, da un lato è vero, che tutto nella vita è letteratura, ma dall'altro è una balla gigantesca, che la letteratura non ha niente a che fare con la vita, se non che qualche volta sono omonimi.

Ma succede per caso, uno di quegli errori anagrafici che un lettore serio ovviamente non prende in considerazione

A me, tanto per farne un egodocumento, ha fatto molto piacere ieri conoscere un tipo che era qui ad Amsterdam per caso, chiacchierarci per scoprire che ci piacciono gli stessi autori russi, tutto il periodo inizio secolo con gli -ismi he non finivano mai, che ha studiato russo nel periodo in cui lo studiavo io e nessuno capiva veramente bene cosa cavolo ti metti a studiare russo a fare. E nessuno ci credeva, se io dicevo che a me piacevano i grandi romanzi russi, e anche le Fiabe della vecchia Russia, che mia madre me le aveva regalate da piccola, che ero un po' sognatrice anch'io, solo non avevo il lego. Però avevo i libri russi per casa e me li leggevo.

Che è la sentimentale anima slava che mi frega. In fondo quasi un peccato che Nori lo abbia conosciuto prima come scrittore e poi come persona.

(E allora stavolta l'etichetta del post ve la traduco translitterata: Isskustvo kak priom, che non so come mettere la dieresi).

venerdì 13 giugno 2008

Bollettino metereologico

Stamattina è autunno. Fuori 16 gradi.

Mi sono di nuovo messa i vestiti sbagliati.

(Zitti, zitti, pare stia uscendo un raggio di sole.)

Magari oggi pomeriggio si suderà. per fortuna ho in valigia alcuni strati geologici in più, che stanotte si pernotta dai nonni, recupariamo le belve partite ieri con opa, andiamo a parlare definitivamente con il signore carino da cui opa ha comprato sanitari per i due bagni che si è costruito da solo, forse definiamo il maledetto pavimento cucina e comunque da lunedi si ricomincia a correre.

Ho interpretariati vari per tutta la settimana e non un secondo per cose extra, che spero non capitino.

Per fortuna ho conosciuto Meriam, la mamma afgana a scuola, che ha avuto la pessima idea di confidarmi che si cercava qualce lavoretto da fare portandosi appresso Pamir, che ancora non cammina ma è un bimbo tranquillissimo. È appena diventata la nostra tata delle emergenze.

L'angioletto delle mamme indaffarate, funziona sempre.

mercoledì 11 giugno 2008

Beoni si diventa

Ieri ho finito il secondo livello del corso da sommelier. con il gruppo ci rivedremo solo dopo l'estate e già mi mancano.

La prova di assaggio è andata benissimo: ho azzeccato praticamente tutto e mi fa un gran piacere, perché avevo sempre il complesso di non bere vino abbastanza spesso in privato, e che tutti avessero delle papille molto più allenate della mie.

Adesso mi dedico una giornata a pavimenti (ingrosso marmi) e cucina. Andiamo da Pasquale Pontillo oggi pomeriggio per vedere se gli viene una qualche idea geniale per sistemare le cose che ci vorrei. Tra cui un frigo smeg di quelli colorpastellosi. Il capo non crede alla smeg: gli sembra uno di quei marchi che sono costosi per motivi estetici.

Mannaggia agli olandesi e alla loro diffidenza per le cose belle. Cioè, se è tedexco e brutto deve per forza essere alta tecnologia.

Se è italiano e grdevole, nella stessa categoria di prezzo, è una trappola per le allodole.

Sistema Italia, ci vogliamo svegliare? Che la miglior industria meccanica di precisione ce l'abbiamo noi, e non lo ha ancora capito nessuno?

lunedì 9 giugno 2008

Io mi ricordo di Boniek

...ma per il resto, come spiegavo un paio di giorni fa, la mia cultura calcistica è nihil. Stasera per esempio c'è Italia-Olanda. E c'è mio suocero per tutta la settimana ad aiutarci a ristrutturar casa, quindi il capo ha messo sul tavolo il computer con il maxi-schermo (normalmente adoperato per le revisioni, mi prende due fogli A4 interi affiancati) e ci stiamo guardando la partita.

Cioè, io l'ho guardata un attimo, ho constatato che tutto ci arriva con 10 secondi di ritardo per via di internet, per cui si sente un ululato o uno strombazzamento da fuori e già sai cosa accadrà.

A parte il commentatore che mi ha nominato un paio di volte Gatusso (sic) e Toni, a parte il coretto "chi non salta un olandese è" e il controcoretto "di fronte c'è silenzio" (Het is stil aan de overkant) lanciato dagli olandesi quando la tifoseria avversaria in effetti sembra abbacchiata, mi sembra di aver raccolto abbastanza colore locale calcistico da sostenere un minimo di conversazione alla pausa caffé del corso da sommelier, che domani c'è il test di secondo livello.

Posso quindi dedicarmi al blogger.

O Farouche Farouche, ma tu cosa stai facendo in questo momento?

Passi avanti, passi indietro

Improvvisamente mi sono trovata al punto di partenza di oltre sei anni fa.

Alla faccia del lavoro su me stessa, della crescita personale, del riconoscere i miei limiti, le mie debolezze e i miei difetti, guardarli in faccia e salutarli.

Basta un periodo un po' piu' stanco, un po' piu' debole, un po' piu' incasinato (OK, un po' piu' in questo caso e' un eufemismo, perche' un po' piu' e` il mio stile di default, adesso e' un saccaccio di piu' di un po' piu') e si ricominica da capo.

Si ricomincia con gli incubi intorno alle 5 di mattina: succedono cose tremende ai miei figli, mi sveglio con il magone, devo andare a sdraiarmi accanto a loro e sentirmeli respirare per una mezz' oretta, poi mi riaddormento esausta in tempo per la sveglia.

Si ricomincia con la sensazione di essere inadeguata e di fare il mestiere sbagliato quando nel casino mi scordo di mandare una conferma (una piccolezza, ci era arrivato da solo che eravamo d' accordo) e passo una serata a sentirmi timida, stupida e inadeguata nei confronti di un cliente.

Ma io non voglio affatto ricominciare a fare la perfezionista e la control frek per paura del mondo cattivo che e' fuopri dalla mia coperta.

Ho passato i miei primi anni da imprenditrice a sentirmi io sempre inadeguata, sempre in debito, sempre in mancanza. Per poi dirmi: ragazzi, ma io sto facendo del mio meglio, il mio meglio va benissimo a tutti (e ci mancherebbe, il mio peggio e' gia' meglio della media di chiunque) e proprio io sto a darmi martellate sull' alluce? A mettermi continuamente in discussione? Va bene il dubbio metodico, ma qui si esagera.

Poi ho fatto un figlio, al predictor positivo ho giurato a me stessa che non sarei mai stata la madre italiana ansiosa e soffocante, e ci sono riuscita. Ma non ero preparata alla mancanza di tempo tuo che porta la maternita'. Io che sono sempre riuscita a fare tutto in tempi ridotti per poterci aggiungere una cosa in piu', e un' altra, e un' altra ancora, mi sono sentita ancorata da questo bambino che a intervalli spietati di tre ore reclamava me, e solo me, per occuparmi di lui per due ore di seguito.

E sono cominciati gli incubi.

Mi sono messa al volo in mano a Betta, che mi ha fatto da coach e mi ha fatto respirare per un bel po'. Le prime dieci sessioni le avro' fatte in 3 mesi, ci andavo una volta alla settimana. Che ne sapevo io che gli altri ci mettono anche un anno, un anno e mezzo?

Ma io avevo fretta di sbarazzarmi della zavorra inutile che mi portavo dietro da anni, e questa fretta mi aiutava a superare la paura e il doloro di guardarmi in faccia, di scoprire i miei piccoli trucchi castranti e protettivi, di capire da dove venivano certe cose. ho scoperto di essere convinta che il mondo e' cattivo, che tutti sono li' per fregarti, e per confermare questo pensiero paralizzante finivo appunto per farmi fregare. Che non sia mai ci liberiamo delle certezze che ti mandano avanti nella vita. Credere che il mondo sia un posto sicuro e che posso lasciarmi andare e' un pensiero spaventoso.

Fare respirazione consapevoli mi ha aiutata un sacco. Niente di sconvolgente, niente riscoperte epocali di drammi e traumi rimossi, semplicemente piccole cose di te stessa che decidi di ignorare, per concentrarti ed ingrandire altre piccole cose di te stessa, che in realta' non contano poi tanto, ma che decidi di privilegiare perche' da quando sei nata ti senti ripetere che questo e' bene e questo e' male, che questo sai farlo e questo no.

Sono diventata una persona migliore, piu' sicura, una madre piu' responsabile, una moglie meno faticosa e con meno sovrastrutture, ma piu' rompipalle che adesso le sovrastrutture non le tollero piu' nella mia famiglia. Ho imparato a dire di no e a fare e godermi meglio le cose a cui dico di si. Non sono perfetta, ma sto tanto migliorando. Mi sono rimessa a scrivere sul serio. A recitare sul serio. A vivere sul serio.

Ho tirato su le spalle e la mia schiena me ne e' grata.

E adesso ricominica tutto? No, perche' i trucchi li ho imparati, e quelli non me li toglie nessuno.

Allora ho capito gli incubi: in cui sconosciuti mi caricano i bambini in macchina per portarseli via. In cui scendo durante la sosta e l' autobus mi riparte con Ennio sopra. Cose del genere.

E' che ho deciso che quest' estate Ennio andra' in vacanza da solo in Italia con mia madre. E tornera' con i nostri amici e il loro figlio, che faranno il volo di ritorno insieme. E noi ci dedicheremo alla casa nuova, che massimo a settembre vorrei entrarci con o senza cucina, ma sembra sempre piu' remota la cosa. E ci dedicheremo a Orso, per la prima volta figlio unico. Tutto il giorno al doposcuola, e' vero, ma d' estate organizzano cose bellissime, gite, escursioni al parco, pic-nic.

E questo primo grosso distacco del mio bambino evidentemente mi turba. Sono ancora convinta che il mondo sia cattivo e che il cielo mi crollera' in testa se mollo la guardia. Devo ancora lavorarci sopra. Pero' e' bastato identificarla, guardarla in faccia e farle " boooh" che passa la paura e ho smesso di avere incubi.

Che nella vita e' sempre cosi', si fanno passi avanti e si fanno passi indietro. Ma si procede.

domenica 8 giugno 2008

Un anno in più


In tutto il bailamme casa, venerdì sono arrivati gli splendidi suoceri per cominciare a metterci mano e in un giorno e mezzo mia suocera è riuscita a debellare la foresta di ortiche alte 1,5 mt. del giardino posteriore.

Mio suocero invece ci ha accompagnati a comprare un WC e ieri ha cominicato a montarlo in bagno, che per i lavori in casa mi sembra una condizione preliminare imprescindibile.

Ieri quindi giornatona di lavori. I bambini si sono divertiti un sacco tra casa e giardini, io sono tornata dalla splendida coppia di aringari che ho di fronte e che ora sanno un paio dei fatti miei, e mi sono resa conto che se ci passo abbastanza tempo all'ora di punta in attesa che mi friggano i boconcini di merluzzo o mi sfilettino le aringhe (sono arrivate le aringhe nuove, le Hollandse nieuwe, quindi è adesso il momento di mangiarle, a pezzettini, con cipolla sminuzzata sopra e un paio di fettine di cetriolo sotto aceto),in men che non si dica farò conoscenza con il hard core autoctono del vicinato, tutto popolo olandese ruspante (ex colonie comprese, che si conoscono tra di loro e a volte si parlano in dialetto).

Alle 17 è arrivata Cinzia con il prosecco e siamo andate a ritirare le aringhe che avevo ordinato. I bambini in quel momento si erano fatti una casetta nel cestone della bici con una coperta e si stavano divertendo da matti. Tutte le erbacce estirpate erano state imbustate e una fila di sacchi neri della spazzatura ornava la cancellata.

I vicini da cui ero andata a misurare l'altezza del WC (informazione che il capo aveva cercto inutilmente su internet, che abbiamo pure una connessione clandestina con qualche vicino non protetto) e che avevo invitato a bersi una cosa con noi sono arrivati con una piantina di girasole mentre stavo facendo fare la visita della casa a Marina, Rudy e Ruvi (gli ultimi due non sono parenti).

E Marina, come l'anno scorso, mi ha portato la sua splendida torta di compleanno di pan di Spagna, crema, panna e fragole. Siamo d'accordo che il mese prossimo al suo compleanno le regalerò un vassoio delle dimensioni del pan di spagna che esce dalla sua teglia preferita, così potrà continuare a farmi le torte di compleanno.

Perché ieri ho compiuto 41 anni e per la prima volta non ho organizzato niente. Non ne avevo proprio il tempo, la testa e l'energia. Per questo ci sono gli amici, che ci hanno pensato loro.

L'aggiunta di quest'anno alla torta è stata la meringa, visto che ne avevo parlato sul mio blog olandese di ricette (www.mammakookt.blogspot.com), con una ricetta lampo di Pavlova ai lamponi che ho mandato a un concorso, che non vincerò mai, perché è davvero una ricetta troppo semplice per gli olandesi, che quando gli dimostri che ci sono cose che ti puoi cucinare in meno del tempo necessario ad aprire il tuo piatto precotto e scaldartelo al microonde, si impermaliscono perhé gli metti in discussione lo stile di vita a cui la GDO e Ahold li hanno abituati in tanti anni di investimenti di marketing.

Insomma, a un certo punti ci siamo trovati con gli amici intimi, due bimbi che ancora non camminano, due che avevano corso tutto il giorno e sono atterrati esausti sul Fat Boy, un cucciolo di bouvier da 18 kg. dei suoceri che è stato buonissimo che i bouvier sono cagnoni, i vicini carucci che a un certo punto sono andati a prendere un tavolino a casa loro, che ci mancava lo spazio per mettere gli aperitivi, il prosecco e svariate altre cose, tutti felici nel giardino appena diserbato.

Mi sono resa conto che le mie amiche in fondo i miei blog li leggono regolarmente e che ho fatto bene a non farmi il post di promemoria dei regali che mi sarebbero piaciuti, sennó sembrava davvero un po' sporca.

Perché succede sempre così, a volte mi colgono passioni improvvise per cose che voglio e nella valutazione pro-e contro mi dico sempre: beh, potrei farmelo regalare per il compleanno, e poi quando è ora mi scordo di cosa si trattava. E allora un paio di settimane fa volevo farmici un post, così quando mia suocera o mia madre mi chiedono cosa voglio, bastava indirizzarcele e a mia suocera avrebbe anche fatto bene come esercizio di italiano. (Per quanto, se avessi davvero scritto "scopino da cesso antimalocchio della Koziol visto a Loods5" mi chiedo chi avrebbe mai capito che volevo appunto uno scopino con un pomello identico a quegli occhi della fortuna turchi e greci che si trovano in giro, quelli blu e turchesi che usano in ciondoli di vaio tipo, e il manico di quello scopino terminava proprio con un coso del genere, di cui credo la nostra impresa di ristrutturazione abbia un bisogno disperato, che già così le cose vanno a rilento, figuriamoci se ci si mettono di mezzo le forze dell'occulto).

Anche senza lista, Dani mi ha comunque regalato (tra le altre cose) un bellissimo cornetto rosa in pasta di sale di Trapani (oltre a un vaso di cristalloni enormi dello stesso sale, che mi ciuccerò con gioia visto che a me piace il sale più dello zucchero e cosine buonine del negozio dei siculi all'angolo di Surinameplein venendo dall'Overtoom a destra, sotto i portici), che andrà benissimo allo scopo. Lo devo inchiodare sullo stipite.

Insomma, non ho dovuto pulir casa, non ho dovuto cucinare, ho solo fatto un po' di spesa mirata nei bellissimi negozi che ho davanti casa nuova, ho avuto una giornata di lavoro fruttuose e a compimento di ciò una festa bellissima. Mi dite cosa posso voler di più nella vita?

venerdì 6 giugno 2008

Lo shopping di Mammamsterdam

E così stamane, anche se ero tutta rintronat, appena i maschi di casa sono partiti per la gita lasciandomi la macchina, io sono partita. L'idea era di farmi un periplo di Loods 5 a Zaandam (poco a nord di Amsterdam), tornare indietro passando da Kids Factory (www.kidsfactory.nl) all'estremo Ovest di Amsterdam, una zona in cui mi perdo sempre, e finire dal marmista ad Amsterdam a sud della tangenziale.

Il tutto per raccogliere impressioni, stili e colori, che domani arriva il supersuocero e sta qualche giorno ad aiutarci. Domani, signori si cominica a lavorare sul serio alla casa nuova (sorvolando sul fatto che vere decisioni su pavimenti, piastrelle, cucina e bagni, per non parlare della ditta che farà i lavori in ridotto e che quindi bisognerà chiedere due preventivi aggiornati, ancora non ne prendiamo mezza).

Ma io funziono per procedimenti ellittici, quindi oggi vacanza a spasso.

Arrivo a Zaandam, nella P. Ghijsenlaan, dove sono accumulati un sacco di negozi di interni, cucine, fai-da-te ecc. Comincio con un giretto veloce al Sani-Dump, a vedere se hanno un WC economico ma non troppo da battaglia come quelli dei depliant del Praxis. Mi chiarisco un po'le idee, vedo anche un lavamani che andrebbe bene, prendo mentalmente nota.

Poi passo a un negozio di arredi nostalgico-provenzal-biancoenero, che mi dice poco, ma nel frattempo mi chiama l'amica Gina per una chiacchierata e per chiedere lumi sul mutuo.pare la sua/nostra banca dia appuntamento solo se hai già visto concretamente una cosa da comprare. Si, l'avevo letto che improvvisamente, le bache sulla scia della storia dei mutui negli stati uniti sono diventte estremamente caute. Pare rifiutino un mutuo anche a chi ha un margine sulla carta di credito, considerandolo come debito anche se il cliente non lo usa mai. Le prometto di passarle i dati del nostro consulente.

Poi vado a Het Goed. Het Goed è uno dei tanti kringloopwinkel ovvero un negozio del riciclo, ovvero seconda mano. In genere lavorano su due fronti: offrono la possibilità di fare training lavorativo a persone svantaggiate e usano gli utili per varie attività sociali. In genere la gente regala le cose che non servono più.

Io adoro i kringloopwinkel e quelli fuori Amsterdam, nella provincia ricca sono i migliori. Perché non ci sono gli studenti che li vuotano e gli esecutori testamentari che devono svuotar case di gente i cui parento non hanno spazio, giano tutto lì. Non ci ho mai comprato vestiti, ma mobili(soprattutto sedie) e addobbi teatrali si. Bisogna andarci spesso e cercare con pazienza (magari facendosi dire in che giorno espongono i nuovi arrivi) ma ci ho comprato un paio i poltrone di design che adoro, due vecchie sedie con schienale e seduta in paglia di Vienna, che poi ho passato a Cinzia e un'altra sedia imbottita favolosa anni '30.

In questo ho visto al volo una credenzina e un cassettone, anche loro tipo anni '30-'40 che avrei preso al volo. Ci compro anche libri e vedo che in alcuni la gente va apposta a cercare musica, dischi e film. li ho lasciati lì, che il capo sennò divorziava. A lui lo sport di recuperare i mobili per strada o dai rigattieri dice poco.

Oggi ho preso un libro di Kikker ai bambini, due salsiere in porcellana della Hutchenreuter, due zaini per le belve, che i loro sono misteriosamente scomparsi da due settimane, una volta che li ha presi il capo dal doposcuola, e una maglietta, che poi è risultata piccola, ma la riciclo presto.

Infine mi sono fiondata nel mio orgoglio e gioia, il Loods 5 (www.loods5.nl). Loods significa magazzino. Si tratta di un capannone gigantesco diviso in settori e gli importatori di arredi interni ne affittano uno per venderci le loro merci. Con questo sistema, dicono loro, i prezzi sono più bassi. Non sempre è vero, ma non importa.

A me piace andarci perché hanno sempre e comunque cose bellissime, anche quelle che non sono di mio gusto, e posso girarci per un pezzo (ma mai con calma, purtroppo). Oggi invece me lo sono goduta: a un certo punto sono arrivata al caffé, dove ho mangiato un'ottima zuppa al pomodoro fresca e bevuto un te alla menta con il rametto nel bichiere. E mi sono letta con calma per una buona mezz'ora le riviste di arredamento che avevano lì. Leggendole mi è venuta la fretta di andarmene, e cominicare a fare qualcosa: la riceca di ispirazione ha fuzionato. Ho deciso che davvero voglio un sacco di turchese in casa e mi sono fiondata a cercare di sotto il "crispy turquoise" per farci delle prove riverniciando tavolinetto e sedie dei bambini, ed eventualmente rifarci i miei due tavoloni. Era solo per muri, quindi ho lasciato perdere.

Ho pagato 3 cose e scoperto come ordinare eventualmente le piastrelle in cemento colorato portoghesi, e mentre andavo verso la macchina ho deciso di entrare dal vivaista di fronte, Overvecht. Bellissimo. Di fronte a un albero di fichi che mi piaceva tanto mi sono fermata a chiacchierare con un signore un po' più di mezza età di me (già si vede che basta uscire da Amsterdam per incontrare gente con cui chiacchierare) che mo ha consigliato di rivolgermi a ton, un signore anziano con i capelli a spazzolino da denti che lavora lì da una vita e sa tutto delle piante.

Anche lì, per evitare un divorzio, non sono rientrata con un fico da 1,5 metri, e neanche un paio di viti, e nemmeno il gelsomino, l'alberello di lauro che vorrei mettermi all'ingresso, o l'ulivo (costosimmo) o il tiglio e un paio di piantine di lampone. Verranno, prima o poi.

Invece mi sono presa dei pomodori, tre zucche diverse, un vassoio di fragole e due timi con colori diversi che domani piazzerò in giardino. E 60 kg. di terriccio.

Per quelli ho la scusa, che adesso che strappo erbacce, se non ci pianti qualcosa, queste rispuntano. Se invece c'è una piantina utile, questa prende lo spazio e forse, dico forse, non mi ritrovo le ortiche e gli equiseti in men che non si dica.

Poi rientro ad Amsterdam e passo dai trucidoni di Cinzia. Sono due rigattieroni di lusso, adesso piazzati in un capannone in attesa di demolizione al vecchio porto del legno, dove ora ci sono gli studentati nei container. Van Dijk & Ko ha più roba di legno, mobili (soprattutto dall'Ungheria, pare), vecchie porte, cancellate, lampade ecc.

Neef Louis invece, che prima aveva un modernariato in Harlemmeerplein, in centro, adesso si è ampliato e quindi ha un mucchio di roba, più sul genere metallico. Da un lato hanno le stesse cose che con molta pazienza io racimolerei dai rigattieri, solo più impolverate e scaciate. Riciclo per fighetti che non hanno tempo di andare dal rigattiere, ma che vogliono certe cose in casa perché fa trend. E per averle pagano.

D'altro canto entrambi hanno accesso ad altre fonti: hotel che riarredano, aziende, ristoranti, il primo aveva tutta una serie di sedie pieghevoli da chiesa, con l'inginocchiatoio dietro, una fila di sedie in legno da cinema e una serie di sgabelli quarati scaciatissimi su cui ha un'opzione il Cantinero e ti credo, erano almeno una sessantina. L'altro ha lampade che non so se siano da navi, schedari e armadietti in ferro, scrivanie, alcuni appendiabito che ora non ricordo il progettista, ma li conosco, a 75 euro che sarebbero da prendere di corsa, banconi da negozio.

Anche lì, ci sono un pio di cose che mi piacerebbero, ma non a quei prezzi lì. C'era un bancone di ferro con un piano in graniglia che avrei preso subito per la cucina, ma era già venduto.

Infine, sono passata al volo alla traversa dell'Haarlemmeerweg vicino a Stox, che vende stock, appunto, mi sono fatta un giretto in un altro negozio d riciclo, ma appunto, ad Amsterdam si trova poco. Comunque mi sono comprata una caraffa con filtro della Brita a un euro e mezzo, adesso la sto lavando e domani cerco il filtro nuovo.

Poi un'occhiata da Luca, un nuovo negozio bellissimo di pavimenti e tendaggi, hanno un paio di cose neanche male.

Infine a casa, dove i maschi erano rientrti, abbiamo deciso di dormire tutti prima della festa, il capo e Ennio in men che non si dica ronfavano, Orso invece non ha drmito e mi ha svegliata 3000 volte. Nello stato comatoso dell'ultima ho visto che erano quasi le 19, ci siano tirati su, vestiti bene e andati alla festa a sorpresa di Mahtab. Dove eravamo in tre ad aver appea comprato casa e abbiamo parlato di cucine e lavori.

Per dire, un pelo monotematica.

giovedì 5 giugno 2008

Peonia




Dopo 7 anni di cure distratte la mia peonia è fiorita. giusto in tempo, non sa che fra un po' traslocherà anche lei con noi, e spero di offrirle un posto più profondo e assolato per farla crescere meglio.

Che si è aperta la stagione delle peonie (ne ho un vaso rosa e un vaso bianche), giusto in tempo per il mio compleanno.

PS: ho cambiato la foto della peonia con una segnalatami da Andrea Pagliantini nei commenti, e che io, prima ancora di chiedergli cosa ne pensa, intanto gliela rubo pari pari, poi se si secca la toglierò. Grazie Andrea, i limoni e il gatto sono così belli che ci ho messo un po'a vedere le peonie. È sempre il neurone e mezzo che non funziona, a farmi questi scherzi.

Pater semper

Lo dice il mio manuale, alla voce "Figura e ruolo del padre": il bambino accetta come padre colui che la madre gli presenta come tale. Poi si deve arrangiare lui a paternizzare.

Come il vicino che stamane ho visto dalla finestra: un padre con passeggino e skateboard (sul passeggino il piccolo, sullo skateboard da passeggino il bimbo grande in piedi), che sulla nostra minisalita faceva le corse spingendo i suoi due campioni. Da dietro la finestra non li ho sentiti, ma secondo me facevano anche "brooom brooom".

Poi due minuti dopo è sceso il nostro, di padre, che oggi accompagna la classe in gita scolastica al Linnaeushof, un grosso parco giochi fuori Amsterdam, tra Haarlem e l'aeroporto, in un'amena località chiamata Bennebroek.

Mi torneranno, spero, sporchi, pieni di patatine e stanchi morti. E orso mi raccoterà dell'autobus con cui li hanno portati.

martedì 3 giugno 2008

Vincitori e vinti

Noi in famiglia non siamo affatto tifosi di calcio, non lo erano neanche i miei. Mio suocero si guarda tutte le partite in TV, ma in modo distaccato, per amore dello sport. Non ha una squadra del cuore, non si addobba. Insomma, io per sentito dire so che ci sono campionati, europei, mondiali, ma così come ti raccontano della deriva dei continenti. La cosa non interferisce troppo con la mia vita.

Nella vita si vince, si perde in tante occasioni, ogni volta è una lezione per capire di cosa siamo capaci e trarne un insegnamento, e poi via con l'ordinaria amministrazione. No, decisamente non penso di essere un tipo passionale da questo punto di vista.

E mi toccava venire a vivere con gli olandesi! Che so infallibilmente che mi aspetta un'estate di qualcosa di grosso legato al calcio, non so bene cosa, ma purtroppo prima o poi qualcuno me lo viene a raccontare.

Come lo so? intanto lo vedo: addobbi arancioni ovunque, non tanto dove abito ora che è pur sempre un posto fighetto dove chi affitta casa nei palazzoni disegnati dagli architetti per contratto non può appendere panni o mettere vasi da fiori al di fuori delle balaustre di vetro dei balconi. L'architetto ha deciso così.

Però nella zona della casa nuova: interi giardini addobbati di badierine, festoni, pavesate da cima a fondo. I negozi: tutti i depliant di qualsiasi tipo di negozio hanno pagine arancioni in cui offrono magliette, trombette, i festoni sopramenzionati, bicchieri, cuscini, amennicoli vari tutto a tema arancion-sportivo.

Giuro per esperienza: li comprano e li usano. Si addobbano nei modi più inverecondi, con parrucche, tette finte e altro.



(La foto l'ho rubata dal Volkskrant, un giornale serio nazionale, mica bruscolini).

Un'altra cosa estremamente irritante, ma quest'anno non succede ancora tanto, sono le ditte di direct marketing, che cominciano a spedire fax, mail e depliant dal tenore: il 95% dei suoi clienti e dipendenti gradisce venir accolto in un'atmosfera sportiva. Oggi stesso invii il coupon per 1000 (aggiungere gli zeri che si vogliono) magliette/penne/laptop/watercooler/ventilatori/carta intestata/zerbini/torte con la glassa arancione con il suo logo e a decoro sportivo. Forza Orange.

(A me, che il mio logo me lo devono lasciar stare, porca puttana). Quei clienti e dipendenti possono togliersi dai coglioni, loro e l'atmosfera sportiva. E poi sono una ditta individuale. (E il bello è che per una volta non parlano manco di offerta speciale, mi sparano direttamente i prezzi più alti che hanno. Che lo sport costa, signori miei, guardiamo Moggi).

Insomma, qualcosa di grosso si prepara. e dioneliberi se mi vincono.

Che gli olandesi, da perdenti sono i più grossi gentiluomini ndel mondo. Sembrano Veltroni: prima ancora che uno possa farsi un urlaccio di gioia e forzaitalia spontaneo, vengono da te, si congratulano, ti stringono la mano e pretendono di fare con te l'analisi in moviola per dimostrare che in effetti è giusto che abbiano perso. Insomma, ti reprimono sull'istante qualsiasi mania di sbracamento. Non ci si può gioire in santa pace, se li hai tra i piedi, porcoboia.

Ma non sia mai vincono: diventano questa massa danzante, urlante, saltellante, ingurgitante ettolitri di birra, pisciante nei canali, ruttante, strafottente, rompicoglioni, tutto come il solito insomma, ma tinta di arancione. Da bravi calvinisti, quando si lasciano andare perdono ogni freno inibitorio. Tanto il giorno dopo si ricominica a guardarsi di sguincio.

E scusatemi tanto signori, ma il mio senso estetico si ribella a tanto scempio visivo. Passi il casino, passino gli urlacci che scuotono tutto il vicinato (anche il mio attuale vicinato, che non addobberanno, ma la partita se la guardano tutti).

Volete vincere, volete festeggiare, evvabbene, ma trovatevi un colore più gradevole.

PS: i tifosi che passano di qui, per favore risparmiatemi. In fondo non ho manco cominiciato a dire come mi secca che i soldi delle mie tasse, invece di ridurre le liste di attesa in ospedale, debbano andare a pagare i cordoni di poliziotti e i treni scassati dai tifosi. Mica l'ho detto. Lo penso soltanto e in epoca di partite, lo penso un po' più di frequente.

2 giugno, festa della Repubblica

Ieri, come tutti i due giugni, il console generale di Amsterdam ha decorato alcune persone con onoreficenze. Ecco, a me questa cerimonia di decorazione è la cosa che negli ultimi anni mi dà il senso di che cosa grande abbiamo. Una repubblica con una sua costituzione. Una repubblica che per costituzione è basata sul lavoro.

In questo momento non mi interessa fare le mie solite considerazioni amare sulla mancanza e la precarietà del lavoro in Italia, ci sono altre occasioni per questo. Voglio solo dire che lo trovo un principio di base interessante e lodevole, che esprime anche il momento in cui è stata scritta la nostra costituzione.

Però voglio parlare della festa di ieri. Tra i vari italiani che si incontrano a queste ricorrenze, e ho conosciuto persone con cui sono ancora in amicizia proprio lì, a me piacciono in modo particolare i vecchi emigranti.

Alcuni di loro sono stati decorati ieri per l'impegno profuso nel volontariato, a sostegno dei connazionali, chre magari non parlavano olandese e avevano bisogno di un appiglio per sbrigare le mille incombenze burocratiche che una vita lavorativa si porta dietro. Assicurazioni, pensioni, assunzioni, licenziamenti, permessi di soggiorno e di lavoro. Ma non solo quello, anche la parrocchia, le feste.

Conosco tuttora tanti italiani che vivono e lavorano qui da anni e non sono mai riusciti a trovarsi l'occasione di imparare l'olandese. non sto solo parlando di persone con qualifiche professionali e livello di istruzione bassi, ce ne sono tanti tra la nuova emigrazione di scienziati, intellettuali, laureati, che a volte non trovano il tempo, il modo e l'occasione di integrarsi linguisticamente, e, di conseguenza, socialmente.

Il che forse spiega anche il successo di tanti club di italiani, a partire da Italiansonline promosso da Severgnini.

Ma a me piacciono i vecchi emigranti. Tutti questi signori anziani, con addosso i segni di una vita di fatica, con i loro due pezzi e le loro cravatte indossati per l'occasione, troppo calde per quella prima vera giornata di estate afosa che è saltata fuori ieri, di sorpresa (oggi e grigio di nuovo). tutti uomini.

Forse una cosa tipica anche questa: conosco alcune donne decorate in questa occasione, ma non sono della razza dei vecchi migranti. Quella in cui le donne seguivano i mariti, tiravano su i figli come meglio potevano in un contesto estraneo, magari arrivavano a trovarsi qualche lavoretto anche loro, ma un vero ruolo nel sociale, di rado.

E allora dedico questo post a tutti i migranti, vecchi e nuovi, ma soprattutto a quelli di un paio di generazioni fa, che in tanti modi ci hanno preparato la strada. Non ci dimentichiamo del loro lavoro invisibile, dequalificato e duro. In una società sono forse questi i lavori più importanti e indispensabili.

lunedì 2 giugno 2008

Bulli e pupe

Almeno so che sabato si è divertito.



Adesso non deve più lamentarsi che nel weekend non lo mandiamo mai a giocare da qualcuno, o che dobbiamo invitare qualcuno. Ik weekend da leoni ce l'ha avuto.

domenica 1 giugno 2008

Casa in affitto Amsterdam/Haarlem cercasi



Questi sono i miei amici Inge e Dimitri, che con i due cuccioli hanno deciso di tornare in Olanda dopo tanti anni a Firenze.

Inge ha appena trovato lavoro come insegnante e adesso cercano casa. Io non vedo l'ora che arrivino che così ci divertiamo ma visto che una casa in affitto, anche temporaneamente, da queste parti è un terno al lotto, io intanto spargo la voce. Chi sa qualcosa mi fa sapere?

(e con questo penso di aver chiarito le idee a chi mi chiede se so dove trovare case da affittare ad Amsterdam. Non lo so, evidentemente, e me ne dolgo.)

Piccoli ospiti


Gli Gnorpoli sono da un pezzo abituati ad andare a dormire da qualcunol, e gli piace parecchio. Ennio tra i vari amichetti probabilmente è stato il primo. Orso, suo malgrado anche: quando aveva tre anni mi sono ritrovata con un moemento di impasse, Ennio già era stato smistato, e incontrando la mia consuocera all'asilo di mattina, le chiedo al volo se potevo spedirle Orso a dormire la sera stessa. Così anche Orso ha avuto il suo battesimo da ospite.

Avere dei piccoli ospiti da un lato ti espone al rischio di qualcuno che si sveglia di notte e vuole la mamma, e comunque alla certezza di sonni tardivi e risvegli antelucani. Però i bambini mangiano più volentieri, si sottopongono di buon grado alle routine serali e imparano anche che in altre case i rituali possono essere diversi. E sparecchiano.

In genere si fa il lettone con i materassi a terra e si dorme accampati. I bisbigli, le chiacchiere, qualche volta una risata omerica "Dormite", gli busso contro il muro.

La settinmana scorsa abbiamo invitato Lotte, che dopo quella visita estemporaea di Orso l'anno scorso aveva una gran voglia anche lei di venire a dormire da noi. Orso, orgogliosissimo. Aveva un'ospite. Tutta sua.

"Mamma, stasera quando viene Lotte ci dobbiamo fare il bagno insieme".
"Certo amore, con tutti i giocattoli".

"Però la nostra vasca è troppo piccola per tre".
Ci pensa sopra.
"Ennio può andare a farsi il bagno per primo, e intanto io e Lotte mangiamo molto, molto lentamente, e poi ci andiamo noi a fare il bagno".

Io e il capo ridiamo sotto i baffi. Se l'è studiata benissimo.

"E Lotte dorme nel mio letto di sopra".
"Ma forse Lotte non ci è abituata a dormire sopra e potrebbe cadere, sai che facciamo, facciamo un lettone grande per terra".

"E Ennio dorme con voi".
E la sera, tutti sul divano a guardarsi un film e il fratellino di Lotte che la cerca:
"Lotte è qui, è seduta accanto a me. Accanto a Orso".

Povera Lotte, neanche 4 anni e ha già l'amico italiano possessivo.

Ieri invece è venuto Julian. Che aveva invitato Ennio a giocare da lui domenica, e allora colgo la palla al balzo e dico ai suoi di portarcelo a dormire. Arriva con un borsone verde lucido ad aerei bellissimo e il suo pupazzo-lepre Haas.

Anche Julian lo scorso weekend ha avuto il battesimo del fuoco: è andato a dormire da Marlou. La mattina in realtà era ancora perplesso, non era sicuro poi di volerci davvero andare. Ma è poi andata benissimo.

Così ha passato un venerdi e un sabato a friggere di impazienza per venire da noi, i suoi ne hanno approfittato per andare a cena fuori, loro hanno giocato, mangiato, sparecchiato, si sono lavati i denti e hanno visto che Julian si fa dare l'ultima spazzolata correttiva spontaneamente e allora anche loro, per una volta, non hanno fatto storie.

Ennio ha assaggiato il dentifricio di Julian, che pizzica un po' ma è da bambino grande. Abbiamo fatto un po' fatica a farli addormentare e stamattina si sono alzati alle 7. adesso sono a farsi il bagno e fra un po' li consegniamo ai genitori di Julian così noi possiamo dedicare la mattinata alla casa e agli amici architetti che vengono a guardare.

Che i bambini si divertiranno tanto a farsi visita, ma anche ai genitori a volte fa comodo.