martedì 24 agosto 2010

Siamo tutti traduttori

Non c'è neanche bisogno di mettere di mezzo un testo tradotto con Google perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa (e poi, devo ammetterlo, questi autotraduttori stanno notevolmente migliorando).

Però santo cielo, che stanchezza, quando il primo arrivato decide che no, un traduttore professionista non serve perché il professionismo è una cosa sospetta, facciamo fare al primo che capita.

Così la povera Carla Bruni, che le si può dire quello che vogliamo, ma non sospettarla di analfabetismo di ritorno, si vede mettere in bocca queste frasi, pur nell'ambito di una iniziativa lodevole come la manifestazione di solidarietà alla pseudo adultera iraniana condannata a morte.

"Dal fondo della vostra cella, sappiate che mio marito difenderà la vostra causa senza sosta e che la Francia non vi abbandonerà", scrive la Bruni. "Come si può tacere davanti alla notizia della sentenza che è stata pronunciata contro di voi? Spargere il vostro sangue, privare due bambini di una madre, ma perché? Perché avete vissuto, perché avete amato, perché siete una donna, un'iraniana?"

Fa molto Madame Bovary, lo ammetto, ma ci vogliamo ricordare che in Italia ci si dà correttamente del lei? Che il voi ha avuto un breve diritto di cittadinanza sotto il nome di voi fascista, ma evidentemente ce lo siamo dimenticati.

E una cosa che racconto sempre ai miei studenti di italiano è che è stata proprio l'introduzione del voi fascista a sbloccare un pochino la formalità di rapporti della nostra intelligentsja interbellica. Per cui colleghi di lavoro che avevano passato una vita a darsi del lei, e avrebbero continuato volentieri, al'imposizione del voi, che molti rifiutavamo per questioni squisitamente formali, stilistiche e perché in fondo suona tanto cafone, alla faccia dei fumetti della Bonelli che ce l'hanno inculcato a sangue, ecco, quelle persone lì decisero tra colleghi di cominicare a darsi del tu.

Cari redattori di Repubblica, a Napoli lo so pure io che darsi del voi è un segno di inclusione anche tra persone istruite, un riconoscere che si è dei nostri. Però io continuo a sperare che almeno un quotidiano nazionale offra un esempio almeno di stile e vi ricordo che esiste una figura professionale come quella del traduttore, che certi scivoloni non li fa. Mica come i giornalisti, che chiunque è capace.

7 commenti:

barbara ha detto...

Eh, cara mia, ma qui siamo già ad alti livelli di raffinatezza. E gli autobus di Pescara, dove le carrozzine per disabili devono avere i "brakes jammed"...
Sarà perché invece li hanno tutti funzionanti, che non se ne vede una su un mezzo pubblico?
Tanto per fare un esempio tra i diecimila possibili. E stiamo parlando di sicurezza.

Mammamsterdam ha detto...

Perché la thalassoterapia che tutti gli stabilimenti blneari abruzzesi espongono per la bassa stagione quando non hanno il bagnino e fondamentalmente dicono: siamo aperti per voi per gli aperitivi e i bagni di sole ma se affogate sono fatti vostri e ce ne laviamo le mani?

In quattro lingue anche quello, che io già mi chiedo se non si potev almeno tradurre in italiano bagni di sole.

Anonimo ha detto...

Chiedendo scusa per l'anonimato, propongo questo collegamento al sito dell'Accademia della Crusca:

http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=5497&ctg_id=93

L'edizione del Corriere della Sera de "La nuova grammatica della lingua italiana" (Dardano e Trifone, 1997), riporta il "lei" come maggiormente diffuso, ma accetta anche "voi"

mammaemigrata ha detto...

Ahahah, sei grande! Dovresti dedicare una parte intera del blog ai "coup-de-gueule" dei traduttori!
Vogliamo parlare della figuraccia che fa l'Italia a ogni confine con i Paesi germanofoni, quando l'automobilista che entra in autostrada d'inverno vede scritta l'incomprensibilissima frase "Achtung! Moeglich gefrorene Teile" che per lui non vuol dire un bel niente? E che moltissimi traduttori hanno segnalato come completamente sbagliata alla Società Autostrade senza che questa prendesse in considerazione la modifica dei cartelli? E' triste, tristissimo, vedere che molte grandi imprese spendono miliardi in pubblicità e non sono capaci di pagare un centinaio di euro a un traduttore per avere una cosa decente....

Chiara ha detto...

Leggevo tempo fa proprio su Repubblica la segnalazione di un lettore che alla lussuosa mostra su Caravaggio al Quirinale, di cui aveva apprezzato la suddivisione delle opere secondo le tappe della vita dell'artista, aveva letto sconcertato che la prima di esse, in inglese, era "Youngness".

TopGun ha detto...

Il voi lo si usa dialettalmente per mostrare rispetto, ad una persona anziana oppure ad una persona con cui c'è confidenza ma alla quale non si vuole dare del tu finché lei non ti dice "diamoci del tu" per non sembrare maleducati (essendo a Napoli considerati dei ragazzini anche si hanno 40 anni).

Anonimo ha detto...

Lla lettera della lettrice di Repubblica mi pare essere questa. Tuttavia, ho trovato la parola sul Merriam-Webster, sul sito della Oxford University Press e sull'American Heritage Dictionary. Personalmente, avrei usato "youth"