giovedì 27 agosto 2009

Le evoluzioni calcistiche di Orso

Ieri secondo allenamento di calcio per Ennio, e ancora non abbiamo deciso se davvero sia una buona idea mandarcelo. Fatto è che nel tentativo di capire quanto costa iscriverlo, abbiamo scoperto che il sabato i Mini hanno le partitine di prova, e che i genitori sono pregati appunto di guidarli, visto che l'allenatore non c'è.

Io onestamente sprecare un sabato mattina per le partitine di CALCIO, uno sport per il quale non ho la minima affinità (preferirei quasi il curling, lo dico sul serio. Il cricket mai) è una di quelle disgrazie nella vita. Chiamato in causa il capo ha detto che potrbbe portarcelo lui ogni tanto, ma che in tal caso preferirebbe uno dei club vicino casa.

Anche quella è una pessima idea a mio avviso, perché fa tanto avere gli amici allo stesso club, e di quello al GeuzenMidden proprio non ci possiamo lamentare. Anche se dal parcheggio al campo sono un chilometro di via crucis con Orso che si lascia cadere sulle ginocchia ogni venti metri per dire:

"Mamma, io sono davvero TROPPO stanco" e io che mi stresso per via del parchimetro, della macchina noleggiata da restituire, del fatto che sono TROPPO stanca anch'io, ma tanto chi mi dà retta?. Quel chilometro, che potrebbe essere una passeggiata salutare in mezzo agli alberi rischia di diventare la causa del mio crollo nervoso, specie gli ultimi 50 metri.

Allora, per avere un quadro chiaro della situazione, ho imposto a Ennio di scegliere tra calcio e percussioni, che due pomeriggi al freddo e al gelo sotto la pioggia (percussioni anche senza macchina) sono troppi pure per me.

"Calcio" ha detto senza esitazioni.
"Orso, non è che piacerebbe giocare a pallone anche a te, già che ci andiamo con Ennio".
"A me il calcio piace no, ma piace guardare. E comprare le caramelle al bar".

Chiarissimo.

Ieri siamo pure arrivati presto insieme all'amichetto S., iniziatore di tutto ciò perché lui a calcio ci va dallo scorso anno. E dopo che mi sono costati € 15 di pranzo di patatine fritte nel miglior patataro d'Olanda (per chi interessi, sta sul Zuiderzeeweg, tra la tangniale e il lago. Si esce venendo dalla città dal Piet Heintunnel, al semaforo a destra e immediatamente a sinistra, una stradina sotto gli alberi in direzione del rimessaggio barche Ed Peek. Lo riconoscete dal numero di macchine e talvolta camion parcheggiati selvaggiamente, la botteghina dalla strada è quasi invisibile).

"Ragazzi, lo volete un pallone che potete tenervi" fa un tipo simpatico.
"Ma come", protesto, "un genitore fa tanto per insegnare ai figli a non accettare regali dagli estranei e poi succede davanti ai miei occhi".
"Il sono il materiaalmeester, l'addetto alle attrezzature" che ammettiamolo, avere un mastro nel titolo è una delle cose belle dell'olandese "e devi decidere tu se mi trovi un tipo strano".

Tre minuti dopo, mentre Orso aveva una cacca faticosa e io in corridoio mentre lo aspettavo mi sono dovuta porre il dubbio, per la prima volta in vita mia, se il nonno addetto al bar mi avesse o meno fatto due manomorte passando e ripassando, che a me per fortuna le manomorte non me le hanno mai fatte e non saprei giudicare, ma ieri il dubbio mi è proprio venuto, e si che sono distratta, mi tornano con un pallone un pochino consumato e i loso nomi scritti in pennarello tremolante sopra.

"Soffiaci che si asciuga l'inchiostro".

Poi Orso decide che vuole giocare anche lui.
"Ma solo oggi per provare, o sempre?"
"Solo oggi".
"Vabbé, lo chiediamo all'allenatore" e al kick-off degli allenamenti, con tutti i comunicati ufficiali, la ricerca dei compleannardi della settimana a cui tutti in coro cantano gli auguri, Orso che faceva "Chiediglielo, chiediglielo" e per l'agitazione non voleva andarsi a mettere nel gruppetto dei giocatori, Ennio che poi si impicciava e diceva "Ma Orso non può giocare", "Si che può, l'ha detto l'allenatore e tu fatti i fatti tuoi quache volta".

Che i grandi sono andati in squadrette da 4 a giocare sotto l'occhio di un padre, che hanno messo di mezzo alcuni genitori come assistenti allenatori, compreso il papà di S. che io non ce lo vedevo, un signore magro, architetto, l'icona dell'intellettuale ebreo, e infatti non sa manco giocare ma non è un elemento che pregiudichi l'assistentato, i piccoli a passarsi le palle e fare esercizi.

"Orso, stoppa la palla, guarda il bambino e tiragliela", pure io e la madre accanto ci siamo messe ad allenarli.

E anche il suo giocava per la prima volta, lei con una macchinetta e un obiettivo monstre lo riprendeva a ogni sospiro, e pensare che il povero era entrato piangendo per l'emozione.

"Comunque ti vedo pratica della cosa, hai altri figli qui?"
"Si, il grande che adesso ha quattordici anni, il mio compagno ci viene da una vita e anch'io ho cominciato a giocare un paio di anni fa".

Ecco, me l'ero fatta questa idea, che è un club per famiglie, e vuoi o non vuoi mi sa che quanto prima ci ritroveremo più coinvolti nella vita del club, io e il capo, di quanto fosse nostra intenzione. Che oggi hanno iniziato anche altri due compagni di classe di Ennio e con le madri ci siamo messe d'accordo che in inverno ci rifugiamo nel baretto e ci diamo ai lavori a maglia.

Intanto i piccoli tra cui Orso vengono messi a giocare contro i grandi, Ennio arriva protestando "Ma io non voglio giocare con i piccoli", "Devi fargli da esempio" gli dice l'allenatore, e lui si ributta nel campo.

Orso con mia enorme sorpresa è davvero coinvolto nel gioco. Cioè, un paio di volte si è davvero prostrato in terra come suo solito, a studiare le formiche o l'erba artificiale, ma il padre allenante in men che non si dica gli ha ricordato di giocare e lui si è lanciato subito.

Esce dal campo alla fine:
"Mamma, è bellissimo".

Va bene, ho capito. Meno male che stamattina ho iniziato il famoso corso di yoga con la mamma di M., che mi servirà tutto, quest'inverno. e la sera, l'amica M., laureanda in agopuntura, ma è già la migliore del corso mi ha invitata a farmi andare a pungere per la schiena. Adesso che è ancora gratis.

Mi sa che ci vado di corsa, che una depressione invernale come quella dello scorso anno io stavolta non me la posso permettere più.

Sabato foto, festa iniziale della stagione, iscrizioni e acquisto divise (rossonere). e pensare che c'e anche l'avvio della stagione culturale e io speravo di andarmene per teatro e musei con loro. Proprio tutta un'altra vita, il calcio.

17 commenti:

graz ha detto...

Non so in Olanda, ma temo che non sia poi così differente. Qua il calcio giovanile è un gorgo da cui è difficile levarsi anche in anni futuri. Ad un certo punto dell'anno scatta la follia e, oltre agli allenamenti settimanali, iniziano quelli al sabato preludio dell'inevitabile partita della domenica. I contest si susseguono allegramente dal cuore dell'inverno in poi e c'è sempre una ragione valida per dover giocare. La domenica, appunto. Se poi hai la somma sfiga che tuo figlio gioca in una squadretta che non viene cassata alle prime fasi, cominci pure con le trasferte ed oggi giocano qua e domani giocano là.

E tu potresti pure spararti un colpo soprattutto se, come me, del calcio hai solo capito che bisogna tirare calci ad un pallone. E non ti interessa capire di più.

Io ho avuto la massima fortuna di un figlio poco dotato e poco incline alla disciplina che, dopo aver fatto un pò di panchina, ha deciso che a calcio poteva giocarci qualcun altro e mi ha risparmiato 'sta croce for ever and ever. Oggi ogni tanto fa una partitella di calcetto e non mi sembra che ci abbia rimesso molto a non far parte del magico mondo di ...

(o sarà mica per quello che è venuto com'è venuto? al momento STRAparla di andare a lavorare a S. Francisco. Dice che parte a gennaio con il suo amico bartenderII Più lontano niente, vero?)

/graz

Mammamsterdam ha detto...

La Nuova Zelanda, no? E si sono posti il problema permesso di lavoro? No, perché forse non lo sanno che essere deportati significa che ti beccano dove ti beccano (al locale mentre lavori, appunto), ti portano per direttisima all'aeroporto e ti imbarcano, e manco il tempo di recuperare un paio di mutande da casa. Perdi tutto.

mi sa che è meglio il calcio, allora.

MarinaV ha detto...

Mi sa che la cultura, i musei e i teatri con il calcio te li sei giocati per sempre.
Hai mai visto un calciatore fare qualcosa di culturale?

bacco1977 ha detto...

Un po' Off Topic.
Quando accompagnavo mio fratello a giocare a calcio da bambino spesso assistevo a genitori che si menavano o tentavano di menare arbitro e/o allenatore.
Erano i bambini a dover calmare i genitori.
Ricordo che in un campetto c'era una lettera che un bambino aveva scritto al padre invitandolo a godersi la partita e a non inveire contro altri bambini, altri genitori, allenatore, arbitro.

Una volta un genitore entro' negli spogliatoi e se la prese a morte con l'allenatore, col portiere, e poi intimo' di far entrare il figlio in campo che avrebbe risolto la partita...

Spero che il mio messaggio ti sia arrivato.

Mammamsterdam ha detto...

Sui padri dei campioncini c'e questo sketch di Jiskefet, che a sapere l'olandese fa tano, ma il body language dice tutto (trad. sai che papà ha tanto dispiacere? Lo sai cosa costa a papà fare di te un campione? Ho venduto la macchina. Hai fatto piangere papà, lo sai? Si, ma il signorino ha dovuto dire la sua, vero? E lo sai perché mamma se ne è andata? Che mamma e papà dovevano litigare sempre? Perché papà voleva fare di te un campione e adesso mamma se ne è andata, e siamo soli io e t, e stasera a tavola siamo soli soli noi due, e papà deve piangere, e già) Qui:
http://www.youtube.com/watch?v=-qFa1nKmfps

Marina, io credo nell'evoluzione della specie, i miei figli di robe culturali ne fanno già, poche ma ne fanno, e sarano quindi i primi calciatori della storia con due dottorati e la Museumkaart.

Andrea ha detto...

Aspetta il primo lavaggio dell' attrezzatura dopo un bell' allenamento in un campo fangoso.
Un Kiletto di palta da rimuovere prima del lavaggio vero e propeio, pena l' otturazione di qualsiasi scarico !!
Rivaluterai la deportazione della Nuova Zelanda. :-)
Comunque il calcio (giocato) e' troppo bello: bene per i bimbi.

Mammamsterdam ha detto...

Bacco, tu mi sembri tanto quelle storie delle leggende urbane: quando accompagnavo mio fratello a calcio, l'amica della sorella di mia zia, ecc. Che faccio, ti cerco sotto Bacco-Hoax-footbal, little brother? ;-)

bacco1977 ha detto...

sono un uomo di vita vissuta.....
3 anni di militare a cuneo avrebbe detto tot'

francesca ha detto...

Ma quindi tra patatine, chiacchiere ed allenamenti ti sei pure divertita col calcio o no!!?

mamikazen ha detto...

Che bello, Ba, sembra di essere lì con voi sul campo, che io a calcio ci ho anche un po' giocato, avevamo messo su una squadra femminile e ci allenavano due nostri amici giocatori. Gli sport all'aperto mi piacciono, i bambini fuori anche col freddo e il fango o muoiono o diventano molto robusti. A me toccherà portarli a nuoto, 'st'inverno, perché vanno al largo da soli senza braccioli con sommo sprezzo del pericolo, bisogna che imparino a cavarsela. fatti fare agopuntura e ci metterei anche un bel ciclo preventivo di omeopatia, che col winterblues non si scherza. Un bacio a tutti (anche al pallone).

Mammamsterdam ha detto...

No, non mi diverto (ancora) perché mi stressano troppo per strada. E non mi posso leggere una cosa in santa pace perché Ennio pretende ogni due per tre che lo guardi e commenti. Devo farci un discorsetto.

Andrea, grazie del consiglio, meno male che quest'estate mi hanno fatto il rubinetto fuori, ne terrò conto.

(Oddio, i lavaggi mi mancavano).

SimoSerpe ha detto...

Io amo il calcio, sono cresciuta a pane e calcio e a dire il vero, per un pò ci ho anche giocato :-p

Non ho figli come sai e non posso dire quanto sia stressante fare avanti e indietro, portarli di qua, seguirli e come dici tu...guardarli e commentarli :)

Pero' se loro sono felici cosi, non e' bello? :)

Mammamsterdam ha detto...

Simo, hai perfettamente ragione, preferisco saperli a calcio che davanti al computer.

LGO ha detto...

Oddio ;-))

L'estate scorsa stavamo in vacanza da mio fratello (Okinawa) e una domenica mia cognata comunica che il giorno dopo c'era la partita di calcio.
Bè, sono usciti alle 5:30 di mattina. Noi li abbiamo raggiunti dopo. Avranno giocato 63 partite, squadrette tutte diverse, mamme, papà e nonni e zii a bordo campo con le sedioline e il pic nic.
Siamo tornati a casa alle 7 di sera.
Ho capito perché mio fratello spesso deve lavorare anche nel week end. E a lui il calcio piaceva pure, una volta.

Mammamsterdam ha detto...

Ma i giapponesi sono stakanovisti pure sul calcio!

farouchegrande ha detto...

marò, Ba, quel video che hai postato!!! ci credi che a momenti mi mettevo a piangere?
dice: è una cosa per ridere. ma come molte cose per ridere, mi sembra appena un tantolino esagerato, non di più.

Mammamsterdam ha detto...

Quel video è tremendo, e solo il bodylanguage di quel bambino e il tono del padre, anche se non capisci l'olandese, hai capito tutto. Ma Jiskefet hanno sempre fatto cose un pelo, anzi, un'intera pelliccia esagerate, vale la pena di cercarseli e guardarseli. Perché la parodia sugli studenti fighetti da società?