giovedì 6 ottobre 2011

La storia della farfalla insonne

È da un po' che vi volevo raccontare le nostre storie delle farfalle, come prima quelle delle sette principesse, ma poi ogni volta me le scordo.

Sono storie che improvviso lì per lì da quando Ennio parla e ogni volta riattacca: raccontami una storia che non ho mai sentito. E vai di bibbia, e vai di miti greci, e vai di favole, ovviamente tutte a memoria al buio, e vai con la saga di nonno Ennio o i fatti di vari parenti, che se dobbiamo avere una mitologia familiare meglio cominciare da subito, ogni tanto mi invento dei cicli.

Quella delle farfalle però è una serie del mattino, adesso che ho deciso che invece di stressarmi per quei 15-20 minuti che servono a Orso a passare dalla catalessi profonda al grugnito chiamandolo, insistendo e rognando inutilmente, che quello manco si sposta, e io mi scoccio da sola a sentirmi, io che pure avrei bisogno di risvegli soft al mattino, ho deciso appunto di godermi un supplemento di pelandrite al mattino mettendomi nel letto di qualche figlio a caso e raccontando storielle inventate. Quando lo sento ridere capisco che Orso ormai è sveglio e non ha più scampo, in 180 secondi lo tuffo nei vestiti e lo piazzo in cima alle scale, dove poi la gravità fa il resto per farlo scendere a colazione.

Le farfalle sono nate così.

Stasera però rientro da yoga, a cui ho cominciato ad andare il giovedì sera che è la seconda sera scapicollata di seguito nella settimana, in cui il capo rientra con Ennio da lavoro e coro alle 8,05 e io abbandono Orso qualche minuto prima davanti alla cena pronta prontissima e mi precipito in via del martello qui dietro l' angolo dove c' è la palestra a cui qualche settimana fa mi ha trascinato Antonella. Che è una bella palestra molto improntata sulla socialità, e ad Antonella piace la roba sudatoria e aerobica a ritmi sudamericani, a me quella musica lì fa venire il nervoso e già corro il resto del tempo, in palestra vorrei fare con calma, e ho deciso di alternare il pilates-yoga che mi fa così bene alla schiena alla Balance ball. che è meglio che mi faccia bene a qualcosa anche se non mi interrogo di preciso su cosa, ma ne esco con i muscoli doloranti che bene mi deve fare per forza.

Comunque stasera rientro tutta sciolta nelle anche e con le scapole che vanno ancora una a est e una a ovest, pronta a cadere completamente rilassata a letto, neanche la doccia ho fatto per non rovinarmi la rilassatezza, niente, Ennio sta sveglio -a quest' ora, scandaloso - e vuole pure una storia. Che è diventata questa, con stornello finale.

C' era una volta una farfalla insonne che quando al tramonto tutte le farfalle si ritiravano in un fiore, avvoltolavano le ali e si mettevano a dormire per svegliarsi all' alba fresche e riposate, questa niente, proprio non riusciva ad addormentarsi. E si girava, e si rigirava, e al massimo dormiva alla fine un paio d' ore per pura esasperazione e si svegliava incazzata, con le ali stropicciate, la faccia accigliata e dioneliberi la incrociava la farfalla allegra, che la mattina era tutta un inno di gioia alla vita, rischiava di farsi sfanculare al primo trillo di "forza, sveglia tutti, ma guardate che bellissima giornata, tesoro ma hai dormito bene che ti vedo tutta stropicciata?" e lì via che la povera farfalla insonne non si teneva più.

Ci provava, eh, a darsi una ciucciatina di nettare di camomilla la sera, che poi ne usciva tutta tipsy e barcollante e sbandava di fiore in fiore intanto che se ne cercava uno per dormire (e a questo punto, la prima volta, Ennio mi ha interrotta per comunicarmi: mamma scusa ma le farfalle vivono un giorno solo, e lì ci siamo messi d' accordo come licenza poetica che per le nostre farfalle questo non vale, hanno vita lunga e regolare e caratteri vari e sulla descrizione ed interazione dei caratteri si regge tutto, sennò, figlio mio, ti tocca la divina commedia fino all' età della ragione, che non sarebbbe un' idea sbagliata ma si diceva, le farfalle).

Insomma, anche dopo le sbronze di camomilla, come si metteva a dormire, si tirava un po' le ali sui piedi se erano fraddi, niente, si girava e rigirava e più si rigirava, più si incazzava e più si incazzava, più si svegliava e la mattina non si poteva reggerla. Finchè una sera passò di lì un grillo che sentito il problema, le propose di dormire in un papavero.

"Un papavero, ma stai scherzando, che con tutto quel rosso io poi mi eccito e mi agito e non dormo più?"
"Si, ma col papavero si fa l' oppio e l' oppio fa dormire, lo usavano come anestetico se per esempio a qualcuno dovevano amputare un piede, quindi provaci".

Le altre farfalle decisero che le avrebbero fatto compagnia intorno al papavero fino a che non si addormentava, ma che per farlo sarebbe dovuta andare a letto presto.

"Ma siete pazze, a letto presto che io già non dormo e poi sto sveglia ancora di più rispetto a una notte normale e mi rigiro e mi innerovisco e non dormo".

"Fai come dice il grillo e piantala, tanto noi da qui non ci muoviamo finchè non dormi".

E lei andò a dormire nel papavero, si addormentò immediatamente, dormi 12 ore filate e la mattina si svegliò che era già mezzogiorno, e tutte le farfalle che la incrociavano si mettevano a ridere vedendola, perchè davvero, con quell' espressione riposata e felice era irriconoscibile dal cipiglio incazzato che aveva di solito la mattina.

(E adesso fate il viso rilassato-rincon-sorridente del mattino contrapposto a quello righio-incazzato di prima della cura del sonno, fateli a modo vostro, così come vi vengono).

"E poi?"
"E poi adesso dormi che è tardissimo, io ho tutte le anche molli e voglio andare a dormire. E se non dormi te le canto:

Fior di papavero
Se Ennio qui non dorme io mi incavolo,
lo appengo per i piedi sotto al tavolo,
fior di papavero
,

e non ridermi in faccia per piacere, dormi".

"Ricantamela".

5 commenti:

barbara ha detto...

Ancora! Ancora! :)

Mammamsterdam ha detto...

Solo se cominci a farmi tu le illustrazioni. Ogni volta che esce un tema IF io ci scrivo una farfalla e tu la disegni, ci stai?

Giorgia ha detto...

Anche noi vogliamo le storie della buona notte (o del buongiorno, che anche qui la sveglia è dura...)!

lerinni ha detto...

dobbiamo aver avuto una formazione simile, noi due! anche nelle canzoncine similsplatter (io cantavo ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do? lo darò al signor mario, che lo lega sul binario, lo darò al suo nonnino che lo cuoce sul camino... e amenità simili!)

barbara ha detto...

@mammamsterdam: ok
@lerinni: una volta ho letto un articolo interessantissimo sulle ninne nanne, che se vai a vedere, quelle tradizionali sono tutte piuttosto cupe o splatter. Erano una forma di sfogo delle donne, che con il tono della voce cullavano e facevano addormentare i bambini (ai quali bastava, appunto, la cadenza) e nelle parole scaricavano le frustrazioni e la stanchezza della giornata quando non il rancore, la rabbia o l'odio verso mariti, suocere, o i bambini stessi...