mercoledì 4 novembre 2009

Continuiamo a metterci in croce reciprocamente?

Ecco, la questione del crocifisso in classe io l'ho vista da vicino l'autunno che ero incinta di Orso, sono a andata due giorni a Ofena per riprendermi prima di un mega-corso di cucina a Silvi e mi sono ritrovata assediata da telecamere e attivisti circa la decisione di accogliere la richiesta di un padre islamico che aveva richiesto di non tenere il crocifisso nella classe dei figli.

Come è finita a Ofena ve lo risparmio. Posso solo dire: per piacere non ricominciamo che diventiamo ridicoli.

Uno può dire: ma vabbé, è un simbolo tradizionale, che problema c'è, per nessuno è nulla più di un normale arredo decorativo, come la piantina rampicante che sta sull'armadio e scende giù con i suoi rametti.

Perché mettiamoci la mano sul cuore: a chi di noi, passando davanti a un crocifisso qualsiasi appeso in una scuola o un ufficio viene da genuflettersi e/o segnarsi? A me no, sinceramente e non conosco manco nessuno che lo faccia. Manco lo vediamo, tanto ci siamo abituati (si, tranne quando la suocera ti ha allenato il bambino a fargli pciù pciù con la manina che il povero innocente manco lo sa che vuol dire, ma a te ti scoccia).

Fino al momento in cui qualcuno ti fa notare che noi magari ci siamo tanto abituati e manco lo vediamo, ma che per chi non ha tutto il nostro vissuto, far vedere la statuetta di un uomo seminudo, sanguinante, inchiodato a una croce e incoronato di spine con lo sguardo sofferente, ecco, forse a un bambino piccolo che non ci è abituato magari gli fa impressione.

E lì ci scocciamo assai, perché giù le mani da cristuccio nostro, e si scatena subito il meccanismo del dentro e del fuori e chi viene da fuori meglio che stia zitto e mosca, che noi si che lo sappiamo come regolarci a casa nostra.

Tutto ciò ci distoglie dal solito argomento di principio: siamo uno stato laico? La scuola pubblica di uno stato laico è per tutti e pagata con i soldi di tutti? e allora un po' di neutralità per favore. Per il principio, mica per altro. Perché in una scuola si tenta soprattutto di formare dei cittadini e abituarli al rispetto reciproco, alla libetà di opinione e di fede, tutti principi sanciti dalla Costituzione e non dalle Sacre scritture.

Chi vuole crocifissi, stelle di davide e mani di fatima (che non sono un simbolo religioso, ma vabbé, un elenco di tre elementi suona meglio di uno di due) se li appenda per cortesia dove vuole, ma in privato e a casa sua o sul corpo suo.

E non lo deve fare per rispettare la sensibilità mia o di un altro che crede ad altro, lo deve fare per rispettare la propria di sensibilità e prendere sul serio quello in cui crede essolui di persona. Se la tua religione la prendi un minimo sul serio, se la tua religione è la cattolica romana basata sull'amore, ecco, non dare fastidio a chi non la condivide o ti contraddici nell'essenza stessa del tuo credo. che, cncedetemelo, non ci fai fare una bella figura alla tua religione.

E per cortesia adesso non ricominciamo come con il velo islamico: un'usanza tradizionale se non addirittura superstiziosa assurta a simbolo religioso, tanto per irrigidirci su posizioni uguali e contrarie e scannarci su cose che dovrebbero unire e non separare.

Ognuno si tenga il crocifisso e il velo suo e cominciamo a parlare di cose serie per favore. Per esempio la separazione di chiesa e stato, cosa che non avviene in teocrazie come l'Iran, e allora non cominciamo a coltivarcela a casa nostra, visto che abbiamo questa fortuna di poter scegliere.

E chi vuole firmare in proposito, può farlo qui:
http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio/?pollId=1720

Per quello che serve (lo dice una che ha firmato di corsa).

Aggiungo questo link, perché dice molto bene perché il rispetto di noi cattolici deve andare al cristo e non all'arredo:
http://bonanni.blogautore.repubblica.it/2009/11/04/la-banalizzazione-di-un-simbolo/

14 commenti:

widepeak ha detto...

sottoscrivo da te e poi da repubblica. ieri tentavo di spiegarlo a mia madre, ma niente, niente. sic.

Baol ha detto...

Io il crocifisso in classe l'ho sempre avuto...e comunque non me ne frega niente della chiesa, credo che abbia uno strapotere temporale che non dovrebbe avere e sono credente...

Quindi che il crocifisso ci sia o non ci sia non penso faccia molta differenza, credo che sarebbe meglio questionare sulla qualità dei docenti e sulla qualità delle strutture :)

ciaoooo

ps
visto che non commento solo quando parli di tette :P

mammaemigrata ha detto...

sono d'accordissimo! e aggiungo che rabbrividisco di fronte alle dichiarazioni di alcuni politici "iscriviamo le origini cattoliche dell'italia sulla costituzione"... sarebbe un errore enorme!!!! uno stato DEVE essere laico, perchè quando non lo è, la religione può diventare la scusa di tante crociate come è già successo e continua a succedere ogni giorno. E il Vaticano dovrebbe smetterla di sentirsi offeso quando si parla di DECISIONI POLITICHE RIVOLTE ALL'ITALIA!.

Mammamsterdam ha detto...

Io me ne devo fare una ragione, sono stracattolicissima e più invecchio e più peggiora.

Proprio per questo ho un rispetto enorme non solo per la mia religione, ma anche quella degli altri e proprio per questo me la voglio tesoreggiare e tenere nella mia sfera più intima e affettiva, e non farne un fatto pubblico o politico.

E quindi trovo che la cosa più triste di queste discussioni, a parte l'inutilità e la mancanza di rispetto per gli altri, che di solito quelli che si accalorano di più sono quelli che in fondo la fede la considerano solo un fatto formale.

Perché appunto se si attenessero un minimo nella propria vita quotidiana dei precetti della chiesa, canterebbero diversamente.

Ma la coerenza è un bene raro. Però da cattolica, me ne posso dispiacere?

supermambanana ha detto...

hai presente i quadri del puntillismo? Bisogna allontanarsi per vederli bene. Se guardi da vicino vedi soltanto una pallozza informe e non capisci che quella pallozza e quelle vicine formano il porto di Marsiglia. Per capirlo ti devi allontanare. E porcamiseria cio' che vedi e' stupendo. Io e te ci siamo allontanate, ma mi chiedo se quelli ancora a livello pallozza, sia i pro sia i contro, si rendano conto di cosa si perdono.

Due considerazioni, anzi tre.

Una, qualunquista e populista, che pero' faccio lo stesso: ci sono problemi piu' gravi, se le news in Italia dedicano tutto sto tempo a questo caso, come anche alla suina, o alle abitudini sessuali di qualcuno, a me puzza di brucio, perche' delle due l'una, o (1) non sai che altro dire, e allora mi sa che non ti sei guardato intorno bene, e sei a livello pallozza pure tu, oh giornalista, oppure (2) vuoi consapevolmente distogliere lo sguardo da altro, e' un'altra manovra che si affianca a quella veline per spegnere ogni scintilla di pensiero alla popolazione. Boh.

Due. La chiesa cattolica quando si trova alla periferia di Roma mi pare molto piu' concentrata sui valori cristiani, soprattutto quello dell'accoglienza, e del non giudicare. Ti faccio un esempio pratico (vissuto in prima persona): messa di natale, la chiesa piena, almeno il triplo dei fedeli. Commento del prete italiano: ecco, ci sono persone (tono diventa allusivo) che vanno a messa solo a Natale e Pasqua, questi di certo non possono ritenersi bravi cristiani. Commento del prete inglese: amici miei, sono cosi felice di vedervi in tanti oggi, benvenuti, benvenuti di cuore. Questo per dire che intervistare il vescovo italiano e dire che e' l'opinione della chiesa mi pare riduttivo, sono sicura che i membri la conferenza episcopale inglese avrebbero un parere differente. O vogliamo dire che 'vale di meno' perche' non sono a Roma?

Tre. L'argomento di chi non vuol necessariamente apparire bigotto e' quello che il crocifisso in aula e' "parte della nostra tradizione". Che detto dai leghisti che dicono che l'Italia andrebbe eliminata che loro sono celti in realta' mi pare risibile, ma comunque, prendiamo per buona l'affermazione. A me questo mi pare il piu' debole di tutti gli argomenti, anche se chissa' perche' la fallacia non mi pare la colga nessuno. A parte che i tradizionalisti, da Lefebvre in poi, non hanno avuto vita facile neanche con la chiesa. Ma che vuol dire 'tradizione'? E' tradizione che ci sia un crocifisso in ogni locale? Abbiamo un crocifisso in ogni stanza? O ogni locale pubblico? C'e' il crocifisso in ogni stazione, ufficio postale, comune? Posto che no (puo' anche essere ma mi pare di no) e allora perche' la scuola? La tradizione non e' dunque: 'avere un crocifisso in ogni dove per ricordarci di agire secondo i valori cristiani' (che gia' mi parrebbe piu' difendibile se uno vuol davvero usare l'argomento-tradizione) ma 'avere il crocifisso in ogni aula scolastica'. Mmmm, non suona forzato?

Kiara ha detto...

@baol infatti
Vengo da scuole cattoliche (elementari/medie, con tutto quello che concerne vie crucis, rosari etc), il preside del mio liceo era un prete, però non significa nulla. Voglio dire: se c'è e io ci credo, ben venga. Ma se c'è e non mi interessa, amen.
Che lo Stato Italiano alla fine non è così laico come vorrebbe dimostrare, è un altro discorso...

Giuliana Cupi ha detto...

Di ritorno da un bellissimo we in Francia, che resta sempre la mia opzione di fuga dall'Italia. Con gli ospiti si è parlato anche di questo e loro spiegavano l'atteggiamento laicissimo del loro Paese, per cui a scuola o negli uffici pubblici di crocifissi e compagnia bella non ne parliamo, ma neppure di simboli religiosi sulla persona: per cui la medaglietta del battesimo la infili discretamente nella scollatura e di velo non se ne parla proprio. A parte l'ormai annoso dibattito sul fatto che così facendo si disincentiva l'emancipazione delle fanciulle islamiche (penso che in Olanda sia lo stesso), questo lato della laicità dura e pura mi lascia un po' più perplessa, mi sembra quasi un'imposizione invasiva. In fin dei conti la mia medaglietta, il mio velo o il mio zuccotto, finché me li tengo addosso io, dovrebbero essere cavoli miei (e confesso che il velo un qualche bouleversement me lo procura, non per motivi religiosi, ma femminili, so benissimo che anche qui una volta, ma infatti se/quando vedo donne infagottate di nero dalla testa ai piedi mi prende un po' lo stesso sentimento)...
Giuliana

Mammamsterdam ha detto...

Supermambanana, meno male che tu dici in modo ragionato quello che penso io, che oltre la pancia non ho tempo di andare. Da entrambi i lati: ma con tutte le cose che l'Europa avrebbe da dire sull' Italia, proprio dal crocifisso cominciamo? E, visto che è un simbolo (e qui mi associo a Giuliana, ma con riserva, sull'esagerazione laica francese) ma proprio una questione di stato dobbiamo farne?

Evidentemente si, perché dio è in cielo, in terra e in ogni luogo, e allora a che ci serve metterlo noi ovunque? Tienitelo nel cuore che stiamo tanto, ma tanto meglio tutti.

emily ha detto...

condivido tutto.
e mi sa che siamo in tanti

Pythya ha detto...

Ho sempre ritenuto la religione un fatto personale, perché spirituale e di fede. Quindi cosa c'entra l'ostensione dei simboli religiosi? E comunque, la parola tradizione è come la coperta di Linus, ognuno la tira dove vuole. COSA E' TRADIZIONE IN ITALIA????? Uno stato giovane di 150 anni ma in perenne mutamento, può parlare di una tradizione, una sola e comune? Ma se ormai manco più i Promessi Sposi si leggono a scuola!!!!!! Sto divagando. Io ho un'idea. Al posto di OGNI simbolo, sulle pareti delle aule scolastiche, mettiamo i primi 13 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana, i Principi Fondamentali, e facciamoli imparare a memoria ai nostri pargoli. HAI VISTO MAI CHE.....

lorenza ha detto...

anch'io, e quoto supermamabanana in tutto (soprattutto sulla periferia ecclesiastica, c'è da dire che ormai da queste parti è come stare in periferia, ma è un altro discorso). Ma la cosa più triste è la sinistra italiana che si mette in fila per piaggeria: questa la trovo davvero una mancanza di dignità!

supermambanana ha detto...

Per la serie "e' la stampa, bellezza", ti becchi un altro commento fiume, sorry. Ti regalo questa chicca:

http://www.unita.it/news/italia/90712/i_presidi_non_possiamo_toglierli

Oh tu, esimio giornalista iscritto all'albo, che mi pubblichi questo trafiletto, non senti tuo dovere etico quello di approfondire quello che il presidente associazione presidi afferma e illuminare il lettore? Non ti sto chiedendo di scartabellare per ore in una polverosa biblioteca, i patti lateranensi sono on-line in molte parti. Gooooooogle it porcamiseria. Io ci ho provato perche' mi pare strano che il concordato "preveda appunto i crocifissi nelle aule" (fra l'altro questa frase non e' virgolettata nell'articolo, quindi deduco sia una parafrasi del giornalista, non testuale del presidente dei presidi). Devo ammettere che non ho trovato nulla sui crocifissi in classe, ma magari non ho cercato bene. Quello che ho trovato e':


"La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All'atto dell'iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta dell'autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione."


A me pare, ma dico pare a naso eh? che l'imposizione del crocifisso in classe non solo non sia prevista da questo concordato, ma addirittura lo violi, laddove si dice che "è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento." Se uno ha il diritto di non avvalersi, e di non subirne discriminazione, allora vederselo ricordato ogni momento che "non si e' avvalso" mi pare incoerente con la disposizione. Se l'ora di cattolicesimo ci deve stare per forza, allora che si mostri soltanto in quell'ora il crocifisso. O no?

piattinicinesi ha detto...

leggo tutto, molto interessante.
dopo aver vissuto anche in uno stato laicissimo come la francia mi sono resa conto che anche la laicità eccessiva diventa una religione, per cui su questo tema credo che la soluzione migliore sia
niente simboli religiosi nei luoghi (i luoghi sono laici)
ma sì ai simboli religiosi su di sé, perché quella mi pare uan libertà d'espressione personale irrinunciabile, se poi l'esibizione del velo, del crocifisso o della kippa addosso sia vista come forma di pregiudizio culturale, è sulla cultura che dobbiamo intervenire.
purtroppo la laicità non si impone con una sentenza. sono troppi i abù in questo paese e nessuno si arrischia a infrangerli in pubblico (e sottolineo in pubblico).
per quanto riguarda l'ora di religione, ho l'impressione che nelle scuole dove la maggioranza delle persone è laica(interiormente) si crei la possibilità di avere un'alternativa, nella nostra scuola, che sta in un quartiere tradizionale, nessuno chiede l'opzione, per cui i bambini che scelgono di non fare religione sono sempre uno o due per classe e per loro non vien epensato niente di interessante, di valido. è chiaro che alla fine ci si adegua

Simona ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con te (ed io sono una credente). Infatti sono contraria all'ora di religione nella scuola pubblica, perchè vi sono altre istituzioni (catechismo e scuole private cattoliche) in cui tale insegnamento viene impartito. Mi piacerebbe che fosse sostituito da lezioni di storia delle religioni, così forse saremmo tutti un po' meno gretti e ingnoranti.