Quest'estate, quando mi guardavo dal vivo minuto per minuto tutto lo sfacelo che B&B stavano combinando in Abruzzo, mi chiedevo se fosse un piano diabolico, una prova tecnica di dittatura o pura e semplice incompetenza combinata con quell'alta concezione di sé che ti impedisce di dare retta ai buoni consigli di chi magari ci capisce.
Buona la terza, comincio a sospettare.
No, perché adesso si scopre che da almeno due mesi si parlava di rischio di attentato, presumibilmente da parte di uno squilibrato. È servito l'avvertimento? È aumentata la cautela? Ce la facciamo per un po' i bagni di folla a farceli a distanza? Macché, noi viviamo pericolosamente e dei consigli ce ne facciamo un baffo.
Ora io qui, già che ci sono, ammiro pure la competenza estrema degli addetti ai lavori in grado di predire una cosa del genere. Perché io l'atto dello squilibrato ritengo, nella mia ignoranza, che sia appunto la cosa assolutamente imprevedibile, per definizione.
Perché di pazzi tranquilli ne ho conosciuti tanti, ma di pazzi premeditati no.
Questi esperti qui invece lo avevano previsto perfettamente. Chapeau, lo vedi che esistono ancora dei mestieri che si imparano e non si possono improvvisare? Avercene come titolari di ministero, degli esperti così.
Però va bene, lo squilibrato ha colpito. È cosi perfetto, questo squilibrato, che sembra quasi finto. No, dico. La statuetta del duomo. La croce. Pure lo spray di peperoncino, che senza magari rischiava di sembrare il solito turista che compra souveir e poi la sindrome di Stendhal lo stende (si chiama così apposta) e compie gesti inconsulti. Gli mancava, lo dico onestamente, solo un chador sotto la giacca, mimetizzato da sciallino, che adesso fa freddo. Ma magari l'aveva e non ci hanno fatto caso.
È stato il peperoncino a mettermi sull'avviso e ho scoperto che il povero squilibrato è abruzzese. Ma proprio, eh, è nato a Chieti. Magari la bomboletta era solo il normale sajittì che uno si porta dietro per dare ai cibi di fuori il confortante sapore di casa, che ci appuri.
Dico solo che con i buchi di sicurezza emersi negli ultimi mesi, è un santo miracolo che un pazzo di qualsiasi tipo non avesse già colpito, magari, che ne so, una squilibrata travestita da escort, visto che i controlli in quelle occasioni lì mancavano, come abbiamo ben visto, e che chiunque, purché amica di amici poteva sedersi al desco presidenziale.
Però va bene, diciamo che è stato un pazzo. Allora per cortesia tutti gli altri, cioè tutti noi e chi ci rappresenta in massa, cerchiamo invece di comportarci da sani. Cominciamo un po' a descalarla questa tensione e questa strategia dell'odio.
Perché io davvero ce l'ho nel cuore questo pover'uomo, che da una vita non fa che dire come tutti lo odino e lo aggrediscano sui media e in tribunale, ma fisicamente, un'aggressione fisica del genere non sono chiacchiere, sono sventole. E le sventole a un signore di 73 anni che fa una vita spericolata e poco conforme a come ci immaginiamo noi la vita di un pensionato 73enne oltre a fare male, fanno paura, secondo me.
Rischi, in effetti, che per questa paura dovuta alla basale e vigliacca aggressione fisica davvero un uomo che dice di avere tanto da fare per il paese decida invece di ritirarsi a vita privata, godersi i nipotini e figli, magari cercare un riappacificamento coniugale, godersi la pensione, fare disegnini ludici da mostrare agli amici. Insomma, le buone, normali cose che uno fa nella vita quando non rappresenta un paese.
Lo dico anche a Di Pietro, le normali cose che uno direbbe e dice tra gli amici, al bar, sul blog, su facebook, bisogna starci tanto attenti a dirle da una veste istituzionale. È questo che fa la differenza tra il politico che conosce il suo mestiere e quelli che si improvvisano un pochino e si scordano la differenza tra persona pubblica e persona privata. Per carità, a sua discolpa di Pietro ha che non è l'unico a fare certe confusioni, però io glielo dico con affetto perché adesso gli stanno dando tutti addosso. Ando', cosi sputtani un paese, altro che i disegnini delle mutande.
La violenza è una cosa veramente bruttissima e siamo esseri umani e non bestie proprio perché dovremmo imparare a controllarla. La violenza va condannate sempre e dovunque, va prevenuta per il possibile. Da dovunque venga e contro chiunque sia rivolta. Contro le donne, contro i dimostranti, contro i bambini, contro gli avversari politici.
A proposito del clima che mi fa paura, ecco, a me anche questo fa paura, perché non so se riusciremo a descalare, o se questo episodio servirà invece solo ad esacerbare gli animi di quelli che agli avversari augurano un cancro, danno della lesbica o della racchia, di quelli in genere che mancando di contenuti si inventano il nemico esterno per tener su la tensione.
Di quelli che stanno ferocementi attaccati a una sedia che non hanno fatto nulla per meritarsi. A me stamane hanno rassicurata l'editoriale di Ezio Mauro, quanto ha scritto, veramente splendido ed equilibrato, ma che lo dico a fare, che è una professionista e mica un'acchiappagalline, Conchita De Gregorio.
E ai servizi di sicurezza, raccomando di stare un po' attenti per il futuro, perché davvero non abbiamo bisogno di un martire. Indipendentemente se lo chiamiamo Gaetano o Umbertino.
Al presidente Berlusconi naturalmente tutti i miei più sinceri auguri di pronta guarigione, perché le vittime di una violenza sono sempre al di sopra delle parti. Come ad esempio i dimostranti pestati a bolzaneto, che sarà una notizia meno fresca, ma le botte le hanno prese anche loro, la vita la vivono meno spensieratamente di prima e i mandanti sono stati tutti assolti. perché l'empatia è un brutto vizio e quando mi becca lo fa indiscriminatamente.
2 commenti:
A me anche e` piaciuto molto, l'editoriale di ezio Mauro..
Francesca
E' un po' di tempo che ho una cosa latente in testa, e questo post me la fa riemergere. Capisco in pieno che intendi con l'empatia, a me a volte capita di detestare qualcuno, o semplicemente di non considerarlo molto, e poi vedo un gesto, tornando a Gaber "un gesto naturale", che so, che si stropiccia gli occhi, che si passa stancamente una mano sulla fronte, che si chiude le braccia in segno di difesa, qualcosa, tipicamente di involontario, e allora mi colpisce come un tranvata l'umanita' profonda e derelitta del soggetto in questione, di tutti i reietti e tutti gli odiati e tutti gli stronzi, come se tutti i dolori del mondo li sentissi contemporaneamente. Mi era successo con B una volta quando lo vidi asciugarsi il sudore e al contempo rifarsi il trucco di nascosto. Un gesto patetico forse, ma che invece di farmi sghignazzare mi aveva fatto tanta tristezza. E la stessa tristezza la provo a vedere queste immagini insanguinate. Niente e' cambiato rispetto al disgusto che provo per la politica (che chiamarla con questo nome e' anche uno sporcarsi le labbra) che sta imponendo ovviamente, e' soltanto questa sensazione angosciante di infinita tristezza. Che mi ricollega a quell'idea latente di cui parlavo prima. Come diceva giustamente Panz nel suo post non e' facendo a meno di B che le cose si aggiusteranno. Gli italiani amano pensare che c'e' sempre un padreterno che li tolga dai guai o un sicofante che li metta nei guai, amano dare un nome e cognome, perche' non hanno la costanza di rimboccarsi le maniche e sostenere un'idea, nel senso non di supportarla ma di mantenerla in essere, di "sustain it" long enough. Quindi quando B se ne andra' e tutti spereranno che si possa cominciare ex novo, la delusione sara' cocente. Perche' un B non si improvvisa da un giorno all'altro. Un B al governo e' la punta di un iceberg di merda che ci sta da anni e anni, grande e puzzolente, ma tanto antico che ormai ci siamo assuefatti al fetore. B quando era giovine e gagliardo incarnava questo "ideale" merdifico, e la sua elezione ha fatto starnazzare come papere contente tutti quelli che hanno potuto avere le leggi adatte ai loro traffici. Perche' le leggi saranno anche state ad personam=berlusconam, ma non e' sicuramente l'unico ad averne beneficiato. E ora che a 73 anni non e' piu' giovane e gagliardo, anzi arranca parecchio, tutti i merdosi dietro le quinte fanno il suo gioco, nessuno tenta, con delicatezza, di convincerlo che forse e' il caso di farsi da parte, che questo sputtanamento contro capo di stato, costituzione e affini e' solo la manifestazione di un ego disturbato - e magari anzi ne sono segretamente contenti, di questo sdoganamento della blasfemia. Non solo, son li' che plaudono le sue goliardate (magari ridendone poi in privato), dagli scarabocchi delle mutande e via via fino alle escort. Pur di tenerlo li'. Un po' come quelle storie sui capi sovietici mantenuti in vita artificialmente per non destabilizzare il popolo. Serve che B stia li' dov'e'. Serve dar corda alla sua psicolabilita', perche' tira le masse. Quando non servira' piu' lo si potra' accantonare. Saviano lo leggono tutti ma non lo ha capito nessuno fino in fondo, io compresa, perche' capirlo significa affrontare una montagna davanti di proporzioni titaniche. Ma se non capiamo che l'Italia e' nostra da fare, non da subire, non cambiera' mai nulla. Solo che in questo momento sono molto molto MOLTO pessimista.
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