venerdì 13 agosto 2010

Considerazioni da ritorno

Sono state delle gran belle vacanze. Diverse dal solito ma belle. A parte che il caldo bestiale lo abbiamo preso tutto nelle visite in città mentre i temporaloni rinfescanti ci cacciavano dalla spiaggia e gli appartamenti elle vacanze, si sa, sono troppo piccoli per i giorni di pioggia.

Siamo riusciti ad andare a trovare un po' degli amici con cui ci diciamo sempre una di queste volte passiamo. Siamo finalmente andati all'Acquapark con le belve. Io e mamma abbiamo fatto i pomodori ma il prossimo anno ci prendiamo due giorni per farlo e i maschi partecipano.

Siamo riuscite con amica del cuore e figli vari a farci tre giorni di mare insieme e scoprire quanto sia semplice la vita al mare. I bambini fanno gran castelli e bagni prudenti mentre noi li guardiamo e leggiamo libri. Li nutri a pizzette o arrosticini e frutta, se non ti va di rientrare per pranzo troppo presto e li lavi alla doccia in spiaggia, così al rientro basta nutrirli, impigiamarli e lavadentarli che schiantano. E poi noi sul balconcino facciamo tardi guarando i fulmini e l'eventuale stella cadente. Abbiamo letto persino dei libri, e ci siamo rilassate.

Per dire, io in due settimane di mare non mi sono fatta venire mai, e poi mai, la tentazione di pulire il bagno. Cose così, ecco. I piatti si, toccava lavarli, e i letti rifarli almeno per togliere la mezza tonnellata di sabbia che ci arrivava misteriosamente cinque volte al giorno, ma poi basta.

Ho mollato madre e figli a Ofena mentre io andavo ad Offida alla festa degli Auroridi per il compleanno di Lorenzo (e non sapendo che era richiesta esibizione e non avendo una copia di Statale 17 per leggerne un po', ho ripiegato sul monologo di Panzallaria che è piaciuto assai, specialmente alle donne scorpione presenti).

Siamo persino riuscite a farci un po' di Ofena, contrariamente alle previsioni, perché abbiamo dormito a casa di Beatrice. E quest'anno a Ofena improvvisamente c'erano un sacco di bambini, (Irene santa subito, che organizza da volontaria e gratis il gruppo di attività mattino e pomeriggio per i bambini e le sparlano pure dietro, e grazie alla mamma di Piera, vivandiera, che da brava nonna passava da noi il pomeriggio con la merenda a base di pizza fatta da lei e acqua minerale. Come si sbafavano quella pizza tutti quanti i calciatori e gli artisti, era bello da vedere).

I mostri si sono fatti amici Christian, un bambino nato in Burkina Faso che più che annunciare al gruppo di gioco che lui era africano di sé diceva poco, anche causa lingua. Ennio cominciava ad annunciare "Io esco, vado al bar" per andare a giocare nel parchetto della Rimembranza di fianco al bar e mancava solo che aggiungesse "non aspettatemi per cena". Poi il secondo giorno, rientrando da Offida, ho scoperto che con Christian ci parlavano olandese in quanto lui vive in Belgio e al povero non sembrava vero poter finalmente comunicare meglio, visto che in italiano si fa capire ma secondo me fa fatica lui a seguire tutto.

Insomma, proprio l'anno che non posso stare spalmata a Ofena tutta l'estate saltano fuori il parchetto, la festa cominciata ieri dopo la nostra partenza, il gruppo gioco, i bambini, Ryanair da Pescara e svariate altre cose utili che ad avercele prima, magari. Ma tutto - sospiro - non si può avere.

È saltato fuori che qualcuno che non conosco ha cambiato cose varie nell'accatastamento della casa, di casa dei miei zii disabiata, del rudere di Italo, insomma i numeri di particella non corrispondono più e mi tocca dare 1000 euro al geometra che sta tentando di capire cosa sia e cme raddrizzare la cosa. Che ci avrei fatto più volentieri la vacanza.

L'aggregato ha un volto: Proprietari e tecnici sono venuti a fare un sopralluogo da casa nostra per capire come va delimitato e chi ci rientra. Così ho conosciuto meglio un paio di miei vicini che non incrocio mai, scoprendo che uno è il fratello di Beatrice (un'altra, non quella da cui dormiamo), i cui figli ho visto una volta da ragazzi che nella loro casa avevano un pianoforte stonato e hanno suonato un rag di Scott Jopkin e poi non li ho mai più rivisti, ma so dove stanno i genitori, di fronte al bivio di Onna, che una volta ci sono andata con zia Vittoria, ma sono quelle cose che non sai più chi siano, cosa facciano e che faccia abbiano.

In questa occasione ho scoperto che la scuola, che è la stanza in alto mai vissuta che mia madre ha fatto ristrutturare a forza l'ultima volta nel 2008, proprio prima del terremoto, a forza perché io non avevo i soldi ed ero perplessa, ma lei ha chiamato il muratore e ci si è messa d'accordo, e meno male, altrimenti veniva giù la stanza alta e tutto il discorso aggragato o ricostruzione sarebbe stato superfluo, sarebbe toccato semplicemente demolire e meno male anche questa), ecco nella scuola c'era una sopresa.

Perché la scuola vecchia prima della ristrutturazione salvifica era piena di cose vecchie e ciarpane, le due macchine da maglieria di nonna, il gong di mio padre, quaderni e libri di scuola di varie generazioni di casa, ecco la scuola aveva prima infissi rotti e aperti e in una delle lampade ad olio appesa alla catena che scendeva dal soffitto, ci avevano fatto un nido degli uccellini. Dopo la ristrutturazione mia madre ci ha appeso il lampadario di cristallo di casa sua.

E nella coppetta di ottone del lampadario che copre il buco sul soffitto, coppetta un po' scesa rispetto alla catena, stavolta c'era un'ala. Per fortuna Luca vedendomi affranta all'idea di metterci mano ha preso una scala, ha tirato fuori un uccelletto mezzo decomposto e me lo ha buttato fuori dalla finestra su un tetto. Poi una dice il vicino cacciatore. C'è sempre bisogno nella vita di qualcuno che non si fa impressionare da un uccelletto morto.

Insomma, come andrà a finire al catasto e con l'aggregato ancora non lo so, l'unico punto fermo è che a un certo punto, in autunno, toccherà tornare tutti quanti per costituire un consorzio, ovvero un condominio per la ricostruzione delle parti comuni. Tutto questo ovviamente sorvolando sul fatto che soldi per la ricostruzione non ce ne sono e che anche volendo aggiustarsi qualcosa a spese proprie non si può, e che alla fine del discorso pare che casa nostra sarà divisa in due aggregati e che quindi a distanza me ne posso spupazzare il doppio, tanto non ho niente da fare, che sarà mai.

Il che non promette bene per le vacanze del prossimo anno, specie se i misteri del catasto si infittiscono e le spese impreviste per chiarirli aumentano. Ma speriamo bene. Alla peggio mi metto un container sotto gli ulivi, mi compro un generatore eolico da mettere sul tetto e le vacanze le faccio lì. Sano, ecologico e mi sa che mi stresso di meno.

5 commenti:

Serena ha detto...

Bentornati!

TopGun ha detto...

generatore eolico oppure aquiloni da alta quota, una cosa nuova che stanno sperimentando per sfruttare meglio il vento :D

TopGun ha detto...

generatore eolico oppure aquiloni da alta quota, una cosa nuova che stanno sperimentando per sfruttare meglio il vento :D

barbara ha detto...

E per quei tre giorni ti ringrazierò sempre.
(Hai dimenticato il bicchiere di vino).

Mammamsterdam ha detto...

Ba, sono io che ti ringrazio, con te mi diverto e mi arricchisco sempre anche se non facciamo niente di particolare. E il vino me lo sono scordata perché ce ne sarebbe voluto molto di più