Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Mi viene da dire una sola cosa, per stanchezza: forse bisognerebbe iniziare dai padri. E dalle madri che se li scelgono.
Io, per quello che posso, continuo con i miei figli.
(Stasera ascoltata in macchina una parodia di Lola, dei Kinks, così mi è toccato spiegare a Orso e Ennio il fenomeno transgender. Ha voluto sapere se si mettono i palloncini nella maglietta per simulare i seni, come ha visto fare una volta al mare all'animatore che mi faceva da spalla nella lettura del manuale della perfetta fattucchiera. poi siamo arrivati a casa prima che il discorso si complicasse. E pure questo punto qui lo possiamo cancellare dalla lista. Ed era cominciato con una domanda innocente: ma Lola è un nome da maschio o da femmina?
L-o-l-a Lola).
Non è decisamente giornata.
3 commenti:
Amen. Dai padri. E dalle madri che se li scelgono.
Dalle figlie dei violenti, in modo che non si scelgano amici e morosi che assomiglino troppo al padre.
E dai figli dei violenti, che possano essere aiutati prima che replichino il modello dei padri.
stefafra, esattamente il punto confuso che ho in mente io. Se non vuoi farlo per te, evitare un violento, fallo per i figli, fallo per spezzare la catena.
Perché alla fin fine sono catene che ci portiamo dietro, e tra parentesi, c'era questo bel post di Zauberei ultimamente che commentava ilm libro di Zoja, Il gesto di Ettore, che ha suscitato commenti interessanti.
E penso, per esempio a una cosa immane come la Russia, dove tra guerra civile e rivoluzione e seconda guerra mondiale hanno davvero perso una generazione o più di uomini, quindi di padri. Quindi donne che si sono dovute arrangiare da sole, tirar su i figli, i ragazzi che crescevano senza modelli. ci sono stati libri interessantissimi che analizzavano questo, e mi viene in mente la Russia perché solo a livello di cifre questa perdita è stata ancora maggiore che nel resto dell'Europa per via delle due bguerre mondiali una dopo l'altra.
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