giovedì 3 novembre 2011
I nuovi corsi di vino di novembre e dicembre
Io sto veramente bene quando mi si da o mi do qualcosa da fare. Ecco qui allora in breve l'agenda dei miei prossimi corsi sui vini italiani, partendo dalla mia regione preferita dal punto di vista eno-gastronomico, il Piemonte. Sono stati infatti i vini piemontesi a farmi capire, anni fa, cosa di buono ci possa essere in un vino e temo mi abbiano segnata per sempre, perché se è vero che esistono due scuole filosofiche in enologia, tra quelli che sono per il sangiovese e quelli che sono per il nebbiolo, io sono indiscutibilmente e perdutamente per il nebbiolo, comunque lo vogliano chiamare quelli che lo fanno *lo chiamano anche Spanna, Chiavennasca, Picultener o altro, contenti loro).
Per carità, i migliori corsi che ho fatto negli ultimi due anni, quelli proprio a furor di popolo, sono stati quelli sui vini a base di sangiovese, perché applico la tecnica di mia madre con il pesce. Mia madre odia l'odore del pesce e per farselo piacere da volerlo mangiare anche lei, ci cucina delle cose eccezionali. Ecco, io a furia di sviscerare in modo consequenziale ed analitico quello che ci si può fare con il sangiovese in lezioni da est a ovest (e finiamo con il Morellino di Scansano che io amo più di tutti) negli scorsi due anni sono riuscita a farmelo piacere. Ma a questo giro datemi il nebbiolo (me l' hanno dato, e qui ringrazio di cuore i produttori del Consorzio del Moscato d' Asti, persone deliziose una a una, che mi hanno fatto assaggiare e mi hanno raccontato tutti i vini che fanno, come vi riferirò a mia volta).
Che poi, nebbiolo, nebbiolo, ma mica c' è solo il nebbiolo in Piemonte. Che i bianchi del Piemonte, solo per i nomi che hanno (Erbaluce di Caluso, Arneis, Favorita, Cortese, mica come noi in Abruzzo Passerina, Pecorino, non c'è gioco) ma anche per il sapore sono la destinazione enologica in cui spendo più volentieri i miei soldi. Ma parliamo della Barbera, del Barbaresco, del Dolcetto, che non è per niente un vino dolce, se per caso stavate pensando al contrario. E se proprio vogliamo parlare di vini dolci, allora datemi un Brachetto, un Moscato che proprio non riesci ad ubriacartici neanche con molta buona volontà (specie se ci mangi quei pasticcini alla nocciola che sembrano amaretti morbidi, ma è proprio un' altra razza).
Ecco, tutto questo per dire che fra poco parto con le lezioni sui vini del Piemonte e due sono lezioni con cena perché è da quando i miei non hanno più l' albrgo che non ho più modo di cucinarmi un bel brasato come Cristo comanda e come dico io (e come me l'ha insegnato lo chef Giovanni, un caratteraccio quell' uomo, ma sapeva cucinare queste robe qui del nord ovest), ed è proprio ora di farlo.
E qui lo ripeto, ma basta andarsi a rivedere i miei post piemontesi dall' ottobre scorso all' indietro, se un giorno dovessi rifarmi una vita in Italia ecco, io e il capo il Piemonte ce l' abbiamo in cima alla lista.
Quindi, annotatevi:
- 18 novembre dalle 19.30 alle 22.30 I vini delle Langhe con cena
- 25 novembre dalle 18.30 alle 21 Masterclass I vini dell'Astigiano, cucina Antonella Barbella, presso l' Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam
- il 2 dicembre, sempre la lezione con cena sui Vini del Monferrato dalle 19.30 alle 22.30
- 18 dicembre Dolcezze d' inverno dalle 18 alle 20, che di domenica pomeriggio ci sta tutta una lezione su vini allegri e festevoli come il Brachetto, il passito di Erbaluce, e quelle belle bollicine allegre del Moscato, accompagnate da dolcetti e tortine (vi faccio la mia versione austroungarica con crema al burro di mia nonna Helena della torta alle nocciole, e pure per quest'anno abbiamo sfidato il diabete)
- e nel mentre, il 9 dicembre mi sposto dal Piemonte per passare ai Vini del Vulcano, una classe amatissima con i vini scelti da Peter Smit di Eck en Maurick e da Piet Dooijewaard della Dooijewaard in Wijnen, che me li fanno pagare, come no, ma anche loro li valgono tutti. E con le brevissime giornate che precedono il solstizio, il calore vulcanico ci vuole tutto anche lui. E a parte i vini, ci costruiamo intorno una signora cena.
A parte per la Masterclass, per le altre lezioni ho pochi posti, quindi se vi interessa, anche come regalo di Sinterklaas o di Natale, fatemelo sapere su barbara@madrelingua.com.
PS: ho cambiato le ultime due date perchè mi ero incartata, quelle qui sopra sono quelle giuste.
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l'uomo è quello che mangia
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11 commenti:
mi fa un po' impressione, vedere e leggere dall'Olanda le cose che vedo tutti i giorni !! ;-)
buona degustazione.
ma che bello, ma che bello, ma che bello (non son niente di parte eh?....^^)
(unacheècresciutaabrachetto)
Adoro i vini piemontesi, ma adoro anche i cibi del Piemonte, secondo me è la regione d'Italia in cui si mangia e si beve meglio!!!!
Pentapata, vogliamo parlare del pluripremiato Barolo Preda? Parliamone, anche se tutti gli importatori a cui l' ho proposto sono svenuti per il prezzo. Poi lo dico sempre che l' esotico dell' uno è il quotidiano dell' altro.
Madame Bavareisa, io sto aspettando al varco te e Graz per le VOSTRE ricette, ho due cene da organizzare.
Destinazioneestero, non potrei essere più d' accordo, ovunque ci sono perle e cose buone, ma così tante e tutte insieme, a saperle ritrovare, solo qui.
al varco?ussignur son inguaiata con lavoro arretrato (casua festeggiamenti vari di mia figlia ma non solo) ma se ti serve qualcosa, fammi un fischio in email che almeno la leggo di sicuro e più volte al giorno! ;-) )
Uff non mi invia il commento.
Dicevo... da astemia sui vini non posso aprire bocca.
Da piemontese: Grazie!
da figlia di piemontese e innamorata del Piemonte, tra 'n po' mi suicido perché non posso partecipare, non vivendo ad Amsterdam...
Luisa
AH .... nomini pezzi del mio DNA, che mi mappano il genoma ci trovano nebiolo, nelle versioni barolo e barbaresco. Volendo anche dolcetto ma lì bisogna fare attenzione che si fa in fretta a scadere nella trattoria del metanolo. Allora, già che ci siamo, ti dico che i brasati proprio non li reggo, in compenso lo stufato di Alfredo Russo, lo adoro.
Taglio di carne non estremamente pregiata, qua lo chiamiamo brutto e buono, soffrittello appena accennato con (poco) carota-sedano-cipolla, rosolamento della carne e poi brodo a bagnare. Sigillare la pentola e cacciarla in forno fino a cottura (lenta, tipo un tre ore, tre e mezza, per un kilo max kilo e mezzo). Poi togli la carne, addensi la salsa e la filtri, tagli la carne a grossi cubi e impiatti con a lato pomodorini tagliati piccolissimi e una manciatella di soncino. Il segreto è che sia tutto moooolto leggero: il soffritto, pochi gusti, brodo leggero e verdure appena condite. Provare per credere.
graz
(e vorrei essere alle tue degustazioni machettelodicoaffà??)
PS: OT ma tu VUOI leggere questo: http://lapignatta.wordpress.com/2011/11/03/la-citta-morta/
aah ma era del brasato al barolo che ti serviva la ricetta?
se è così facciamo presto, te la linko... tra l'altro, il cacao amaro ce lo avete buono, lì! :-) per qualsiasi altra cosa, d a lunedì mi trovi essenzialmente in mail ;-) non farti problemi, chiedi!
http://merendasinoira.wordpress.com/2010/11/12/beu-brasa-al-bareul/
ciao, mammaamsterdam,
ti seguo ormai da un anno, sempre un bell'appuntamento, così lucida, ironica e umanissima! peccato non averti conosciuta prima, durante le mie incursioni lavorative ad amsterdam, ma tant'é!
per ragioni personali e professionali, grande tifo per le tue serate piemontesi e se - nel mio piccolo - posso esserti utile con ricette, news, eccomi!
umidi saluti da torino
marisa
sono una piemontese emigrata, e qui purtroppo i vini importati sono tutti francesi/australiani/cileni/californiani o al massimo toscani. l'altro ieri ho trovato una barbera d'asti, non sai che felicità!!
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