giovedì 19 agosto 2010

Aborto

Italia primi anni '70:
Donna sposata, due figli, il secondo non previsto e che prevedibilmente ha significato una battuta d'arresto nei piani di emancipazione della famiglia. Lei per questo figlio ha rinunciato all'università, si è trovata senza poter lavorare e si tira avanti, male, con uno stipendio tanta buona volontà e lavoretti extra. Si scopre incinta, è disperata, con un terzo non ce la faranno mai. Non sa che fare, è straniera, non conosce nessuno.

Poi per puro caso, in macelleria (of all places), sente sussurrare dalle altre donne un nome, un medico nel paese accanto. Questa famiglia sceglie per un aborto clandestino. Lui lo rimpiangerà per sempre, questo figlio mancato, lei sceglie per i figli che ha già.

Poi andrà all'estero per farsi prescrivere la pillola prima (che la ammazza di emicranie), poi la spirale che la ammazza di emorragie.

In Italia il referendum per la 194 ci sarà soltanto nel 1978.

Olanda, 1991
"Hai una bici da prestarmi per stasera?"
"No mi dispiace, dove devi andare?"
"Ma, non è lontano però tocca passare per una stradina un po' buia che non mi piace molto, ma non fa niente".
"Se vuoi ti accompagno a piedi".

Per strada mi ha raccontato che andava a farsi un controllo. Una ragazzina 19enne come me allora, che durante le vacanze in Italia è uscita con gli amici di sua cugina. È girata cocaina, lei ha avuto un black-out e si è detta: mai più, sono stata una cretina. Tre mesi dopo, appena arrivata all'estero per l'Erasmus, si scopre incinta, e ci mette anche un bel po' a capirlo.

"Insomma, era la prima volta che facevo sesso e non mi ricordo neanche niente".
Per fortuna studia a medicina, ha fatto lo stage in una ASL in Belgio, in Belgio puoi abortire entro il quarto mese, si fa fare le carte dai cononoscenti della ASL e abortisce. Poi quella sera con me va a controllare se è andato tutto bene. Ne esce sollevata, tutto a posto.

Io sono troppo giovane, troppo incapace per trovare qualcosa che la consoli, sotto la leggerezza superficiale con cui mi raccontava il fatto. Pensava anche lei che forse la trovavo una cretina svaporata, io invece soffrivo per una situazione tanto di merda. E la cosa migliore che mi venne in mente fu:

"Vuoi provare a parlarne con F.?"

Perché anche F., qualche tempo prima, mi aveva raccontato di una sua interruzione di gravidanza, di come fosse stato inumano e umiliante il modo con cui l'avevano trattata a Venezia, come andando in bagno, nel cestino dei rifiuti, aveva trovato un feto buttato via così. In una struttura pubblica.

Ma lei e il suo ragazzo, studenti, con famiglie difficili ed economicamente precarie non avevano avuto scelta.
"Io appena mi laureo e ho un lavoro per mantenermi, lo faccio subito un figlio".

Poi so che ne hanno parlato, e forse hanno trovato un modo di consolarsi. Per quanto poi a una festina in casa tra di noi, mentre F. e io la portavamo a letto sbronza persa, lei che beveva così poco in fondo, la sentii piangere:
"F., ma perché? In fondo ho solo fatto uno sbaglio, una volta".

Anche lì mi si è spezzato il cuore per lei, ma non avevo parole.

Italia, 2010
Sono passati 20 anni, adesso le parole le troverei. È cambiato qualcosa? Ma neanche per sogno.

E leggendo questa notizia mi chiedo perché: perché alle donne tocca pagare in proprio e in prima persona, perché le istituzioni e l'assistenza previsti dalla legge non aiutano, perché a 32 anni da quella legge esiste ancora un obbrobrio come l'obiezione di coscienza che paralizza in molte regioni la possibilità di scelta di donne che non hanno scelta.

Ma cavolo, se non vuoi effettuare aborti, specializzati in geriatria. In neonatologia. Nel cavolo che ti pare, ma stà fuori per cortesia da ginecologia e ostetricia. O mi toccherà pensare che per un ostetrico obiettore la priorità è salvare il figlio e nn la madre, se posto davanti a una scelta.

A me chi specula sulla necessità altrui fa schifo, premettiamolo subito. A me chi sentenzia sull'autodeterminazione di donne che non conosce a proprosito di vita e morte e il proprio corpo, a chi fa dei bizantinismi sulla pillola abortiva, che ce la siamo inventata apposta per facilitare una scelta difficile a chi se la deve fare in proprio, gli toglierei i diritti civili.

Però le strutture già non funzionano in modo dignitoso per le italiane, figuriamoci per le clandestine. Questo medico ha compiuto un abuso di ufficio bello e buono, speculando sulle difficoltà delle sue pazienti.

Solo che adesso dove dovranno andare a sbattere la testa queste povere criste non lo so. E mi chiedo perché nel 2010, superato il concetto di peccato, superato quello della donna come strumento del demonio, superate tante pippe mentali e non, mi chiedo perché tocca ancora farsi massacrare. E perché questo tocca sempre alle donne.

In fondo nella maggior parte dei casi stiamo parlando solo di soldi. Negli esempi che ho portato io, di donne che conosco personalmente, tutte e tre, ad avere l'autonomia economica necessaria, questo figlio lo facevano.

Invece di tante chiacchiere e di tanti soldi spesi male, invece di riempirci la bocca di politica per le famiglie, facciamole queste politiche. Che le famiglie poi seguono da sole.

19 commenti:

barbara ha detto...

Che sconforto, che schifo. E magari ci tocca anche sentirci in colpa perché le donne in politica sono così poche (e qui si apre un altro capitolo ancora...)

TopGun ha detto...


A me chi specula sulla necessità altrui fa schifo, premettiamolo subito.


io ti consiglierei di andare via dall'Italia.
che ne dici dell'Olanda? ;)

supporto economico per le donne in attesa di un figlio...
bhe, noi quest'anno (noi Itaglia) abbiamo, nella persona della grandiosa minisstra per il turismo brambillina brambilla, dato soldi alle famiglie che non potevano fare vacanza.
una cifra intorno ai 500€ se non erro...

si va al patronato, si studia il reddito, tac! ritiri i soldi da spendere per una vacanza.

e chi se ne frega di questi problemucoli di serie b che descrivi tu!
almeno finché l'italia sarà una provincia del vaticano.


c'è da dire, che in alcuni paesi come l'Irlanda, dei sussidi alle madri single e disoccupate si abusa.
c'è purtroppo gente che sforna marmocchi per vivere bene alla faccia di chi paga le tasse.
neanche questo è giusto.

in Svezia, la famosa via di mezzo.
babbi e mamme possono prendere l'aspettativa dal lavoro, ogni figli viene sovvenzionato fino alla maggiore età.
in questo modo una famiglia per bene, con dei progetti in testa ed idee sane, può crescere prospera e felice.

in Olanda non so come funzioni, ma ho l'impressione che le cose vadano come in Svezia.


che amarezza!

mamikazen ha detto...

Ricordo quando l'amica X ci raccontò del suo aborto un pomeriggio, mentre si stava tutte insieme a pulire la verdura per una cena, in un capanno sperduto tra la campagna e l'autostrada. X ha abortito perché era molto, molto giovane, voleva fare l'università e diventare ricercatrice, all'estero. E anche perché Y si era subito offerto di sposarla, e lei non si voleva sposare, oltre a nutrire il (fondatissimo) sospetto che Y fosse un emerito cretino.
Adesso X lavora in università, all'estero e ha un compagno. Col quale ogni tanto ripensa a quel bambino/a mai esistito, a quanti anni avrebbe, cosa farebbe. Quando si sceglie poi ci si porta dietro la scelta per tutta la vita. Però scegliere tocca e, nel caso dell'utero, scegliere tocca a chi l'utero ce l'ha. Con buona pace della parità dei diritti, questo a mio parere è un diritto che non potrà mai essere pari.

Pythya ha detto...

Barbara, ma ti stupisci ancora? Ma lo vedi anche tu che si stra parla di FAMIGGHIA con tanto di Family Day e di speculazioni etico filosofiche bacchettone sulla pillola abortiva ma si tace sulla pedofilia (sempre per non scontentare il pastore tedesco). Ma quanto siamo arretrati, qui, nella provincia dell'impero. L'interruzione volontaria di gravidanza è praticata sempre meno perché i medici che la praticano non fanno carriera, altro che ideologia. E con la legge 40 (la stra famosa legge sulla fecondazione assistita) la donna è ormai diventata un mero contenitore. Ecco a che punto siamo. Siamo tutti contro l'IVG, perché è una ferita che non guarisce mai, anch'io ne conosco parecchie che continuano a dire "mio figlio adesso avrebbe...". Una adeguata politica di contraccezione e di informazione nelle scuole e vedi come si riduce l'IVG. Ah, già, invece nelle scuole adesso vogliono inserire i dialetti e ridurre le ore di storia, chissa mai sti ragazzi possano pensare troppo. No, no, meglio a parlà lu dialette, che tra di nù ci capeme e ci arcunusceme, no? Ciao ciao (belle le foto di Sail)

Mammamsterdam ha detto...

Non mi stupisco, ci mancherebbe. Pero mi indigno e penso che visto che siamo circondati per tre lati dal mare, bisognerebbe chiedere alle attiviste della nave dell' aborto di venirsi a fare un giro fuori dalle nostre acque territoriali.

Anonimo ha detto...

L'aborto è un fatto privatissimo che va consentito e la cui decisione ricondotta unicamente alla donna. Non deve essere considerato come contraccetivo ma in questo caso bisogna educare le giovani alla contraccezione.
Ho vissuto un aborto terapeutico a 5 mesi di gestazione di un bimbo (feto?) down. Ero contraria e lo volevo ma mio marito (e la sua famiglia cattolica praticante) non lo avrebbe mai accettato, anche perchè avevamo già una bimba di 2 anni e non voleva sobbarcare ad essa un fratello da accudire. Il dolore straziante è passato con gli anni. Dopo 7 anni ho avuto un'altra magnifica bimba ma presto dovrò spiegare ad entrambe di questo fratello.
Dopo 14 anni il ricordo del dolore provato mi dà una fitta al cuore.
Lorma

Anonimo ha detto...

Sarà ottusità, ma non capisco come farsi macellare legalmente sia un diritto, illegalmente sia un'atrocità.
Se tutte le donne di cui parli i loro figli li avrebbero desiderati, la violenza è nel non sostenere queste nascite, non nel permettere di sopprimerle nel modo più ovattato possibile. Quando si parla di diritto di scelta, bisognerebbe almeno che un'alternativa ci fosse. Altrimenti chiamiamolo trattamento obbligatorio per la non riproduzione dei poveri, e siamo più onesti.

Mammamsterdam ha detto...

Oh, era un bel po' che non mi capitava più un bel commento anonimo come questo, fa sempre piacere che nello sconforto non siamo soli.

Infatti io e gli altri commentatori mi sembra siamo d'accordo su una cosa:
che è un diritto;
in tal veste legale;
che non dovrebbe essere considerato un farsi macellare.

Quello che trovo interessante è il discorso del trattamento obbligatorio per i poveri: i poveri, anche se la legge è uguale per tutte e hanno gli stessi diritti dei benestanti, fanno più fatica a farseli riconoscere.

Quindi partendo dal presupposto che anche loro hanno diritto come tutti a riprodursi, ne hanno altrettanto come tutti a scegliere di non farlo. Ma su questo mi sembra siamo d'accordo e non ne faccio materia di discussione.

E comunque il discorso povertà in caso di aborto è uno dei tanti, come ben ci ricorda Lorma, ce ne sono di casi in cui un aborto è preferibile a una nascita non per il singolo, ma per tutta una famiglia. E nessuno ha mai detto che siano scelte facili e indolori solo la demagogia di parte ama considerarle tali.

Voglio dire, neanche tu, anonimo, te la senti di promuovere la legge: escort ai ricchi e un tappo fra le gambe alle povere, vero? perché in tal caso si che mi preoccuperei.

La bella notizia è che un commento di questo tipo pochi mesi fa mi avrebbe fatta infuriare, sentire provocata e valutare seriamente se meritava di essere pubblicato, perché i provocatori anonimi qui sopra non è che siano tanto simpatici (a parte che l'anonimato è una scelta, una firma è cortesia).

La cosa più dolorosa invece è stata dover leggere: "se...li avrebbero", il che mi conferma che il percorso di crescita che ho riavviato qualche mese fa funziona e alla grande.

Per il resto, consiglio il mio corso di scrittura a novembre, di cui parlerò a suo tempo.

d. - perfectio conversationis ha detto...

Intanto, mi scuso per l'anonimato, dovuto al fatto che ho da poco cambiato piattaforma e mi prendeva in automatico l'account precedente. Ora ho fatto maggiore attenzione, ed eccomi qui, in tutta la mia riconoscibilità. Ho altrove e in più occasioni sostenuto le stesse idee apertamente, dunque non vedo perché dovrei nascondermi ora.
In secondo luogo, l'errore di grammatica è imbarazzante e infastidisce anche me, anche se lascio ad altri giudicare se si tratta di una mia caratteristica ricorrente.
Infine, mi rendo conto che il discorso tocca nel vivo (della carne e dell'interiorità) e quindi rischiamo tutti (io per prima) di avere il nervo scoperto nell'affrontarlo.
Il mio intervento voleva dire in primo luogo esattamente quel che diceva: ci sono tre donne, che non vorrebbero abortire, che lo fanno per motivi economici e che ne rimarranno segnate per tutta la vita. La mia prima considerazione è: avevano bisogno di soldi, non di un medico. Il medico arriva come scelta forzata, non libera, alla fine di un percorso che non lascia alternative. Visto che questa legge è stata spacciata come il culmine di libertà di scelta delle donne, io mi permetto di osservare semplicemente che per me la libertà è un'altra cosa.

Ci sarebbe poi da dire che un condizionale al posto di un congiuntivo desta sdegno, ma un certo astio anti-cattolico ha sempre cittadinanza (come dimostrano altri commenti)... il rispetto del prossimo ha per oggetto buddisti, ebrei, musulmani... i cristiani invece sono sempre buoni per un tiro al bersaglio?

TopGun ha detto...

nessuno dovrebbe essere oggetto di tiro al bersaglio, nemmeno i cristiani.

ma se un medico cristiano, perché cristiano non vuole adempiere al suo dovere, deve farsi da parte e non intralciare le sofferte decisioni altrui.
a prescindere se questi "altri" siano buddisti, ebrei, musulmani.

Mammamsterdam ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pythya ha detto...

Io vivo in Italia, e quando si parla di problemi etici-morali-religiosi si parla del Vaticano, per ovvi motivi. Cosa ne pensino l'Imam di Via Corelli a Milano o il rabbino capo Di Segni ha comunque meno influenza di un cardinal Bertone o di qualche altro prelato.
Se poi vogliamo snocciolare i fatti allora è un altro discorso, perché è comunque nota la posizione ultraconservatrice della Chiesa di Roma financo sui preservativi in Africa come barriera per la diffusione del virus HIV, come anche le parole spesso non al vento e molto poco tolleranti sulle comunità omosessuali (nel caso mando i link). Tiro al bersaglio? E' altrettanto ovvio che scandalizzi molto un prete pedofilo (appunto per l'alta considerazione che si ha di un prete). Il rispetto per il prossimo NON ha tra i suoi sostenitori di certo i fondamentalisti, di ogni credo e bandiera.
E sull'IVG possiamo discutere ore, come anche sulla pillola abortiva. Come mai abbiamo così tanti problemi qui in Italia? Come mai la legge 40 è da tutti considerata uno scandalo (ma hai letto dei tre ovociti che obbligatoriamente DEVONO essere impiantati, con tutti i rischi che ne conseguono????)? E come mai ad ogni sortita contro la legge 194 si alza il plauso di certa chiesa di Roma? Tiro al bersaglio, ma contro le donne. Ecco perché se Barbara si indigna da lontano, io mi incazzo. By the way, uno dei pochi ospedali PUBBLICI della zona che possa dirsi tale, è a rischio chiusura. Ovviamente pratica l'IVG. E come mai quell'ospedale vogliono chuderlo e quello a 10 KM (che NON pratica IVG) rimane invece in piedi come una cattedrale nel deserto?
Sostegno alle famiglie....ma lo sai che se ti va bene un asilo nido (e bisogna essere in graduatoria) se ti va bene lo paghi 350 euro al mese (e noi siamo lavoratori dipendenti). E come lo concili con il pupo, con il mutuo e le rate della macchina? Tiro al bersaglio contro le famiglie, altro che...

d. - perfectio conversationis ha detto...

Purtroppo ora ho poco tempo, ma provo a dire alcune cose, riservandomi semmai di tornare in seguito su alcuni argomenti.
La prima urgenza è di spiegare il mio punto di vista. Tu dici che i cattolici vogliono imporre le proprie convinzioni con la forza e io prendo atto che questo è il tuo modo di percepire le cose. Dici anche che c'è chi ha una morale di facciata, forse è vero, ma lo chiamerei moralismo, la vera morale è sempre una questione radicata in profondità nell'uomo (e bisogna stare attenti a giudicare le motivazioni del prossimo).
Il punto è che per me nell'aborto sono sempre in campo due vite (e se non fosse così, perché dilaniarsi da secoli sulla questione?). Io ho davvero interesse e partecipazione per la vita della madre, ma ho anche interesse per la vita del figlio. Se la vediamo in termini di difesa della vita, spero almeno che mi vorrai riconoscere che possiamo non essere d'accordo, ma non si tratta di una forma di moralismo.
La legge, per altro, non chiede ai ladri se va permesso il furto né agli omicidi se va permesso l'omicidio. Non si tratta di morale cattolica, ma di radici del convivere che dipendono dalla struttura profonda dell'uomo, quello che molti chiamano diritto naturale, altri Decalogo. Ma l'omicidio è un male non perché me lo dice il Decalogo, al contrario, il Decalogo lo vieta perché è un male., quindi non serve essere cristiani, ma è sufficiente essere razionali per bandirlo.
Ora, la questione dell’aborto ricade esattamente nel campo del diritto naturale: cioè di quelle basi della convivenza civile che non dovrebbero essere negoziabili, ma inscritte nell’uomo.
A questo punto l’argomentazione frequente è che però l’aborto riguarda un corpo che ne contiene un altro, che quindi si tratta di una forma particolare di scelta per la vita o per la morte, che riguarda anche la vita della madre, non solo quella del figlio. Lo concedo.
E infatti le donne hanno sempre abortito, anche a costo della propria vita.
segue...

d. - perfectio conversationis ha detto...

(segue) Riassumendo, ciò che voglio dire è che per me la 194 è una cattiva legge, che permette di sopprimere una vita legalmente, ma sarei disposta ad accettare meglio l’esistenza di questa legge, se ne vedessi messa in atto con convinzione la parte preventiva. Più terra-terra: ci sono donne (molte immigrate, ad esempio) che abortiscono per puri motivi economici, io darei loro dei soldi, non un medico.
Ci sono casi come quella famiglia che citi, in cui a fronte di un figlio con una malattia genetica non tutti hanno avuto la stessa prospettiva, e ha prevalso la scelta pro-aborto. Io vorrei far notare che, ad esempio, in paesi come la Svezia (dove l’aborto è perfettamente legale e le percentuali sulla popolazione femminile sono paragonabili a quelle italiane), chi scopre di aspettare un figlio con la sindrome di Down ha subito un’assistenza psicologica che spiega bene cosa vuol dire, cosa aspettarsi ecc… Alla fine la scelta è rimessa alla donna, ma guarda caso la percentuale di nati Down sul totale delle nascite in Svezia è più alto. Quindi è bastato un supporto psicologico (in piena libertà) per far sì che dei bambini che qui sarebbero stati eliminati, lì sono invece stati fatti nascere. Non vedo perché l’affermare che la parte preventiva in Italia non esiste sia uno scandalo. Dirò di più, anche un obiettore, se non venisse affiancato da vere proposte di sostegno, fallirebbe. Otterrebbe soltanto che la donna rischi di più per avere lo stesso risultato. Non si tratta di colpevolizzare, di impedire, di permettere o vietare: si tratta di sostenere davvero in tutti i modi la possibilità di non essere COSTRETTE ad abortire.
Perché, permettimi di dirlo, sono certa che al mondo ci siano più donne pentite di avere abortito, che donne pentite di non averlo fatto.

Mammamsterdam ha detto...

(Scusate, l'ho cancellato per sbaglio e lo rimetto)

Intanto grazie per la precisazione. Delle donne che diciamo io e mamikazen, mi dispiace se io nella fretta non l'ho detto più esplicitamente, non era solo una questione di soldi: era anche una questione di crescita, di emancipazione, di istruzione, di obiettivi che hai nella vita. Un po' la parabola dei talenti, se vogliamo.

E nel mio primo caso e in quello di Lorna c'è anche la componente che scegli per il figlio che hai già a discapito di quello potenziale.

Ovvio che questo è anche il tipico argomento da nervo scoperto, ognuno ha il suo. Magari l'astio anticattolico delle volte è solamente una questione di stanchezza, visto che è un dato di fatto che nel nostro paese è la morale cattolica quella che si vorrebbe imporre con la forza e a norma di legge anche a chi cattolico non è.

Che poi è una morale di facciata, visto che è anche noto che molti obiettori cattolici in strutture pubbliche in quelle private obiettano di meno (e cosa ne penso l'ho detto chiaramente) o che non tutte le donne che scelgono per un aborto sono atee, buddiste, islamiche o ebree.

Solo che per la facciata di alcuni ci vanno di mezzo degli altri ed è qui che sopravviene il fastidio, malcelato o scoperto.

Il che non toglie che tra persone ragionevoli si possa parlazre di tutto fermo restando che poi ognuno ha diritto alla sua opinione.

Sul congiuntivo, mi scuso perché sono stata meschina sapendo di esserlo, ovvero ci ho proprio pensato: lo dico si, lo dico no. Solo che tra l'anonimato, l'argomentazione e mettici pure la forma, sembrava davvero una di quelle provocazioni gratuite che chiunqu ha un blog più o meno spesso si ritrova, quindi mi dispiace, ma quel tipo di commenti lì continuerò a stroncarli in tutti i modi che mi sono concessi, tra cui, appunto, la meschinità, che è sempre presente nella natura umana e quindi forse, la si potrebbe vedere anch'essa come un dono di dio.

(Chiudo il capitolo baruffe chiozzotte).

d. - perfectio conversationis ha detto...

@ phythya: eviterei di di aggiungere nel discorso ogni possibile motivo personale di rancore nei confronti di quello che è il sentire di una gran parte di italiani.
Ad esempio, sul preservativo, ti potrei rispondere di informarti meglio: la mappa delle popolazioni più colpite in Africa corrisponde alle popolazioni animiste, che praticano rapporti sessuali molto liberi e che non hanno problemi ad usare preservativi. Le zone a maggiore presenza cristiana sono quelle a minor incidenza del virus, che infatti viene arginato in maniera più efficace dalla stabilità dei rapporti famigliari che dai preservativi (anche i più laici membri dell'ONU stanno iniziando ad ammetterlo).
Per quanto riguarda il costo di un figlio, direi che ne sono a conoscenza: ne ho 5 e non sono ricca.
Ma non si può parlare dell'aborto inanellando luoghi comuni, io ho cercato di portare degli argomenti, magari non convinceranno tutti, ma ho provato a non procedere per luoghi comuni.

Mammamsterdam ha detto...

Bisogna vedere quali dati stiamo valutando: io ho letto da diverse parti che la 194, nonostante la pessima applicazione che se ne sia fatta a livello di educazione e informazione, proprio dal punto di vista della prevenzione e contraccezione ha funzionato benissimo. Nonostante.

Ricordo, a titolo di pargone, che in Olanda quando hanno voluto togliere la pillola dal pacchetto dei medicinali gratuiti è successo un casino. Ricordo anche che è stata una ginecologa italiana in Olanda a spiegarmi che prescrivere la pillola funziona esattamente come prescrivere un antibiotico: solo che l'Italia è famosa per il quantitativo esagerato di antibiotici che vengono prescritti alla cavolo e che infatti hanno sviluppato resistenze che pagheremo care, mentre se vuoi farti prescrivere la pillola devi fare tante e tai analisi inutili che una, specie se giovane o squattrinata e magari deve farlo di nascosto dai genitori con cui vive e che la mantengono, si scoraggia. Nonostante ciò, ripeto, la contraccezione troppo funziona in Italia.

La mala applicazione della 194 la vediamo su altri campi: su quello che dice Pythya sugli ospedali che praticano l'IVG, sulle regioni 9dai oggettivi) in cui non c' è una sola struttura pubblica in cui praticarla (e non stiamo parlando di un viaggio di nozze che uno ci può anche mettere un anno ad organizzarselo, ma di qualcosa che si fa in tempi brevi). Dei farmacisti obiettori per cui una pillola del giorno dopo (per l'uso della quale si elimina direttamente il discorso vita-non vita che dici tu, in quanto blocca il concepimento prima che avvenga) è difficil da trovare, sempre in tempi utili.

Insomma, è in discorso che si può fare in tutti i modi che vuoi e non se ne verrà mai fuori perché ognuno le proprie opinioni le ha per fede.

Perché la morale di fondo che dici tu non è solo prerogativa di chi crede e ognuno ha la propria.

Come dici tu, la questione viene dibattuta non da oggi, ma permettimi di dire che lo è soprattutto per cause culturali, infatti quando la contraccezione non esisteva proprio e l'aborto era l'unica forma consentita, ti assicuro che quelle madri di famiglia numerosa sfatte a 30 anni dalle gravidanze col cavolo che si facevano il patema che ci facciamo noi oggi, proprio perché possiamo scegliere. Giarda che quelle madri lì sapevano di rischare la morta propria a ogni gravidanza, quindi vita contro vita, il problema manco si poneva.

Quindi anch'io prendo atto del fatto che c'è chi la pensa diversamente da me, però appunto, adesso che ce lo siamo detto e sviscerato nei limiti dei commenti a un blog, suggerirei che chi ha ancora bisogno di venire a fare la morale e parlare di omicidio, preferirei lo andasse a fare in altra sede, tanto è chiaro come la penso.

Mammamsterdam ha detto...

Però, magari, tanto per reintrodurre il discorso personale, siamo magari d'accordo un po' tutti che i rapporti promiscui non protetti sono quelli a rischio AIDS, e non l'animismo. E che una vita di coppia promiscua la trovi i8n tutte le fedi, se uno ci è portato di suo?

E ci vogliamo aggiungere che la stabilità familiare e la fedeltà di coppia non sono una prerogativa di un credo specifico o meno?

Per esempio mio marito è ateo, eravamo entrambi vergini quando ci siamo conosciuti, stiamo insieme da vent'anni quasi e non abbiamo né AIDS, né avuto aborti indotti. Questo fa di noi dei buoni cristiani? Spero di no.

Quando vedo l'affanno di motivare, giustificare e difendere a tutti i costi le proprie posizioni di certi credenti, che oltretutto si ritengono in dovere di illuminare il mondo, credo di rimpiangere di non essere atea anch'io con la sua stessa convinzione. Ma in ogni caso mi sembra che sia un ottimo motivo per sentirsene infastiditi.

E su questo do ragione a Pythya, di cui posso dire, in base alla nostra conoscenza pluritrentennale, e non mi è mai sembrato abbia motivi personali di rancore contro persone di qualsivoglia fede. Lei la gente la giudica individualmente e non a cas è filosofa di professione, anche se ciò vuol dire poco.

Chiara ha detto...

Comunque io ho i miei dubbi che "se avrebbero" in questo caso sia davvero un errore. Non si tratta infatti di un'ipotesi semplice, ma piuttosto di una ripresa di quanto affermato come potenzialità. "Se (davvero) avrebbero tenuto i figli, allora...". E' diverso da "se avessero".