domenica 18 aprile 2010

Neomamme e neopapà che si perdono la coppia per strada

Disclaimer: prima che qualcuno si preoccupi, voglio dire che quanto segue è una riflessione generale, proprio perché noi la fase bambini piccoli/genitori-coppia alla ricerca del proprio ruolo l'abbiamo fortunatamente superata anche guardando cosa funzionava e cosa no agli amici e conoscenti. ogni tanto la vedo risaltar fuori da altri e davvero mi viene l'idea che ci sia anche qualcosa di fisiologico, poi i figli crescono e i genitori pure e magari ci dimentichiamo.

Tanto tempo fa qualcuno mi scrisse per avere consigli sull'argomento di cui si parla da Silvia-Mammamfelicemente imperfetta. Andatevi a leggere la discussione da lei perché la trovo interessante.

La domanda era, semplicemente: esiste una vita di coppia dopo i figli? e se uno se la perde per strada, cosa fare, come fare? ecco, a quell' epoca, pur avendo io stessa riflettuto molte volte sull'argomento, non mi sentivo in grado di rispondere.

Lo faccio adesso, in modo limitato, ma il fatto è che mi sono venute in mente un paio di cose che è meglio che mi segno.

Il punto è questo: quando noi siamo diventati genitori una coppia che conoscevamo si era appena lasciata, ed erano entrambi originari di due paesi agli antipodi l'uno dell'altro. Mio marito aveva vissuto in modo molto viscerale la situazione di quel padre che improvvisamente aveva perso la quotidianità con i figli.

Lasciamo perdere che quel padre lì specifico meglio perderlo che trovarlo, se mi posso permettere, il punto era che noi da esterni tutto quello che stava andando male in quella coppia lì ce lo siamo visti in diretta, ma non puoi intervenire perché sembra brutto, e perché pensi sempre che una coppia sappia meglio di chiunque altro perché si sono messi insieme e perché è meglio che ci restino se vogliono o si lascino se questo per loro è meglio.

Quali erano i segnali d'allarme?
1) fanno un figlio e due anni dopo l'altro, che lei voleva fortemente, lui molto meno
2) tra il primo e il secondo lei si rimette a lavorare parte time, con situazione ideale: lui da lunedi a venerdì, lei sabato, domenica e lunedì. Ideale per stare al massimo con i figli e pagare un solo giorno di nido. E noi ci chiedevamo: ma quando si vedono?
3) Comprano l'appartamento sopra casa loro per avere più spazio e ci si mettono di mezzo anche i lavori, un mutuo ecc.
4) Lui passa il tempo libero dietro al computer, quando lei è al lavoro parcheggia i bambini davanti al televisore. A volte il grande si fa male, sciocchezze, ma lei sta in ansia che lui non li guardi.
5) Lei ha il mito della casalinga perfetta, lava stira anche le mutande, cucina. A un certo punto le faccio notare che essendo le tutine della pupa elastiche se nn le stira non cambia molto: rivelazione. Lui in casa non fa nulla
6) Non escono, non frequentano amici, non si parlano.
7) Lei si convince di essere frigida e si rassegna.

Devo continuare o è riconoscibile? Bene, andiamo avanti, poi ci torno.

Poi un altro discorso a questo correlato, ma sempre tabù, è anche quello della vita sessuale dopo i figli. Io devo ancora incrociare chi ne parli con serenità, ringrazio da matti un paio di anonimi che l'hanno fatto per e-mail, mi guardo bene dal chiederlo ai mariti delle mie amiche perche non voglio saperlo, ed è un problema parlarne con maschi estranei perché a volte fraintendono e ci provano con me, ma per voi, miei lettori, questo ed altro e adesso posso dire che con sudore, lacrime e sangue almeo un punto me lo sono chiarito.

Uno dei miei informatori anonimi dio lo benedica mi ha chiesto: ma vi rendete conto cosa faccia un no a un uomo? No, in effetti detto così ha ragione: una dice di no per tanti motivi ma magari non si rende davvero conto dell'effetto che faccia al marito.

Il quale prima di sentirsi ferito, rifiutato, incazzato, frustrato, esautorato dal quel bambino del cazzo che ama alla folia ma che gli ha portato via sua madre e vaffanculo tutti e due, comincia a tornare sempre più tardi dal lavoro e a uscire sempre più presto, farebbe bene a chiedersi: ma mia moglie da me cosa vuole?

E lo stesso potremmo fare noi neomadri: insomma ci facciamo un gran culo e l'insonnia, le preoccupazioni, le paranoie, la vita che ci sfugge davanti mentre noi siamo inchiodate a questo bambino, il tempo che nn basta mai e le cose ancora da fare che ci sommergono e noi che ci sogniamo soltanto un sogno animale e senza sogni per, non dico tanto, cinque ore non interrotte. Non basta? Devo uscire di testa, buttarmi nel fiume con il bambino perché il mondo e mio marito si accorgano che ho bisogno di aiuto e non di critiche, e che ne ho bisogno adesso? Mio marito che pretende di non cambiare affatto i suoi ritmi e la sua vita, mentre la mia è comletamente sottosopra e chissà quando me la riprendo, ma già, lui è nel giusto, lui porta i soldi a casa, lui ha una vita lontano dal fasciatoio.

No, per dire come nascono gli equivoci.

Allora torniamo alla domanda: perché dopo i figli alla neomamma cala di botto la libido? Ma anche al neopadre se improvvisamente non vede più la donna che ama ma solo la madre di suo figlio. Però di questo parlerei a parte.

Ci possono essere tanti motivi. La stanchezza fisica quando dormi e vivi ad intervalli di 2-3 ore per parecchi mesi di seguito. L'ormone sballato. Le cicatrici che fanno male o comunque che restano sensibili. Il tuo corpo che è cambiato, ti fa schifo, l'autostima a zero.

Il terrore di rimanere di nuovo incinta mentre magari stai ancora allattando e quindi i contraccettivi 'comodi' (quelli che non ci devi pensare, perché con tutto quello che c' è da fare uno se li scorderebbe) forse non li puoi prendere (l'ultimo paio di mesi di allattamento di Orso mi sono fatta mettere la spirale associata a un rilascio di ormoni, in quantità minime e locali, mi giuravano, per cui che parte degli ormoni finisse nel latte era quasi trascurable e io ci ho voluto credere).

Però un motivo che nessuno dice, ammette o si ricorda e che invece a me sembra tanto plausibile è quando il neopadre delude la madre come padre e non come marito.

Come dice la mail mandata a Silvia:
"Sono in un periodo di forte crisi con mio marito. Ci siamo sposati dopo 7 anni di fidanzamento, dopo 6 anni è arrivata la prima figlia e dopo altri due il secondo pargolo. In casa nostra ci sono sempre state tante discussioni, per sciocchezze quando eravamo solo coppia, adesso ci scontriamo spesso sull’educazione dei figli. Lui è un papà molto severo, che si occupa poco dei figli, alla sera è difficile che giochi con loro. Spesso mi arrabbio con lui, ho provato anche a non dirgli più niente (così almeno lui non è arrabbiato con me)."

A me sembra tanto un classico: si diventa insieme genitori perché lo si è voluto insieme, insieme si è andati al corso di preparazione, insieme si era in sala parto e poi? E poi la madre si ritrova da sola e sono tanto fatti suoi se non ce la fa ad arrangiarsi.

La solitudine delle madri non a caso è il titolo sia del libro che del blog di Mrilde Trinchero, è un'esperienza comune e sottovalutata.

In genere e sempre parlando per generalizzazioni, poi mi direte voi le vostre storie, il nepadre in genere associa la responsabilità per la famiglia, che in genere sente molto forte e come suo compito storico, al successo nel lavoro. Lavoro, guadagno e posso provvedere al benessere di chi amo, è l'idea. E si butta anima e core in questo compito, magari facendo straordinari, prendendosi incarichi impegnativi, dedicandosi alla carriera come misura del suo successo di padre.

Con il risultato che la neomadre proprio nel momento in cui invece per lei è più importante avere qualcuno materialmente a fianco, si ritrova più sola di prima e lo percepisce come un abbandono da parte della persona con cui INSIEME era partito il progetto di genitorialità.

Ce li vogliamo ricordare tutti quei cliché, scoperte scientifiche ecc. che ci dicono che noi ci innamoriamo in base alle promesse di buona riproduzione che più o meno incosciamente ci fa la controparte? Che a noi ci arrapa quello che promette un bel patrimonio genetico da tramandare ai nostri figli? Ve li ricordate i rituali di corteggiamento degli uccelli, delle tartarughe e financo dei lombrichi? Tutti dediti al miglioramento della razza nei secoli futuri? Siamo uguali, non crediamoci diversi.

E allora uno che viene meno al patto inespresso di tirar su dei figli insieme così come ce l'eravamo immaginato, magari scordandoci di dircelo per bene e nei dettagli prima di farli questi figli il come in questione, tanto eravamo convinti che la nostra comunione di anime e core implicasse che pure sul tipo di giocattoli per la cordinazione occhio mano saremmo stati d'accordo naturalmente e sponaneamente così come è naturale e spontaneo respirare, ecco, uno che viene meno a questo patto implicito, come fa umanamente a sperare di poterci far sangue?

Comincia tu a dedicare il sabato alla spesa al mercatino biologico nonché produzione e somministrazione serale di monodosi surgelabili di pappe per lo svezzamento della settimana successiva. Comincia tu a cercare, trovare e selezionare la babysitter perfetta, o quantomeno a conoscere ed avere in tasca il numero di quella selezionata dalla neomadre in modo che puoi anche gestirla tu la logistica dei momenti scoperti. Comincia tu a portare il bambino ai giardinetti stimolandolo e facendolo giocare senza portarti dietro il giornale, ma tornando a casa sfinito. Comincia tu a sostenere con coerenza almeno nei weekend e nelle vacanze l'azione di spannolinamento mentre al sabato mattina la madre se ne va in palestra e simili?

Cavolo, quanto è improvvisamente sexy un uomo che - a ragione o a torto - ti dà la stessa affidabilità di te stessa. E ti solleva praticamente da alcune responsabilità senza recriminare, ma addirittura mettendoti a credere che lo sta facendo nelle stesse modalita i cui lo faresti tu.

Maschio neopadre, ci avevi pensato che quello che ti rende improvvisamente un bonazzo in questo momento delicato della vostra vita di famiglia fossero i soft skills? mi dispiace per te, tocca fare pure questo. Ma magari ci prendi gusto.

Questo, care signore neomadri, non è gratis, ma bisogna lavorarci. Bisogna imparare a delegare e fidarci dei risultati - migliorabili - senza stare a guardare il pelo nell'uovo. Significa imparare a tenere sotto controllo le nostre ansie e il nostro perfezionismo. non solo imparare ad essere madri abbastanza buone invece di madri perfette, ma anche ad accettare di avere un padre abbastanza buono pure lui, purché faccia del suo meglio sinceramente ed onestamente.

E bisogna fare qualcosa per sentirsi un team: sapere che non è facile, ma farlo in due è meglio, farsi dei piccoli complimenti di volta in volta, e agire onestamente. Chiaro che ad non aver voglia di fare le cose noiose, sporche e ripetitive siamo capaci tutti, ma non è giusto che il più menefreghista, il più prepotente, il più ricattatorio o quello che urla di più l'abbia sempre vinta. A volte bisogna mettersi d'accordo che certe cose vanno fatte anche quando uno non ne vede la necessità urgente, per amore dell'altro.

Gli esempi pratici non mancano: ovviamente io avrei preferito che mio marito rientrasse alle 18, andasse lui a riprendere i bambini al nido mentre io cucinavo e alle 18.30 mangiassimo felici insieme come the Happy Family per poi fare il bagnetto ai mostri, leggergli la storia e metterli a letto in due, per poi alle 20 ritrovarci insieme e fare ognuno quello che preferiva o cose carine insieme.

Di fatto la mia giornata doveva interrompersi alle 16 se volevo fare la spesa e cucinare prima di andare a riprendere i bambini, dove arrivavo in ritardo e stranita ed ero stanca morta prima ancora che il tour de force di convincerli a rivestirsi e mettersi le scarpe, riportarli a casa, spogliarli, cambiare il pannolino, trascinarli tavola e cercare di farli mangiare mentre io spignattavo e andavo avanti e indietro dalla cucina al tavolo mentre loro rompevano cose e si menavano, infilare un mostro isterico nel seggiolone perché lui voleva giocare con le macchinine, cercare di farli mangiare come dio vuole, impigiamarli (il bagnetto lo facevano una volta e mezzo alla settimana), riportarli a letto e convincerli a lasciarmi perdere, il tutto salendo e scendendo per tre piani diversi di scale sempre con qualcuno in braccio e qualcuno che si impuntava per non salire o scendere spontaneamente, cercare di addormentarli senza ricorrere alle martellate in testa e in quel momento:

SENTO L'amore della mia vita salire le scale, e il mio cuore esulta, un po' perché davvero mi è mancato, un po' perché spero che il capriccio finale della giornata se lo spupazzi lui mentre io metto quel paio di lavatrici di urgenza, raccolgo le pappe rovesciate dal pavimento prima che solidifichino, riesca a fare la pipì urgente già due ore fa, e poi felici, cenare insieme e dirci cose carine, e invece:

URLO ai bambini: "piantatela e dormite" e mi sento una merda, ma avrei già voluto urlare tutta l'ora precedente e forse l'ho anche fatto e adesso inoltre mi serve come segnale subliminale per dire al padre: "lo capisci che davvero non ce la faccio più?"

e lui:

entra e guarda schifato il pavimento, sospira, chiede: "perché questo pannolino sporco sta sulle scale?" (La risposta: "perché il secchio in bagno è superstrapieno, già che ci sei vuotalo e vallo a buttare" capisci che non vale), dichiara "Io ho mangiato e devo assolutamente finire un lavoro" e tu sai che in macchina ci sono due involucri di Mars infilati sotto al sedile e sul tavolo la sua cena si raffredda e ti tocca pure sparecchiarla tu

ECCO

quello è lo stesso uomo che dopo due ore dietro al computer (e tu ti auguri per lui che si sia fatto almeno qualche giro per siti porno, perché qui non ce n'è più per nessuno) arriva a letto dove tu in qualche modo sei appena schiantata dopo l'ultima poppata della serata e speri che nessuno ti svegli per le prossime due ore, e senti un piede che si allunga e ti viene da pensare: piuttosto me la cucio, stronzo che no sei altro.

Ecco, caro commentatore anonimo, quando una moglie dice di no forse non si rende conto dell'effetto che fa al marito, ma si rende benissimo conto perché non può fare diversamente.

Ecco, a parte gli ormoni, la stanchezza, le incomprensioni, l'essere concentrate con tutti i propri pensieri sulle esigenze dei pupi, il pensiero che toccherà rimettersi a lavorare così il poveruomo non deve fare tutti quegli straordinari e magari ha più tempo per farlo lui il bagnetto ai bambini, e però non vedi l'ora di lavorare tu, così un'ora di break tra il casino del mattino e quello della notte guidando in autostrada ce l'hai anche tu per riordinare i tuoi pensieri prima di affrontare le gioie della famiglia, l'abbiamo capito che anche il giramento di palle reciproco è un ostacolo a una serena vita di coppia post partum? Altro che prolattina.

Che la donna che si lamenta e l'uomo che si rifugia dietro lo schermo del computer o negli straordinari sono si due segnali di richiesta di aiuto e impotenza nel gestire la situazione, ma che oltre a questo sono il peggior afrodisiaco del mondo?

Poi l'ennesimo manuale cretino mi suggerisce: l'uomo deve sentirsi utile, ha questo istinto primordiale di ritornare a casa con il bisonte pronto da infornare, dagli delle cose da fare, mandalo a fare la spesa. È vero, a lui, con la macchina, fare una parte di spesa subito di fronte al lavoro, prima di infilarsi nelle code in autostrada che così poi il traffico è più scorrevole ha dato modo di:

a) aiutarmi
b) sentirsi oggettivamente utile senza lo stress di fare le cose che voglio io quando lo dico io, come voglio io
c) comprarsi un'alternativa più sana del Mars comprato alla stazione di servizio per chiudere il buco nello stomaco della prima serata passata in coda, così anche se non cena comunque ha mangiato delle mele
d) decidere cosa gli va di mangiare domani che io proprio non ho idea e se me lo dice mi fa un favore.

A me la spesa dettata al telefonino mentre è al super permette di:
a) non scapicollarmi in bici sotto la pioggia a fare la spesa con un bambino davanti e uno dietro sul seggiolino e le buste appese al manubrio che poi una che si strappa c'è sempre. Tocca pianificare il giorno prima per il giorno dopo, ma sul lungo termine va bene
b) lavorare in santa pace quell'oretta in più, arrivare al nido meno scapicollata e magare riuscire a buttare l'immondizia per strada
c) arrivare all'ora di cena e letto dei bambini meno sfinita, incazzata e rancorosa e, miracolo, i bambini lo percepiscono e rompono di meno. O se rompono uguale io riesco a non urlare
d) quando lui torna portando doni in forma di spesa, e magari persino con il lampo di genio di un cioccolatino tutto per me per tirarmi su, io lo amo come il primo giorno. di più anzi, perché prima era il mio maschio arrapante, adesso lo è sempre, ma è pure il padre dei miei figli, quindi prima di lasciarlo mi tocca pensarci molto, ma molto bene.

Deogratias. Continua dopo che adesso stanno rientrando dalla piscina e forse dovrei cucinargli qualcosa.

PS: no, hanno mangiato patatine e toast in piscina. Ho tempo di lavarmi i capelli fantastico. Che uomo meraviglioso che ho, gli perdono tutti i sorci verdi che mi ha fatto vedere quando stavamo svezzando i figli.

24 commenti:

vic ha detto...

Ecco, un'altra proposta editoriale: se ne facessi un opuscolo da far distribuire alle neomadri (con obbligo di lettura peri neopadri, che non è scontato) in ospedale, al posto delle solite valigette con cremine e cremette?

Emy ha detto...

Ma sai quanto davvero mi diventa interessante mio marito quando si prende la sua responsabilità coi bimbi, quando torna a casa comprando la verdura dalle bancarelle degli agricoltori, o il pane, o qualche formaggio tipico.
Forse...io divento più interessante per mio marito quando vado a lavorare? :-)

Mi sono riconosciuta nella solitudine di un tempo,bisogna lavorarci e non arrendersi mai...essere goccia che scava la roccia,ora i nostri spazi a due ce li ricaviamo e sono moooolto profiqui

Anonimo ha detto...

bello e lucido. grazie. a me è capitato il contrario, lui era nei primi tempi presente e sollecito. cambiava, faceva bagentto, dava il biberon. sembrava il papà felice e tuttofare. sembrava andare tutto per il meglio considerando che il pupo dormiva tutte le notti e che noi avevamo praticamente ripreso, per quanto possibile, la nostra vita di prima. Ma a un certo punto, dopo un paio di mesi, mio marito è cambiato del tutto. ancora ogi dopo due anni non si è completamente ripreso da quello che io ho definito una vera depressione post parto paterna. on fa che ripetere che non possiamo più stare insieme come prima, che la nostra vita è cambiata, "lasciamolo al nido fino alle 6" e poi "prendiamo una tata". ad oggi l'idea che avevo di noi due che diventiamo fantasticamente in tre è messa in un angoletto, nascosta e non ci penso perchè è stato una delusione su tutta la linea. chi se ne frega se cambia il pannolino o mi aiuta? se deve farlo con il muso lungo e con una espressione sulla faccia che mi fa capire che vorrebbe stare da tutt'altra parte o che vive di rimpianti preferisco che non ci sia.

mamikazen ha detto...

Sì, sì, il mio i pannolini li ha cambiati, è capace di dar loro da mangiare, lavarli e metterli a letto, giocare con loro ed è più paziente di me, il che mi consente ogni tanto di non esserci a cena causa lavoro o canto senza preoccuparmi.
E poi bisogna mantenere le chiacchiere e le cose da fare in due, mercé una nonna, una babysitter o una vicina generosa, e bisogna anche mantenere le cose da fare da soli (come mi ritrovo nella cosa che hai detto del riordinare i pensieri in macchina prima di tornare nel twister famigliare, io a volte faccio il giro due volte anche se c'è parcheggio perché mi devo finire i miei pensieri).
Posso aggiungerne una?
Mentre noi donne, una volta ripreseci psico-fisiologicamente, tendiamo a recuperare anche il nostro lato casalin-seduttivo (del tipo "ok, invece del pigiama grigio che una volta era bianco, mi metto una cosa sexy, anche solo per gioco, e mi faccio le unghie magari davanti alla tivvù..."), gli uomini danno per scontato di essere seduttivi anche in calzino bucato, barba di una settimana e pigiamone liso con felpa (ehm... ogni riferimento, ecc.). Ecco, lancio un appello per l'eliminazione del calzetto bucato e la reintroduzione del filo di Scozia. O del piedino nudo (con le unghie tagliate, neh!)

MammaInItaly ha detto...

Io ti ADORO! Ah come riesci a spiegare tutto e di più! L'idea del depliant da far leggere ai futuri genitori secondo me è molto valida, non andrebbe presa per scherzo, in negozio offriamo gratuitamente una lezione preparto tenuta da una dottoressa super, la facciamo con grande sacrificio di sabato in modo da far venire anche i papà, e parliamo del rientro a casa, del passaggio dalla duade alla triade, di tutte le incombenze che possono imparare anche i papà. Tante volte mi trovo a dire quasi a mo di rimprovero che i figli si crescono insieme, già quando vengono a scegliere le carrozzine... Nel mio piccolo cerco di rendere le future mammine più forti perché per me i primi sei mesi sono stati c.a.t.a.s.t.r.o.f.i.c.i..... Ora dopo 5 anni non è che vada alla grande, d'altronde la pupa ha cominciato a dormire intorno ai 4, poi il terremoto e tutte le conseguenze... Ma mi sto riprendendo... Dimmi il segreto per metterla a letto alle otto.. Ma pure alle otto e mezza... Sono le dieci... E ancora nisba:(

Anonimo ha detto...

Che argomento periglioso. Come superare i momenti di crisi post bimbi? I vecchi rimedi indicano: amante per lui, tanta dedizione e la chiusura di uno, meglio, due occhi per lei...al limite la preghiera. Lo so che può sembrare ridicolo, ma ben 3 delle mie migliori amiche -laureate, lavoratrici, gente up to date, insomma- si sono avvicinate a Dio (e all'attività parrocchiale) proprio nella congiuntura figli piccoli, padre stressato da responsabilità familiari, marito disertante il letto coniugale. E a loro è andata bene così...In tutti i casi se la donna ritiene di aver una collocazione migliore, più salvaguardata nel matrimonio in genere si adatta a molto pur di mantenerlo. E l'uomo, storicamente, è bravissimo a farne la tomba dell'amore, ma è restio all'alternativa - a meno che abbia letto caldo e tavola imbandita altrove- Ad ogni buon conto, anche in Germania, le coppie più solide che conosco (le migliori?) prevedono tutte la dipendenza economica della moglie, in qualche caso nemmeno automunita,una certa rinuncia alla rilevanza estetica (un modo per dichiarare al mondo l'appartenenza al marito padrone? E' la teoria di Giacobbe) e, fondamentale, la percezione "premiante" del matrimonio in quanto tale...Ecco forse perché ai tempi antichi questa ossessione a sposare un principe azzurro. Anche se ti rompeva il cuore, mica tornavi a ramazzare per terra tanto facilmente!

Mamma in Renania

Mammamsterdam ha detto...

AIUTO. Comincio nell'ordine:
Vic, in effetti l'idea è di farne alla lunga un manuale, se poi se lo vogliono mettere nella valigetta non dipende da me.
Aninima: io che esusta seriamente una depressione post-natale l'ho appreso di recente dalla segnalazione di un libro sul blog di Desian, prova a cercarla perché come ci diciamo sempre che fa male sottovalutare le nostre, magari anche il povero neopadre depresso va un attimo aiutato, anche se concordo con te, averne uno con il muso lungo in casa non fa bene al tuo equilibrio. Ma questo vale per tutti i depressi in famiglia immagino. Magari è una fase che passa nel momento in cui uno si accorge che con il bambino puoi anche giocarci e farci cose che interessano a te, a me perlomeno è successo così.
Mamikazen, sono d'accordo con te, se cominciassimo noi con il regalargli quei body a calzoncino corto in rete che ho visto una volta al sex-shop? Ce la faremmo a rimanere serie senza metterci a ridere? Meglio il calzino con anesso tagliaunghie mi sa.
MammainItaly, guarda che se davvero faccio questo manuale ci vengo da te al sabato a fare lo show.
Mamma in Renania, mi deprime ma mi sa che hai ragione. Certo che a me fare l'abbonamento all'auto condivisa mi ha cambiato la vita e il supermercato davanti casa pure. Un consiglio per quelli che quando nascono i bambini si vanno ad affossare in campagna con il risultato che chi lavora sta ancora di meno a casa e chi non lavora ha bisogno della macchina per qualsiasi cosa e se nn ce l'ha si impicca.

graz ha detto...

Che dire? hai detto tutto quel che c'era da dire ... per quanto una poi una si senta le braccia parecchio pesanti ... La mia esperienza è stata una ventina abbondante di anni fa e non ci tornerei per nessuna ragione al mondo, soprattutto al secondo giro. Mi sono chiesta qualche tempo fa, leggendo vari mommyblog, se oggi la situazione fosse cambiata ed il dubbio mi rimane, non si direbbe poi molto in effetti ...

Sicuramente l'aspirazione alla mamma perfetta piuttosto che abbastanza buona trasforma la compagna di sempre in un essere che a sopportarla ci vuole la pazienza di giobbe.

Altrettanto sicuramente, a meno che la mamma in questione abbia un coraggio da leone, la/e neocreatura/e se la/e trova 24x7 e c'è poco da inventarsi, pupo/a è lì e non si sfugge. Il neopadre invece per un (nobile) motivo o per l'altro (magari anche meno nobile) prende la porta e se la squaglia, intendo dire che può materialmente farlo e questa è già una differenza notevole.

La necessità di sopravvivere aguzza l'ingegno e la neomadre, se riesce ad emergere dal gorgo della mamma perfetta, si inventa tecniche varie (la spesa dettata al telefonino per esempio).

La qualcosa mi fa ancora adesso imbestialire perchè, non per avere pretese eccessive eh, mi domando perchè la neomadre debba pensare per tutti. Per il pupo/a che ancora non può farlo, per sè stessa cercando di non affogare, e per il neopadre che bisogna trovargli i ganci di coinvolgimento giusti sennò poveretto si sente tagliato fuori e si fa l'amante.

E porsi il problema e arrivarci da solo no, eh??? che la coppia scoppiata dovrebbe creare qualche problemino pure a lui no? (una spererebbe)

Che poi, per carità, in piemontese si dice "chi a l'ha la cognission venta che la buta" (che ha un pò di buon senso bisogna che lo usi)

/graz

Anonimo ha detto...

mamma, mamma la solitudine della mamma... com'è vero... io di figli non ne volevo. I bambini non mi piacevano. Avevo un marito che amavo e il mio piccolo mondo perfetto con amici single o in coppia e senza figli.... e mi bastava, ero contenta. Poi mio marito che ha 10 anni in più ha deciso che il SUO orologio biologico faceva tic tac e bisognava accelerare i tempi. Io mi tenevo sul vago buttandola sul quando viene viene. Poi siamo andati dal dottore perchè non arrivava proprio niente e vai di termometro nel deretano alla mattina prima del caffe...e ancora niente... siamo andati all'ospedale per la terapia ormonale e prima di iniziare patatrac mi ritrovo incinta. A natale. Ho pianto per due ore non di felicità ma di panico. Mio marito era raggiante. Dopo una gravidanza splendida al settimo mese lui ha una sbandata. Non è successo niente dice lui. Ci credo non ci credo, non so cosa fare. Quello che so, è che sono incazzata non sono mai stata così incazzata in tutta la mia vita, vorrei prendergli la testa e giocarci a calcio. Il parto è un cesareo di emergenza e mi ritrovo mezza dissanguata. Torno a casa e non riesco a camminare per due settimane. E lui, il marito, è la star dello show cambia i pannolini, gli fa il bagnetto, lo fa addormentare. Io non riesco a far niente perchè sto malissimo. Dopo un mese mia madre torna a casa. E io sono sola. Il bambino, l'angioletto è un rompicoglioni non dorme e sta attaccato alla tetta come una specie di mini vampiro. E io mi chiedo... è questa la maternità? Sono sempre più incazzata e rancorosa nei suoi confronti. Il mio corpo fa schifo, non dormo, vorrei farmi una sana scopata ma lui è distante perchè ha problemi sul lavoro e molto probabilmente perchè la mia pancia sembra un ammasso gelatinoso informe.. non molto sexy. dopo due anni nasce una bambina. La situazione tra noi non migliora. Poi, un anno fa, comincio a pensare, a chiedermi perchè continuo a torturarmi così, a farmi del male. A continuare a pensare che sono un fallimento come madre e che lui è un fallimento come marito e come padre. Perchè io volevo un uomo perfetto e lui non lo è. È un uomo, con le sue debolezze e le sue paure. Ed è così, la coppia perfetta che eravamo prima dei figli era solo un illusione. La coppia è scoppiata, la bolla di sapone ha fatto puf! non c'è più. Quello che sono rimaste sono due persone vere, con le proprie meschinità, i propri scazzi. Ma adesso sono io, sono vera così come è lui. Io sono la principessa con la cellulite sul culo e lui è il principe che molla le scoregge sul divano. Ma questa volta penso, questa volta non ci casco più, niente aspettative, niente depressioni, niente più rabbia, rancore. Questa volta è ora di crescere di parlare finalmente, di non fingere, di spogliare l'anima e raccontarsi all'altro e non dire quello che l'altro vorresti sentirsi dire ma di raccontare quello che sei. E i miei bambini adesso li amo spudoratamente, e sono orgogliosa di loro. Non solo di loro ma anche di me e di noi. La nostra coppia scoppiata che è diventata una famiglia, vera, non quella del mulino bianco. Prima di rimettere insieme gli inevitabili cocci bisogna incazzarsi, urlare e piangere. E poi basta riprendi i cocci li incolli e aggiusti il vaso. E non sarà mai più bello come prima ma è vero, e non è made in china.

agrimonia ha detto...

ecco lo sapevo..doppo aver letto questo post bellissimo ho avuto la conferma di aver sposato un alieno...

Mammamsterdam ha detto...

Anonima non made in China, sei meravigliosa, mi hai commosso, cosa c'è dietro queste frasi, un'energia viva, vera, con le sue ferite. grazie.

Agrimonia, chi la po la po, magari siete un po'alieni in due:-)

Anonimo ha detto...

Mi ritrovo anch'io!
Mio figlio ha quasi 5 anni e siamo ancora qui a ricucire i pezzi e fare confronti con il prima! Dopo ben 5 anni!!! Penso che le energie psichiche spese per diventare una madre sufficientemente buona siano tantissime. E in camera da letto si vedono i risultati... Io ne ho voglia solo quando siamo davvero soli e ha abbiamo passato insieme una giornata piacevole di vero incontro "umano".. Quindi le occasioni sono davvero sporadiche, e il tempo passa...
Anna, oggi di corsa.

sonoIOcheHOscritto ha detto...

Sono io che ho scritto quella mail a Silvia... Perché nessun papà scrive commenti? Comunque sono io che ho lo stipendio più alto... stiamo insieme perché ci amiamo... viviamo la genitorialità in modo diverso, a volte troppo diverso. Ma la soluzione è incontrarsi, parlarsi, ma soprattutto accettarsi.

LGO ha detto...

C'erano volte che riuscivo a rintanarmi nella doccia, ché la porta del bagno da un certo punto in poi non l'ho più neanche potuta chiudere, per essere sempre raggiungibile ;-), ma sotto l'acqua potevo stare da sola, e mi veniva da piangere pensando a come ero stata pazza a desiderare di avere figli.
Poi finisce :-)

giovanni ha detto...

Anche io ritengo che è una buona idea fare il manualetto con i post de "Il manuale del neopadre". Potresti anche inserire, rielaborandoli, i commenti dei lettori, aiuterebbero a sfaccettare meglio gli argomenti.

Qualche giorno fa pensavo di scaricare i post che hai fatto (visto che hanno licenza CC), creare un librino A4R e farli leggere alle ostetriche con cui abbiamo fatto il 'corso di accompagnamento alla nascita' (che nome pomposo) o regalarli per quando qualche amico/a figlia.

Se ci vediamo il 15 maggio, qui a Bologna, ti faccio esercitare l'autografo ;-)

giovanni ha detto...

[Queste cose mi sono venute in mente dopo avere spedito il primo commento, spero non ti facciano confusione. se vuoi o riesci raggruppa tutto in un unico commento]

1. ovviamente, siccome tu guadagni raccontando storie, avrei aggiunto anche "non-commerciale" come licenza CC per il "librino"; come ho imparato dai Wu Ming.

2. potresti anche aggiungere qualcosa sull'odore, come (ne hai parlato in "martedì, maggio 27, 2008 Reazioni olfattive"). Io pensavo d'inserire nel mio libretto anche il post di Andrea, che ha come licenza la CC-by. Forse per un libro tu non lo puoi fare o ci sono i problemi di diritti ecc... però, adesso che sei sommelier tu... ti capiterà pure un neonato sotto mano ;-)

Chiara Trabella ha detto...

Credo di aver avuto un fenomenale intuito riproduttivo: Luca è stato l'unico con cui ho mai pensato di fare figli (mi credevo un'orgogliosa childfree, te pensa), ma proprio tipo rivelazione di San Paolo.
E in effetti questa storia della crisi post figlio non l'abbiamo vissuta neanche un po': lui lavora come una bestia ma dietro casa (quindi niente tempi di trasporto e pranzo insieme, quando ero in maternità), siamo intercambiabili per tutto tranne partorire, il sesso è andato sempre benissimo tranne tempi fisiologici pre e post (tipo che ogni volta sarà rimasto a secco 2-3 mesi tra tutto).
Mi vien da dire: che culo!

Mammamsterdam ha detto...

Giovanni, io mi guadagnerò da vivere in molti modi (non ultimo la manutenzione al marito che ha il contratto disso) ma per adesso i libri sono un mio hobby molto costoso, spero prima o poi passi.

Il librino in realtà è un progetto che avevo lanciato sul lungo termine, ma si sta avvicinando molto, anche grazie ai vari commenti che raccolgo qua e là.

Inoltre è un progetto in tandem con l'amico fotografo, uno dei 3 neopadri per cui l'ho scritto, e che se mi ha dato retta nel rincoglionimento globale a cui era soggetto prima, durante e dopo il parto dovrebbe avere delle belle fotine fatte apposta.

insomma, uscirà penso a settembre, ma se ci vediamo a Bologna ti firmo volentieri il librino e grazie per la precisazione su CC.

Il brano di Andrea in effetti è un capolavoro, ma tieni presente che come puerpera secondo me ero troppo presa da altri fattori sensoriali per dedicarmi all'olfatto. Terrò d'occhio (pardon, di naso) i prossimi neonati che mi capitano a tiro, ma tocca essere veloci, sparisce subiro quell'odore lì).

Donne belle mie, a parte Lanterna che è invidiabile, ci siamo passate in parecchie mi sa. Fatemi finire con il neopadre che poi ci mettiamo seriamente e tutte insieme a lavorare sulle tappe fisiologiche di sconforto della neomadre, và.

widepeak ha detto...

e quando è lui che non ti cerca più perché ormai sei troppo solo una mamma (o troppo solo malata, o entrambe)? e non puoi insistere neanche più di tanto, un po' perché ne va della tua dignità (quello straccio che ne è rimasto) un po' perché non vuoi ferire la sua "virilità" ricordandoglielo.
sapessi come ci si sente soli, anche se hai il marito migliore del mondo, per tutto il resto.
di questo si parla tanto poco.

monica/pontitibetani ha detto...

ok.
lo so che non ce la farò mai a stare dietro a questo post.
ci sono scatole che è arduo aprire. io non riuscirei a scriverle queste cose, ma le riconosco bene.
mi riconosco quando anonimo dice che si impara:
ad amarsi principessa sfatta e principe orco puzzone;
a smettere di immaginarsi coppia glamour di genitori per caso ed in carriera,
non giocare la carta degli eterni fidanzatini,
a scoprirsi un pò più veri, e meno presi dall'idea di com'era bello prima, per cercare cosa c'è adesso.

è li la carta di una seduzione più intima.
ma bisogna giocarsela in due. bisogna crescere, e cercare il desiderio altrove.

fatemi contare quanti uomini hanno voglia di capirlo.... di beccarsi un uovo a vita, invece di papparsi la gallina arrosto oggi.
fatemi capire se gli uomini vogliono incontrare il loro desiderio (il loro) non come tutto e subito, ma come costruiamo l'incontro con il desiderio di un'altra ...
fatemi capire se hanno voglia di ascoltare queste parole.

io credo che noi si possa anche capire la fatica dell'accettare il no, se loro accolgono la fatica che precede il nostro no.

cmq barbara mi pari sempre nuove strade. e chi scrive non fa che permettermi di respirare più a lungo .. ossigenando i pensieri.

tnks

Mammamsterdam ha detto...

L'ossigeno sono tutti i commenti, chi li scrive e che li legge, e se non ne avessimo profondamente bisogno ditemi che cavolo ce l'abbiamo a fare il blog.

Ciò detto, Monica, te dopo il discorso delle guerriere in un certo senso ti aspettavo al varco. Ora in qualche modo dovrò riordinare quello che mi dite.

a forza di chiacchiere quindi abbiamo scoperto che la parita di coppia esiste: la depressione postnatale può venire a tutti e due, che uno viene preso totalmente dai bambini e l'altro si sente scluso dal circolo famiglia felice anche (mi hanno appena raccontato dela madre che a causa di ciò se ne è andata a lavorare in Brasile e torna una volta al mese, che a me viene da dire: ma che culo spaventoso. Non il fatto che lei abbia patito di questa gelosia, ma la possibilità di rifarsi una vita lasciando la gestione a lui, che poi è scandalosamente riduttivo come lo sto dicendo qui, come se non ci fossero dietro lacrime e sangue).

Continuiamo? anche a me piacerebbe qualche padre in più che ci racconti la sua, ma toccherà aspettare.

La conclusione temporanea che vedo qui è che la psiche da risolverci ce l'abiamo tutti, ma la stanchezza profonda, il dolore fisico e il senso di ingabbiamento le madri lo esprimono meglio, anche se solo a cose fatte, spesso.

monica -pontitibetani ha detto...

p.s era apri e non apri!!! accc

:-))

Anonimo ha detto...

Oddio il testo del post potrei averlo scritto io... Sono il flusso di pensieri e coscenza che mille volte mi sono passati per la testa fino a che il bimbo non ha avuto 3 anni abbondanti. Il punto focale è che una delle cose che rende un uomo così poco desiderabile è proprio la delusione, il non portare avanti il progetto comune come promesso (promesso? o me lo sono sognata)... Tipo quando il gioco si fa duro... "sono caXXi tuoi". In pratica la parte truce della genitorialità tocca quasi sempre alla mamma... Cioè la totale dipendenza psico-fisica, il non appartenersi piu' in favore dei figli... Io per esempio avrei voluto rimanere prima donna e compagna e poi mamma, ma in mancanza di aiuto dal parte del marito ho dovuto arrendermi, soprattutto per senso di responsabilità verso una creatura che non ha chiesto di esserci ma che è stata cercata... Ma io il senso del dovere l'ho dovuto avere anche se sarei voluta scappare altro che in Brasile, forse sulla luna, mentre lui ha potuto astenersi... Ecco, questo è quello che i primi tempi mi faceva vedere mio marito come estremamente non appetibile come compagno e padre dei miei figli: in realtà invece come marito era sempre perfetto, mancava invece e molto come padre nei confronti della madre dei suoi figli. Sembra un po' contorto come discorso, ma c'entra molto con la storia dell'evoluzione che si cita qua sopra... Insomma, tirando le somme, se rinasco voglio rinascere uomo, che di problemi ce ne sono meno assai e al limite se la sofferenza si limita ad essere causata da qualche no, ce la potrei benissimo fare a sopportarlo! Se solo immaginassero gli uomini, che dietro a un no spesso si nasconde un pugno nel naso che non osiamo per educazioen tirare! Di un sonoro calcio nel sedere per quanto sono strXXzi nel non accorgersi che anche un solo e vago gesto di collaborazione domestica possa fare miracoli... Io quello che posso fare lo faccio, ho un maschio e faro' del mio meglio perché in questo senso, nel rispetto dell'altro sia migliore del padre, poi boh, son sempre uomini eh... Piu' di tanto in là non arrivano. ALice

Mammamsterdam ha detto...

Alice, benvenuta pure tu, che hai sintetizzato benissimo tutto quello che abbiamo detto finora. E il bello è che la discussione continua, tutto il mese di giugno 2012 di www.GenitoriCrescono.com è dedicato al sesso dei genitori e ne tornano di cose, ma ne escono anche di nuove e illuminanti.

Magari l' unica cosa che mi sento di dire dopo 10 anni con tre maschi in casa è che ci possono arrivare se noi ci decidiamo ad aprire la bocca, se non con i padri almeno con i figli. Insomma, anche il maschio alfa è educabile, se una le cose gliele spiega con calma, per benino e senza colpevolizzarlo. Un altro lavoro, insomma, da aggiungere al tutto, ma sul lungo termine paga eccome.