domenica 6 novembre 2011

La fata e il dente e la pasta zia

Stasera si è cenato metà di avanzi e metà no. Mentre per me e il capo facevo un curry thai di verdure avanzate (zucca di halloween, si ancora, cavolfiore posthalloween en 4 melanzanine thai comprate ancora prima del mio viaggio in Italia, facciamo 3 settimane di frigo? Buone come appena colte, signora mia), ai bambini ho fritto dei quadratini della polenta fatta ieri insieme alla prova tecnica di brasato, e intanto che si cuocevano le fettine ho deciso di friggergli con il resto di impasto di pasta zia dolce delle palline.

La pasta zia è un' idea di Lerinni, che mentre cresce un impasto con il lievito lei ci mette accanto una base di pasta madre senza lievito, che cresce con i rimasugli volatili del lievito dell' altra pasta e grazie a questo rinforzo, non è proprio una pasta madre ma una pasta zia, la chiama lei. Solo che io l' ho fatta diversamente. con un impasto messo a lievitare venerdi mattina sabato ho fatto la focaccia: bella, gonfia, con le bollicine, me l' hanno sbafata tutta tra pranzo e cena.

Sulla ciotola dell' impastatrice c' era però avanzato uno strato di pasta molle e appiccicosa, di quelli che da lavare sono rognosissimi e ti intasano pure lo scarico.

Ho riempito così con acqua tiepida un terzo della ciotola, l' ho rimessa a girare fino a che la pasta appiccicaticcia si è sciolta nell' acqua, ci ho aggiunto farina, e poi dell' olio, e poi del latte e altra farina, e il sale, insomma, ho rimesso a lievitare pure quello contando sui resti di lievito presenti nell' appiccicume avanzato. Ha funzionato.

Stamattina Orso ne ha voluto un pezzo tutto suo, che ho messo in un tupperware ed ha continuato a crescere anche lì, toccherà dargli della farina, stasera. Con il resto, non avevo davvero voglia di farci un' altra focaccia (basta, quanta focaccia si può mangiare in questa casa?), ci ho rotto dentro un uovo, ci ho messo dello zucchero di canna ad minchiam e 100 gr. di burro fuso e poi ci volevo fare dei paninetti dolci. Solo che era domenica, l' amichetto ADHD (non sul serio, ma è quello bastardino che ha portato Orso a prendere a martellate la porta del fratello) è rimasto a dormire, e io volevo togliermeli tutti di torno e andare in palestra) insomma, ai paninetti non ho dato il tempo di rilievitare nella forma dei muffin, ho infornato subito e sono venuti buoni, ma un po' mattonosi. Vanno ottimamente per il latte, ma stasera mentre cucinavo mi incombeva sul piano l' impastatrice con il resto appiccicoso dell' impasto dolce, e quello si che aveva rilievitato, ma non avevo tempo e palle di rimettermi a fare la manfrina panini. Così ho messo un pentolino di olio di semi e li ho fritti in palline, serviti spolverati di cannella come secondo (il primo era la fettina preceduta dalla polenta fritta).

"Ma loro, verdura niente?" fa il capo, igienista della domenica sera.
"Massì, gli avevo tirato fuori le carote, guarda lì sopra".

E gli abbiamo sciacquato una carota a testa, che in genere se la tirano fuori dal sacchetto e la sbafano senza manco lavarla.

Crack.
"Mamma, mi è caduto il dente mentre mordevo la carota".
"Ennio, ma veramente" si preoccupa il capo.
"Si, ma gli pendeva da qualche giorno".
"Fa vedere".

(A me sinceramente, così a cena, faceva un po schifo e non ho guardato).

Noi ci perdiamo regolarmente tutti i denti dei figli, e pensare che loro ci terrebbero, mesi fa finalmente ne ho messi alcuni at random in uno scatolino di legno delizioso (insieme al dente del giudizio estratto al capo 20 anni fa il mese dopo che io ero tornata in Italia e che lui mi aveva mandato come pegno d' amore, salvo che poi per telefono mi è toccato esaminarlo per capire se ci mancava un pezzo, visto che gli faceva male la gengiva e si cercava di capire se se ne fosse staccato un pezzetto durante l' estrazione, poi uno dice che mi fanno schifo i denti dei figli, ma ho anche tutta questa roba feticistica che si, è un pezzetto di chi amo, insomma, me li perdo per non fare la scelta di buttarli, evidentemente), con su "il mio primo dentino" che stava in un pacco di roba pubblicitaria che rifilano alle madri incinte, che stanno rincoglionite e si iscrivono a tutto, per fidelizzarle a prodotti come l' olio per neonati (quello giallo, buttato tutto perchè a Ennio peggiorava l' eczema), pannolini e salviettine di marca (mai adottati, noi eravamo per il marchio privato dell' etos che costava un terzo di meno), un CD sponsorizzato da un latte in polvere di canzoni per bambini, bellissimo, peccato ce lo siamo persi, è stata la cosa in assoluto più utile e gradita, e lo scatolino, inutilizzato per anni perchè io ad archiviare le cose proprio non ci sono portata.

"Ma gli date i soldi?" si informa Orso. (Contanti o assegno, mi chiedo oziosamente in silenzio). "Ennio, tu metti il dente in una scatolina, la metti sotto al cuscino e stanotte mamma e papà ti lasciano un soldo".

Ah, ecco, non ci credono più.

"Ma io il mio dente lo voglio".
"Allora ti diamo i soldi adesso e via".

Labbruccio tremulo:
"Ma... ma... la fata del dente?"

Oddio, lo sapevo che Orso sarebbe stato il primo a scoprirci su tutto e fra manco un mese è pure Sinterklaas e chissà che altre scoperte esistono.

"Mamma, ma la fata del dente esiste?"
"Ma no, sono loro", fa Orso.

Il resto si perde in una roba indefinita e vaga di latte tiepido prima di dormire, ripetute domande se hanno davvero mangiato e la cena si può considerare chiusa o vogliono qualcosa. Lasciamo cadere, ecco.

'Io voglio la pappa di cereali", fa Orso.
"No, Orso, quella no, o il latte all' anice o niente".
"Ma l' ho provato e non mi piace, bleah".

Poi a letto mi informo:
"Orso, ma la fata del dente esiste?"
"No".
"Perchè lo pensi?"
"Perchè gli elfi e le fate non esistono e neanche i topolini che portano la moneta e poi con quattro denti fanno un palo della luce, l' ho visto in un film ma non ricordo dove. Mi racconti una storia di Gesù?"

E allora visto l' andazzo, decido per una storia dai vengeli apocrifi, quella in cui Gesù da bambino fa degli uccellini di argilla, così belli, che un altro bambino si arrabbia perchè i suoi fanno schifo e glieli vuole schiacciare, ma Gesù batte le mani spaventato e fa: scappate e quelli diventano vivi e volano via.

Che con questo andazzo tra il reale e fantastico, l' apocrifo è l' unica via che mi dà un certo conforto.

3 commenti:

francesca ha detto...

Ottima idea questa della pasta zia!
Ciao francesca

squa ha detto...

anche io come francesca la trovo un'ottima idea. Ed il nome fa sorridere :D

E Orso miscredente fa un po' tenerezza, ma incute anche molto rispetto!

destinazioneestero ha detto...

hahahaha! Le mie bimbe credono ancora adesso alla fata dei denti!