domenica 9 agosto 2009

Postilla sul Gay Pride...


... che pure quest'anno mi sono persa. In realtà ne ho visto un pochino un'estate che mi ero data appuntamento in centro con Ruvy, appena rientrato dall'Italia, portandomi dietro Ennio piccolo. poi basta, non è un appuntamento che mi caccia di casa apposta, ad Amsterdam ce ne sono troppi e me li perdo regolarmente tutti.

Quelléstate, dopo aver preso un caffé con Rudy, sentito del casino siamo andati vicino un canale a caso per guardarci un po' di barche e ricordo solo quella con i pompieri in tanga rosso (che belli i pompieri, persino in tanga rosso). Da quella volta ogni tanto mi ritrovavo per casa un figlio nudo o in pannolino con in testa il casco da pompiere e ogni volta mi veniva da ridere pensando a quella barca lì.

Insomma, lodevolissimo il Gay Pride per rendere visibile l'accettazione sociale dell'omosessualità. anche a costo di sembrare una sberla ai perbenisti benpensanti (fateci caso, parecchi di loro frequentano in incognito le dark rooms, mi giunge da fonte affidabile).

Bella anche come sfilata carnevalesca, perché con il clima che abbiamo qui farla a carnevale una sfilata del genere è impossibile, specia in tanga, si morirebbe di freddo (come quelle messe in scena popolari della Passione, in cui l'attore che fa Gesù crocifisso, nonostante lo spalmino con grasso di foca, muore di freddo, ma lì almeno c'è la lodevole intenzione spirituale di fare Gesù a Pasqua, che da noi in genere fa un freddo cane se cade presto).

Però come tutte le iniziative che indipendentementemente dalla realizzazione hanno un intento mancipatorio, per me il Gay Pride sarà veramente tale il giorno che non si dovrà più fare la sfilata.

Cioè, bello che le forze armate quest'anno per la prima volta abbiano dato il permesso di sfilare in uniforme ai propri dipendenti, ma meglio ancora sarebbe che la discriminazione effettiva degli omosessuali nell'esercito, olandese o di qualsiasi altro paese, cessasse del tutto, cosa che da scarsi episodi pervenuti alla cronaca forse ancora non è.

Cioè, un uomo o una donna, indipendentemente da chi gli fa sangue, purché adulto e consenziente, dovrebbe essere rispettato e preso sul serio per il suo essere umano, anche se capisco che a volte a guardare Ignazio La Riussa si fa fatica. Ma facciamolo anche con lui e il signore e l'umanità ce ne renderanno merito.

Ma trasformare in pagliacciata, per quanto liberatoria, quella che è un'istanza seria e rispettabilissima significa minarne la credibilità proprio agli occhi di chi va educato ad accettare questa umanità degli omosessuali e che normalmente pensa che siano dei deviati da nascondere, curare, far sparire. L'omosessualità come tema di emancipazione è una cosa seria, troppo per essere confinata semplicemente all'anonimità delle saune e delle dark-room, e alle sfilate, giocose quanto ci pare, ma limitanti della parata del Gay Pride.

La visibilità l'abbianmo ottenuta? Bene, adesso passiamo alle cose serie. Alle Pari Opportunità, per esempio. All'equiparazione legale delle convivenze, omo ed etero, al matrimonio. All'adozione. Perché a ballare in tanga su una barca, forse ci si diverte tutti per un pomeriggio, ma dai acqua al mulino di chi dice che una persona del genere non potrà mai adottare e crescere come si deve un bambino.

Mentre io penso invece che si, una persona che sia in grado di amare, mantenere ed allevare un bambino non vada discriminata sulle proprie preferenze sessuali. E un genitore che al momento adatto ha voglia di divertirsi, mascherarsi e farsi una ballata, beh, secondo me fa allegria e lo auguro a tutti i bambini.

Anzi, adesso vado a comprare un tanga al capo. Così ci facciamo due risate anche in questa casa. E gli metto il casco da pompiere, se ci sta.

8 commenti:

Lety ha detto...

Pur non avendo nulla contro i gusti sessuali... non sarei proprio d'accordo sul definirla "lodevolissima" questa manifestazione che di lodevole sembra non aver niente a parte il fatto che faccia ridere come una sfilata di Carnevale. E comunque questa enfasi nel ribadire che ci sono persone che hanno gusti sessuali di un certo tipo non fa altro che rimarcare una differenza, non sarebbe meglio che ciascuno si tenesse per sé la propria intimità?

Mammamsterdam ha detto...

Noi etero in primo luogo non ci rendiamo conto di quanto, sempre e comunque, sbattiamo in faccia la nostra intimità al mondo. e nessuno ci fa caso perché ci consideriamo la norma.

Quanti omosessuali dichiarati conosci tra le persone con cui condividi la quotidianità? Se dici quasi nessuno, solo statisticamente ciò non è possibile.

Allora cominci a renderti conto di quante persone fingono potenzialmente con te ogni giorno, e su un aspetto della propria vita, l'amore, che non mi sembra trascurabile.

Ti fa piacere? Quante persone per cui provi affetto o stima non si fida abbastanza di te e delle tue reazioni?

Solo per porci queste domande, il Gay Pride ha un'importanza immensa. Poi ognuno le risposte se le dà in base alla propria umanità e sensibilità, e anche qui statisticamente ce ne sono di persone che vivono benissimo senza peccare né dell'una né dell'altra.

Io dico semplicemtente che vivo meglio io se la gente intorno a me non deve fingere.

Ed è un peccato che per porci certe domande abbiamo dovuto aspettare una manifestazione che nelle tue e nelle mie parole ha molto di carnevalesco. D'altronde anche il Carnevale è nato per confrontare la gente con modi di vivere diversi e possibili, almeno per un giorno e per scherzo.

Tenedle ha detto...

Nell'amor le parole non contano conta la musica.
L'amore non ha sesso........
firmato
un "eterosupertravestito" ....

Mammamsterdam ha detto...

Te da quando ti hanno fatto l'intervista come mammo, mi sa che ti vai montando la testa.

mamikazen ha detto...

Che privilegio, essere cresciuta con un fratello di quindici anni più grande, che in pieni anni '70 da eterosessuale convinto e praticante definiva gli omosessuali "i normali".
Firmato: quella che oggi girava in centro con un cinquenne con lo smalto nero ai piedi (mamma, mi metti lo smalto? - certo, come lo vuoi, trasparente? rosa chiaro? - lo voglio nero!).
Adulti consenzienti di tutto il mondo, scopatevi.
Ehm... si può dire?

Mammamsterdam ha detto...

Mami, che culo un fratello così, io ne ho uno più piccolo e pure fascista:-)

Il cinquenne con lo smalto ce l'avevo quattrenne, adesso, su pressione del fratello e di tutti quelli che si impicciano (visto che gli ho fatto crescere i capelli e si era pure fatto fare le treccine sul lungomare) tutti a chiedergli se era femmina, me l'hanno complessao, questa settimana oma gli taglia i capelli.

Smalto forever.

mamikazen ha detto...

L'importante è che siano liberi di sperimentare. Io, che ero una bambina e poi ragazzina strana (e secondo alcuni sono un'adulta strana, in effetti) ricordo ancora la sorpresa assoluta e il dolore della riprovazione sociale per certe cose mie che a me parevano niente di che - disegnare paperini con l'uniposca sul giubbotto di jeans, per esempio: il mio primo moroso un giorno mi disse che sua mamma non mi riteneva adatta a lui, per questo fatto dei paperini disegnati.
Mah.

Mammamsterdam ha detto...

Guatrda, uguale, mi consolavo dicendomi che non ero io strana, ma loro noiosi, però capisci che se tutti quelli che ti circondano sono noiosi, una si può pure stranire.

Col primo moroso tutto culo, pensa a ritrovartela per la vita una suocera così. No, per questo ho sempre benedetto la selezione naturale. Cioè, quelli che si straniscono mi avrebbero fatto perder tempo comunque.