Cari e belli i miei cocchi, volevo postarvi delle foto al mare fatte giovedì pomeriggio in mezz'ora, che di più si congelava e non si poteva, ma mi sovviene una questione deontologico-professionale di cui mi preme sfogarmi. In fondo elenco alcune situazioni che richiedono il contatto con la burocrazia, tipo patente, iscrizione all'AIRE, matrimonio con cittadini stranieri, riconoscimento di paternità ecc. e quel poco che so in proposito.
Io che non ho mai registrato il mio matrimonio in Olanda perché dopo aver portato l'atto in 4 lingue, modello europeo fatto apposta, per sentirmi dire che volevano l'originale italiano con traduzione giurata, che non per dire, traduttrice ero ma giurata all'epoca no, mi sono girate, ho rifiutato e grazie al signore sono sempre felicemente sposata e il mio stato di famiglia lo comprova, perché al comune di Amsterdam il modello quadrilingue l' hanno accettato e come.
Alla faccia dell'ufficio preposto centrale del'Aja a cui non ho mai mandato nulla. Per dire, quanto mi stanno sul cuore i poveretti che per rogne loro varie gli tocca farsi fare una traduzione giurata di qualsiasi cosa. Che la libera circolazione di merci e persone è una gran cosa ma va pari pari con rogne burocratiche che lèvati.
Perché nel frattempo traduttrice giurata lo sono eccome, e lo so io come vanno le cose. Dal mio punto di vista e di quello di infiniti colleghi che giurati si, ma come certi cattolici non praticano, le traduzioni di documenti, papiri ed atti, nonché libretti di circolazione sono la cosa più rognosa del mondo. Io invece pratico e ogni volta me ne pento. Però è anche vero che così conosco un sacco di gente simpatica e alla fine siamo al mondo per questo, no? Per relazionarci con gli altri.
Perché la normalizzazione, e che bella cosa sarebbe se esistesse. Invece qui ognuno scrive e formula come gli pare e quello che gli pare, ed ogni volta e come la prima volta. e la parte più lunga e noiosa non è la traduzione in sé, figuriamoci, è la fase di controllo, e compilazione della dichiarazione in cui su tutto quanto ho di più caro tocca dire che si è vero, ho tradotto secondo onore scienza e coscienza e per favore non menatemi, però poi ti tocca essere sicurissima di tutto, anche delle virgole, e non so se avete presente i certificati, atti e libretti vari che palle che sono, vero? Tutto un layout da riprodurre e la righina, e il caratterino e il paragrafo che ti si sposta di botto a destra mentre tu lo vuoi centrato e discutici con sta roba. Ci vuole il suo tempo.
E questo sarebbe il minimo, la cosa peggiore è la comunicazione con il cliente, che io lo capisco benissimo che non si capacita che tre righe di atto di residenza costino così tanto. E che ci vuole a tradurlo, sarei capace anch'io, dice. E lo so cocco, ma io sono giurata (e non vi dico che palle per diventarlo) e tu no e lo capisco da me che dà fastidio, ma non me lo sono inventata io.
Perché poi sfatiamo il mito che a tradurre son capaci tutti. Sarà forse così, ma le traduzioni le fanno meglio i traduttori.
Quindi una rapida lista di cose da tenere a mente per quando dovrete (ma vi auguro di no) presentare una checchessia traduzione. Non è pubblicità, chi mi vuole mi trova già su tutte le liste del mondo.
1) Posso giurare solo cose che ho tradotto io. Non me la sono inventata, sono proprio tenuta dal codice della mia associazione professionale, che è vero che è su base volontaria, ma l'ho fatto, ci credo ed ho ottimi motivi per tenermela così.
2) Posso firmare solo traduzioni di cui ho visto l'originale o la copia che ci allego. Per ridurre i tempi delle volte preferisco farmi mandare una copia e lavorare su quella, ma al momento della consegna devo poter vedere l'originale in questione. Il che implica o corrieri o un incontro di persona, che anche quello richiede tempo, organizzazione e spostamenti che nessuno paga.
3) NON mandate mai un originale per posta. Una volta un cliente mi ha mandato la patente che non mi è arrivata se non dopo un paio di settimane. Un patema per tutti e due che non vi dico, io poi con queste cose mi stresso da matti, evitatemele. Se proprio dovete mandare un originale per posta fate almeno un'assicurata, che non cambia le cose se per caso si perde, ma meglio di niente. Avete un codice con cui rintracciarla su Internet per vedere se è ancora per strada o se è stata consegnata (eh, le poste olandesi che figata).
4)Il cliente che si offre di farmi lui delle traduzioni è un'arma a doppio taglio: è chiaro che se ci sono cose misteriosissime (titoli, materie, esami e cose varie) che lui per dovere d'ufficio sa e io no e mi tocca passare mezza giornata a documentarmi, è bene che ci mettiamo d'accordo che me li controlla o dice lui così io pure faccio prima a ritrovarmeli. Ma questo non mi esime dal controllare di persona tutto quello che sta nella mia traduzione. È lavoro anche quello e meno male che adesso c'è Internet, i libretti delle auto che mi toccavano a inizio carriera lo so io quante telefonate con il meccanico di mio fratello mi costavano.
5) Il cliente che insiste per tradurre lui e io devo solo mettere il timbro ha sbagliato indirizzo. Perché su quella traduzione c'è il mio nome e la mia faccia, e controllare una traduzione fatta da un profano ci vuole delle volte più tempo che a tradursela da sé. A parte tutto il resto del lavoro invisibile che è comunque tutto mio.
6) Le tariffe: su queste mi metto sempre la mano sul cuore e sbaglio, perché qualunque cosa faccia è sempre troppo per il privato che non si rende conto del lavoro che c'è dietro. In genere ci sono cose che per principio faccio gratis, perché ho imparato con il tempo che è meglio farle gratis le cose che farle sottoprezzo con le palle girate e sapendo che ci stai rimettendo e comunque dando la sensazione a chi ti paga (troppo poco) che è lui a farti un favore a te. Diciamo che veramente mi regolo secondo le circostanze e che potendo nascite e funerali tiro a farli gratis ma solo a gente che mi piace a pelle o che conosco. I matrimoni e le case, sinceramente, con tutto l'indotto che ci gira intorno, volete risparmiare proprio alle mie spalle? No, eh?
7) In genere tenete presente che molti traduttori giurati hanno abbastanza lavoro con le aziende e si guardano bene dal fare privati, che sono solo rogne. Dagli torto. Che le liste dei traduttori sono sempre poco aggiornate e i 3/4 dei nominativi che trovate sono in pensione, sono in vacanza, hanno cambiato lavoro, indirizzo, telefono e vita, e che l'abbiano comunicato o meno, la lista risale ad almeno 2-3 anni fa e quindi ciccia. tocca chiamare venti persone prima di trovare il traduttore che te lo fa il lavoro.
Armatevi di santa pazienza, cercate comunque un traduttore singolo piuttosto che un'agenzia che ci deve guadagnare anche lei e non riducetevi all'ultimo minuto che è un guaio. L'agenzia mette tutto in mano a un corriere che va e viene e costa e vi tocca pagare pure quello. Però se avete fretta e i soldi non sono un problema, fate fare a un'agenzia che le fa tutti i giorni queste cose e va spiccia.
Tutto questo lo dico perché delle volte rimango incastrata con gli amici a cui mi secca di dire di no e con gli amici degli amici a cui di mio avrei dovuto e voluto dire di no subito, ma non ci sono riuscita e finisce a volte a schifìo e io mi sono pure stufata, che di costituzione nella vita vorrei poter essere messa in condizione di far bene quello che so fare bene e non fare quello che non ho voglia di fare.
Non che di domenica mattina mi tocca rinunciare alla piscina con i bambini per i comodi degli altri che alla fine mi mandano pure al diavolo per telefono dopo che ho perso dei giorni per incastrarli nel mio schema che non permetteva il dono dell'ubiquità. Perché loro la domenica mattina vanno fuori porta, a differenza mia, e poi il resto della settimana lavorano, e vogliono venire di domenica pomeriggio, che io invece ci avrei un bel museo da vedermi con i bambini che trascuro troppo nel wekend.
Purtroppo un paio di cose vi toccano:
La patente, se state per almeno un anno o due in Olanda, dopo 6 mesi dovete cambiarla con una olandese. Se vi è scaduta quella italiana invece di rifarla e cambiarla vi fate fare dalla motorizzazione in Italia una dichiarazione di titolarietà, che farete tradurre e giurare, e con quella vi presentate al comune di residenza in Olanda che vi fa tutto. (Io che non lo sapevo e neanche avevo la macchina ci ho messo 7 anni per capirlo, e ci sono andata con il patema temendo che mi avrebbero arrestata, multata, insultata, invece no, ho la patente olandese ed è comodissima per identificarsi senza stare a portarsi dietro il passaporto. Ci ho pure votato, per dire, fatto la tessera della biblioteca e svariate cosine utili).
L'iscrizione all'AIREÈ una di quelle cose che gli italiani se possono evitano come la peste, ma a mio avviso è un mito. Fatela che è meglio. A parte che anche quella è obbligatoria dopo 6 mesi di residenza all'estero, e capisco anche che è scomodo ogni volta andare al consolato per tutte le cose burocratiche, però i vantaggi sul lungo termine sono maggiori degli svantaggi, venite inseriti nelle liste elettorali per votare da qui (che è un nostro diritto costituzionale, non ce lo scordiamo), se vi scade il passaporto ve lo rifanno senza dover tornare in Italia e comunque il consolato ci rappresenta qui e quindi facciamoci rappresentare.
Matrimonio con cittadino statunitensePer sposarsi in Italia occorre anche presentare un certificato di stato libero. Negli USA però non ce l'hanno, quindi non possono neanche rilasciarvelo. Senza certificato gli italiani non vi sposano. Che fare? Basta prendere appuntamento in consolato, recarvi accompagnati da testimoni che sotto giuramento dichiarino di conoscere lo sposo e saperlo libero di contrarre matrimonio (e come lo sanno sono affari loro), portarvi eventualmente il solito interprete giurato se sposi e testimoni non conoscono l'italiano, firmare quest'atto e poi via.
A volte lo fanno persone, magari di origine ma non di nazionalità italiana, che vogliono sposarsi in Italia ma risiedono qui e le pubblicazioni quindi le fanno anche qui per comodità. Ecco, si può anche se non sono connazionali (e poi dite che il consolato, nei limiti del personale disponibile sempre troppo poco rispetto alle richieste, non è a disposizione dei cittadini, anche di quelli altrui).
Atti notariliUna legge abbastanza recente sul notariato nei Paesi Bassi impone ai notai di assumersi la responsabilità della comprensione dell'atto stipulato, letto e firmato da parte di persone che non parlano (bene) olandese. Altrimenti costoro a posteriori potrebbero contestare la firma sull'atto con la scusa che hanno firmato senza aver capito bene di cosa si trattava. Quindi anche se potete comunicare con il notaio in inglese, l'atto va sempre stipulato in olandese e parecchi notai impongono un interprete giurato (che non esiste, esiste la figura del traduttore giurato e tocca poi trovarne uno che sia anche interprete) per stare tranquilli loro. Il conto lo presentano a voi. Mi è capitato diverse volte di essere contattata direttamente da un notaio o dall'agenzia di cui si serve il notaio, per scoprire che i comparenti erano miei amici o conoscenti, che magari facevano prima a contattarmi direttamente.
Quindi per atti di compravendita immobili o di convivenza, se proprio uno non si vuole sposare, testamenti o altro, in genere vado a finire dal notaio, cosa che mi è stata molto utile quando ho comprato casa, ormai sapevo tutti i trucchi, anche se pure lì mi hanno messo una clausola che non conoscevo ancora.
Riconoscimento di paternitàIl padre è per legge il marito della madre all'atto del concepimento. Una mia amica straniera divorziata e risposatasi, per un errore di trascrizione dell'atto di divorzio, datato con due anni di ritardo, si è vista arrivare a un certo punto, d'ufficio, un nuovo atto di nascita (con a paternità dell'ex-marito) per il bambino avuto con il marito olandese e un mandato di deportazione per lei e il figlio.
Cos'era successo, l'impiegato zelante constatata la data dell'atto di divorzio, calcolato che in base all'errore all'epoca del concepimento lei era ancora sposata con l'ex-marito, deciso che quindi l'attuale marito nonché padre biologico del bambino non era il fecondatore dello stesso, concluse che né lei né il figlio avevano diritto di stare in Olanda per via del matrimonio. Un casino per farsi correggere la trascrizione e rimettere tutto a posto, per non parlare delle spese legali, per non dire lo stress e alla fine non si sono neanche scusati.
Se uno non è sposato ed ha figli, ma non è quindi il marito della madre, la cosa si complica. In caso di convivenza il riconoscimento di paternità da parte del convivente va presentato prima della nascita. In caso di un coniuge italiano e un coniuge straniero a dei miei conoscenti è successo che i primi figli, riconosciuti prima della nascita, avevano il cognome e la nazionalità olandese del padre. L'ultimo figlio, nato una decina di anni dopo e quindi non ci hanno pensato per tempo perché si sono scordati, è stato dichiarato dopo la nascita, e si è ritrovato la nazionalità italiana e il cognome della madre, diverso quindi da quello del padre e dei fratelli biologici. Anche lì, nomina un tutore, metti di mezzo il Tribunale dei minori, paga avvocati e traduzioni e poi tutto si sistema, ma quante rogne signora mia.
Quindi: spero di avervi fatto cosa utile a ricordarvelo, perché anche se uno fa del proprio meglio, ad aver commercio intimo con l'Olanda e gli olandesi prima o poi una traduzione giurata magari ti tocca. E se imparate in proprio l'olandese male non fa, guardate i corsi della Scuola d'Italia, per esempio (www.ondaitaliana.org).