Era l'espressione preferita della mia prozia Vittoria, diceva "Poveri figli di mamma" così come un altro direbbe "povere creature" o io "povere stelle". adesso invece ha per me un'altro significato, illustrato dalla parabola che segue.
Partiti alle 7 di mattina e arrivati alle 21 a Cracovia, nonostante un tratto di strada in Germania completamente ghiacciato, dove procedevamo a 20 all' ora e i bambini si distraevano a guardare tutte le auto tamponate, slittate e diversamente incidentate da entrambi i lati dellla strada. Niente di veramente serio, ma per un po' ci siamo chiesti se fosse il caso di continuare.
Nel tentativo di distrarre i bambini, il capo continuava con la sua tiritera biblica dei progenitori (Ennio ormai li sa tutti a memoria, ed e' la prima cosa che ha riferito alla nonna appena arrivati) cercando di convincere Orso che anche lui era figlio di Berend ecc.
"No, ha interrotto il mio treenne deciso, "io sono figlio di mamma". e non c'e' stato verso di convincerlo che l' uno non esclude l' altro. Un bel regalo di Natale, devo dire. Ma mia madre si chiede se non stia crescendo un figlio mammone.
1 commento:
necessita di verificare:)
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