mercoledì 22 luglio 2009
Dimissioni
Il grosso merito del terremoto dell'Aquila sarà pur stato quello di aver aumentato le tirature del Centro, il quotidiano abruzzese. Io e tanti che per anni ci rifiutavamo di leggere un quotidiano di pettele, come dicono a Pescara, o di vernecchie, come dicono a Tortoreto (pettegolezzi, per i non iniziati), adesso ci aggrappiamo al nostro quotidiano locale che lui si che capisce quali sono le notizie che ci interessano, e non ci delude dedicando da mesi tutte le prime pagine alla situazione post-terremoto.
Così un paio di giorni fa ho esultato al titolone "Cialente restituisce la fascia" e ho rinunciato all'acquisto di Repubblica preventivato per quel mattino.
Questo perché nela mia ingenuità credevo che il sindaco dell'Aquila avesse deciso di dimettersi intanto che si faceva chiarezza sulla quetione dell'appalto poco chiaro concesso dall'alto a una ditta che ancora non si capisce se abbia o meno i requisiti, e su cui il PDL lo sta mettendo in croce. Ma quando mai.
Cialente protestava invece sullo scandaloso regime fiscale per cui, cornuti e mazziati, gli aquilni devono cominicare a restituire le tasse a partire da gennaio. Con cosa debbano pagare i piccoli imprenditori e liberi professionisti che oltre alla casa, la quotidianità e forse anche delle persone care, hanno perso tutto quello che gli dava un lavoro, mistero.
Come le stesse piccole aziende verranno aiutate a risollevarsi, e quando, e con che mezzi, e a quali condizioni, mistero ancora maggiore. Quindi, applauso a Cialente che su una cosa così importante per i suoi concittadini comunque punta i piedi.
E al solito PDL-ista che lo contesta anche su questo, sul fare politica con le sceneggiate, ricorderei che il PDL sulle sceneggiate politiche non ha niente da imparare da nessuno, con la piccola differenza che da loro col cavolo che anche chi avrebbe ottimi e grvi motivi per farlo, si dimette. Op prenda posizione su checchessia di utile ai cittadini.
Invece apprendo, sempre dal Centro, e con gran dispiacere, che un altro sindaco, che ho avuto il privilegio di conoscere a maggio, ovvero Giancaterino Gualtieri di San Benedetto in Perillis, si dimette per dare un segno dell'impotenza in cui viene tenuto. Di questo paesino ne avevo parlato qui e qui postando alcune foto.
San Benedetto è il comune più vecchio d'Italia, come età media della popolazione. Ci sono rimasti solo i vecchi. E adesso questo sindaco, che si presenta come agricoltore, ma è anche docente universitario, quest'uomo con gli occhi buoni e tristi ci sta dicendo che lui non riesce a fare più nulla. Persino per far mettere in sicurezza la chiesa dopo il sisma, ha dovuto penare per settimane. Tutto il centro storico è fortemente lesionato.
E sto parlando di un gioiellino di paese medievale. Con le serrature in legno che vedete sopra, e che si trovano solo in Egitto e Sudan. Ma per motivi incomprensibili, questo paese non è finito nel cratere dei comuni da aiutare. Intanto, se vi trovate in zona, andate a visitarlo: sta tra Navelli e Popoli, subito dal bivio sulle svolte di Popoli, dove in estate fanno il rally.
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4 commenti:
Grazie Ba, come sempre.
cara amica vedo con piacere che il caldo allucinante che hai trovato qui nn ti ha domato.
grazie x queste informazioni, ti leggo sempre. un abbraccio
grazie davvero per darci queste informazioni.
Leggendo te e soprattutto MisKappa ho questa sensazione soffocante che tutta la tanto declamata 'ricostruzione' (piccola, grande, sufficiente o meno che sia) stia avvenendo nel nome di un'efficientismo di facciata e di stampo aziendalistico che non si cura minimamente di ripristinare il tessuto sociale e materiale andato distrutto ma semplicemente miri a 'rimettere le cose a posto'. Una bella colata di cemento su tutto e scurdammuce o' passato. Che angoscia.
/graz
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