giovedì 26 novembre 2009

I polacchi, la suina e la speranza della nazione

Mentre andavo in Italia giovedì scorso ho letto al volo che il ministro della sanità polacco ha sostenuto in parlamento di non avere ancora abbastanza informazioni rassicuranti sull'uso del vaccino della suina. Il ministro è pediatra, quindi mi sembra che alcune delle cose che dice abbiano un senso. I critici sostengono che è tutto un trucco per non cacciare i soldi e perché gli altri paesi europei lo hanno fatto?

Quello che fanno gli altri saranno affari loro, sostiene lei, a me interessa sapere se come governo dobbiamo guardare agli interessi dei cittadini o a quelli delle case farmaceutiche. I tre vaccini disponibili hanno dosaggi diversi ma vengono trattati come equivalenti e a dar retta al oro non esistono effetti collaterali, cosa che sarebbe un miracolo del signore, visto che tutti i vaccini ne hanno o non funzionerebbero. Lo dice un medico, non io.

A questo medico danno ragione altri ricercatori, che però vengono in genere citati poco. Come Tom Jefferson, epidemiologo e direttore degli studi sui vaccini della Cochrane Collaboration, un autorevole network di 11.000 scienziati in 90 paesi, che viene unanimemente considerato il fornitore della migliore evidenza scientifica disponibile. Anche l'associazione mondiale per la sanità definisce il Cochrane "la fonte di prove scientifiche di alta qualità".

E cosa dice Jefferson? Che in base a studi che loro fanno da decenni, i vaccini in genere non hanno effetto su bambini sotto i due anni, cominciano ad avere senso per bambini molto più grandi, praticamente nell'adolescenza e per adulti sani. E non hanno praticamente quasi nessun effetto tra i malati cronici e anziani, specialmenti i più anziani.

In Olanda sono proprio i gruppi di cui è scientificamente provato che il vaccino non funziona quelli a cui viene consigliato. Chiaro che Jefferson non sia molto amato nella comunità scientifica. Il punto non è se il vaccino funzioni o non funzioni, il punto è che non è sufficientemente dinostrato scientificamente che davvero riduca i casi di influenza suina. E paragonata alle statistiche della normale influenza stagionale, non è che la suina finora abbia fatto tutti questi danni stratosferici.

Anche con l'influenza stagionale a volte muoiono persone che per il resto sono sane, solo che non te lo mettono tutte le volte in prima pagina sui giornali nazionali.

In base a questo discorso sull'influenza stagionale, che paraltro non prendiamo quasi mai, noi in famiglia abbiamo deciso subito a settembre che non ci saremmo vaccinati, né noi né i bambini, contro la suina, anche se ho scoperto che da un paio d'anni il lavoro del capo li fa vaccinare collettivamente in ufficio contro l'influenza stagionale, perché gli costa meno che se un solo consulente si ammala e resta a casa alcuni giorni.

In Olanda, grazie anche al megaconsulente del ministero che, si è scoperto ben presto, sta pure a busta paga di una delle case farmaceutiche che producono i vaccini "ma per altre questioni" sostiene lui (una situzione che a mio avviso seppellisce la credibilità di chiunque, ma lasciamo perdere), hanno comprato subito vaccini per tutti. Fiesta!

Insomma a mio avviso basta un minimo di buon senso e non farsi lavare il cervello dalle voci mainstream, ma chiedere a scienziati seri cosa ne pensno,per evitare un sacco di tutti i patemi che ci facciamo e tutte le conseguenze di questa cosiddetta pandemia annunciata. Però non ci si può fidare manco delle riviste scientifiche, perché, come dice Jeffrey Drazen, caporedattore del New England Journal of Medicine :
"L'acquisizione di pubblicità quest'anno è stata fantastica. Ha praticamente compensato la perdita di introiti dovuta alla contrazione nelle tirature che tutti gli editori accusano" (cito da un articolo su Vrij Nederland, con traduzione mia).

Quindi, sottolinea Jefferson, negli ultimi anni si constata un trend in ascesa di pubblicazioni sui vaccini in riviste di grande impatto, ma casualmente solo quegli studi sponsorizzati dalle case farmaceutiche.

Quindi, non si sa se il vaccino funziona, va bene, ma se non fa niente comunque non fa neanche male, no? Invece si, non esiste un medicinale senza effetti collaterali, quindi l'efficacia va valutata mettendo a confronto pro e contro e se il contronto va a favore dei contro nel senso che i pro scarseggiano, è giusto farsi venire dei dubbi al mondo. E poi rendiamoci conto che i soldi che buttiamo in una cosa che non serve o fa addirittura male, non possiamo più usarli per qualcosa di utile (vogliamo ridarci un'occhiata all'ultima finanziaria?)

In Europa molti soldi sono stati già buttati nei vaccini. Ma come fa notare il ministro polacco, perché le case farmacutiche non mettono semplicemente i vaccini sul libero mercato lasciando ai consumatori la responsabilità di decidere ognuno per sé se li vogliono comprare? Perché passare questa responsabilità ai governi? In fondo se hai un prodotto fantastico e tutta questa potenza di marketing, lascia fare al mercato il suo lavoro se sei un imprenditore.

Ma evidentemente quello che va di moda al momento sono i grandi imprenditori che gli investimenti preferiscono farli pagare allo stato (devo nominarla qui Alitalia o basta così?)

E questo ce lo devono ricordare i polacchi in Europa, porca miseria. I polacchi, quelli che 25 anni fa stavano a Roma a lavare i vetri ai semafori quando nel loro paese tutta l'economia era di stato. Cosa vedono loro che noi non vogliamo vedere?

Non sono mai stata così orgogliosa del mio coté polacco come la settimana scorsa, e tutto grazie a Ewa Kopacz, che è titolare di un ministero importante come la sanità (saluto en passant anche le quote rosa) e medico e non ha paura di dire quello che pensa e non farsi venire il complesso di inferiorità da "ma gli altri lo hanno fatto e noi no?".

Me lo tengo come pensierino della settimana per ricordarmi che si può anche pensare con la propria testa e non solo con il portafoglio altrui.

11 commenti:

strega reticente valverde ha detto...

Assolutamente d'accordo..ho come amici una coppia di medici e ne abbiamo parlato: entrambi ci hanno sconsigliato di vaccinarci e non vaccineranno ne loro stessi, ne i loro 3 figli!
(E parole come "squalene" additivo presente nei vaccini dovrebbero fare tremare...ecco!)
bacioni
valverde

francesca ha detto...

Ho fatto fare il vaccino ai miei bimbi (Nicola tra l'altro rientra nella definizione categorie a rischio) dopo aver sentito il parere del nostro pediatra, persona di cui mi fido e che anche in passato ha dato prova di non seguire le direttive di case farmaceutiche ....ma la sua opinione personale.
Ritengo che mettere a disposizione gratuitamente per le categorie a rischio e bambini un vaccino antiinfluenzale (d'altronde non e` obbligatorio) sia segno di grande civilta` e non il contrario!
Spero che la nostra scelta ci risparmiera` 8+8 giorni a casa con i bimbi con la suina magari nel periodo Natalizio
Francesca

stefafra ha detto...

Il vaccino andrebbe IMPOSTO a chiunque sia a contatto con bambini, malati e altre categorie a rischio, intendo medici, infermieri, lavoratori ospedalieri dal portantino alle donne delle pulizie ai cappellani, maestre, bidelli e via andando. Pena la sospensione dal lavoro.
E consigliato caldissimamente ai giovani sani e lavoratori, quelli che se stanno a casa bloccano il funzionamento di economia e stato in generale.
Questo virus non è di per sè più pericoloso dell'influenza normale, che pericolosa lo è di suo, ma è molto ma molto più contagioso, quindi non è impensabile per esempio di avere una stazione di polizia senza poliziotti per un paio di giorni, o un paese senza pompieri perchè sono tutti a letto, immaginate le conseguenze....
Quanto al proteggere le fasce deboli, spesso certe decisioni sono prese dai governi con la necessità di pararsi il didietro: se non fanno nulla e capita il disastro tutti griderebbero:"perchè niente vaccini?",ma se insistono sui vaccini per dare l'idea di star facendo qualcosa ecco tutti a gridare al complotto.
È difficile decidere cosa fare, e soprattutto deciderlo prima di avere un quadro preciso della situazione, come è il caso per le epidemie tutte (che se aspetti di sapere coma va a finire è troppo tardi)

Chiara Trabella ha detto...

Per completezza, ti segnalo un articolo di Bressanini in merito
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/11/16/un-vaccino-testato/

Mammamsterdam ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pythya ha detto...

Io NON mi vaccino. Preferisco stare a casa per l'influenza, ammesso che la prenda (vado avanti ogni inverno a spremute d'arancia e caramelle alla propoli) e oltre due o tre raffreddori (andateci voi a fare lezione in classi dove gli studenti starnutiscono ad ogni pié sospinto) e il consueto e professionale mal di gola (faringite) non vado. BY TH WAY,
l'ennesimo articolo de IL FATTO, quotidiano italiano SENZA EDITORI di riferimento, sui vaccini.

http://www.facebook.com/l.php?u=http%253A%252F%252Fantefatto.ilcannocchiale.it%252F2009%252F11%252F04%252Fchi_vaccina_i_vaccini.html&h=184d334bb92f7ef1092469e66c66ec80&ref=mf

Mammamsterdam ha detto...

Premesso che come sempre, ognuno fa quello che crede, mi è sembrato utile dare risalto a informazioni che nei media in genere vengono sopraffatte dall'allarmismo.

Non intendo demonizzare nessuno né gridare al complotto, resta il fatto che né io né i bambini ci siamo mai fatti un vaccino antinfluenzale e che in genere l'influenza la prendiamo pure poco. Prendiamo altri mali di stagione e ce li curiamo come possiamo.

Poi resta il fatto che se a me epidemiologi e specialisti confermano sulla base di ricerche svolte come si deve che ai bambini sotto i due anni è inutile, chi sono io per contestarlo? E se le stesse ricerche confermano che invece gli adulti sani hanno beneficio dal vaccino, è giusto che lo facciano, come trovo giusto che siano anche i datori di lavoro, nel proprio interesse a farli vaccinare.

Poi che noi come cittadini e pazienti forse avremmo diritto a sapere cosa cavolo ci propinano e a decidere da noi se vogliamo farci vaccinare, mi sembra un diritto fondamentale. Ma come, obbligatorio pena la sospensione dal lavoro? Stiamo scherzando? Io sulla mia salute decido da me, in modo informato possibilmente, fidandomi del medico curante, ma anche un paziente di cancro ha il diritto di rifutare le cure, se non se la sente.

E facciamo l'esempio degli insegnanti, che se si mettono in malattia vengono decurtati dello stipendio. Va bene la circolare in cui si fa appello al loro senso del dovere, ma se la scuola è così ipocrita da non riconoscere: c'è un rischio epidemia più elevato del solito, quindi se avete l'; influenza e state a casa perché io datore di lavoro te lo chiedo, ti pago anche i giorni di malattia, perché deve pagasrelo di tasca sua un insegnante precario, il senso civico?

Insomma, invece di regalare milioni di sldi alle case farmaceutiche per vaccini che ancora devono provare la prpria efficacia e di cui è chiaro solo che contengono sostanze MOOOOOLTO nocive, perché non pagare l'assenza per malattia a chi fa un lavoro socialmente indispensabile?

mamikazen ha detto...

io li ho fatti tutti e due, la stagionale e la suina, perché rientro nelle categorie a rischio e non sono né sotto i due anni né sopra i sessanta... l'ho fatto perché se posso evitarmi un po' d'ospedale o un mese in meno d'asma son contenta. e prima ho chiesto al vaccinologo. ai miei figli non so, però in effetti non l'hanno presa, penso sia meglio farglielo, parlerò con la pediatra. se si può evitare che muti e s'incattivisca ma piuttosto pian piano si estingua, questo simpatico virus, penso sia meglio.
i bambini con cui lavoro quotidianamente se la sono beccata praticamente tutti e sono stati a casa la loro settimana canonica, niente di che. gli adulti sono stati un po' peggio. io sulla mia pelle preferisco prevenire, anche perché da me poi curare è lungo e complesso. ma credo che nessun datore di lavoro possa obbligare al vaccino. e credo sia civile offrirlo a chi è a rischio e ne ha bisogno, gratuitamente. non solo qui da noi, però, sennò mi sa che va a finire come le zanzare, che mia madre d'estate in giardino fa tutti i trattamenti ma i vicini no, e siamo daccapo. e non è bello che io ho l'opportunità del vaccino e i soggetti a rischio dei paesi in via di sviluppo no, per dire.

LGO ha detto...

Il vaccino non può essere imposto, altrimenti sarebbe trattamento sanitario obbligatorio, una roba pesantuccia anzichenò. Comunque. Qui l'ondata è arrivata, ha allettato scuole intere (per un paio di settimane abbiamo avuto le classi dimezzate, anche se individualmente in media l'influenza è stata veloce e poco aggressiva: poche linee di febbre e per poco tempo), gli insegnanti hanno pagato il loro balzello -io per fortuna nonostante i figli l'abbiano presa non mi sono ammalata. Ma non mi pare di aver letto nulla sui giornali di tutto questo. Solo articoli allarmati perché la gente si vaccina troppo poco.
E anche a posteriori continuo a restare della mia idea. A parte le categorie a rischio, stiamo parlando di influenza. E se il virus mutasse, probabilmente anche il vaccino non andrebbe più bene.

Pocahontas ha detto...

Coem per tanti altri argomenti hai scritto esattamente il mio pensiero...anche io mi ero informata un po' e poi, non avendo mai fatto (ne io ne le nane) il vaccino antinfluenzale canonico, non mi ha nemmeno sfiorato l'idea di fare quello per la suina. Io parto di omeopatia da settembre, l'anno scorso (e sto toccando ferro, giusto per scaramazia) non abbiamo saltato nemmeno un giorno di lavoro/scuola. Spero di ottenere gli stessi riultati anche quest anno (ritocco ferro!).
PS: oggi ho fatto il burro seguendo le tue istruzioni, fantastico, una gran soddisfazione! (che vuoi, a me basta poco per essere felice!)

Mammamsterdam ha detto...

Infatti siamo sempre lì, Mamikazen con il vidal e tutto il resto, mi sembra il minimo, ma quello che mi spaventa è che se sento all'Italia mi sembra che ci sia il solito modo isterico e arruffone di informare la gente.

Poi io le volte in vita mia che mi sono potuta permettere di non lavorare con l'influenza si contano sui diti mignoli.

E non ho capito se qui sia arrivata e come, influenze vaganti ci sono tutte, ma le scuole dimezzate ancora no. Vuol dire che dovrà ancora arrivare.