Che in questi giorni di impietosa e lucida autoanalisi, come l'ha chiamata don Stalin, io sia cresciuta, e tanto, non c'è dubbio. Ma è grazie a tutti i miei meravigliosi amici che ne vengo fuori più forte e serena di prima. Mi avete coccolata, consolata, consigliata, sofferto con me, aiutata a relativizzare e a ridere sopra le mie paturnie, e nessuno, dico nessuno, si è sottratto. Vi siete indignati, incazzati, avete reagito con un tempismo incredibile.
Vi amo, siete splendidi (ehi, mica è per caso che siete i miei amici) siete la prova che devo essere una persona fantastica anch'io per avere amici come voi. E le pompe e i pompini funebri di Corepeloso resteranno negli annali (o anali? Questo correttore ortografico delle volte....)
E nessuno neanche per un'attimo mi ha chiesto se non pensassi di stare esagerando. Sono la donna più fortunata del mondo. Tutto quello che dò lo ricevo decuplicato. Ho gli amici migliori del mondo. Per favore mettetelo nella mia orazione funebre (già che siamo in tema per via dei pompini).
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