mercoledì 22 luglio 2009

Le nostre vacanze


Finalmente le prime vacanze con figli relativamente autonomi e ragionevoli (insomma, Orso ci ha provato per i primi giorni a fare le storie, non voleva mettersi le scarpe e i vestiti da solo, ma poi si è subito ridimensionato e sparecchia, persino).

Gli altri anni ci facevamo qualche giorno di mare dagli amici o in albergo da Anna e i soldi che risparmiavamo li investivamo nei lavori di ristrutturazione della casa a Ofena, dove io mi accampavo con i bambini per la loro italianizzazione forzata.

Invece dell'appartamento, muratori, idraulici ed elettricisti, invece del pareo del mercatino, bidoni di pittura. Il nostro budget vacanziero finiva in mattoni e calcina, anche se a Ofena non succede molto, senza macchina sei morto e i bambini sono pochi, tutti più grandi e laconici come tutti i maschi locali che ignorano chi gli rivolge la parola perché fa figo ("Bambino, vieni a giocare a pallone? Ci vieni? Giochi a pallone? Dici si o dici no?" Ennio a 3 anni che cercava di socializzare).

L'anno in cui allattavo Orso ogni tre ore e mi alzavo alle 4 del mattino per sverniciare migliaia di strati geologici abbandonati da 50 anni della ringhiera delle scale con la sostanza più tossica ed urticante del mondo, tanto per non rischiare che Ennio la trovasse e ci pasticciasse (e per avere il tempo di raschiare via tutti i trucioli molli di vernice imbevuta).

L'anno in cui siamo stati una settimana a calcolare con il muratore quale falda di tetto potevamo permetterci di riparare, rimandando le meno urgenti all'anno dopo e incrociando le dita che non venisse una nevicata come quella che ha fatto crollare pochi anni prima il tetto del garage.

L'anno in cui ho torturato il povero Roberto, di formazione elettricista ma che un pomeriggio si è improvvisato carpentiere per montare la porta scorrevole del bagno, perché i muratori ovviamente avevano messo la soglia troppo alta e non ci entrava, ed entro due ore mi sarebbero arrivate due signore per il corso di cucina e mica potevo presentargli il bagno senza porta?

I due anni che ci ho messo a convincere mia madre che si, la camerina sopra al cortile si poteva dipingere in rosso (il capo, perplesso, si asteneva dalla discussione, tanto ormai la vernice l'avevo comprata). E intanto la vernice stava lì paziente, e poi però mi hanno dovuto dar ragione tutti che il colore era perfetto (sul verde salvia scelto il primissimo anno ho talvolta dei dubbi) che io ero un disastro a disegno, però la prof Elvezia Corsi mi riconosceva un gran senso cromatico, signorsì.

Poi terremoto, casa inagibile, mia madre esule di ospite in ospite da tre mesi che moriva dalla voglia di riempire un armadio con le sue cose e far tappa in una casa sua e che mi annuncia: ho affittato un appartamento dalla comare Giuseppina per luglio, e noi che volevamo rinunciare alle vacanze, alla fine siamo venuti a Tortoreto, che visto che questa follia l'ha fatta, tanto vale approfittarne.

Insomma, sono tornata a Tortoreto, ridente località balneare dell'Abruzzo, in cui sono vissuta dai 3 ai 26 anni e da cui me ne sono andata sbattendo - ma piano - la porta.

Che dire, fa effetto. Vivere dall'altro lato del tuo ex-giardino, stessa spiaggia stesso mare, i vicini che incontro per strada e ci aggiorniamo. Monica che mi presta la sua connessione ed ho così la scusa per andarla a trovare, Paola che mi porta alla serata di teatro dialettale e alla rassegna jazz di Colonnella, Gabriella che taglia i capelli a tutta la sacra famiglia, i bambini in meno di un minuto e mezzo e in piedi e gratis. Gisa del forno che mi regala i biscotti.

La signora gentile del comune che mi iscrive i bambini alla colonia marina, anche se ormai restano solo 12 giorni. La maestra della colonia che conosco da quando eravamo piccole, anche se eravamo in sezioni diverse. Carlo e Domenica dell'Odeon, che allo stabilimento hanno fatto un restyling che lévati, ma loro non sono cambiati di un grammo.

Belviso dell'Antares, che quando ho disdetto l'ombrellone che tanto i bambini stano in colonia tutto il giorno e io lavoro, mi trova sempre un ombrellone vacante quelle volte che veniamo a farci un bagno al volo.

Paolo che gli fa i corsi di nuoto con una facilità anni luce dalle liste di attesa che abbiamo ad Amsterdam. Il capo e le belve che dormono di pomeriggio. Io e mamma che in una serata e mezzo facciamo in casa le bottiglie di pomodoro che il capo riporta poi a nord.

Gli arretrati di Nathan Never che arrivano per tempo. Le bancarelle sul lungomare, maledetti, che mi sono già comprata di tutto, due ciondoli di vetro (e faccio le poste a un anello in similturchese a forma di cuore), un camicione, un costume e il pareo gratis che era fallato. Le macchinine tutte le sere da Donato, che entra talmente nella parte e con sombrero e microfono fa la radiocronaca dei rally e molla sempre qualche gettone in più a tutti gli habitué (ed Ennio che sfacciatamente glieli chiede). O il trenino e i gonfiabili.

Orso che arriva persino a fare i pisolini del pomeriggio nella serena certezza che così la sera si esce ed è tutta vita. L'ha fatto persino oggi in colonia, che Ennio chiama ancora polonia perché è una parola che conosce meglio. E mangiano a mensa l'insalata, che a casa nostra per loro è tabù.

Rossana che vive al piano di sopra e siamo nate a due giorni di distanza perché i nostri genitori per festeggiare il viaggio di nozze dei miei hanno aperto e si sono scolati una bottiglia di Pedro Jimenez, che all'epoca il compare Pietro lavorava con la Spagna, e noi due, manco a farlo apposta, abbiamo entrambe due maschi che si spostano di pochissimi mesi e che già fraternizzano.

Da quando ho i figli mi rendo perfettamente conto del perché gli italiani tornano sempre in vacanza negli stessi posti. Cavolo, tutti quelli che conoscevo da piccola o stanno già qui con i figli, o stanno per arrivare. O non si sono mai spostati, ma va bene uguale.

L'unico che vediamo pochissimo è mio fratello che oltre a quello che aveva ha preso un secondo bar in gestione e lavora moltissimo. Allora siamo andati ad aiutarlo.

8 commenti:

graz ha detto...

Bello!!! vedo che te la stai godendo alla grande. Ottimo, per questo sono state inventate le vacanze!!

E fare tana nello stesso posto dove tutti ti conoscono e tu conosci tutti e saltan fuori tutti questi piccoli favori da ricevere e contraccambiare ... è una fregatura perchè io, per esempio, non riesco a farne a meno e mi precludo la strada a chissà quali meraviglie che ci sono al mondo ... pazienza!!

:-))) /graz

francesca ha detto...

be mica vacanze normali solo spiaggia ed ombrellone e che noia!!!! Sono daccordo e` bello tornare in Italia ma solo tornare!!!
buone ferie francesca

Baol ha detto...

Leggi Nathan Never?

Grande!!

Mammamsterdam ha detto...

Oh, Graz, me lo faccio anch'io questo patema, ma tanto qualche meraviglia al mondo alla fine la vediamo e le vacanze servono pure per ricaricare le batterie, il che viene meglio negli ambienti riposanti che già conosci.

baol, non solo leggo NN ma ho attaccato la mania al capo, quel che li colleziona è lui, che passa le vacanze a leggersi gli arretrati e io manco ci arrivo.

Francesca, ti sottoscrivo in toto.

extramamma ha detto...

Beh, mi sembra un bel tuffo stile amarcord. Rivedere tutti fa bene. Spero che i ragazzi (molto belli e simpatici nella foto) si divertano in "polonia".

graz ha detto...

Barbara, stamane mi sono lasciata nella penna il più importante: i pupi stanno alla grandissima a giudicar dalle foto e la foto di nr 2 è fantastica!! mò vedi che strage che ti fa quello tra qualche annetto ...

:-) /graz

francescabianca ha detto...

gli gnorpoli (scritto giusto?) sono bellissimi!!!
senti, poi dovrai spiegarmi come hai fatto ad accalappiare un olandese, io ci ho provato e mi pareva quasi di esserci riuscita, invece alla prima discussione mi ha scaricato e non si è fatto più sentire!
buona vacanza :-)

Mammamsterdam ha detto...

Eh, le stragi, lo so. O almeno, lo spero. Cioè, da brava madre italica spero non mi riportino in casa dei cretini/e.
Già mi impiccio, signore, che palle di suocera che diventerò.