Una delle notizie che hanno tenuto l'Olanda in fibrillazione in questi giorni è la questione di Laura Dekker, la tredicenne che con il consenso dei genitori (la madre comunque riferisce di aver paura per il piano della figlia) vuole fare il giro del mondo in barca a vela da sola e diventare così la più giovane velista ad averlo fatto.
Una cosa del genere dura due anni e il diciassettenne che ha finora battuto questo record è quindi partito quando ne aveva quindici.
Il tribunale dei minori l'ha affidata a un tutore, pur senza togliere la patria potestà ai genitori, e con la scusa dell'obbligo scolastico fino ai 16 anni l'hanno bloccata.
La mia prima reazione è stata, come penso tutti, sono pazzi hanno fatto bene a fermarla. Ma se ci penso molto bene, se consideriamo che i Dekker sono velisti, che Laura non solo è nata al largo della Nuova Zelanda in barca e che il giro del mondo l'ha già fatto con i genitori, e nessuno si preoccupava del suo obbligo scolastico, mi vengono altre considerazioni.
Non sono velista e quindi posso solo prendere per buono che dal punto di vista tecnico questa ragazzina sappia quello che fa e i genitori lo sanno pure.
Ma quello che mi viene in mente è che un velista solitario sta due anni da solo. E qui non è questione di tecnica, qui avrei paura anch'io. E che forse quest'ansia di battere un record non è la più solida delle motivazioni.
Quindi, da un lato trovo un peccato usare considerazioni comuni per una bambina e una famiglia che sono come minimo fuori del comune. Se lei ha questo tipo di motivazione non è ventilandole l'obbligo scolastico che la convinci, la butti solo giù. Io a 13 anni e anche adesso, con lo spirito di contraddizione che mi ritrovo, mi sarei detta: in culo la scuola e mi sarei fatta bocciare a ripetizione, con una motivazione del genere.
Dall'altro, in nome della stessa maturità e degli stessi principi che improntano evidentemente lo stile educativo della famiglia Dekkers, che bisogna dare fiducia ai figli anche se ti vengono con un piano impossibile e valutare insieme se ci si riesce, sarebbe utile se il tribunale usasse lo stesso stile nel comunicare con questa famiglia.
Ogni genitore conosce al meglio i propri figli, ogni genitore ha paura per loro. Nessuno ha mai ancora detto che i Dekkers sono pazzi furiosi o incapaci di intendere, quindi partiamo dal presupposto che tutte le domande e tutte le obiezioni prevedibili se le siano già fatte per conto loro. E che abbiano deciso, per motivi che solo loro sanno, di rispettare il sogno della figlia.
Ecco, a me intriga molto questo processo. Mi chiedo se Laura abbia mai parlato con il ragazzo che ha già fatto questo giro per sentire come aveva vissuto lui un'impresa del genere. O se lo hanno fatto i suoi genitori. Mi chiedo in che modo questa famiglia abbia deciso sulla cosa.
Mi chiedo anche, a titolo puramente teorico, se sia giusto che un governo debba interferire con cose del genere. Come giustamente osservava una rivista di vela, ci sono genitori che maltrattano i figli in ben altri modi, rifiutandogli le cure, o come qui in Olanda per i protestanti più ortodossi, rifiutando di far vaccinare i figli, e nessun giudice dei minori che interviene.
Insomma, spero che nessuno dei miei figli mi venga con una proposta paragonabile a questa e che non mi debba trovare mai in un dilemma del genere.
Però sono curiosa di sapere come se la sono risolta i Dekkers, indipendentemente da come andrà a finire con Laura.
2 commenti:
questa cosa nn l'avevo mai sentita ma mi sembra allucinante.
a parte il lato più o meno pericoloso, a parte la scuola, a parte tutto, ma nn credo che sia un'esperienza così formativa x la sua età. si perderebbe troppe cose e sai la cosa peggiore? questa cosa da parte dei genitori nn mi sembra tanto migliori dalle mamme che accompagnano la figlia ai provini x le veline.
nn credo che siano fatti nell'interesse della figlia, tutto qui. mah
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