I giorni cupi autunnali mi stroncano, ho passato giorni da un attacco di pelandrite all'altro. Per fortuna mi vengono delle botte creative e mi sono messa a far feltro.
Fare sciallini in feltro è un'arte che ho appreso da Cristina Pacciani, che ha un atelier sull'Overtoom e con cui ci siamo fatte subito simpatia. Eh, noi povere mamme italiane ad Amsterdam, se non ci si consola tra di noi. Lei è un'artista dei colori pastello, io cerco di fare colorini più forti.
Però per un'esposizione per cui doveva fare dei pannelli da 5 metri voleva lavorare in bianco e nero. Un'allegoria della giustizia. Una prova di bravura enorme per una feltraia. Per fortuna ci ha ripensato e ha fatto una serie di pannelloni bellissimi color pastello con dei piccoli inserti che a me sembravano delle vulvette (a domanda precisa ha risposto sibillina, ah questi artisti) e avevao un qualche tema d'amore.
Questi giorni, quindi, per scacciare il winter blues già in autunno (meno male che non vivo sopra al circolo polare, mi suiciderei in inverno) ho feltrato. Un cappello con Lily, che non avevo mai provato forme tridimensionali e infatti non è venuto un granché, ma lo considero sempre un lavoro in corso.
Uno scialle bianco da un lato e lilla, turchese con tocchetti di verdino e arancione acceso dall'altro. Uno scialle antracite con tocchetti in bianco e nero, e la scritta musa in rosso da un lato. L'ho regalato a Samila Bayat, artista iraniana in visita in questi giorni, che due anni fa ha fatto questa mostra da me con quadri sognanti e deliziosi per bambini. Il più bello era la bimba che decide di lucidare la luna, e sale su una scaletta altissima più in alto delle case, degli aquiloni e delle nuvole, tutto sfumato nei toni del blu notte. A Ennio è piaciuta tanto la megalumaca verde, sempre in attesa di essere appeso in camera sua. Una pittrice dovrebbe sempre avere la musa a portta di mano.
Poi: ho elaborato con Ruvy un act sul tema del mecenate, ce se ci lavoriamo un po'meglio viene bene per una prossima occasione.
Abbiamo scelto il pezzo che reciteremo a marzo: Signorina Papillon di Stefano Benni, che dovremo implorare di illuminarci, che è un pezzo tanto ermetico.
E domenica, andiamo ad esibirci per il Lize, l'organismo decisionale per `gli europei del sud in Olanda. Grazie a M-A, ho trovato dei pezzi di Machado, che negli anni '70 erano stati musicati da tale Joan Manuel Serrat, catalano. Leggerò questi, oltre ai nostri soliti pezzi.
Insomma, adesso mi resta solo da cucinare per la festa di san Martino di sabato, domani ci diamo alle torte di zucca con Monique, e poi ho finito.
Cosa non tocca fare per tenersi su quando il clima ti uccide.
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