lunedì 23 novembre 2009
Nasce il MUSAA
Allora, come ho scoperto San Benedetto in Perillis, il suo sindaco caruccio e altra gente l'ho detto in passato, chi vuole metta il nome del paese insieme a Mammamsterdam su google così si ritrova anche le fotine belline che ho fatto a maggio.
Che questo paese, abitato da 100 vecchi non abbia alcun peso politico ed è per questo che è rimasto fuori da qualsiasi aiuto e persino dal cratere, dopo il terremoto, è anche un fatto. E ciò, o forse grazie al fatto di non essere legati da Protezione civile e ordinanze, le loro casette sono pronte e venerdì stavano arrivando i mobili (la foto è del mese scorso).
Che un paese che esiste da un migliaio d'anni e abitato solo da vecchi entro pochi anni possa finire, se non interviene qualcosa, fa una grande tristezza.
Poi qualcosa succede e a me piace definirlo un miracolo statistico. Perché statisticamente, quante sono le persone in una zona così depressa e spopolata dotate di un senso del futuro ai limiti del visionario? E quanti, oltre ad avere il bagaglio culturale che gli supporta la visionarietà, hanno anche il senso pratico, la voglia di mettersi a fare (anche se in quel momento hai perso tutto e porti le mutande che ti ha passato la protezione civile) e la proattività di creare in cinque mesi, dal nulla una cosa del genere? E tirarti dietro un sacco di gente?
Tutti questi visionari pratici ed entusiasti, statisticamente, quanti ne trovi in un'area così ristretta? Ma questo terremoto, si sa, ha sconvolto anche le statistiche tra altre cose.
Venerdì è nato così ufficialmente il MUSAA, Museo dell'Architettura e dell'Arte. A che servono architettura e arte in una zona scempiata dal terremoto e ancora di più, dalla sua gestione?
A creare una cultura del ricostruire, a mettere insieme tutta la documentazione esistente (rilievi, disegni, maquettes, documenti, libri mai più in commercio), i tecnici interessati (ingegneri, architetti, mastri muratori e studenti) a imparare e diffondere le tecniche di costruzione di questi nostri paesetti preromani e medievali.
Perché se non sai in primo luogo come li hanno costruiti, come fai a ricostruire? E se i bambini della diaspora del terremoto in questo momento non vedono più né utilizzano la propria casa, la propria scuola, i propri spazi, come faranno a crescere con un senso di appartenenza a questo paesaggio naturale, rurale e urbano da cui sono stati costretti ad allontanarsi?
Ecco, visionario e pratico.
Così visionario e pratico che un mecenate tedesco ha incaricato l'ing. Sebastian Storz di Dresda di trovare un progetto da finanziare per aiutare l'Abruzzo dopo il terremoto.
Che la facoltà di architettura di Pescara ha messo a disposizione i materiali d'archivio su cui generazioni di studenti della zona hanno annotato come erano i propri paesi prima di tutto questo. così che se bisognerà tirar su, censire e rimettere insieme i pezzi che compongono il portale X del palazzo o chiesa Y si cercano i disegni degli studenti Z e W, e si vede com'era e in che ordine rimetterli uno sul'altro.
E se il soffitto a volta di carrozza di casa mia, tutto da buttar giù e rifare piatto secondo gli architetti, ingegneri e muratore che l'hanno visto, lo metto in mano a quel certo muratore che mi hanno segnalato loro e che è l'unico in zona a sapere come rifarlo, forse anche casa mia resta un po' meno omologata dopo la scossona.
Ecco, venerdì scorso il miracolo statistico ha messo insieme un sacco di belle persone che hanno capito perfettamente a che serve il MUSAA. Dalla vecchietta di San Benedetto che sa benissimo che il giorno che muore lei casa sua si chiude e andrà in malora, perché non ci abiterà più nessuno.
A seguire dai tecnici presenti, che scalpitavano dalla voglia di cominciare. E i tedeschi, tra cui il rappresentante dell'ambasciata che last-minute ha patrocinato il progetto, la stessa persona che segue gli aiuti tedeschi ad Onna.
L'ICCROM, che sarebbe il braccio tecnico dell'UNESCO, che a differenza dei nostri caporaletti locali l'ha capito bene perché un gioiello altomedievale come San Benedetto è meglio che sopravviva, per tutti noi.
Alla presidente della provincia, Stefania Pezzopane, che pur trattenuta da impegni precedenti ha mandato una lettera di un calore e una partecipazione come raramente un politico è capace di fare. Lo sentivi dalla lettera, che Stefania avrebe preferito star lì.
L'ingegner Giuseppe Tosti, che da anni guida la ricostruzione post-terremoto ad Assisi, che tra un giro d'Italia e l'altro si è alzato prestissimo per essere lì in tempo.
l'ing. Storz firma l'accordo di donazione di "Quelli di Astaroth"
E, nel nostro piccolo, anche noi di Quelli di Astaroth, che i fondi raccolti ad aprile nel corso della serata per l'Abruzzo abbiamo deciso di destinarli al MUSAA.
Non soltanto perché crediamo nel progetto, ma anche perché a noi la gente che lavora gratis per idealismo e riesce a realizzare cose concrete, la gente che non ha una fedina penale per ricoprire un incarico pubblico, gente il cui peggior difetto, a detta dei nemici e anche degli amici, è quello forse di essere troppo ingenuo e signore, ma che poi, al di fuori dei giri degli amici le cose le realizza meglio e prima degli altri, che dire, a noi stanno simpatici.
Il silenzio assordante delle autorita, invece, ad aprile mentre raccoglievamo soldi e venerdì, davanti a quei posti vuoti dietro al tavolo dei relatori (e manco una telefonata) quelli si commentano da sé. (Polemica? Temperamento? No, solo delusa e incazzata, e visto che nessuno mi paga per star zitta, parlo gratis).
Il MUSAA però con la sua presenza e le proprie attività rappresenta anche un domani per questo paesino millenario, il più vecchio d'Italia.
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2 commenti:
bellissimo post! grazie :)
"Maestra, a cosa servono i musei?"
"Secondo te?"
"Ci sono i pezzi di storia, dentro."
"E a noi che ci frega? Cos'è la storia?"
"E' la nostra memoria."
"E quindi siamo..."
"Noi."
Appunto :)
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